( io vorrei con poche semplici parole rendere
chiaro come vivere non è null'altro che un tenersi
in vita senza un particolare significato, e
soprattutto senza alcun senso, e che l'unico
principio che regola gli eventi è il caso ).
Strappava sognante i petali di una margherita, mentre
un vento fresco, in un pomeriggio tardi, gli asciugava
il sudore delle ascelle. Indossava una maglia con le
mezze maniche che non era della sua taglia, sarebbe
dovuto ingrassare a dismisura per poter entrarci bene,
e dei jeans strappati sotto il gluteo destro e all'altezza
del ginocchio sinistro.
E così, mentre l'aria gli accarezzava la carne passando
per le grandi aperture delle maniche, e la bocca si
distendeva in un'espressione di beatitudine e i capezzoli
cominciavano a diventare duri, pensava al suo futuro
prossimo senza preoccuparsi troppo.
Jim Raynor, il figlio del padrone della ricevitoria più
grande del paese, sarebbe partito, di lì a pochi giorni,
per la guerra, la grande guerra contro gli alieni. E
non era per niente preoccupato. Era uno che sapeva il
fatto suo, per quanto fosse sempre un ignorantone, zoticone,
ragazzo di paese, frequentatore di sale giochi... e
poco incline all'attività intellettuale. La sua specialità
era la guida di mezzi terrestri da combattimento.
Già anni prima, durante un corso gratuito messo a disposizione
dalla Circoscizione, aveva dimostrato la sua abilità nell'adoperare
simili macchine da guerra. E così appena venne l'occasione, la
guerra agli alieni, fu subito chiamato dall'esercito.
Suo padre Gordon era molto orgoglioso di lui, ma soprattutto non
vedeva l'ora di togliersi di mezzo quel fannullone mangiasoldi.
Anche la madre, mandando a farsi fottere i luoghi comuni, era
contenta della partenza del figlio. Al contrario di come possa
sembrare, Jim era molto amato in paese, da tutti, nessuno escluso.
Ma soprattutto era adorato e riverito dal suo grande amico e
compagno di mille avventure Benedict Carpzov II, il mulo parlante.
E Bendict, in vero, era l'unico sinceramente addolorato per la
partenza di Jim, anche perchè il ragazzo era il suo corriere
di fiducia. Il mulo infatti gestiva un traffico di caramelle
gommose con un nucleo di morfina trattata con il magnesio, anche
se tutti in paese lo consideravano luminare degli scabini lipsiensi,
ma era solo una copertura.
Dopo una notte brava allo Sweet Mash, il locale più frequentato
del posto, arrivò per Jim il giorno degli addii. E tutto il paese
scese in piazza per salutare quel giovane audace. Prima di partire
Jim parlò a lungo con Benedict, che, avido, gli propose un'affare.
Si trattava di portare oltre il confine orientale un grosso carico
di gommose all morfina, che avrebbe dovuto poi piazzare come potenti
afrodisiaci. Aveva infatti scoperto Benedict, mulo sagace, che quelle
sue speciali caramelle avevano strabilianti effetti sui soggetti
impotenti, eliminando il problema erettile e aumentando il desiderio
sessuale. Jim accettò senza problemi. Non si poneva mai problemi lui,
anche perchè poi non avrebbe saputo risolverli. E un lunedì pieno di
sole partì per il fronte orientale.
Un lunga fila di mezzi terrestri, seguiti da alcuni gruppi di navicelle,
procedeva lentamente, sollevando scure nubi di polvere. Jim alla guida
di un Goliath procedeva spingendo svogliatamente i tasti di comando.
Avrebbe voluto subito combattere il ragazzo, ma la strada era ancora
lunga e la guerra ancora lontana.
Dopo molte ore il convoglio si fermò per accamparsi in una zona pianeggiante
lungo il fiume Tio Mate. E il retto gli si aprì come un mollusco rosa.
Jim amava contemplare il paesaggio, e in certi momenti la soddisfazione
che quel semplice guardare gli procurava gli arrivava fino al genitale
posteriore, e lo sfintere si distendeva in un grande sorriso.
Scese dal Goliath accendendosi una sigaretta, e si accucciò a terra a fumare.
Sentì dei passi, si voltò lentamente, vide una figura dietro di se. Con
stupore notò che era una donna. Era Sarah Kerrigan, l'unica donna della
compagnia. Gli chiese una sigaretta e si sedette a fumare accanto a lui.
