Mi sentivo maturo nonostante la mia età. Ma i miei si
ostinavano a non capirlo. E mi tenevano segregato in
casa con Zolaide ogni volta che uscivano. Non era
certo il massimo della vita passare la serata con
lei, ma io cercavo di adattarmi, come sempre.
Per fortuna c'era il mio lemure nano a tenermi compagnia.
Era un lemure di eccezionale cultura e intelligenza.
Spettatore della vita, annoiato, arrogante, ma molto
cosciente e penetrante. Lessie, così si chiamava, aveva
un intuito psicologico veramente fantastico. Sapeva
giudicare la gente con precisione istintiva.
Me lo regalò due anni fa un barnabita, Giovanni Semeria.
Era lui che lo aveva cresciuto ed educato. Nel cosegnarmi
quel grazioso animaletto, ricordo, mi elencò 3 regole
da seguire irrefragabilmente. Lessie non doveva assolutamente
venire a contatto con l'acqua tantrica; non doveva ascoltare
musica da impianti stereo a bassa fedeltà; e aveva sempre
bisogno di una grattatina al buco del culo prima di andare
a dormire.
Zolaide era in cucina che guardava un film in tv.
Visto che la conversazione con Lessie si stava un po'
spegnendo gli dissi se voleva andare a fare un po' di
compagnia a Zolaide mentre io andavo a fare la cacca.
Lessie fece di si con la testa, sorridendo maliziosamente,
come se avesse capito le mie reali intenzioni.
Infatti sentivo in quel momento il bisogno di una sega.
Per questo mandai via Lessie. Era caldo, molto caldo.
Avevo le palle sudate e quando mi tirai giù le mutande
un odore molto forte mi arrivò alle narici. Cominciai.
Mentre mi smaneggiavo l'arnese sentivo Lessie e Zolaide
che dialogavano amabilmente. Quella simpatica scimmietta
era il compagno ideale per interminabili conversazioni.
Zolaide era molto contenta dell'attenzione che Lessie
gli stava rivolgendo, anche perchè spesso la snobbava.
E interloquiva felice con le mani intrecciate. A causa
del gran caldo però, cominciò ad avvertire uno sgradevole
odore che proveniva dal povero lemure che, ricoperto di
peli, sudava abbondantemente. In principio lei fece
finta di nulla, ma poi l'aria diventò irrespirabile.
Per fortuna Zolaide aveva una speciale bottiglia di
acqua tantrica che la sua cuginetta le aveva mandato
dall'isola di Naxos, nell'arcipelago delle Cicladi.
La cuginetta di Zolaide gestiva con la famiglia un
albergo, l 'Anatoli, in quell'isola e aveva una piccola
piscina di acqua tantrica.
Offrì allora a Lessie un po' di acqua tantrica per
levarsi di dosso quell'odore nauseabondo, era molto
profumata quell'acqua, disse, ma non gli disse che
era tantrica. Così il lemure si sciacquettò con cura.
Dopo essersi sciacquettato chiese pure a Zolaide, già
che c'era, se gli dava una grattatina al culo. Zolaide
disse di sì, ma in verità non lo fece, aveva paura di
prendere qualche malattia. Lessie non si accorse di
nulla, ormai, a furia di grattatine, il suo culetto
di scimmia era diventato insensibile.
Avendo sentito Lessie, con il suo speciale udito,
il solito verso che emettevo, una volta che ero venuto,
corse subito in camera mia, dopo aver ringraziato Zolaide
per il tempo trascorso assieme.
Dopo aver scambiato un paio di battute decidemmo di
andare a dormire. Prima di spegnere la luce chesi a
Lessie se voleva che gli grattassi un po' il culo, ma
di disse di no, ringraziandomi, in quanto ci aveva già
pensato Zolaide. La mattina seguente, quando mi svegliai,
vidi che nel solito cantuccio dove dormiva Lessie lui non
c'era più, ma al suo posto c'era un'anatra. Mi avvicinai
a quell'anatra. Fui per toccarla. A quel punto l'anatra
si voltò e mi salutò. E io chiesi sbigottito chi fosse.
Lessie, rispose l'anatra. Strabuzzai gli occhi. Andai in
bagno a prendere uno specchio e lo passai all'anatra.
Urlò e pianse.
Era il povero Lessie, che a causa dell'acqua tantrica
si era trasformato in un'anatra e per non aver ricevuto
la grattatina di culo giornaliera aveva cambiato sesso.
Ora era un'anatra, femmina. Io cercai di calmarlo. E
insieme cercammo di trarre qualcosa di positivo dall'accaduto.
Ora che Lessie era una femmina potevamo smettere di essere
solo amici per diventare amanti. La accarezzai, lei sorrise.
Meraviglie delle meraviglie. Aveva un passerina fantastica.
Quando la leccavo, neanche a dirlo, sapeva d'arancia.
Ora potevo anche finirla di farmi le seghe, nonostante la mia età.