Claudio Gatti
Vescovo ordinato da Dio
Vescovo dell'Eucaristia
Io Claudio, ordinato vescovo da N.S.G.C., avendo ricevuto da Dio tutti i poteri, dopo aver lungamente invocato lo Spirito Santo, perché mi guidi, illumini e conforti, e dopo aver pregato insistentemente la Madre dell'Eucaristia, perché mi assista con la sua materna protezione, sicuro di prendere una decisione gradita a Dio Uno e Trino e importante per tutta la Chiesa, ritengo che è giunto il momento di pronunziare il mio giudizio sulle teofanie trinitarie e sulle apparizioni di Gesù, della Madonna, degli angeli e dei santi che Marisa Rossi ha avuto e continua ad avere da molti anni.
Inoltre è mio preciso dovere formulare un giudizio sui numerosi e grandiosi miracoli eucaristici avvenuti nel luogo taumaturgico, a Roma e fuori Roma.
Da circa trent'anni seguo attentamente Marisa Rossi ed affermo davanti a Dio e alla Chiesa di non aver mai riscontrato in lei la più piccola ombra di esaltazione, fanatismo, inganno, mistificazione, autosuggestione, isterismo, come è scritto anche nel giudizio diagnostico emesso da valenti clinici dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" che si può sintetizzare così: "Assenza di patologia neurologica e psichiatrica".
Respingo nel modo più assoluto che nei fenomeni sopra indicati ci sia la presenza o influenza del demonio, perché su di essi, per fugare qualsiasi dubbio, ho recitato preghiere di liberazione ed esorcismi.
Escluso l'inganno umano e la presenza diabolica, bisogna riconoscere come unica alternativa l'origine e la presenza soprannaturale divina.
L'affermazione di Gesù: "Ogni albero buono fa frutti buoni" (Mt 7,17) può essere applicata alle teofanie trinitarie, alle apparizioni di Gesù, della Madonna, degli angeli e dei santi di cui ha goduto Marisa Rossi e ai numerosi e grandiosi miracoli eucaristici, perché hanno causato abbondanti frutti spirituali nelle anime e sorprendenti guarigioni fisiche nei corpi.
Poiché dal lontano 1971 sono stato presente a tutte le teofanie trinitarie e a tutte le apparizioni di Gesù, della Madonna, degli angeli e dei santi, e dal 1995 sono stato testimone oculare dei numerosi miracoli eucaristici, posso esclamare come Giovanni: "Ho visto e ho creduto".
Anche molte persone, presenti alle apparizioni soprannaturali e testimoni dei grandi miracoli eucaristici, da me interrogate, hanno raggiunto la mia stessa conclusione: "Abbiamo visto e abbiamo creduto".
Ciascuno di noi può affermare: "Chi ha veduto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è veritiera, ed egli sa che dice il vero, affinché voi crediate" (Gv 19,35).
Per i motivi esposti e per altri omessi per maggiore brevità decido:
1 - di riconoscere l'origine soprannaturale delle teofanie trinitarie e delle apparizioni di Gesù, di Maria, Madre dell'Eucaristia, degli angeli e dei santi donate da Dio alla veggente Marisa Rossi;
2 - di riconoscere come autentici, degni di fede e oggetto di culto i numerosi e straordinari miracoli eucaristici avvenuti nel luogo taumaturgico, a Roma e fuori Roma che si sono manifestati nei seguenti modi:
a) Il giorno 14 settembre 1995 l'Eucaristia è fuoruscita dal costato di un crocifisso e si è adagiata sulle mani protese di Marisa Rossi. Il giorno 29 giugno 1997 l'Eucaristia, fuoruscita dal costato dello stesso crocifisso, è passata, senza infrangerla, attraverso la teca di vetro messa a protezione e ha terminato il suo volo tra le mani di Marisa.
b) L'Eucaristia è stata trasportata nel luogo taumaturgico da Gesù, dalla Madonna, dagli angeli e dai santi o prelevata dai tabernacoli di chiese vicine e lontane o sottratta alla profanazione o già profanata; in questo caso manifestava bruciature, colpi di corpi contundenti, lacerazioni provocate da pugnali ed altri segni di azioni sacrileghe. L'Eucaristia è stata o consegnata a Marisa Rossi o depositata nel tabernacolo e sull'altare della cappella "Madre dell'Eucaristia" o su statue sacre, sui fiori, su piccole piante e su altri oggetti. Questi miracoli sono talmente numerosi che non è possibile farne l'elenco completo, perché risulterebbe eccessivamente lungo.
