ansia, dap (attacchi di panico), disturbo ossessivo compulsivo, depressione, agorafobia, claustrofobia, anoressia, bulimia.....
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[MANIFESTAZIONI CLINICHE]
DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO (D.O.C.)
L'ossessività, ovvero il continuo ed ineluttabile presentarsi alla mente di temi ideici non evocati volontariamente,  fino all'inizio del Novecento era connessa con la psicosi; solo con Freud si inizia a considerarla nell'ambito delle nevrosi, fino ad arrivare alla moderna collocazione nosografica, che raggruppa questo quadro sintomatologico nei Disturbi Ossessivi-Compulsivi (D.O.C.), facenti parte a loro volta del capitolo dei Disturbi d'Ansia.
Occorre tuttavia precisare che manifestazioni "ossessive" e "ritualistiche" fanno parte della normale vita psicologica, specialmente in alcune epoche della vita (infanzia, adolescenza, vecchiaia) o in particolari contesti culturali (per esempio esami, prestazioni sportive). Inoltre è evidente l'importanza della determinante culturale nel modulare ampiamente queste manifestazioni.
EZIOPATOGENESI
Freud e Abraham furono i primi a prendere in considerazione la distinzione tra rappresentazione e affetto, che rappresenta il nodo cruciale della ossessività.
Nella classica impostazione freudiana, di fronte all'angoscia determinata dal complesso edipico, la libido regredirebbe alla fase anale , caratterizzata dal controllo che il bambino esercita rispetto al "dare" o "non dare" le sue feci, riaffermando così la sua autonomia. Un meccanismo di difesa dell'Io tipico di questa posizione libidica è il meccanismo dell'isolamento tramite il quale  la rappresentazione del desiderio può risultare accettabile dal Super-Io.
Il pensiero si sostituisce agli atti e la spontaneità del soggetto risulta coartata..Si viene a formare una struttura caratteriale denotata da un controllo incessante sul mondo esterno: il controllo ossessivo, la necessità di ordine e precisione. E' bene sottolineare che patologico, in questo caso, non è tanto l'essere scrupolosi e rigorosi, quanto l'incapacità adattativa all'ambiente, la rigidità di questi tratti, anche quando ciò può comportare sofferenza per il paziente stesso.
In tempi più recenti l'eziopatogenesi del D.O.C., è stata interpretata secondo un'ottica cognitiva. I fenomeni ossessivo-compulsivi sarebbero in definitiva reazioni disadattative di tipo motorio o ideativo. Lo stile cognitivo che il paziente acquisisce nel tempo  è di una continua ricerca di perfezione, di certezza, che a sua volta genera un senso di inadeguatezza e di dubbio.
Da un punto di vista neurochimico esistono ormai diversi dati che suggeriscono che modificazioni della funzione serotoninergica esercitino un ruolo importante nella genesi di tale disturbo, anche se al momento non è chiaro quale singola anormalità serotoninergica sia coinvolta. Particolarmente interessante è il rapporto tra carattere ossessivo e sviluppo del D.O.C.
Già Freud e Abraham avevano distinto sintomo e carattere: il carattere anale, al contrario dei sintomi, riflette una repressione istintuale reale. Il primo tentativo di distinzione tra sintomatologia ossessiva e personalità ossessiva fu operato da Janet nel 1903: egli distinse tre gradi di gravità di gravità crescente: lo stato psicastenico, caratterizzato da coartata espressione dell'affettività, indecisione, perfezionismo; l'agitazione forzata; le ossessioni e le compulsioni propriamente dette.
Anche il DSM IV distingue nei suoi criteri diagnostici il Disturbo Ossessivo Compulsivo di  Personalità dal (vedi tabella 1), dal D.O.C.
CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV PER D.O.C.
