DIVORZIO ALL'ITALIANA

Sotto la legge di Dio il divorzio è cosa ben diversa dalla legge dello Stato

(Giacomo Ruggeri)


 

"Io odio il divorzio..." dice l’Eterno degli eserciti, il Dio di Israele ( Malachia 2:16 ), ma sembra che ciò poco importi all’umanità. Tutt’altro, forse per ignoranza o per falsi pensieri o per chissà cos’altro o semplicemente per spirito di contraddizione, l’uomo sembra voler dire il contrario di Dio: "Io amo il divorzio". Mentre per l’ultima ipotesi, cioè voler fare il contrario del dettato divino, nulla si può contro la volontà, o meglio l’ostinatezza umana, per l’altra ipotesi, quella dell’ignoranza e delle idee sbagliate, possiamo supplire con l’insegnamento della Parola di Dio. Se nel ’75 in Italia, su 373.784 matrimoni si contavano 29.285 separazioni e 10.618 divorzi la cifra è progressivamente cresciuta fino al ’93 quando si registravano 44.018 divorzi e 27.682 separazioni contro 302.230 matrimoni (fonte ISTAT).

Negli anni settanta in Italia infatti, veniva introdotta la legge sul divorzio Baslini-Fortuna, dal nome dei deputati proponenti. Quattro anni dopo la sua approvazione, nel ’74, la legge veniva sottoposta a referendum popolare ottenendo il 59,3 % dei consensi: gli italiani dicevano in coro di sì al divorzio. Certo ancora in Italia non è così facile divorziare come in altri paesi, come il Missouri, dove bastano solo 90 gg di residenza in quello stato ed una petizione per ottenere dal giudice il diritto legale al divorzio. Per i ricchi di Hollywood basta fare una vacanza in uno di questi paesi più "liberali", per ottenere giuridicamente ciò che vogliono. Il degrado morale della famiglia è già iniziato, vuoi per l’influenza di uomini dello spettacolo e attrici che come sport preferito collezionano decine di divorzi, uno per tutti Maurizio Costanzo, o vuoi per le telenovèle americane della serie Beatiful che hanno colpito l’immaginario collettivo con un modus vivendi all’insegna di sentimenti volubili, facili tradimenti e conseguenti divorzi. Ma cosa insegna la Parola di Dio?

Il matrimonio fu istituito per iniziativa divina sin dalla genesi dell’uomo, prima ancora della legge divina e di quella umana :

Genesi 2 "18 Poi l'Eterno DIO disse: Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto conveniente a lui. 22 Poi l'Eterno DIO con la costola che aveva tolta all'uomo ne formò una donna e la condusse all'uomo. 23 E l'uomo disse: Questa finalmente è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Lei sarà chiamata donna perché è stata tratta dall'uomo. 24 Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una sola carne." (LND). Quando Adamo disse: "Questa finalmente è ora..." fece una confessione di accoglienza, un voto dello stesso tipo che si recita ancor oggi in ogni formula matrimoniale: "Io ... prendo te ... come mia legittima sposa e prometto davanti a Dio e a questi testimoni di amarti, onorarti, proteggerti, curarti, nella malattia o nella salute, nella buona o nella cattiva sorte, di esserti fedele finché morte non ci separi". L’atto di renderli una stessa carne è la parte di Dio, ed il voto, la promessa, la dichiarazione di accoglienza è la parte dell’uomo. Questo miracolo di "divenire una stessa carne" si perpetua ancora oggi, ogniqualvolta due individui, maschio e femmina, fanno voto per la vita davanti a Dio e agli uomini. Questa legge fu ripresa da Gesù che disse in Marco 10:6-9: "Fu a causa della durezza del vostro cuore che egli scrisse questa disposizione; ma al principio della creazione, Dio li fece maschio e femmina. Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie; e i due diverranno una stessa carne; così non sono più due, ma una sola carne. L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha unito! (LND). Qui la parola unirsi nel greco è PROSKOLLAOMAI e significa essere cementati, incollati, attaccati saldamente. Ed avviene su tutti indistintamente, credenti e non credenti, al momento della pronuncia consensuale dei voti (fa notare il pastore Joseph A.Webb della "Webb Ministries Inc." nel suo libro "Finche morte non ci separi") perché si tratta della legge universale di Dio. Sottolinea ancora il pastore Webb che le relazioni sessuali non stabiliscono il miracolo di divenire una stessa carne come invece potrebbe dedursi da un primo esame di 1Cor 6:16 Non sapete voi che chi si unisce ad una prostituta forma uno stesso corpo con lei? I due infatti, dice il Signore, diventeranno una stessa carne. Questa apparente contraddizione si risolve primo, esaminando il verbo unirsi che in questo caso è KOLLAO, mentre quando parla di unione matrimoniale in Efesi 5:31, Matteo 19:5 e Marco 10:7 usa il termine rafforzato PROSKOLLAOMAI, secondo dagli esempi biblici dove vediamo che l’unione tra Giuda e Tamar, tra Sansone e Dalila, e tra tanti altri, non viene definita per niente un identità matrimoniale. Superfluo sottolineare che nessun governo, nessun tribunale e nessuna legge può svolgere il ruolo soprannaturale di Dio di far diventare due persone una stessa carne, anzi una stessa persona. Di fronte a questo miracolo dell’unione matrimoniale l’apostolo Paolo rimane così estasiato che non può fare altro che esclamare: "Questo mistero è grande!" Efesi5:32.