c) L'Eucaristia trasportata da Gesù, dalla Madonna, dagli angeli e dai santi ha sanguinato undici (11) volte. Questi straordinari miracoli eucaristici si sono verificati il 6 febbraio 1997, il 21 febbraio 1997, il 27 marzo 1997, il 17 aprile 1997, il 31 maggio 1997, il 22 marzo 1998, il 17 maggio 1998, l'11 novembre 1999, il 16 maggio 2000. L'Eucaristia che aveva sanguinato il 17 maggio 1998 ha sanguinato una seconda volta il 6 giugno 1999 e l'Eucaristia che aveva sanguinato l'11 novembre 1999 ha sanguinato una seconda volta il 18 maggio 2000. Io conservo le ostie che hanno sanguinato due volte, unico caso in tutta la storia della Chiesa, l'ostia che ha sanguinato il 22 marzo 1998 e l'ostia che ha sanguinato il 16 maggio 2000. Queste quattro ostie consacrate e insanguinate sono intatte, non manifestano segni di decomposizione e continuano ad emanare un profumo particolare, andando contro le leggi naturali.
d) L'Eucaristia ha sanguinato durante la santa Messa da me celebrata, subito dopo che avevo pronunciato la formula di consacrazione, alla presenza di numerose persone, il giorno 11 giugno 2000, festa di Pentecoste. Con questo ultimo miracolo eucaristico, definito da Gesù "il più grande di tutta la storia della Chiesa", Dio ha posto il suo sigillo su tutti quelli precedenti. Tutti coloro che si sono comunicati con l'Eucaristia trasportata da Gesù, dalla Madonna, dagli angeli e dai santi hanno testimoniato che nel deglutirla hanno sentito un profumo caratteristico e un calore particolare penetrare in loro. Questi fenomeni sono stati avvertiti per un notevole spazio di tempo.
3 - di permettere ufficialmente il culto della Madre dell'Eucaristia. È riservata al Papa la decisione di estenderlo a tutta la Chiesa.
Raccomando ai fedeli la lettura delle lettere di Dio, perché in esse possono trovare aiuti e stimoli per la crescita della vita spirituale individuale, familiare e comunitaria.
Riaffermo la mia ubbidienza al Papa e la mia unione con i vescovi e i sacerdoti che amano l'Eucaristia e credono che nell'Eucaristia è realmente presente Gesù in corpo, sangue, anima e divinità.
Roma, 14 settembre 2000
Festa dell'esaltazione della Croce
+ Claudio Gatti
Vescovo ordinato da Dio
Vescovo dell'EucaristiaComunicazione in merito all'incontro avvenuto presso il Vicariato di Roma in data 1° aprile 1998, ore 15, tra l'autorità ecclesiastica e Don Claudio Gatti.
Don Claudio Gatti, pur di non rinnegare i miracoli Eucaristici, è stato sospeso a divinis dal Cardinal Vicario Camillo Ruini. L'Arcivescovo Cesare Nosiglia gli ha detto che sarà riammesso all'esercizio delle facoltà del ministero sacerdotale solo dopo che avrà riconosciuto di avere sbagliato nel far adorare le particole consacrate portate da Gesù o dalla Madre dell'Eucaristia nel luogo taumaturgico.
Don Claudio si è trovato a scegliere tra ubbidire a Dio ed accettare i miracoli Eucaristici o ubbidire ai grandi uomini della Chiesa e misconoscere i miracoli Eucaristici. Don Claudio intende presentare ricorso presso il tribunale ecclesiastico di Roma.
Verbale
In data odierna, 1° aprile 1998, nel Palazzo del Laterano, Presidente S.E. Mons. CESARE NOSIGLIA Delegato del Cardinal Vicario, alla presenza del Rev.do Don GIUSEPPE TONELLO, Cancelliere del Vicariato, e del P. PIETRO B. MARTINELLO, Vicario Giudiziale Aggiunto presso il Tribunale Regionale del Lazio, in qualità di notaio, si è presentato il Rev.do Don CLAUDIO GATTI, nato a Roma il 15.7.1938, presbitero incardinato nella diocesi di Roma.
