I trattamenti di finitura


Un adeguato trattamento valorizza la naturale bellezza del legno e lo preserva dalle aggressioni dell’ambiente esterno e dei parassiti


Una volta terminato il montaggio di un mobile, siamo a poco più della metà del lavoro. Il legno, ancora grezzo, manca di tutta la fase di rifinitura. Rifinitura che deve essere di abbellimento, ma soprattutto di protezione per evitare il rapido deterioramento del legno.
I mezzi che abbiamo a disposizione sono: la mordenzatura, la verniciatura, la smaltatura e la laccatura, a seconda del tipo di legno e delle nostre particolari esigenze costruttive.
Quando abbiamo da trattare un legno rustico, in stile o anche per scurirne uno troppo chiaro, dobbiamo mordenzare. Il mordente è un colorante, che può essere reperito in qualunque colorificio ed è in polvere o in grani, che vengono diluiti in acqua o in alcool o in olio.
Usare un mordente ad acqua o di altro tipo, dipende dalla nostra esperienza, da quali sono i risultati che vogliamo ottenere e da che tipo di legno dobbiamo trattare. Infatti ogni mordente presenta dei pro e dei contro, che vanno tenuti in attenta considerazione.
Ad esempio, se usiamo un mordente ad acqua, è indispensabile passarlo sulla superficie più di una volta. Ma noi sappiamo che il legno tende ad assorbire acqua, quindi si gonfia. Allora, molto spesso, capita che ad asciugatura ultimata, il piano trattato presenti dei rigonfiamenti che devono essere carteggiati. Però, così facendo, togliamo il colore appena assorbito dalle parti più rialzate e la mordenzatura va ripetuta.
Perciò non è consigliabile stendere mordenti ad acqua sopra legni molto porosi; conviene trattarli con quelli ad alcool. Questi sono molto rapidi ad asciugare, e come unico inconveniente hanno il fatto che, se passiamo con il pennello, su una parte appena trattata, vi rimane una striscia più scura. Inoltre, essendo l’alcool un liquido estremamente volatile impregna poco il legno e il colore appare meno forte, anche se conferisce alla tinta elevata brillantezza. Al contrario, per i mordenti ad olio, il vantaggio è costituito dalla profonda penetrazione che hanno nella fibra legnosa. Naturalmente sono molto lenti ad essere assorbiti, e prima di passare dalla completa finitura, dobbiamo attendere anche due o tre giorni, ovvero il tempo necessario alla loro essiccazione.
Il mordente può essere steso in due modi: a pennello o a tampone. Il tampone possiamo anche farcelo da soli, con un panno di lino imbottito di ovatta.
La superficie da trattare va prima sgrassata e per farlo possiamo usare una soluzione di acqua e ammoniaca, utile anche a favorire l’apertura dei pori del legno.
Poi, ammesso di avere a disposizione un mordente in polvere, lo sciogliamo nel liquido richiesto fino ad ottenere un impasto liquido.
Se, invece, ci troviamo davanti a un buon legno, bello nell’aspetto e nel colore, possiamo optare subito per la vernice lucida o semilucida come il flatting o la vernice poliuretanica.
Il piano deve essere prima pulito attentamente. Occorre farlo con uno straccio di lino, che non lasci pelucchi. Una volta tolta la polvere, passiamo sulla superficie del turapori e attendiamo che si asciughi perfettamente. Il turapori ha proprio la funzione di chiudere i pori del legno. Stendiamo la vernice, usando un semplice pennello con passate uniformi. Asciugata la prima mano, si dà una buona carteggiata con carta a grana fine. Si tratta di un metodo semplice, economico, che lascia trasparire sempre la venatura del legno, ma la isola e quindi la protegge. Sempre nel caso che il legno sia già di bel colore e non occorra mordenzarlo, è possibile lucidarlo a cera.
Usando la cera, occorre un poco d’attenzione: è un metodo impiegato soprattutto dagli amatori o dagli esperti, che vogliono arricchire notevolmente la bellezza del legno, a scapito della protezione che riesce a dare la vernice. La cera va stesa con un pennello o con un tampone. Con il pennello dobbiamo tirarla fino a quando risulta perfettamente asciutta, e la prova è che non appiccichi le dita. Quindi se ne dà una seconda passata fino a che, sempre toccando con la mano, il piano risulti liscio. Quando il nostro mobile è costruito con un legno meno pregiato o non abbiamo particolari esigenze estetiche, possiamo smaltarlo. Lo smalto è un coprente della superficie che, prima di riceverlo, deve essere trattata con una leggera passata di stucco. Quindi la carteggiamo e dopo averla attentamente pulita, procediamo alla smaltatura. Con penellate molto lente e lunghe, iniziamo a stendere lo smalto. Per evitare di fare “rizzare” il pelo del legno, usiamo il pennello seguendo la venatura e appoggiandone solo la punta. Questa prima mano di sottofondo, la lasciamo asciugare per almeno 24 ore, cioè fino a quando la sentiamo ben indurita sotto le dita. Infine, prima di passare la seconda e definitiva mano, carteggiamo ancora e ripetiamo la smaltatura. Se desideriamo il fondo con della cementite, per dargli maggiore consistenza. Quindi sempre con lo smalto, passiamo fino a 5 mani ben tirate.

Il Legno - © Edifai 1991

 

I trattamenti di finitura


Il legno può avere diverse finiture protettive – inclusi il colore, la vernice, la cera, la lucidatura e l’olio – per evitare i danni derivanti dall’umidità, dal calore, i graffi e le intrusioni degli insetti. In ogni caso il legno deve essere preparato accuratamente: sverniciato da vecchie pitture o lacche, riempito con stucco per il legno o con un agente stabilizzante, sigillato e levigato per la finitura.
Applicare la finitura a un mobile è un momento particolarmente gratificante della riparazione e del restauro. Per la prima volta apparirà il legno in tutta la sua bellezza.
Il tipo di finitura da utilizzare dipenderà dallo stile del mobile, dal legno di cui è composto e dall’uso che se ne farà.