TABELLA 1
Una modalità pervasiva di perfezionismo e di inflessibilità, che inizia entro la prima età adulta, ed è presente  in una varietà di contesti, come indicato da almeno QUATTRO dei seguenti elementi:
  1. perfezionismo che interferisce con l'espletamento degli impegni 
  2. eccessiva attenzione ai dettagli, le regole, gli elenchi, l'ordine, l'organizzazione, gli schemi
  3. insistenza irragionevole perchè gli altri si sottomettano incondizionatamente al proprio modo di fare le cose
  4. eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività con esclusione delle attività di svago e amicizie
  5. indecisione
  6. esagerata coscienziosità, scrupolosità ed inflessibilità in teme di moralità, etica o valori
  7. coartata espressione dell'affettività
  8. mancanza di generosità nel concedere tempo, soldi o doni
  9. incapacità di gettare oggetti consumati o di nessun valore
E' importante sottolineare che in ogni descrizione di questo tipo di carattere è sempre assente il concetto di egodistonicità, presente invece nel D.O.C. In definitiva quindi si può concludere che non esiste un rapporto lineare tra carattere ossessivo e disturbo ossessivo compulsivo, anche se tale relazione, in certi casi, può essere riscontrata.
PSICOPATOLOGIA E QUADRI CLINICI
Il D.O.C. ha un'alta prevalenza nella popolazione, di circa il 2 - 3 %, con una prevalenza nel sesso maschile di 3 : 1. Tale disturbo, per cui viene ipotizzata una trasmissione genetica, anche se sono state trovate svariate conbinazioni con altre patologie psichiatriche, prevale nei ceti sociali più elevati e nelle persone con un alto livello di espressione. Esordisce tipicamente prima dei venticinque anni, in generale in modo progressivo. I criteri proposti dal DSM IV per porre diagnosi di D.O.C. sono riassunti nella tabella 2.
CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV PER D.O.C. 
TABELLA 2
PRESENZA DI OSSESSIONI:
  • sotto forma di pensieri, impulsi o immagini percepite come distoniche e che provocano ansia
  • non si possono considerare come semplici preoccupazioni eccessive
  • vengono riconosciute come prodotte dalla propria mente e il paziente tenta di ignorarle o di resistervi
PRESENZA DI OSSESSIONI:
  • sotto forma di comportamenti ripetitivi o atti mentali che il paziente utilizza consa pevolmente per fronteggiare o in conseguenza di un'ossessione
  • tali comportamenti od atti mentali non sono realisticamente utilizzabili per lo scopo per il quale sono messi in atto
LE OSSESSIONI E/O LE COMPULSIONI OCCUPANO UN TEMPO CONSIDEREVOLE NELLA VITA DEL PAZIENTE
Già Westphal, a metà dell'800, descriveva l'ossessività, in termini moderni: "(sono) idee che giungono alla coscienza nonostante e contrariamente alla volontà del paziente, idee che egli non è in grado di sopprimere, benchè le riconosca come anomale e non caratteristiche del sè". Tale definizione contiene la triade psicopatologica fondamentale di questo disturbo: l'estraneità , che generalmente viene riferita al contenuto che appare infondato, insensato. Tuttavia, studi sistematici sui temi ossessivi più frequenti (vedi tabella 3) , mostrano come alcuni di essi fanno comunque parte delle comuni preoccupazioni quotidiane, prospettando un continuum di comprensibilità.