Mons. Nosiglia procede alla lettura della lettera del Cardinal Vicario del 27 marzo 1998, e invita don Gatti a manifestare il suo pensiero e a presentare le proprie osservazioni.
Don Gatti diichiara di affidare la sua difesa a Dio, e contemporaneamente di non accettare in coscienza i decreti che ritiene invalidi perché non rispettosi delle norme giuridiche.
Mons. Vicegerente chiede a Don Gatti che cosa abbia da dire a proposito della celebrazione eucaristica da lui presieduta nella sede di via delle Benedettine 91 in data 8 marzo 1998.
Risponde di aver celebrato con sofferenza enorme, e che nel suo piccolo ha vissuto la lacerazione di Abramo; gli sono state di conforto le parole di Pietro: "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini".
Mons. Vicegerente interroga poi don Claudio a proposito dei riti avvenuti nella medesima sede in data 15 marzo 1998.
Risponde che in quella occasione sono state distribuite ai presenti 160 (centosessanta) particole portate sul luogo da Gesù, dalla Madonna, dagli Angeli e dai Santi. Dichiara che erano sicuramente di varia provenienza, e lo si può dedurre dal fatto che avevano forma e spessore diverso: alcune più piccole, altre più grandi.
Aggiunge: "Sono in coscienza completamente sereno davanti a Dio, che sarà giudice di tutti noi".
Mons. Vicegerente chiede a don Gatti se è disposto a pentirsi di aver celebrato l'Eucaristia "in obbedienza" a pretese indicazioni di carattere soprannaturale e in aperta disobbedienza al precetto dell'Ordinario.
Don Gatti risponde: "Se avessi agito di mia inziativa non avrei difficoltà a riconoscere di aver disubbidito, ma poiché sono sicuro che l'ordine proviene da Dio, con sofferenza - come già detto - e cosciente di espormi a giudizi pesanti e a condanne ingiustificate ho chinato il capo di fronte a Dio. Se è vero, come è vero, che le apparizioni della Madonna sono di origine soprannaturale e che i miracoli eucaristici sono autentici, io non potevo non ubbidire a Dio. Se Dio mette in situazioni difficili, e può permettere anche la morte del giusto, darà certamente la ricompensa in cielo, e forse la riabilitazione in terra dell'innocente ingiustamente condannato".
Mons. Vicegerente chiede se per il futuro don Claudio Gatti ha intenzione di astenersi dalla celebrazione della Santa Messa e di rispettare i decreti circa il divieto di culto eucaristico, che gli sono stati notificati.
Don Gatti risponde: "Per quanto riguarda la celebrazione della Santa Messa, dato che era stata richiesta per una sola volta, non ho nessuna difficoltà a confermare che non verrà mai più celebrata finchè l'autorità ecclesiastica competente e unita al Papa non mi darà la facoltà. Per quanto riguarda i miracoli eucaristici, non potendo esserne il responsabile, non posso dare nessuna garanzia di osservare i decreti, dal momento che molte volte le ostie sono collocate nel tabernacolo o messe direttamente sull'altare prima che il sottoscritto se ne renda conto in quanto sono coloro che entrano in chiesa a percepire queste presenze miracolose e ad avvertirne il sacerdote. Concludo dicendo che rispetto gli ordini purchè non violentino la mia coscienza, dove può entrare solamente Dio".
Roma, 1° aprile 1998.
F.to
Don Claudio Gatti
Mons. Cesare Nosiglia
Don Giuseppe Tonello
Pietro B. Martinello, notaio
CIRCA IL "MOVIMENTO IMPEGNO E TESTIMONIANZA MADRE DELL'EUCARISTIA" PRESENTE NELLA DIOCESI DI ROMA
Da diversi anni opera in Roma un gruppo denominato "Movimento Impegno e Testimonianza - Madre dell'Eucaristia" animato da un sacerdote del clero diocesano, Don Claudio Gatti, e dalla presunta veggente Marisa Rossi. Scopo precipuo del Movimento è quello di diffondere asserite rivelazioni mariane alla Rossi, avvalorate da supposti fatti taumaturgici collegato con il culto eucaristico. Il Movimento è presente anche fuori Roma ma in forme molto marginali.
Fin dal 1994 sono intervenuto vietando a Don Gatti di celebrare l'Eucaristia e di presenziare o presiedere ad ogni atto di culto eucaristico e di culto pubblico in genere nell'oratorio ubicato presso la sede del Movimento.
