La spinatura


Garantisce un’unione solidissima, invisibile, semplice da eseguire che risolve molti incastri


L’unione con spine (o spinatura), è un procedimento con il quale possiamo realizzare giunzioni con estrema facilità ed ottimo risultato.
In pratica si utilizza un cilindretto di legno duro (generalmente faggio) che si inserisce (per metà della sua lunghezza) in un foro eseguito su una delle parti da congiungere, mentre l’altra metà si inserisce nel corrispondente foro praticato sulla seconda parte.
La spinatura si utilizza per realizzare unioni di testa o di costa fra elementi piani e tondi.
La cosa essenziale, per realizzare una spinatura funzionale, è la precisione. Se viene a mancare, compromettiamo sicuramente il lavoro. E questa precisione va applicata soprattutto nella realizzazione dei fori. Infatti un foro per spina, non è esattamente la stessa cosa che farne uno qualsiasi.
Bisogna che sia senza sbavature, internamente pulito e perfettamente diritto.
Quando la spina trova una sede obliqua, non produce la dovuta azione di tenuta dell’incastro.
I fori possono essere realizzati con trapano montato su colonna e manovrato a mano, magari con l’apposita guida aggiuntiva che serve a lavorare con sicura verticalità. Però in quest’ultimo caso, dobbiamo munire la punta del trapano di un anello per l’arresto di profondità, che generalmente viene fornito dai rivenditori, unito alla stessa punta per spinare.
Questa punta possiede eliche taglienti e l’estremità ad ago per centrare meglio il punto d’entrata.
Una spina mantiene equilibrata la presa, quando ha le due metà precise infisse, l’una in un foro e l’altra in quello corrispondente. Ciò significa che i fori non devono avere una profondità superiore a quella relativa alla metà della spina che si utilizza.
Per ottenere dei fori perfettamente combacianti, cosa essenziale, si possono usare questi metodi: i marcatori o la guida per spinatura.
I marcatori sono dei cilindretti con la parte superiore appuntita. Fatta la prima serie di fori, essi vi vengono inseriti. Su di essi si appoggia con precisione la seconda parte da unire, e si dà un leggero colpo di martello. Il segno lasciato dalle loro parti appuntite indica il preciso punto dove dobbiamo fare gli ulteriori fori.
Per la guida le cose sono un po’ diverse. Praticamente è una morsa, dentro la quale si stringono le parti sulle quali vogliamo eseguire i fori. Sulla parte fissa di questa morsa vi sono tre fori calibrati (da 6,8 a 10 mm), debitamente sfalsati rispetto ai piani di riscontro, per lavorare esattamente al centro dello spessore dei pannelli. Questi fori sono ricavati da speciali boccole di ferro acciaioso, in modo da ridurre al minimo il logorio e la conseguente ovalizzazione delle sedi.
Nella parte di mezzo della maschera, vi sono altri tre fori, corrispondenti esattamente ai primi. Quindi vi è un’aletta centrale, che serve a spessorare le tavole sovrapposte da forare, unita eventualmente ad altri due tasselli in plastica, da mettere sepratamente.
Per forare sovrapponiamo i due elementi da spinare, fra l’uno e l’altro inseriamo la maschera (che grazie al suo morsetto con ganasci in resina sintetica non danneggia le superfici), quindi eseguiamo i fori sul piano di un pezzo e sulla costa dell’altro.
Una volta effettuati i fori, li puliamo accuratamente all’interno, per eliminare ogni traccia di segatura, quindi ne sbaviamo i bordi con della carta vetro.
Poi inseriamo le spine, che sono già sbavate alle estremità per meglio penetrare, riempiendo il foro di colla vinilica. Le assestiamo con leggeri colpi di mazzuolo, fino a che abbiano raggiunto l’esatta profondità e ci assicuriamo della loro perpendicolarità. Dopo aver messo colla anche sulle loro teste sporgenti, e nella seconda serie di fori, mettiamo le due parti a contatto incastrandole definitivamente.
Per assestare la struttura, battiamo ancora il mazzuolo, delicatamente.
Il numero delle spine da utilizzare lo calcoliamo in funzione della lunghezza dei pannelli da unire.
In genere se ne mette una ogni 20 cm, ma a volte, proprio perché vogliamo conferire all’incastro maggiore resistenza, possiamo ridurre le distanze.
Di queste spine è da tenere presente anche il diametro, che scegliamo a seconda della solidità dei pezzi e del loro peso.
La spinatura è possibile qualunque sia il tipo di legno da unire, qualche difficoltà presenta il truciolare. Infatti i fori praticati su di esso, rischiano di fare sgretolare le parti adiacenti. D’altra parte sul truciolare le viti non tengono con grande attenzione, è l’unica giunzione possibile.
Per unire elementi tondi possiamo sempre ricorrere all’uso delle spine, e il discorso non cambia molto.
Ricordiamo che, oltre alle spine di faggio, esistono particolari tasselli, d’ottone, o altro metallo, che fungono da spinotti mobili.

Il Legno - © Edifai 1991