LE CONDANNE  DEL  SILLABO 

(Considerazioni del Prof. Rino Cammilleri, autore del libro «Elogio del Sillabo»)



Risulta assai necessario rivedere i luoghi comuni della storiografia attuale che oppone in una visione manichea infantile i buoni del Risorgimento (Mazzini, Garibaldi, Cavour) ai cattivi (il Papa, gli Austriaci, il re di Napoli). Questo non per simpatie di parte, ma perché non sempre le cose che ci vengono raccontate normalmente nei libri di testo stanno proprio così. 
[...] In quel clima di lotte e intrighi internazionali la Chiesa e il suo Pastore, di fronte ad un atteggiamento pernicioso assunto dalle idee e dalle nascenti ideologie nella società di allora, decideva di illuminare i fedeli, secondo il millenario Magistero della Chiesa, sui rischi di un modernismo in campo religioso, sociale e politico di grande pericolosità. 
[...] Forse mai nessun'altra istituzione al mondo, come la Chiesa Cattolica, ha dimostrato un indefesso interesse per il progresso scientifico e tecnologico: quello che si ribadiva, e l'insegnamento sarebbe valido tutt'oggi, era la pericolosità dell'idea e dello spirito che volevano orientare tale corsa verso la modernità, e che si possono sintetizzare nel concetto dell'abbandono di Dio e dell'idea di Dio.
[...] Il compito che nello scrivere il libro Elogio del Sillabo mi sono posto non era altro che quello di dimostrare come questo documento non sia altro che la sintesi dell'insegnamento del Magistero della Chiesa: insigni studiosi mi hanno confermato che, per quanto se ne dica, anche dal punto di vista strettamente canonico, esso conserva tutta la sua autorità di documento pontificio.
[...] Perché non proviamo a chiederci cosa potrebbe essere adesso l'Europa, l'America, la Russia, il Mondo, che hanno conosciuto in questo secolo le più grandi guerre e sanguinose stragi che la storia umana possa ricordare, se gli ammonimenti pontifici fossero stati seguiti? 
[...] La ragione è soprattutto religiosa: il Cristianesimo è una religione di libertà dalle catene del peccato e dalla schiavitù dei luoghi comuni delle varie culture. La nostra comune discendenza da Dio, per cui tutti gli uomini sono fratelli in Cristo, ha spinto e spinge i popoli di cultura cristiana a cimentarsi in ogni settore per alleviare sofferenze fisiche, sociali e morali. Invece le altre religioni non sviluppano questa sensibilità umana, pur avendo altrettante doti culturali e ricchezze sociali, proprio per il loro orientamento religioso: ora di abbandono totale a Dio (Islam), ora di atarassia (Buddismo).  
[...] La mia incompetenza in campo teologico. Io sono uno storico e nel mio libro ho cercato di spiegare cosa rappresenta il Sillabo. È compito del teologo, del liturgista, del canonista, invece, vedere se la Chiesa attuale, post-conciliare, vive in aderenza con i principi e le ragioni esposte nel Sillabo. Io posso fornire gli elementi per riflettere, non spetta a me tirare anche le conclusioni.


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