Dopo successivi ammonimenti, risultati peraltro inefficaci, con decreto in data 6 marzo 1998, n. 251/98 ho ribadito il divieto, di cui sopra, avvertendo Don Gatti che in caso di ulteriore inosservanza delle disposizioni impartite sarebbe incorso nella censura della sospensione latae sententiae con la conseguente proibizione di porre atti connessi con la potestà di ordine, ai sensi dei cann. 1334, § 2, 1319 e 1331, § 1, n. 1°.
Contro il decreto Don Gatti ha presentato ricorso alla Congregazione per il clero. La medesima Congregazione con decreto in data 4 luglio 1998 n. 98001404 ha respinto il ricorso; ha confermato "la decisione dell'Em.mo Cardinale Vicario quanto al merito e quanto alla legittimità"; ha imposto al ricorrente di "ottemperare alle disposizioni che gli verranno impartite […] recedendo dalla contumacia, dando segni di ravvedimento e di penitenza".
Avendo convocato Don Gatti per dar seguito agli adempimenti richiesti dalla Congregazione per il clero, persistendo la sua contumacia aggravata dalla dichiarazione resa dal medesimo di "interrompere […] qualsiasi rapporto e dialogo, finché non verranno ritirati i decreti promulgati contro di noi e che Dio ha dichiarato nulli, invalidi, illegittimi", con decreto in data 22 ottobre 1998, n. 1263/98 ho intimato all'interessato copia del decreto della Congregazione per il clero ai sensi del can. 56; ho dichiarato che egli era effettivamente incorso nella sospensione latae sententiae; ho imposto il divieto a porre atti connessi con la potestà di ordine fino a nuova disposizione; ho fatto presente che l'inosservanza delle disposizioni comunicate è passibile di ulteriori sanzioni penali a norma del can. 1326, §, n. 1°; ho disposto la pubblicazione sulla "Rivista diocesana di Roma" di una nota di S. E. Mons. Cesare Nosiglia, Vicegerente di Roma, con la quale dare divulgazione al decreto al fine di tutelare il bene spirituale dei fedeli.
I provvedimenti penali tuttavia non hanno fermato l'attività di Don Gatti, il quale, dichiaratosi frattanto "vescovo ordinato da Dio - vescovo dell'Eucaristia", ha aperto un sito Internet e ha cercato di diffondere il Movimento e le sue attività in altre Diocesi (Bologna, Chiavari, Vicenza), determinando immediati interventi dei rispettivi Vescovi, uno dei quali ha fatto proprie le sanzioni da me decise.
Del caso si è interessata recentemente anche la Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale, "attesa la notevole pubblicità che il Rev. Gatti ha dato e continua a dare" alle presunte rivelazioni e ai supposti prodigi, ha ravvisato l'opportunità di "rendere noti i provvedimenti adottati nei confronti del Rev. Claudio Gatti e del suo Movimento, in tutto il territorio nazionale" attraverso un comunicato ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana.
Tanto si rende noto per opportuna conoscenza e per l'adozione di eventuali provvedimenti a tutela del bene spirituale dei fedeli.
Roma, 12 gennaio 2001
Camillo Card. Ruini
Presidente
Lettera mandata, ubbidendo alla Madonna, l'8 aprile 2001 dal Vescovo Claudio Gatti ai Cardinali e Vescovi d'Italia e del Vaticano, per difendere l'Eucaristia e servire la verità
Reverendissimo e carissimo fratello Vescovo,
le scrivo per impedirle di trarre conclusioni sbagliate dopo aver letto il comunicato ufficiale della C.E.I. "circa il Movimento Impegno e Testimonianza - Madre dell'Eucaristia" firmato dal Card. Ruini e datato 12 gennaio 2001.
La Madonna ha annunciato alla veggente Marisa Rossi: "L'Eucaristia, sacramento d'unione, diventerà causa di divisione" e aveva precedentemente detto ai tre pastorelli a Fatima: "La Chiesa si spaccherà in due: da una parte e dall'altra ci saranno sacerdoti, vescovi e cardinali che si combatteranno con molto accanimento".
Quindi la causa della futura divisione della Chiesa sarà l'Eucaristia che da alcuni ecclesiastici sarà amata e adorata e da altri negata e combattuta.
