BOLLA
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CAETERA »
~ 4 maggio 1493 ~
ALESSANDRO VI
(papa dal 1492 al 1503)
Alessandro,
vescovo, servo dei servi di Dio,
agli illustri sovrani,
il nostro diletto figlio in Cristo Ferdinando, re,
e la nostra diletta figlia in Cristo, Isabella, regina di Castiglia,
Leòn, Aragona, Sicilia e Granada,
salute e benedizione apostolica.
Tra le altre opere gradite alla Divina Maestà e dilette al
nostro cuore, questa con certezza è la più elevata, che nei nostri tempi
specialmente la fede cattolica e la religione cristiana siano esaltate e
dovunque vengano aumentate e diffuse, che si abbia a cuore la salvezza delle
anime, e che le nazioni barbariche siano rovesciate e condotte alla stessa fede.
Poiché, in virtù della clemenza divina, noi, nonostante i nostri meriti
insufficienti, siamo stati chiamati a questa Santa Sede di Pietro, riconoscendo
che, come veri re e principi cattolici quali abbiamo sempre saputo che voi
siete, e come dimostrano le vostre illustri azioni note già a quasi tutto il
mondo, voi non soltanto ardentemente desiderate, ma con ogni sforzo, zelo e
diligenza, senza riguardo alle difficoltà, alle spese, ai pericoli, persino a
costo dello spargimento del vostro sangue, siete impegnati in questo fine;
riconoscendo inoltre che da molto tempo avete consacrato a questo scopo la
vostra anima e tutti i vostri sforzi, come testimoniato in questi tempi dalla
riconquista del regno di Granada dal giogo dei saraceni, a gloria del Nome
Divino; noi dunque siamo a ragione condotti, e lo riteniamo anzi nostro dovere,
ad assicurarvi il nostro accordo e, a vostro favore, quelle cose che, con fatica
ogni giorno, vi rendono possibile, per l'onore di Dio stesso e la diffusione
della regola cristiana, conseguire il vostro santo e lodevole proposito così
gradito al Dio immortale.
Abbiamo anche appreso che voi, che per lungo tempo avete inteso cercare e
scoprire alcune isole e terre remote e sconosciute e non ancora scoperte da
altri fino a quel momento al punto da poter guadagnare al culto del nostro
Redentore e alla professione della fede cattolica i loro residenti ed abitanti,
essendo stati tino al momento presente impegnati intensamente nell'assedio e
nella restaurazione del regno stesso di Granada, siete stati impossibilitati a
realizzare questo santo e lodevole proposito; ma essendo stato il suddetto regno
da tempo riacquistato, come è piaciuto al Signore, voi, col voto di realizzare
il vostro desiderio, avete scelto il nostro amato figlio, Cristoforo Colombo, un
uomo di certo valore e delle più alte credenziali e dotato per una
Per tutto ciò, com'è proprio di re e principi cattolici, dopo serissima
considerazione di tutti gli argomenti, specialmente del sorgere e della
diffusione della fede cattolica, e come è stato uso dei vostri antenati, re di
rinomata memoria, voi vi siete posti il fine, con il favore della divina
clemenza, di mettere sotto la vostra influenza i suddetti continenti e isole con
i loro residenti e abitanti e di condurli alla fede cattolica. Perciò,
affidando di cuore al Signore questo vostro obiettivo santo e lodevole, e
nel desiderio che esso sia doverosamente realizzato, e che il nome del nostro
salvatore sia portato in quelle regioni, vi esortiamo molto seriamente e vi
ingiungiamo, nel Signore e in virtù del vostro santo battesimo, con il quale
siete vincolati ai nostri comandi apostolici, e grazie alla misericordia di
nostro Signore Gesù Cristo, a che, con lo stesso grande zelo per la vera fede
con cui progettate di equipaggiare e inviare questa spedizione, vi proponiate
anche, conformemente al vostro dovere, di condurre le popolazioni che risiedono
in quelle isole e terre ad abbracciare la religione cristiana; ed in ogni
momento non lasciate che i pericoli e le difficoltà vi scoraggino, con ferma
speranza e fiducia nei vostri cuori che Dio
E noi nominiamo e deleghiamo voi, e i vostri suddetti
eredi e successori, signori di essi con pieno e libero potere, autorità e
giurisdizione, di ogni tipo; con la clausola che con questo nostro dono,
premio e assegnamento nessun diritto acquisito da nessun principe cristiano che
possa essere in attuale possesso delle dette isole e continenti da prima del
detto compleanno di nostro Signore Gesù Cristo, dev'essere inteso come ritirato
o annullato. Inoltre vi ordiniamo in virtù della santa obbedienza, che,
impiegando la dovuta diligenza nelle premesse, anche voi promettiate - né qui
noi mettiamo in dubbio la vostra compiacenza in accordo con la vostra fedeltà e
con la regale grandezza di spirito - di nominare nei suddetti continenti e isole
uomini valorosi, timorosi di Dio, colti, abili e esperti, allo scopo di
istruire i suddetti abitanti e residenti nella fede cattolica e di educarli
nella buona morale. Inoltre, sotto pena di scomunica latae
sententiae
che
verrebbe emanata ipso
facto
per
chiunque contravvenisse, vietiamo assolutamente a tutte le persone di
qualsivoglia rango, persino imperiale o regio, o di qualunque stato, grado,
condizione, ordine, di osare, senza il vostro permesso speciale o quello
dei vostri suddetti eredi e successori, di recarsi per scopi commerciali o per
altre ragioni nelle suddette isole e continenti, trovati o da trovare, scoperti
o da scoprire, verso ovest e verso sud, tracciando e stabilendo una linea dal
polo Artico al polo Antartico, senza badare se le isole e i continenti si
trovano in direzione dell'India o verso altre terre, dovendo essere la detta
linea distante 100 leghe verso ovest e sud come già detto, dalle isole
comunemente conosciute come Azzorre e Capo Verde; nonostante costituzioni
apostoliche e ordinanze e altri decreti che dicessero il contrario.
Noi
confidiamo in Lui, da cui procedono imperi e governi e ogni cosa buona, e nel
vostro intraprendere, con la guida del Signore, questa impresa santa e lodevole,
in breve tempo le vostre difficoltà e sfide raggiungeranno l'esito più felice,
per la felicità e la gloria di tutta la cristianità. Ma poiché sarebbe
difficile inviare queste lettere a tutti i luoghi che si vorrebbero,
desideriamo, e con simile accordo e conoscenza decretiamo che copie di esse,
firmate dalla mano di un pubblico notaio a questo incaricato, e sigillate con il
sigillo di un ufficiale ecclesiastico o della corte ecclesiastica, venga
osservato nella corte e fuori lo stesso rispetto che dovrebbe essere attribuito
altrove a queste lettere se venissero mostrate o esibite. Perciò non consentite
ad alcuno di infrangere o contravvenire con grave baldanza questa nostra
raccomandazione, esortazione, richiesta, dono, premio, assegnazione,
costituzione, delega, decreto, mandato, proibizione e volontà. Se qualcuno
presumesse di attentarvi, sia noto a costui che incorrerà nella maledizione di
Dio onnipotente e dei santi apostoli Pietro e Paolo.
Dato
a Roma, San Pietro, nell'anno dell'incarnazione di nostro Signore, 1493, il
quattro di maggio, primo anno del nostro pontificato.