"Chi avesse atteso eccitanti rivelazioni deve rimanere deluso"

Ratzinger: i singoli eventi appartengono al passato

(La Stampa, 26 giugno 2000)


I «singoli eventi» descritti nel terzo segreto di Fatima «ormai appartengono al passato».
Lo aveva già detto il Segretario di Stato Angelo Sodano il 13 maggio scorso, lo ripete oggi il card. Ratzinger nel suo «commento teologico».
«Chi aveva atteso eccitanti rivelazioni apocalittiche sulla fine del mondo o sul futuro corso della storia - afferma - deve rimanere deluso».
Secondo Ratzinger, «Fatima non offre tali appagamenti della storia della nostra curiosità, come del resto in generale la fede cristiana non vuole e non vuole essere pastura per la nostra curiosità».
Quel che rimane, scandisce il Porporato, è «l'esortazione alla preghiera come via per la salvezza delle anime e nello stesso senso il richiamo alla penitenza e alla conversione».
Nel suo commento, il card. Ratzinger analizza frase per frase il testo della terza parte del messaggio di Fatima, ricordando in proposito quanto aveva scritto suor Lucia in una lettera del 12 maggio '82: «la terza parte del segreto si riferisce alle parole di nostro signore: 'se no (la Russia) spargerà i suo errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte».
«Nella Via Crucis di un secolo - spiega ora il cardinale - la figura del Papa ha un ruolo speciale. Nel suo faticoso salire sulla montagna possiamo senza dubbio trovare richiamati insieme diversi Papi, che cominciando da Pio X fino all'attuale Papa hanno condiviso le sofferenze di questo secolo e si sono sforzati di procedere in mezzo ad esse sulla via della croce».
Ratzinger non ignora che «nella visione anche il Papa viene ucciso sulla strada dei martiri», ma domanda: «non doveva il Santo Padre, quando dopo l'attentato del 13 maggio 1981 si fece portare il testo della terza parte del segreto, riconoscervi il suo proprio destino? egli, ricorda, era stato molto vicino alla frontiera della morte ed egli stesso ha spiegato la sua salvezza con le seguenti parole: '...fu una mano materna a guidare la treiettoria della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte (13 maggio 1994). Che qui - prosegue il commento teologico - una 'mano materna' abbia deviato la pallottola mortale, mostra solo ancora una volta che non esiste un destino immutabile, che fede e preghiera sono potenze, che possono influire nella storia e che alla fine la preghiera è più forte dei proiettili, la fede più potente delle divisioni».
In questa ottica si colloca anche l'interpretazione offerta da Ratzinger della visione conclusiva degli angeli che raccolgono il sangue dei martiri: «una immagine di speranza», la definisce.
E conclude: «nessuna sofferenza è vana, e proprio una chiesa sofferente, una chiesa dei martiri, diviene segno indicatore per la ricerca di Dio da parte dell'uomo. Dalla sofferenza dei testimoni deriva una forza di purificazione e di rinnovamento, perché essa è attualizzazione della stessa sofferenza di Cristo e trasmette nel presente la sua efficacia salvifica».