Questo è il terzo segreto di Fatima? Ora non è il momento di parlarne.
L'intera contesa tra il presidente della C.E.I. e me, vescovo ordinato da Dio, ruota intorno al culto da attribuire all'Eucaristia che ha versato sangue e ad altri numerosi miracoli eucaristici.
Fino a poco tempo fa questa contesa era ristretta al Card. Ruini e al sottoscritto, ora invece si è allargata fino a coinvolgere tutti i vescovi d'Italia.
Infatti, poiché il Card. Ruini ha firmato il comunicato come presidente della C.E.I. e ha presentato tale documento come "comunicato ufficiale della C.E.I.", questo significa che tutti i vescovi italiani mi hanno condannato, perché ho adorato l'Eucaristia che ha sanguinato durante la S. Messa da me celebrata e attribuito il dovuto culto agli altri numerosi miracoli eucaristici.
Mi auguro comunque di avere motivo di pensare che anche nel mio caso sia avvenuto ciò che ha dichiarato il 7 marzo 2001 al Corriere della Sera Mons. Giuseppe Casale, vescovo emerito di Foggia: "Le riunioni dei consigli permanenti e le assemblee della C.E.I. si risolvono in una prolusione-monologo del Card. Ruini che, come professore, fa la sua lezione, alla quale si fanno solo osservazioni di cortesia: non c'è un dibattito serio né il confronto delle opinioni e spesso, rinviando tutto al consiglio, l'assemblea si decapita".
Sono costretto quindi, per amore della verità e per difendere l'Eucaristia, a rivolgermi a tutti i vescovi d'Italia per dare la mia versione dei fatti, in quanto il comunicato ufficiale della C.E.I. è pieno di menzogne e manipolazioni della verità.
Io amo e non temo il potente Card. Ruini e so che Dio è Onnipotente e interverrà al momento opportuno per mostrare chi è nella verità.
Il Card. Ruini ha definito Marisa Rossi "presunta veggente". Ebbene, poiché il C.I.C. proibisce al giudice di formulare presunzioni (can. 1586), io mi chiedo: come è arrivato il suddetto cardinale a definire Marisa Rossi "presunta veggente" senza aver svolto su di lei gli accertamenti richiesti, le indagini necessarie e gli interrogatori dovuti?
I membri della commissione, nominata dal Card. Vicario, hanno incontrato Marisa Rossi una sola volta e durante l'interrogatorio hanno mostrato: impostazione aggressiva, acriticità nelle affermazioni, plagio, calunnia, manipolazione, estorsione di affermazioni e contraddizioni, andando palesemente contro il can. 1564.
Inoltre hanno offeso Marisa Rossi chiamandola "eretica, indemoniata, sacrilega" ed hanno gravemente mancato alla carità e al can. 220. Infine non hanno redatto nessun verbale dell'interrogatorio come prescrive il can. 1569; per questo motivo Mons. Nosiglia, presidente della commissione, interrogato da me alla presenza dei commissari, ha dichiarato nullo questo unico interrogatorio.
A questo punto è lecito domandarsi: su cosa poggia il giudizio del Card. Ruini circa Marisa Rossi? Sul nulla, perché nulla ha fatto di quanto stabilito dal C.I.C. e dalla prassi della Chiesa.
Quindi il Card. Ruini ha abusato del suo potere.
Affrontiamo ora il delicato argomento dei "supposti fatti taumaturgici collegati con il culto eucaristico".
Ogni volta che ho comunicato al Vicariato di Roma gli eventi miracolosi eucaristici, il Card. Vicario e i suoi collaboratori li hanno sempre liquidati, senza fare indagini e interrogatori, come: effetti di patologia religiosa, fenomeni da baraccone, conseguenza di interventi diabolici. Diverse volte, personalmente e per iscritto, ho chiesto al Card. Ruini di mandare esperti ed esorcisti per valutare i miracoli eucaristici e mi ha sempre dato risposte negative, "perché non ne ravvedeva la necessità".
Io stesso ho portato in Vicariato un'ostia insanguinata per farla esaminare e Mons. Nosiglia mi ha ordinato: "Butta via quel pezzo di pane insanguinato", ordine che non ho eseguito per non andare contro la mia coscienza e per non incorrere nella scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica (can. 1367).
Io e molte persone siamo testimoni di moltissimi miracoli eucaristici.