Era molto bella, e Jim stava diventando teso. Non ci sapeva fare molto con
le donne, e, nonostante andasse dicendo di essere un grande amatore, non
aveva mai avuto rapporti sessuali.
Sarah cercò di metterlo a suo agio improvvisando una conversazione.
Lui cominciò a calmarsi, rapito dal suo sguardo neurolettico. Aveva due
grandi occhi verdi, puri come un mare incontaminato. Anche se i maligni
sostenevano che fossero solamente lenti a contatto colorate, e che in
realtà Sarah avesse dei normalissimi occhi marroni, come la cacca
ghignava qualcuno. Ma Jim non era il tipo che dava conto alle voci correnti
nel pubblico, era un pratico, un sincero, un po' tocco.
Un trillo antipatico ruppe l'incantesimo. Era il cercapersonoe di Sarah.
Se ne andò di corsa lasciando un bigliettino al profumo di litio.
Ora Jim aveva un problema da risolvere. Il problema era il contenuto
di quel biglietto. Il problema era che non sapeva leggere. Andò allora
dall'ottico del convoglio. Dopo numerose prove di vari tipi di occhiali
l'ottico sospettò che il ragazzo nascondeva il suo stato di analfabeta.
Allora lo guardò dritto negli occhi spronandolo a confessare, e il giovane
crollò subito.
L'ottico, mago tachigrafo, offrì la suo collaborazione per l'interpretazione
del biglietto. Jim acconsentì.
" Se non ti va, non venire questa sera alle 9 nella mia Drop Ship "
Queste le parole. Jim sconsolato scosse la testa e si riprese il biglietto.
L'ottico lo guardò meravigliato e tuonò contro di lui: " solo qualche
feticista della lettera pensa ancora che inclusio unius implichi exclusio
alterius ". Jim capì il messaggio e si andò subito a preparare per la serata.
Si mise i jeans buoni, ingurgitò 2 gommose, e partì verso la notte della sua vita.
Sarah lo accolse in vestaglia circondata da un'alone di litio che aveva un
effetto sconvolgente sul povero Jim, già abbastanza agitato. Allora lei gli
offrì subito una coppa di pidolato di magnesio, e subito si calmò. Jim non
aveva ancora finito il pidolato che lei era già nuda, pronta per la cavalcata.
Allora si alzò, con fare da vero uomo, e tirò fuori la scatola di preservativi
che alcuni amici gli avevano regalato per la partenza, ignorando che essi,
per essere simpatici, li avevano appositamente bucati, essendo certi poi che
tanto non sarebbero stati usati. Fu una lunga e intensa cavalcata. Le gommose
di Benedict erano un vero portento.
Dopo qualche mese, quando il fronte orientale era ancora lontano, Sarah cominciò
a mostrare evidenti tutti i sintomi della donna interessante. Non che non lo
fosse prima, anzi era molto corteggiata. Solo che ora cominciava a vomitare
frequentemente, era irritabile più del dovuto, e la sua pancia cominciava a gonfiarsi.
Il generale capì tutto e rispedì i due ragazzi a casa.
Il signor Gordon era entusiasta della notizia, e comprò subito una casa per i
due giovani con i soldi vinti grazie ad un ingegnoso sistema al Superenalnove.
Naturalmente la casa si trovava in un altro paese, ben lontano da lui. Ci teneva
al suo spazio vitale il signor Gordon.
E così Jim e Sarah andarono a vivere a Smashville, una tranquilla cittadina del
sud rinomata per il festival di musica country suonata con racchette da tennis,
che si teneva due volte l'anno nella sala convegni intitolata a Jerome Marie
Champion.
I due ci misero poco ad ambientarsi, ancora meno il loro figlio palindromo di
nome Balulab, che subito fu eletto rappresentante d'istituto del locale asilo nido.
Jim cominciò ad andare allo stadio la domenica pomeriggio e al night con gli
amici il sabato sera.
Lei invece lo tradiva con il salumiere, un senegalese di nome Gondrano.
E quando Jim andava a comprare il sanguinaccio, il salumiere gliene dava
sempre un po' di più di quanto ne chiedeva. " Piace tanto alla signora.
Non è vero ? ", diceva sorridente Gondrano.