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SACRO BUE
Questa pagina è interamente dedicata ad una
delle due religioni ufficiali, ed è quella
della venerazione del Sacro Bue. È possibile
leggere attraverso i vari link tutte le scritture
e tutti i testi riguardanti il Bue Api. Quello
che vi presentiamo in questa pagina è uno dei
link che voi avete selezionato. Buona lettura.
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Gigi la piccola oloturia
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SACRO BUE NELL'AMBIENTE
Scoperte e studi recenti fanno risalire il primo insediamento
umano sul territorio molisano a circa 730 mila anni fa, precisamente
ad Isernia, nella zona denominata "La Pineta". Dalla ricostruzione
del paleosuolo si è potuto dedurre quanto diverso dall'attuale fosse
l'ambiente di frequentazione dell'homo erectus. In ampie praterie,
punteggiate da pochi alberi sparsi, mandrie di bisonti e altri pachidermi
trovavano i loro pascoli. Vicino ai corsi d'acqua, dove la vegetazione
era più ricca, avevano il loro habitat ippopotami, cervidi e cinghiali.
Anche il clima era diverso; si alternavano due stagioni, una lunga e arida
e un'altra breve e umida durante la quale le acque del fiume, crescendo,
inondavano i terreni circostanti ricoprendoli di sabbia e limo.
Fasi tettoniche successive e frequenti manifestazioni vulcaniche
determinarono il rapido seppellimento del sito. Seguirono millenni
di stabilità che permisero la conservazione delle strutture dell'abitato,
degli strumenti dell'uomo, dei resti di fauna e di caccia.
La scoperta dell' insediamento, avvenuta per caso nel 1978 durante i lavori
per la costruzione della superstrada Napoli-Vasto, è risultata una delle più
importanti degli ultimi anni. Non meno interessante è la conoscenza della
genesi del Molise attuale, una terra formatasi oltre cento milioni di anni
fa, nel periodo cretacico; ne sono testimonianza i numerosi fossili, tra i
quali soprattutto le rudiste, che si possono rinvenire facilmente in molte
zone del Matese e in diverse altre località della Regione.
Le fonti più antiche da cui possiamo attingere notizie storiche sul Sannio,
l'area dell'attuale Molise, fanno capo ad autori latini e greci, non avendo
avuto i Sanniti loro cronisti. II paziente lavoro di ricerca e di restauro
condotto dalla Soprintendenza Archeologica del Molise e lo studio dei reperti
venuti alla luce nelle ultime campagne di scavo hanno permesso una conoscenza
più sistematica e una ricostruzione più attenta della storia dei Sanniti.
Sappiamo dagli storici che le popolazioni italiche, vissute sul nostro territorio
regionale, appartenevano al ceppo sannitico - sabellico, a sua volta derivato
dai Sabini che, secondo la leggenda, avevano parentele addirittura con i Pelasgi.
Strabone racconta che nel VI secolo a. C., a causa dei pascoli, tra Sabini e
Umbri era iniziata un' aspra lotta per la soprawivenza. Nella contesa riuscirono
vincitori i Sabini, ma subito dopo si verificarono delle calamità così gravi da
far pensare ad una punizione divina. I Sabini allora consultarono un oracolo. II
responso fu terribile: il dio Marte, principale divinità degli Umbri, irritato
per l'esito della guerra, chiedeva il sacrificio di tutti i maschi nati nella
primavera successiva.
Interpellato di nuovo, l'oracolo precisò che si trattava del sacrificio di
vitelli, agnelli e capretti, ma che i figli dei Sabini nati in quella primavera,
divenuti adulti, si sarebbero dovuti allontanare dalla loro gente e, sulla scorta
delle indicazioni del dio, avrebbero dovuto cercare una nuova patria in altre terre.
Sarebbero stati guidati da un bue, sacro al dio, che avrebbe indicato la meta.
Capo della spedizione fu, secondo la tradizione, Como Castronio.
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