Vernici e lacche
Oggi è possibile acquistare finiture estremamente durevoli, resistenti all’alcool, all’acqua, persino al calore diretto, ideali per sedie e tavoli che subiscono un uso frequente.
In ogni caso è consigliabile, se possibile, sostiotuire una finitura con quella tradizionalmente più appropriata.

Poliuretani
E’ possibile acquistare finiture in poliuretano già colorate, ma il tipo chiaro è quello più ampiamente utilizzato per finiture. E’ disponibile in versione opaca, semi-opaca o lucida. Applicare la vernice al poliuretano come uno strato di pittura. Utilizzare un pennello di buona qualità ed evitare di passare due volte sullo stesso punto quando la vernice ha già iniziato a fare presa. Sul legno nudo saranno necessarie almeno due passate. Qualora si decidesse di trattare un vecchio mobile con poliuretano, si potrà utilizzare sia una vernice opaca e poi ravvivarla con uno strato di cera lucidante, sia applicare una vernice lucida e poi con una paglietta, precedentemente immersa nella cera lucidante, stendere la cera sulla superficie nella direzione della venatura.

Lacca bicomponente a freddo
Questa lacca bicomponente produce una tenace finitura lucida, ma non è semplice da applicare e può dare al legno un aspetto artificiale. Al contrario del poliuretano, essa non scurisce con il tempo. Durante l’applicazione proteggersi dalle esalazioni con una maschera.
Mescolare insieme i due componenti, poi stendere la lacca sul legno. Lasciare indurire per due ore, levigare le imperfezioni con un foglio di carburo di silicio, poi applicare un secondo strato. Lasciare asciugare per una notte.
Una volta pronto, lucidare o dare una finitura satinata levigando con una paglietta e applicando poi la cera.

Finiture tradizionali
Molti esperti e collezionisti preferiscono il tipo di finitura tradizionale. Sebbene non garantisca la stessa durata delle vernici moderne, è importante utilizzarla per mobili antichi e di valore. Una finitura a olio può essere utilizzata su ogni tipo di legno, ma sarà particolarmente adatta per legnami come il teak o per quelli a venatura aperta come la quercia. Il pino sverniciato ha un aspetto molto caldo quando è oliato. La cosa migliore è utilizzare l’olio per teak in commercio. L’olio di semi di lino sembra altrattanto buono, ma è assorbito così lentamente che diventa appiccicoso e attira la polvere. Applicare sul legno uno strato generoso di olio con un panno morbido, stendendolo dentro le venature, poi togliere la parte in eccesso. Potrebbe essere necessario applicare due o tre strati. Lasciare asciugare ogni strato per 24 ore, poi passare un panno pulito sulla superficie e successivamente applicare un altro strato.
Le cere lucidanti per mobili sono ampiamente disponibili, ma non devono essere applicate direttamente sul legno. Sebbene sia una finitura molto bella, la cera può raccogliere polvere che penetra poi nel mobile: il metodo più sicuro è sigillare il legno con gommalacca o vernice e successivamente applicare la lucidatura. La vernice all’alcool era molto diffusa nel diciannovesimo secolo, ma il suo successo è dovuto alla sua pparenza, non alla praticità. Infatti è molto morbida e può essere facilmente danneggiata da acqua, alcool e calore, perciò andrebbe riservata ai mobili di uso più delicato.

Applicare la vernice ad alcool
Poiché piccole macchie di polvere possono rovinare questa finitura, si consiglia di lavorare in un ambiente pulito, lontano da correnti d’aria e alla luce naturale. Evitare l’umidità, perché rende la vernice non uniforme.
Versare la vernice su un pezzo di ovatta prima di arrotolare il tampone. Premere leggermente il tampone contro un pezzo di legno per rimuovere la vernice in eccesso e per evitare che si formino delle gocce. Con i polpastrelli delle dita applicare sul tampone alcune gocce di olio di semi di lino per mantenerlo lubrificato.
La cosa più importante è distribuire la vernice uniformemente, assicurandosi di non tralasciare nessuna zona e non fermando mai il tampone sulla superficie. Passare il tampone sulla superficie con movimenti circolari sovrapposti. Una volta coperta una zona, ripetere l’operazione con movimenti a forma di otto.
Terminare con movimenti decisi perpendicolari alla venatura, passando sulla superficie dall’alto in basso, da un’estremità all’altra. Come il tampone comincia ad asciugare, aumentare leggermente la pressione. Se si inceppa, aggiungere una piccola quantità di olio. Lasciare asciugare il primo strato per almeno 20 minuti, prima di applicare il secondo. Dopo quattro o cinque strati, lasciare asciugare tutta una notte. Strofinare leggermente con carta autolubrificante al carburo di silicio e togliere la polvere con uno straccio inumidito in alcool denaturato. Proseguire poi con gli strati.
Una volta applicata una buona quantità di vernice, bisogna togliere l’olio di semi di lino: aggiungere alcool denaturato sul tampone e applicare con movimenti decisi sul legno lucidato. Lasciare evaporare per alcuni minuti, quindi ripetere. Se la superficie diventa più chiara e poi scurisce di nuovo, significa che lo straccio è troppo sporco per asportare l’olio e va cambiato. Usare uno straccio pulito e morbido per la passata finale, poi lasciare il mobile in ambiente privo di polveri per alcuni giorni, in modo da farlo asciugare perfettamente.

Puoi farlo tu - © DK