TEMATICHE OSSESSIVE PIU' FREQUENTI
TABELLA 3
  • Ossessione di perdere il controllo e di fare del male
  • Ossessione di contaminazione
  • Ossessione di tipo sessuale
  • Ossessione di raccolta o contaminazione di oggetti
  • Ossessioni religiose
  • Ossessioni di simmetria ed ordine
  • Ossessioni somatiche
l'incoercibilità, cioè l'impossibilità di distogliere la mente da questi pensieri. Ciò permette di distinguere le idee ossessive da quelle prevalenti o dominanti : nel primo caso l'idea si impone contro la volontà del soggetto e senza alcuna possibilità di controllo. l'iteratività, il fatto cioè che questi pensieri ritornano costantemente alla mente. Risulta evidente il grado di interferenza con il normale svolgimento della vita quotidiana. Viene, talvolta, riportato, per quanto raro, un sottotipo clinico denominato lentezza ossessiva primaria che sarebbe caratterizzato unicamente da un globale rallentamento delle attivita' quotidiane. Appare evidente che l'assenza della triade psicopatologica caratteristica del D.O.C. fa dubitare della reale efficacia nosografica di tale sottotipo. La sofferenza connessa con la presenza delle idee ossessive induce, nel paziente affetto da D.O.C., specialmente all'inizio della sintomatologia, varie strategie di controllo e di difesa, che prendono il nome di psichismo di difesa. A sua volta lo psichismo di difesa è la premessa ai comportamenti compulsivi, che inizialmente possono anche essere volontari, ma col tempo diventano a loro volta ripetitivi, acquisendo una sorta di capacità "magica", e inducendo un continuo circolo vizioso. Spesso i comportamenti compulsivi vengono anche detti rituali ossessivi, proprio per sottolinearne il carattere esorcizzante. Quindi l'impulso ossessivo ha sempre un carattere primario, mentre la compulsione è secondaria e finalizzata a ridurre l'ansia. Per quanto riguarda i temi delle compulsioni (vedi tabella 4) sono assai meno numerosi di quelli delle ossessioni. In certi casi la correlazione con la primitiva idea ossessiva è evidente, mentre in altri risulta di difficile comprensione. In teoria il passaggio ad una azione finalizzata può anche far seguito direttamente alla primaria idea ossessiva. In tal caso tale passaggio è subordinato al grado di egodistonicità dell'impulso e dal potenziale aumento di ansia che potrebbe indurre, che potrebbe indurre il reale passaggio all'atto. Per esempio sia l'idea ossessiva di poter far male a qualcuno quando il paziente vede dei coltelli, o quella della madre che teme di poter far del male al proprio figlio, raramente o mai si concretizzano in veri e propri atti aggressivi.
TEMI PIU' FREQUENTI DELLE COMPULSIONI
TABELLA 4
  • Compulsione di lavaggio e pulizia
  • Compulsione di controllo
  • Compulsione di iterazione parole o frasi
  • Compulsione di iterazione movimenti specifici
  • Compulsione di ordine
  • Compulsione di raccolta
Il quadro psicopatologico del D.O.C. è complicato quando tale disturbo si innesta su altre patologie, perchè spesso è atipico.
In corso di schizofrenia, si possono manifestare disturbi che ricordano l'ossessività. Tuttavia uno degli aspetti atipici è la mancanza o imprevedibilità della risonanza emotiva. Talora è difficile distinguere alcune stereotipie da fenomeni compulsivi; tra l'altro queste due condizioni possono avere basi biologiche in comune. Anche la discriminazione tra idea delirante e idea ossessiva può porre difficoltà: spesso è d'aiuto rilevare il fatto che la coazione, in certi disturbi o influenzamenti del pensiero, viene giudicata dal paziente come proveniente dall'esterno, evenienza questa che non accade mai nel D.O.C. Sintomi ossessivi-compulsivi si possono avere in corso di depressione. In tale situazione quanto più evidente clinicamente è il disturbo depressivo, tanto più sfumato si presenta il D.O.C., e viceversa, anche perchè in presenza di un grave rallentamento motorio ed ideativo meno pronunciati sono gli psichismi di difesa e i comportamenti compulsivi. E' frequente la comparsa di D.O.C. nei Disturbi ad Inizio nella Infanzia e nella Adolescenza (Malattia di Gilles de la Tourette, Disturbo Cronico da Tic Motori o Vocali, Disturbo Transitorio da Tic). Tali disturbi non possono essere considerati psicopatologici in senso stretto, non essendo indotti da fenomeni psichici; tuttavia manca completamente la dimostrazione di una base organica di tali disturbi. E' stata formulata l'ipotesi che il Tic rappresenti una sorta di disturbo ossessivo che si manifesta esclusivamente attraverso vie motorie. Frequente è la comorbilità tra D.O.C. e altri Disturbi d'Ansia. Nel DSM IV infatti il D.O.C. è stato posto tra i disturbi di ansia, anche se tale collocazione, da un punto di vista psicopatologico, suscita non poche perplessità.
