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MISTIFICAZIONE INCONSCIA

" La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio ? " G.M.

Se ne stava, con gli occhi bassi, a guardarsi le suole delle scarpe piene di moscerini. Si lamentava continuamente delle suole delle sue scarpe sempre piene di moscerini spiaccicati. E non capiva perchè. Forse perchè quando andava in moto faceva sempre guidare il suo criceto equestre, e lui si stendeva sulla sella appoggiando i piedi sul manubrio. Ma non poteva astenersi dal compiere quello che era un vero e proprio atto d'amore.

Ignaz Philipp Semmelweis era un giovane criceto equestre rimasto orfano prematuramente. I suoi genitori, che lavoravano come cavie in una fabbrica di alcolici, morirono testando un nuovo drink chiamato French Wine Coca. E così il povero Ignaz Philipp si ritrovò solo. Inizialmente prese il posto del padre alla fabbrica, ma per poco.

Una ispezione del ministero scoprì l'illecito che si stava consumando. L'ispettore del ministero Giovanni Verza, scrittore part time, autore di " Bella Gioia ", prelevò Ignaz Philipp, in quanto minore, assegnandolo ad un istituto, e denunciò tutto il consiglio d'amministrazione della fabbrica.

Per anni rimase chiuso nella sua stanza. Mentre gli altri criceti equestri facevano le loro esperienze all'interno dell'istituto. Chiuso nella sua stanza il povero Ignaz Philipp pensava, intensamente. Tanto intensamente che gli si gonfiò la testa e lo dovettero portare all'ospedale. Alcuni però pensarono lo avesse fatto intenzionalmente, per cambiare aria. Ma, si sa, l'apparenza inganna.

Astiosi battibecchi tra un ruvido poliziotto maschilista e la ragazza petulante avevano scandito la sua adolescenza. Quelli che dovevano essere i suoi salvatori divennero i suoi aguzzini. Dopo qualche anno infatti fu adottato da una giovane coppia. Lui era poliziotto, lei lavorava, a casa, per una sex line.

Non era una coppia felice, discutevano continuamente, e il povero Ignaz Philipp non si sentiva sereno. E cominciava a desiderare di andar via. Poi ci fu la goccia che fece traboccare il vaso. Magda, la sua mamma adottiva, gli chiese di sostituirlo nel suo lavoro perchè aveva il mal di gola. Disse che nessuno si sarebbe accorto che era un maschio, visto che ancora era piccolo.

Ignaz Philipp si offese a morte. Lui ci teneva alla sua mascolinità e si risentì per essere stato considerato un giovanetto asessuato. Per questo scappò da quella strana coppia.

Pareva proprio che stesse per piovere, ma io me ne andai lo stesso a fare la mia passeggiata. Tanto per cominciare pensai che dovevo far colazione. Fame non ne avevo, ma pensai che dovevo almeno mangiare qualcosa. Decisi di andare dal mio ex compagno di scuola Heinrich von Kleist, che aveva aperto un piccolo bar insieme con la nostra insegnante di sostegno Karoline von Gunderrode.

Appena entrato vidi che ad un tavolo erano seduti due vecchi amici dell'università, Gerard de Nerval e Otto Weininger. Mi sedetti con loro e ordinai delle trote al cacao magro, era la specialità di Heinrich. Ne mangiai tre. Non solo perchè erano squisite, ma anche perchè ritrovando quei due vecchi amici mi era venuto un grande appetito e un entusiasmo che forse avevo perduto da tempo.

Dopo colazione decidemmo di andare ad ubriacarci da qualche parte e ricordare i vecchi tempi. Nell'uscire dal locale del mio amico Heinrich sentii qualcosa sotto al mio piede. Come se avessi calpestato un frutto marcio. Alzai il piede e vedendo meglio mi accorsi, con mio profondo rammarico, di aver pestato un povero criceto equestre.

Per un po' non seppi cosa fare, poi, con l'aiuto di Otto e Gerard buttammo il piccolo cadavere nel fiume, come voleva la tradizione. Prima però pensammo bene di prendere il suo piccolo portafoglio, almeno per sapere chi avevo ucciso così stupidamente.

Buttato nel fiume il poveretto ci andammo a ubriacare spensierati. Anche io ero ancora contento e felice, sapevo bene infatti della recente depenalizzazione della procurata morte di criceto equestre. Andammo quindi a casa mia e ripulimmo il frigorifero.

Quando, svegliandomi con un forte mal di testa, vidi le facce di Gerard e Otto, mi accorsi che stavo solo sognando e psicanalizzandomi capii che in qualche modo cercavo, nel sonno, di trovare pace nella mia coscienza ancora turbata da quella fortuita uccisione. Ma mi rasserenai subito capendo che non esisteva nessun problema moscerini per le suole delle mie scarpe, anzi, non era mai esistito.

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