Gesù e la Madonna hanno trasportato nel luogo taumaturgico, così Gesù ha definito la nostra casa, centinaia di particole consacrate o profanate o sottratte alla profanazione o prese in chiese, dove l'Eucaristia non era amata dai sacerdoti e dai laici. Queste ostie, depositate nel tabernacolo o sull'altare in Chiesa e sui fiori o immagini sacre in casa sono state date in comunione a coloro che partecipavano ai nostri incontri di preghiera. Tutti coloro che le hanno ricevute sono pronti a testimoniare che le ostie portate da Gesù e dalla Madonna emanavano un profumo particolare e sprigionavano un gradevole calore, che si avvertiva quando venivano introdotte in bocca.
Alcune delle ostie trasportate da Gesù e dalla Madonna hanno sanguinato alla nostra presenza. Noi conserviamo quattro ostie insanguinate che a distanza di anni sono ancora perfettamente conservate e il cui sangue non è andato soggetto a decomposizione. Due di queste ostie hanno sanguinato più volte a distanza di mesi, questo fatto è unico nella storia della Chiesa. Inoltre abbiamo un corporale e un cuscinetto bagnati dal sangue fuoruscito da ostie trasportate dal Sommo ed Eterno Sacerdote.
Sono avvenuti anche miracoli eucaristici di altro genere. Alla presenza di molte persone un'ostia è fuoruscita dal costato di un crocifisso, è passata attraverso il vetro della teca, messo a protezione, e si è depositata sulle mani di Marisa Rossi.
Diverse volte si è verificata la moltiplicazione dell'Eucaristia nelle mie mani; con poche particole, portate dalla Madre dell'Eucaristia, ho dato la S. Comunione a circa duecento persone.
Il Vicariato, di fronte al ripetersi dei grandi miracoli eucaristici, senza mai interrogare i testimoni di questi miracoli né fare indagini, ha reagito sommergendomi di decreti che contenevano l'ordine di astenermi "dal compiere atti di culto eucaristico e di culto pubblico in genere in occasione o in conseguenza di presunte apparizioni di ostie" e la minaccia di sospendermi a divinis, se avessi disubbidito.
Il Card. Ruini, attraverso Mons. Nosiglia, è arrivato al famigerato ricatto: "Se neghi che quelle ostie, anche quelle insanguinate, siano Eucaristia e che ti sei ingannato e hai ingannato, perché sono opera del demonio, non ti sospenderemo". Era troppo, perché se avessi accettato, oltre che incorrere nella scomunica, avrei peccato contro lo Spirito Santo, per aver attribuito al demonio ciò che è opera di Dio.
Ho risposto: "Fate quello che volete. Preferisco essere sospeso a divinis che profanare l'Eucaristia".
Quindi il vero motivo per cui il Card. Ruini mi ha sospeso a divinis non è perché ho celebrato la S. Messa contro un suo ordine, che purtroppo non ha tenuto conto che Cristo mi aveva ordinato di celebrare, ma perché non ho ceduto al suo ricatto.
Gesù ha detto cha la sospensione a divinis "è illecita, illegittima e nulla" e per dimostrare che ero perfettamente a posto di fronte alla Chiesa e per altri motivi che sono esposti nel libro "Tu sei Vescovo ordinato da Dio, Vescovo dell'Eucaristia", mi ha dato la pienezza del sacerdozio.
Quando il 20 giugno 1999 il Signore mi ha ordinato vescovo, ho pianto e tremato, perché ero perfettamente cosciente a quale nuova feroce persecuzione, da parte degli uomini della Chiesa, sarei andato incontro.
Io non volevo essere ordinato vescovo, ma il Signore non mi ha concesso la facoltà di scegliere se essere o non essere vescovo né mi ha chiesto il permesso di ordinarmi vescovo. Quando Gesù ha ordinato Pietro e gli altri apostoli vescovi non ha imposto loro le mani sul capo, non ha recitato nessuna formula di consacrazione, non ha compiuto nessun rito, ma ha manifestato la sua volontà e dato un ordine: "Fate questo in memoria di me" (Lc 22,14). Anche con me il Signore si è comportato nello stesso modo.
"Ti ordino Vescovo, ti do la pienezza del sacerdozio e ti do tutti i poteri", così ha detto Gesù, mentre io piangevo e soffrivo.
