Pene e penitenze


Per quanto riguarda all’Inquisizione spagnola, "tra il 1540 e il 1700, su un totale di 44.674 casi, il numero degli accusati effettivamente mandati sul rogo corrisponde all’1,8%, al quale va aggiunto l’1,7% di condannati a morte in contumacia... Dei primi mille imputati che comparvero dinanzi all’Inquisizione di Aquileia-Concordia (Veneto) dal 1551 al 1647, non più di 5 furono condannati al rogo. Su 13.255 processi celebrati dall’Inquisizione portoghese tra il 1540 e il 1629, le condanne a morte rappresentano il 5,7%" (Borromeo). In base a tali dati sarebbe una leggenda nera attribuire molti milioni di vittime all'Inquisizione.
A questo proposito, partendo dalla giusta considerazione di Lutero che "È contro la volontà dello Spirito che gli eretici siano bruciati" (tesi condannata da Leone X nel 1520), si osserva che «
se in passato taluni hanno esagerato il numero delle vittime dell’Inquisizione, e seppure si ammetta che essa fu "meno crudele" dei poteri laici, una cosa è certa: il Tribunale, in nome di Dio e per volontà papale, ha processato, torturato e mandato al rogo migliaia di "eretici". Dov’era, allora, la "difesa della vita"? E dove il carisma – rivendicato dai successori di Pietro, e da nessun altro al mondo – di essere "infallibili", quando parlano ex cathedra, anche in materia di costumi? Ma far appiccare il rogo (fosse puro uno solo), e benedire questa eretica ortoprassi contro l’uomo, non significa bruciare le fondamenta dell’etica e nel contempo, in realtà, anche il rivendicato carisma?» (David Gabrielli in "Santa Inquisizione alla sbarra")
«...
Dobbiamo pensare alla natura del credere, che è atto sostanzialmente libero. La proposta di Cristo fatta alla coscienza diventa con l’Inquisizione intimazione ecclesiastica. E non si può sostenere che il concetto di libertà di coscienza non fosse ancora formulato, nel Cinquecento, come lo sarebbe stato nei secoli successivi. Non ne esisteva forse la formulazione intellettuale, ma la libertà di coscienza ha animato da sempre il cristianesimo. Altrimenti, non sarebbero comprensibili i martiri dei primi secoli, che morivano in forza di una fede vissuta nell’intimo della coscienza in opposizione alla legge dello Stato». (Prof. De Maio, docente di Storia del Rinascimento e di Storia moderna presso l'Università di Napoli).
Ciò detto, i dati che vengono di seguito proposti, pur non avendo la pretesa dell'esaustività e della precisione, appaiono per la loro "moderatezza" degni di attenzione.
In particolare per la Spagna si ricordano i 38 roghi del 1501 a Toledo, i 13 di Valladolid, le 30 streghe del 1507 a Calahorra... Si potrebbe continuare, ma ciò richiederebbe troppo spazio. Valga,  per questo paese, il seguente prospetto sintetico.

Esecuzioni e penitenze imposte dall'Inquisizione in Spagna, dal 1481 al 1820

Data 


Bruciati vivi 


Bruciati in effigie

Sottoposti a penitenza 

Dal 1481 al 1517 (*) 16376  9901  178382 
Dal 1517 al 1551 6254  4722  50736 
Dal 1556 al 1597 3990  1845  18450 
Dal 1597 al 1621 1840  692  10716 
Dal 1621 al 1665 2852  1428  14080 
Dal 1665 al 1700 1632  540  6512 
Dal 1700 al 1746 1600  760  9120 
Dal 1746 al 1759 10  170 
Dal 1759 al 1788 56 
Dal 1788 al 1808 42 

(*) L'inquisizione è particolarmente terribile sotto Torquemada; alla sua morte, 8800 persone erano state bruciate sul rogo, 6500 in effigie, 90.000 condannate a penitenze diverse e un milione cacciate dal paese.

I dati che precedono non comprendono le esecuzioni operate dall'Inquisizione in Francia, in Germania e in Italia nella lotta contro i catari (letteralmente sterminati), i valdesi, i protestanti e le persone accusate di stregoneria.
Si ricordano per la Francia gli eretici di Carcassonne del 1209 con 400 condanne, i 183 roghi del 1239 a Montpellier, i 200 catari bruciati nel 1244 a Montségur, i 200 catari bruciati in quello stesso anno a Mont Aime.
In Inghilterra furono uccise circa 20.000 streghe, totale delle streghe uccise, da parte cattolica e protestante, è stato valutato fra le 200.000 e le 500.000.
Per la Germania si ricordano a Norimberga i 15 bruciati nel 1378-79, gli 80 del 1397 a Garten, le 6 donne al rogo del 1399.
A Roma il sacro tribunale condanna a morte 97 rei tra il 1542 e il 1761 (Il Mattino di Padova, le Persecuzioni, 20.7.1999)
2000 sono i processati in Sicilia tra il 1537 e il 1618, di cui 29 condannati a morte.[ibidem]
12.000 sono i  processati dall'Inquisizione a Venezia, Aquileia e Napoli in 250 anni. [ibidem]
Nelle altre nazioni il sanguinoso catalogo non è molto differente.
Alcuni dati (per dire poco, raccapriccianti) potranno ricavarsi dal prospetto proposto da Pierino Marazzani.
Lasciamo allo studioso il compito di svolgere una obiettiva e seria indagine storica, al fine di verificarne il fondamento e l'attendibilità.
Per dovere di obiettività è opportuno sottolineare che la crudeltà non risiedeva tutta sul versante cattolico. Anche i protestanti, qualcuno ha detto, non hanno le carte in regola per scagliare la prima pietra.
Mons. Piercarlo Landucci in un articolo intitolato Il vero Giordano Bruno (Palestra del clero, 1° aprile 1974, 435ss) ricorda che il Sirleto fu bruciato sul rogo a Ginevra per aver scritto il trattato Restitutio Christianismi, Jacques Gruet ebbe la stessa sorte per aver offeso Calvino, e Raoul Monnet per aver pubblicato disegni ingiuriosi contro la Bibbia. Calvino poi esortava il governo inglese a «sterminare con la spada i nemici del protestantesimo».
Tutta la cristianità cadde vittima di una orribile distorsione del senso della giustizia e della carità. 
L’istanza della revisione si verificò, per motivi polemici e anticlericali, nella cultura laica e poi in quella cattolica. 
Il rigetto dei metodi inquisitoriali e della tortura si affermò presso i filosofi e i teoreti della tolleranza e della umanizzazione dei metodi della giustizia nei secoli XVII e XVIII. 
Le loro opere (Locke, Filangieri, Beccaria, Montesquieu, ben 6 Enciclopedie, ecc.) furono messe all’Indice
La Chiesa assediata, scomunicava e veniva laicamente scomunicata" (Rosario Esposito, in "Inquisizione non più una palla al piede").

    I sistemi cambiano, l'intolleranza permane. 
                                                                
          I testi «scomodi», non vengono più bruciati - sorte che riguardava anche le Bibbie tradotte nelle varie lingue nazionali dai riformatori -, ma inseriti nel «Liber librorum prohibitorum».


       San Domenico da Guzmàn, fondatore dell'ordine 
        dei Domenicani assiste al «rogo» dei «libri eretici»


           Ikthys