IN VIAGGIO CON GLI ALTRI

Miguelito, un racconto di Lia Cerrito, inizia così: "Miguelito era un ragazzo che, da quando

era nato, mai era uscito dal suo BARRIO. Era malaticcio e si reggeva male sulle gambe.

Quando si alzava dal suo giaciglio si sedeva davanti la porta della sua piccola casa e

tesseva ceste. Egli non conosceva nulla del mondo che stava al di là della sua strada, una

strada stretta, grigia di polvere e di sabbia, giacché il BARRIO, il più povero e dimenticato

barrio della terra, era situato nel deserto attorno ad una grande città".

Se dimentichiamo per un attimo il vero significato di "barrio" che indica le povere case di

paglia e di fango che circondano le grandi città in America Latina, possiamo dire che la

maggioranza degli uomini vive come Miguelito, non esce mai dal proprio "barrio".

LA MAGGIORANZA DEGLI UOMINI NON SA NULLA, O MEGLIO SI COMPORTA

COME SE NON SAPESSE NULLA DEL MONDO CHE STA AL DI LÀ DELLA LORO

STRADA: GLI AMICI, GLI HOBBY, IL LAVORO, QUALCHE VIAGGIO.... SONO IL

LORO "BARRIO". E GLI ALTRI? GLI ALTRI NON ESISTONO.

"Però Miguelito mai aveva visto paesi nella sierra e città sulla riva del mare, solo il suo

barrio e la polvere grigia e il sole cocente, per il resto né un fiore, né un albero, né una

sorgente.

Così passava la sua vita Miguelito e alla fine si ammalò e morì. .....Mis queridos angeles,

miei cari angeli, durante la mia vita io non ho mai avuto la possibilità di vedere la terra,

ojalà podriamos dar una vueltesita para ver algo antes de dejarla por siempre! Magari

potessimo fare un giretto per vedere qualcosa prima di lasciarla per sempre!".

Miguelito non ha mai avuto la possibilità di vedere la terra ma vorrebbe farlo.

LA MAGGIORANZA DEGLI UOMINI NON SI RENDE CONTO CHE IL MONDO

STA CAMBIANDO ANZI, MOLTE VOLTE, RIFIUTA QUESTO CAMBIAMENTO.

PENSIAMO AI VARI EPISODI DI RAZZIMO DI CUI SI LEGGE SUI GIORNALI.

Eppure le migrazioni internazionali sono un fatto inevitabile, sono il futuro del mondo.

Possiamo porci anche in modo molto drammatico all’incontro con le altre culture, con le altre

etnie, ma ormai gli osservatori sono tutti concordi nel dire che al di là di tutte le spinte

aggressive, più o meno conflittuali che si possono creare in un luogo che cerca di difendere le

proprie ragioni locali, i propri confini, al di là di tutto questo, IL MONDO È DESTINATO

AD AVERE SEMPRE PIÙ ESPERIENZE ALL’INSEGNA DELLA

MUTICULTURALITA'. La multiculturalità non è mai stata e non sarà mai una

esperienza pacifica, perché multiculturalità significa integrazione, fusione, mescolanza di

culture e questi fatti non si compiono mai in modo indolore, si compiono in modo a volte anche

drammatico. MA QUESTA AVVENTURA UMANA CHE CI ATTENDE È

INEVITABILE.

"Tu hai creato la terra con tanto amore per noi e questo dono mai è arrivato, è come un

furto! Come possiamo ringraziarti nel cielo del dono della terra se non ne abbiamo goduto?

...... E le porte del Paradiso rimanevano aperte davanti a Miguelito che piangeva e non si

decideva ad entrare. "Dunque che facciamo?" disse alla fine il Signore. "Io - mormorò

timidamente il ragazzo -io.... vorrei tornare sulla terra, non per goderla ma per gridare che

nessuno la gode, né poveri né ricchi, i primi perché non hanno nulla, gli altri perché

sprecano e che il Signore piange su questo amore perduto, sconosciuto e bestemmiato. Lo

griderò per tutto il tempo e non tornerò in Paradiso finché l’ultimo uomo non avrà udito la

mia voce".

Miguelito vuol tornare sulla terra per lanciare un messaggio a tutti gli uomini. È quello che

dobbiamo fare noi:

LA PROFEZIA CAMMINA CON LE NOSTRE GAMBE.....

A scuola, in famiglia, attraverso i mass-media, dobbiamo gridare a tutti che la nostra vita è un

viaggio su questa terra ma un viaggio con gli altri. Dobbiamo chiederci anche come possiamo

costruire insieme una società plurietnica, dove le diverse etnie possano stabilire tra loro

percorsi di convivenza e di confronto. Non dimentichiamo che pluriculturalità significa

attenzione per la nostra identità, attenzione per l’altrui identità, attenzione per percorsi di

incontro che siano all’insegna dell’interculturalismo.

Pluriculturalismo e interculturalismo indicano due situazioni diverse. Noi possiamo accettare

una società pluriculturale perché ne siamo immersi e non possiamo fare diversamente. Una

società diventa interculturale nel momento in cui le culture non solo si riconoscono, ma

decidono e scelgono che la via della convivenza e del dialogo è preferibile ad altre vie che

possono creare conflitti a volte irreversibili.

Come già abbiamo accennato all’inizio, ci troviamo di fronte ad un’epoca completamente nuova

per la storia dell’umanità. Le immigrazioni stanno subendo accelerazioni prima mai viste per

cui la pedagogia interculturale diventa una proposta che deve giungere agli studenti anche in

quelle scuole dove per il momento non ci sono allievi stranieri se vogliamo che la società di

domani sia preparata a questo viaggio con gli altri. Abbiamo bisogno di conoscere gli altri e di

essere conosciuti dagli altri. Dobbiamo tentare di scoprire le differenze ma anche le

somiglianze. Ci sono dei valori che sono universali per cui indipendentemente dalle varie etnie

dobbiamo tentare di scoprire che cosa ci lega, quali sono gli aspetti comuni che ci consentono

di comunicare, di dialogare. Gli educatori inoltre non devono mai dimenticare che non si può

fare di tutta l’erba che esploriamo un fascio; ogni bambino è diverso dall’altro, per cui è

indispensabile riscoprire il valore della identità soggettiva. Tanti sono gli strumenti che si

prestano per la conoscenza delle altre culture: le favole, i romanzi, i filmati, i progetti di

scambio e di conoscenza promossi da organizzazioni varie, i corsi e i convegni

sull’intercultura e la mondialità......

Ida Ines Formis

PRIMA DI TUTTO L’UOMO

Non vivere su questa terra

come un estraneo

o come un turista nella natura.

Vivi in questo mondo

come nella casa di tuo padre:

credi al grano, alla terra, al mare

ma prima di tutto credi all’uomo.

Ama le nuvole, le macchine, i libri

ma prima di tutto ama l’uomo.

Senti la tristezza del ramo che secca

dell’astro che si spegne

dell’animale ferito che rantola

ma prima di tutto

senti la tristezza e il dolore dell’uomo.

Ti diano gioia tutti i beni della terra:

l’ombra e la luce ti diano gioia

le quattro stagioni ti diano gioia

ma soprattutto, a piene mani

ti dia gioia l’uomo!

Nazim Hikmet

ultima lettera al figlio

 

 

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