L'albero e il taglialegna


Gli alberi sono esseri viventi che nascono e crescono adattandosi all'ambiente. La tendenza principale degli alberi è quella di ricercare la luce: perciò crescono in direzione verticale, a meno che gli agenti atmosferici non li costringano a deformazioni.
In questa crescita, che è tensione verso la luce, si riconoscono nell'albero due poli: il polo radicale, alla base, là dove le radici tengono la pianta attaccata al terreno da cui trae il suo nutrimento, e il polo apicale, alla sommità, alla massima altezza raggiunta nel processo di crescita. Il legno può essere considerato il supporto di questa tensione verso l'alto.
Le radici degli alberi possono essere di vario tipo: aeree, colonnari, succhianti, a fittone, fascicolate, affastellate, striscianti... In alcuni casi emergono dal terreno e si chiamano radici superficiali, contrafforti basali o ali. Servono a rafforzare la base dell'albero. Le radici hanno funzione di nutrimento e di ancoraggio. Per questo ultimo motivo in genere le loro dimensioni sono proporzionate all'estensione della chioma.
Gli alberi sono esseri organizzati che compiono un ciclo biologico complesso. Per capillarità assorbono il nutrimento dall'humus; dal calore e dalla luce solare ricavano la clorofilla attraverso l'operazione di fotosintesi clorofilliana compiuta dalle foglie. Essa è il meccanismo mediante il quale le piante verdi producono le sostanze organiche a tutti gli esseri viventi, ma anche immagazzinano negli alimenti l'energia solare (luminosa), trasformandola in energia chimica.
Visto dall'esterno il tronco di un albero sembra formato da diversi cilindri sovrapposti. Fra un cilindro e l'altro crescono i rami che si allargano allontanandosi dal tronco con inclinazioni diverse a seconda della specie della pianta.
Durante il processo di crescita il tronco si lignifica e si comprime sempre di più, strutturandosi a sostegno della chioma. Quando l'albero ha terminato il processo di crescita, aumenta lo spessore della corteccia. Il legno migliore è quello che ha terminato la crescita e si è strutturato in modo definitivo: il legno morto o durame. La sua struttura, terminato il ciclo, è perfetta. Tagliato al tempo giusto, il durame dà il massimo della resistenza. Prima di essere abbattuti per venire utilizzati in falegnameria gli alberi devono quindi raggiungere una determinata età e una certa dimensione, che varia da specie a specie.
Anticamente il bravo falegname era in grado anche di abbattere gli alberi, procurandosi così la materia prima per il suo lavoro.
Utilizzava strumenti di taglio a percussione, come asce e scuri, cunei e mazzuoli, e aveva una speciale abilità per calcolare il punto del tronco in cui praticare il taglio, la sua inclinazione, il ritmo dei colpi, l'area dove era meglio cedesse per non danneggiare gli alberi vicini... Oppure usava strumenti a lame dentate che tagliavano per sfregamento: seghe sempre più perfezionate che riducevano la fatica dell'operazione. Oggi in genere gli alberi vengono abbattuti con seghe meccaniche, comandate da motori a scoppio, o diesel o elettrici.
Generalmente il taglio avviene d'inverno, quando la linfa circola meno nei vasi e il legno è perciò più resistente e meno soggetto ad alterarsi.

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