Dopo giorni e giorni di viaggio, gli emigranti arrivarono nel Molise,
chiamato allora Terra degli Opici (Osci) e lì si stabilirono essendosi,
il bue sacro, fermato in prossimità di un colle chiamato Sannio.
La terra era fertile, ricca di acqua, con pascoli abbondanti nelle
zone montane vicine. Nasceva così Boiano, in onore del bue sacro.
Questo è quanto ci viene tramandato da Strabone, ma esistono altre
versioni sulle origini dei Sanniti.
Quando avvenne la migrazione non è dato sapere ancora con certezza,
ma l'episodio della Primavera Sacra (ver Sacrum) appare legato alla
crisi economica che, tra la fine del VI e l'inizio del V secolo a. C.,
travolse le principali civiltà dell'area mediterranea. I Sanniti che
abitarono l'attuale Molise erano organizzati in due nuclei principali:
i Pentri che costituivano il ramo più importante con capitale Boiano,
ed i Frentani, il cui centro principale fu Larino, localizzati lungo
la costa adriatica in una fascia estesa, verso l'interno, per circa
venticinque-trenta chilometri.
Secondo Salmon, il termine Pentri contiene la stessa radice del
celtico Pen = sommità, radice a sua volta di Pennini e Appennino;
il nome Pentri potrebbe quindi identificarli come il "popolo delle
montagne". Sulle alture, infatti, sorgevano i centri fortificati che
avevano una specifica funzione difensiva soprattutto nei momenti di
maggior pericolo. I Sanniti, che secondo alcune fonti erano costituiti
da quattro tribù: Pentri, Caudini Caraceni e Irpini, non formarono mai
uno stato unitario; erano infatti organizzati in una confederazione
che fu una vera spina nel fianco per i Romani i quali dovettero
combatterli per circa cinquant'anni prima di poterne avere ragione.
Le guerre sannitiche (343-293) sono ricordate soprattutto per la grande
caparbietà con cui il "popolo delle montagne" cercò di difendere la
propria indipendenza. Tutte le tribù parteciparono alla lotta contro
Roma; esse trovarono la loro forza e la loro unità nella religione e
nella notevole abilità militare.
Dopo la guerra sociale (I sec. a. C.), quando il territorio, con la
lex Iulia, era ormai entrato nell'ambito dello Stato Romano, furono
istituiti i Municipi. I romani utilizzarono i centri già esistenti,
tra i quali sicuramente Bovianum, I'attuale Boiano che, alla fine
del IV secolo a. C., era una delle città principali del Sannio. Altri
centri sanniti divenuti municipi furono Terventum, Saepinum, Fagifulae
(presso Montagano). Una citazione a parte merita Aesernia divenuta
colonia latina nel 263 a. C.. Con la fondazione di questa colonia
Roma si assicurava il controllo del Sannio e il collegamento con
l'Apulia.
Di questi municipi, Saepinum o Altilia, come fu chiamata nel medioevo,
è l'unico che conserva a tutt'oggi un assetto urbanistico ancora
leggibile nel suo insieme. La sua storia passa attraverso la transumanza
e il tratturo, essendo sorto, il primo nucleo abitato, sull'incrocio
dell'asse viario Pescasseroli - Candela (Nord - Sud) e Adriatico -
Matese (Est - Ovest). II nome della città deriverebbe dal termine
saepio (recingo), quindi luogo recinto da palizzate in cui trovavano
asilo le greggi e i pastori transumanti.
L'attività della transumanza, già notevole prima della romanizzazione
del territorio, ebbe uno sviluppo particolare con il consolidarsi del
potere di Roma e permise il concentramento di grandi mandrie che
percorrevano le calles (i tratturi) dall'Abruzzo alla Puglia e viceversa.
Nel Sannio Pentro, situato al centro di tali percorsi, dal II secolo
d. C., le mandrie divennero demanio imperiale.
Con la caduta dell' Impero Romano d'Occidente seguì nel Molise, come
nel resto d'Italia, la interminabile successione delle invasioni
barbariche che travolsero ogni forma di consuetudine o di legalità
e spopolarono terre prima fiorenti e tranquille. Visigoti, Eruli,
Vandali, Ostrogoti portarono solo devastazione e morte e la pastorizia
transumante perse man mano la sua importanza fino a scomparire del
tutto.
Solo con i Longobardi i piccoli borghi cresciuti intorno ai numerosi
castelli da loro costruiti ripresero vita. Contemporaneamente proliferarono
abbazie e conventi grazie all'opera dei benedettini che, ai primi del
700, ebbero l'autorizzazione dai principi longobardi di bonificare e
coltivare vaste aree intorno ai conventi. Una delle abbazie più importanti
fu quella di San Vincenzo sul Voltumo, sorta, più importanti fu quella
di San Vincenzo sul Volturno, sorta, secondo il Chronicon Vulturnense,
sui resti di una basilica protocristiana nel IV secolo, eretta per
volere di Costantino il Grande e dedicata a San Vincenzo martire. Ai
benedettini si devono anche numerosi castelli tra cui quelli di Colli
al Volturno, Scapoli e Cerro al Volturno.
I Longobardi, però, non riuscirono ad arginare le invasioni saracene
nel IX secolo, nè ad allontanare la pressione dei Normanni che, intorno
al 1042, con Rainulfo Drengot penetrarono nel Sannio e in pochi anni
lo conquistarono. Nella prima metà dell' XI secolo, il normanno
Rodolfo de Molisio fondò la contea di Boiano che comprendeva all
incirca l'attuale territorio regionale.
Sembrava che l'antico Sannio avesse ripreso una sua stabilità politica
quando, al seguito di Enrico VI, figlio del Barbarossa, arrivarono
gruppi di mercenari che, durante le lotte per il potere, seminarono
distruzione e morte in diversi territori del Contado. Anarchia,
disordine e miseria si susseguirono per circa 20 anni fino a quando,
nel 1220, fu incoronato imperatore Federico II. Questi, però, per
riuscire a domare i suoi irriducibili nemici, ordinò che fossero
abbattute tutte le fortificazioni. Fra i castelli, i più danneggiati
furono quelli di Roccamandolfi e Carpinone. Dopo la morte di Federico
II, nel 1250, Corrado IV prima, e Manfredi poi, continuarono la lotta
contro i feudatari fino all'arrivo degli Angioini. La Contea di Molise,
sotto il fiscale dominio francese, ebbe una vita dura e difficile.
Dopo la guerra del Vespro, quello che era stato il fiorente regno
normanno-svevo diviso tra Aragonesi e Angioini, decadde rapidamente,
trascinando con se tutte le regioni meridionali che si trasformarono
in una landa desolata a causa delle lunghe e sanguinose guerre dinastiche.
La sconfitta e la fuga di Renato d'Angiò nel 1442 portò il nostro Contado
sotto il dominio di Alfonso, re di Aragona e di Sicilia.