Il culto dei Santi 
è imitarli

 
Erasmo da Rotterdam
« Enchiridion militis christiani»


 

Certamente, come non disprezzo la semi pietà del popolo, così non posso non guardare con meraviglia le opinioni a rovescio della moltitudine. Baciamo teneramente le scarpe dei santi e i fazzolettini sporchi di moccio, ed i loro libri, santissima ed efficacissima reliquia dei santi, tolleriamo che giacciano negletti. Le tuniche e gli abiti dei santi riponiamo in teche d’oro e di gemme, ed i libri scritti da loro, nei quali ciò che di loro fu ottimo vive e respira ancora a noi, lasciamo rodere impunemente da cimici. tignole e blatte.
(tratto da una lettera di Erasmo del 1515). 
Veneri i santi godi di toccare le loro reliquie. Ma disprezzi ciò che essi lasciarono di meglio: pensa agli esempi di una vita pura. 
Forse pensi che sarà qualcosa di grande se sarai portato al sepolcro nella cocolla di [San] Francesco. Se i tuoi costumi da vivo furono dissimili, una simile veste non gioverà davvero a te morto.  
E quantunque il modello di qualsivoglia pietà possa trovarsi facilmente nel Cristo, tuttavia il culto di Cristo nei sui santi diletta molto. Allora fa' in modo di imitare Cristo nei santi e ad onore di ognuno di essi studiati di correggere ogni tuo vizio e di abbracciare ogni virtù.
Di somma venerazione circondi le ceneri di Paolo. 
Non ti condanno se a lui consta la tua religione. 

Ma se veneri la cenere muta e morta, e trascuri la viva immagine di lui parlante e quasi respirante che ci rimane nelle sue lettere, forse che la tua devozione non è a rovescio? Adori le ossa di Paolo deposte in loculi; e non adori la mente di Paolo celata negli scritti? Stimi cosa grande un frammento del suo corpo attraverso un vetro trasparente, e non guardi tutto l’animo di Paolo risplendente nelle sue lettere? Riverisci le ceneri alle quali si addossano più di una volta i vizi dei corpi; perché non riverisci di più le sue lettere, con le quali vengono sanati i vizi delle anime?
Onori l’immagine del volto di Cristo scolpita in una pietra o in un legno, oppure deformata e sfuocata con colori. 
Molto più religiosamente deve essere onorata l’immagine di quella mente che per opera dello Spirito santo è stata espressa nelle lettere del Vangelo. 

E tu non ammiri questa immagine, non l’adori, non la esamini con occhi pietosi, non l’abbracci con l’animo? Così sante e così efficaci consideri le reliquie del tuo Signore: trascuri i Vangeli, e cerchi cose molto più estranee? Tu guardi attonito la tunica o il sudano che si dice di Cristo, e leggi sonnecchiando i suoi oracoli? Credi di essere immensamente più grande perché possiedi in casa una particella della croce? 

Ma ciò è niente di fronte a questo fatto: se porti cioè scolpito nel petto il mistero della croce. 
In realtà
venerare Cristo con le cose visibili e per le cose visibili, porre in queste cose il punto più alto della religiosità, di questo fatto compiacersi, condannare gli altri (...) e - per dirlo una volta per tutte - a causa di queste stesse allontanare da Cristo quelle altre che solamente al vero servizio di Cristo sono impiegate, perché conducano a lui ciò è senza dubbio allontanarsi dalla legge del Vangelo, che è spirituale. 


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