DECORSO ED EVOLUZIONE
Nella maggioranza dei casi il decorso è cronico, persistente, con fasi di parziale remissione e riacutizzazione. L'evoluzione può essere caratterizzata da cronicizzazione, con un grado più o meno elevato di compromissione sociale (i fattori prognostici negativi sono riassunti nella tabella 5)
FATTORI PROGNOSTICI NEGATIVI
TABELLA 5
  • Esordio precoce e particolarmente insidioso
  • Familiarità positiva 
  • Trauma in epoca precoce
  • Tratti schizotipici di personalità
  • Scarsa compliance alla terapia
  • Diminuizione e/o cessazione dello psichismo di difesa
TERAPIA
La terapia del D.O.C., assai problematica, si basa sulla farmacoterapia e su vari interventi psicoterapici, da soli o in associazione. Per la farmacoterapia le molecole di primo impiego sono quelle attive sul sistema serotoninergico, sia di tipo triciclico (clorimipramina), sia antidepressivi che inibiscono il reuptake della serotonina (fluoxetina, fluvoxamina). Occorre tener presente che in questi casi occorrono dosaggi superiori a quelli necessari per i trattamenti degli stati depressivi. In caso di una concomitanza di bipolarità, si può utilmente associare la carbamazepina.
Tra le tecniche psicoterapiche, è storicamente in primo piano l'intervento psicodinamico. Numerosi sono i dati sperimentali circa l'efficacia di tecniche cognitivo comportamentali. Nella terapia cognitivo-comportamentale le tecniche più usate sono quella dell'"arresto del pensiero" e della "esposizione in immaginazione" alla situazione temuta. Nei pazienti con compulsione a lavarsi o a controllare, una tecnica frequentemente impiegata è la "esposizione in vivo con prevenzione della risposta".
LO SPETTRO PSICOPATOLOGICO DELL'OSSESSIVITA'
Nel paragrafo di introduzione alla Psicopatologia Descrittiva, è stato introdotto il concetto di spettro. Tale concetto trova una delle sue più interessanti espressioni nel campo della ossessività.(vedi tabella 6) Tuttavia, allo stato attuale delle conoscenze, queste correlazioni tra diversi disturbi sono più teoriche che concretamente dimostrabili. Queste osservazioni possono però costituire un'interessante base di partenza per approfondire sia gli aspetti psicopatologici di questi quadri eterogenei, sia gli aspetti neurofisiologici e terapeutici che potrebbero essere a comune, almeno nel concetto di spettro psicopatologico proposto.
SPETTRO PSICOPATOLOGICO OSSESSIVITA'
TABELLA 6
  • Dismorfofobia
  • Ipocondria 
  • Disturbo del controllo degli impulsi
  • Disturbi della Alimentazione
La dismorfofobia presenta talora caratteri di invasività, persistenza e iteratività tipici del pensiero ossessivo. Tuttavia la resistenza e lo psichismo di difesa sono di entità variabile, così come la coscienza di malattia. L'ipocondria è una categoria psicopatologica molto varia. In questo contesto è possibile evidenziare una "ipocondria monosintomatica" (spesso paura di aver contratto una specifica malattia, quali tumori, infarto, AIDS). Possiede netti caratteri di iteratività e invasività, anche se risulta essenzialmente egosintonica. I disturbi del controllo degli impulsi, sono caratterizzati dall'incapacità di resistere ad un impulso o tentazione di compiere determinati atti nocivi al soggetto o ad altri. Tra questi si possono ricordare la tricotillomania (impulso di strapparsi capelli o altri peli), la cleptomania (impulso patologico a rubare), l'impulso patologico al gioco d'azzardo, la piromania. Esistono poi altri disturbi, non considerati tra i Disturbi del Controllo degli Impulsi, che sono comunque caratterizzati da impulsi che sfuggono al controllo, rappresentati dai Disturbi Alimentari Psicogeni. In effetti sia l'anoressia mentale che la bulimia presentano caratteri di incoercibilità e iteratività, così come ritualità e comportamenti compulsivi.

La sezione Medica di questo sito e' curata dal CTCC (Centro Terapie Cognitivo Comportamentali) di Firenze, coordinata dal Dr. Ferdinando Galassi. Ambulatorio del centro: Tel. 055-4277022 / 055-4277482

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