L’idea del "matrimonio-contratto" è così prevalente nella nostra cultura ed è la causa di tanti divorzi evitabili; un semplice contratto che può essere inficiato da vizi e sottoposto alle regole di qualsiasi altro contratto umano, intorno a cose o persone. Estranea alla nostra cultura invece è il concetto di "patto a tre", prima verticale con Dio e poi orizzontale con il partner, o come direbbe il predicatore una corda a tre capi che non si rompe tanto presto Ecl 4:12. Dio non ci delude mai ed è stabile in eterno, per questo un patto diretto con lui rende solido un matrimonio. Se ci fosse solo il patto orizzontale con il partner, questi per la sua caducità umana, potrebbe un giorno deluderci e causare quel torrente di sentimenti di vendetta che giustificano tanti tradimenti. Quante volte abbiamo trovato in bocca all’adultero in cerca di giustificazione al suo peccato frasi simili: - "Che dovevo fare con una moglie così?"; " Dopo quello che mi ha fatto è il minimo che potevo fare"; "Se lo ben meritava!". Se si fossero ricordati in quel momento che il patto lo avevano fatto con Dio, non solo con la moglie (o con il marito), e che Dio non si era certo comportato male nei loro confronti, forse quella corda avrebbe resistito sino ad oggi.

Non dobbiamo ignorare che al di là degli effetti civili del matrimonio ci sono gli effetti spirituali ed al di sopra delle leggi umane c’è la legge universale di Dio e sopra ogni giudice c’è il Giudice Supremo.

Non vogliamo però chiudere gli occhi a certe dure realtà, dove uno dei due coniugi disonora ostinatamente il patto con Dio e si conduce "perfidamente", come dice Malachia 2: 15, "verso il coniuge", né ci sembra amorevole consigliare di affrontare con stoicismo la tortura di certe situazioni familiari.

Né ignorare che anche il Signor Gesù considerò che ci sarebbero state eccezioni ( Mt19:9 Or io vi dico che chiunque manda via la propria moglie, eccetto in caso di fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio; e chi sposa colei che è stata mandata via, commette adulterio ) alla legge universale di Dio del matrimonio per gravi e seri motivi. Qui il termine tradotto con fornicazione PORNEIA non ha un uso ristretto ma vasto, da immoralità ad impudicizia, da omosessualità ad adulterio. L’apostolo Paolo del resto approfondisce il tema delle eccezioni nella prima lettera ai Corinzi al cap.7 ove risponde a quesiti posti dai credenti stessi. Non vogliamo intraprendere vicoli ciechi, annebbiati da un abietto radicalismo, perdendo di vista la luce dell’amore di Dio che è al di sopra di tutto e di tutti senza mai dissociarci dal sentimento di Dio di odio per il divorzio e di amore per i divorziati.


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