IL CANALE DEL CARMIGNANO |
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Nel 1616 Napoli era
già una grande città con un notevole fabbisogno dacqua, tanto più che erano stati
costruiti tre mulini; che ne richiedevano in grande quantità. Cesare Carmignano, patrizio napoletano e lingegnere Alessandro Ciminello prepararono il progetto per portare in città le acque del fiume Faenza, che passava poco lontano da SantAgata dei Goti e che era formato da vari ruscelli e sorgenti sgorganti dal Taburno e dai monti vicini. Dunque le acque del Faenza, assieme ad altre, furono convogliate nel canale Carmignano. Il progetto per lacquedotto, con laccordo fra i due costruttori e la città di Napoli, fu approvato nel 1627.
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Fra i patti era
stabilito che lacquedotto sarebbe stato costruito a spese del Carmignano e del
Ciminello fino al paese di Casalnuovo e da qui fino a Napoli a spese della città e che
anche il guadagno, dovuto allattività dei tre mulini, sarebbe stato equamente
diviso. In poco meno di due anni lopera fu ultimata e il 25 maggio 1629
lacqua, che fu chiamata "di Carmignano" arrivò a Napoli. Tale acquedotto, nel suo percorso da SantAgata dei Goti a Napoli, attraversava Maddaloni per le località Molinello e Tavone. Nel 1700 Carlo III dirottò le sorgenti del Fizzo dal loro corso per inviarle, tramite lacquedotto di cui fanno parte i Ponti della Valle, al colle di Briano, al fine di alimentare la cascata della Reggia di Caserta. Ne conseguì limpoverimento delle acque del Carmignano, che non potevano più far fronte alle necessità idriche di Napoli.
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Pertanto re
Ferdinando, figlio di Carlo III, che il 7 maggio del 1762 salutò l'arrivo delle acque a
Caserta, stabilì che esse, una volta giunte alla reggia, dopo il loro utilizzo, dovevano
con un apposito acquedotto, essere riportate a Maddaloni e qui immesse nellalveo del
Carmignano. Partendo da Maddaloni, dunque, lacquedotto, attraverso le località
Gaudello, Acerra, Casalnuovo e Capodichino, arrivava a Napoli. Qui muoveva i mulini di Porta Capuana, di Porta Nolana e quello detto della "Faenza", alla Porta del Carmine, presso il mare; riforniva dacqua la città e alimentava molte fontane della stessa. Quando leruzione del Vesuvio del 16 e 17 dicembre 1631 distrusse un tronco di questo acquedotto, nel territorio di Nola, esso venne prontamente ricostruito, cercando di farne passare il percorso il più lontano possibile dal vulcano, per il territorio di Acerra. Il Carmignano, dunque, non è un semplice canale, ma una vera e propria opera di ingegneria idraulica, oggi trascurata e malridotta. Infatti attualmente il suo alveo presenta un forte grado dinquinamento, dovuto a varie cause, quali la mancata pulizia, la rottura delle sponde talvolta inesistenti, lo scarico dei residui della lavorazione dei pomodori da parte di aziende, lo scarico fognario del comune di Cervino. Si può dire che il suo corso rischia di scomparire dopo la località Gaudello, a causa anche delloccupazione che ne hanno fatto i contadini. |