CHARLES CURRAN
SOSPESO DALL'INSEGNAMENTO DELLA TEOLOGIA
Rev.do prof. Curran,
Questa Congregazione desidera accusare ricevuta della sua lettera del 10
aprile 1986, alla quale ella allegava la sua risposta definitiva alle
"Osservazioni" critiche inviatele, in merito ad alcune tesi da lei
sostenute nelle sue pubblicazioni. Ella dice di "rimanere tuttora
convinto dell'esattezza di queste posizioni ... ". Nel contempo,
ripropone quello che lei stesso definisce "un compromesso", secondo il
quale ella continuerebbe a insegnare teologia morale, ma non nel campo
dell'etica sessuale.
Lo scopo di questa lettera è di comunicarle che la congregazione
conferma la sua posizione secondo cui
chi, come lei, dissente dal
magistero, non può essere né idoneo né eleggibile all'insegnamento della
teologia cattolica.
Di conseguenza, essa non accetta la sua soluzione di
compromesso, a motivo dell'unità organica dell'autentica teologia
cattolica, unità che è intimamente legata, nel suo contenuto e nel suo
metodo, alla fedeltà al magistero della chiesa.
Le diverse posizioni di dissenso che questa congregazione le ha
contestato, e cioè quelle riguardanti il diritto al dissenso pubblico
dal magistero ordinario, l'indissolubilità dei matrimonio sacramentale
consumato, l'aborto, l'eutanasia, la masturbazione, la contraccezione
artificiale, i rapporti prematrimoniali e gli atti omosessuali, sono
state elencate con la dovuta accuratezza nelle "Osservazioni" sopra
menzionate del luglio 1983, e sono già state pubblicate. Non è quindi il
caso di entrare nei dettagli sul fatto che ella realmente dissente su
tali questioni.
C'è tuttavia un aspetto che deve essere messo in evidenza. La sua
affermazione di fondo è che le sue tesi, poiché sono convincenti per lei
e divergono solo dall'insegnamento "non infallibile" della chiesa,
costituiscono un dissenso "responsabile", e dovrebbero pertanto essere
permesse dalla chiesa. A questo riguardo sembrano necessarie le seguenti
considerazioni.
In primo luogo va ricordato l'insegnamento del concilio Vaticano II che,
in modo chiaro, non limita il magistero infallibile solamente alle
materie di fede oppure alle definizioni solenni. "Lumen gentium", al n.
25, afferma: "... quando tuttavia essi (i vescovi), anche dispersi per
il mondo, ma conservanti il vincolo della comunione tra di loro e col
successore di Pietro, nel loro insegnamento autentico circa materie di
fede e di morale s'accordano su una dottrina da ritenersi come
definitiva, propongono infallibilmente la dottrina di Cristo". Per di
più, la chiesa non costruisce la sua vita solo sul suo magistero
infallibile, ma anche sul l'insegnamento del suo magistero autentico
ordinario.
Alla luce di queste considerazioni, appare chiaro che ella non ha tenuto
adeguatamente conto, per esempio, che la posizione della chiesa
sull'indissolubilità del matrimonio sacramentale consumato, che ella
pretenderebbe fosse mutata, in realtà è stata definita al concilio di
Trento e perciò appartiene al patrimonio della fede. Alla stessa maniera
ella non dà sufficiente peso all'insegnamento del concilio Vaticano II,
quando, in piena continuità con la tradizione della chiesa, ha
condannato l'aborto, qualificandolo come "delitto abominevole".
In ogni
caso i fedeli non sono tenuti ad accettare solo il magistero
infallibile.
Essi sono chiamati a dare il religioso ossequio
dell'intelligenza e della volontà alla dottrina che il supremo pontefice
o il collegio dei vescovi, esercitando il magistero autentico, enunciano
in materia di fede o di morale, anche se non intendono proclamarla con
un atto definitivo. Questo ella ha continuamente rifiutato di fare.
Ci sono inoltre due questioni collegate che, soprattutto negli ultimi
mesi, sono state ampiamente fraintese nel corso dell'esame attuato da
questa congregazione circa le sue opere, e che devono essere precisate.
Innanzitutto, ella ha pubblicamente protestato perché non le è mai stato
detto chi fossero i suoi "accusatori". Ora, la congregazione ha basato
il proprio esame esclusivamente sulle opere da lei pubblicate e sulle
sue risposte personali alle proprie "Osservazioni". Pertanto, di fatto,
le sue stesse opere sono state i suoi "accusatori" ed esse soltanto.
Ella ha inoltre protestato perché non le sarebbe mai stata data la
possibilità di consigliarsi. Ora, dal momento che l'esame è stato
condotto sulla base di documentazione scritta, ella ha avuto ogni
possibilità di ricorrere a qualsiasi tipo di consulenza da lei
desiderata. E' altrettanto chiaro che lei lo ha fatto. Nella sua lettera
del 24 agosto 1984, in risposta alle "Osservazioni" della congregazione,
ella stessa affermava che le sue posizioni le aveva prese "dopo un gran
numero ... di consultazioni..."; inoltre nella lettera della
congregazione del 17 settembre 1985, di fatto la si invitava a
continuare a servirsi di quegli stessi mezzi, al fine di arrivare a una
risoluzione accettabile delle divergenze tra le sue posizioni e la
dottrina della chiesa. Infine, dietro sua richiesta, quando venne
all'incontro dell'8 marzo 1986, ella era accompagnato da un teologo di
sua fiducia, che lei stesso aveva scelto.
In conclusione, questa congregazione richiama l'attenzione sul fatto che
ella ha preso le sue posizioni di dissenso nella sua qualità di
professore di teologia nella facoltà ecclesiastica di una università
pontificia. Nella lettera indirizzatale in data 17 settembre 1985, si
notava che "...le autorità della chiesa non possono permettere che
continui la situazione attuale, nella quale si protrae la contraddizione
intrinseca per cui uno che ha il compito di insegnare nel nome della
chiesa, di fatto nega la sua dottrina". Pertanto questa
congregazione, in seguito al suo reiterato rifiuto di accettare ciò che
la chiesa insegna e in forza del proprio mandato di promuovere e
salvaguardare la dottrina della chiesa in materia di fede e di morale in
tutto il mondo cattolico, d'intesa con la Congregazione per l'educazione
cattolica, non vede altra alternativa se non quella di notificare
all'ecc.mo cancelliere che ella non può più essere considerato né idoneo
né eleggibile ad esercitare la funzione di professore di teologia
cattolica.
Questa decisione è stata presentata al Santo Padre in un'udienza
concessa al sottoscritto card. prefetto il 10 luglio del corrente anno e
da lui approvata quanto al contenuto e quanto alla procedura seguita.
Questo dicastero desidera inoltre informarla che tale decisione sarà
resa pubblica non appena ella ne avrà avuto comunicazione.
Vorrei infine esprimere la sincera speranza che questa spiacevole ma
necessaria conclusione dell'esame della congregazione possa indurla a
rivedere le sue posizioni di dissenso e ad accettare l'insegnamento
della chiesa cattolica nella sua integralità.
dev.mo in Cristo
+ JOSEPH card. RATZINGER
prefettus
25 luglio 1986
Il rev. Charles Curran era professore di teologia morale presso la
Catholic University of America (Washington). La sua non idoneità
all'insegnamento della teologia cattolica è stata resa pubblica negli
Stati Uniti dal National Catholic News Service, a cura delle autorità
ecclesiastiche competenti, dopo che l'interessato, secondo la prassi, ne
aveva ricevuto comunicazione.