Ho detto sì a Dio e gli uomini della Chiesa mi hanno infilzato.
Eppure Gesù è il Fondatore e il Capo della Chiesa, è il Sommo ed Eterno Sacerdote, perché "ha un sacerdozio non transitorio" (Eb 7,24).
Gesù non è il Capo emerito della Chiesa, come diversi ecclesiastici vorrebbero, non ha abdicato al suo ruolo di capo e, senza chiedere il permesso a nessuno, può rimettere i peccati, consacrare l'Eucaristia e ordinare i vescovi. Dio può tutto, a Dio nulla è impossibile. Chi sostiene che Dio non può ordinare un vescovo pecca gravemente e dimostra di ignorare la Sacra Scrittura.
Gesù ha unito l'Eucaristia e il sacerdozio, istituendo i due sacramenti nell'Ultima Cena.
Gesù ha unito il mio episcopato e i miracoli eucaristici, e ha messo il suo sigillo sull'uno e sugli altri il giorno 11 giugno 2000, festa di Pentecoste, quando ha operato l'ultimo grande miracolo eucaristico, alla presenza di oltre cento persone.
Avevo appena ultimato di recitare la formula di consacrazione del pane, quando dall'ostia ha cominciato a fuoruscire il sangue.
Per me il tempo si è fermato. Ero piegato sull'ostia che stringevo tra le mie mani e fissavo il sangue divino che si diffondeva su buona parte della sua superficie. Sono rimasto immobile per un tempo che ai presenti è sembrato interminabile, perché pensavano che mi sentissi male, in quanto sul mio volto si alternavano un pallore impressionante e un forte rossore.
Quando mi sono un po' ripreso, ho elevato lentamente l'ostia. Tra i presenti si è creata molta emozione, ma tutto si è svolto in un clima di profondo raccoglimento e viva emozione. Mentre abbassavo la mia ostia macchiata di sangue, ho visto sulla patena altre due ostie grandi che, come dirà successivamente la Madre dell'Eucaristia, erano state sottratte alla profanazione e portate nel luogo taumaturgico, perché "il Vescovo, la veggente e i membri della comunità amano moltissimo l'Eucaristia e sono pronti a dare la vita per difenderla".
Dopo aver recitato la formula di consacrazione del vino e fatta l'elevazione del calice, ho preso la patena che conteneva l'ostia da me consacrata macchiata di sangue e le altre due ostie sottratte alla profanazione e sono passato lungo i banchi della chiesa, perché i fedeli potessero vederle in maniera ravvicinata, constatare la veridicità del fatto miracoloso, percepire il profumo che emanava dall'ostia macchiata di sangue per testimoniare un domani l'avvenuto miracolo.
Il Signore avrebbe operato un miracolo eucaristico così grande nelle mie mani se io non fossi vescovo, e fossi un impostore?
Chi nega che l'ostia consacrata da me sia vera Eucaristia e afferma che il sangue fuoruscito da questa ostia sia effetto di un intervento diabolico, pecca contro lo Spirito Santo, profana l'Eucaristia ed incorre nella scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica (can. 1367).
Poiché nel comunicato ufficiale della C.E.I., datato 12 gennaio 2001 e posteriore al miracolo eucaristico dell'11 giugno 2000, il Card. Ruini continua a parlare di "supposti fatti taumaturgici collegati con il culto eucaristico", io chiedo al presidente della C.E.I. se riconosce che l'ostia da me consacrata è vera Eucaristia e che la fuoruscita del sangue dall'ostia consacrata è opera di Dio.
Se dice sì, deve riconoscere l'origine soprannaturale del miracolo eucaristico, perché il demonio non ha potere sull'Eucaristia, e di conseguenza di tutti i precedenti miracoli eucaristici.
Se dice no, profana l'Eucaristia, pecca contro lo Spirito Santo ed incorre nella scomunica latæ sententiæ riservata alla Sede Apostolica (can. 1367).
Ora non è più in discussione la mia persona, ma il mistero eucaristico, del quale i vescovi sono custodi.
Poiché il Card. Ruini, secondo il suo stile, non risponderà alla mia domanda, ma cercherà con altri modi di ridurmi al silenzio, è dovere di ogni vescovo chiedere spiegazioni al presidente della C.E.I. sul suo atteggiamento di fronte al miracolo eucaristico avvenuto durante la S. Messa da me celebrata.
Ricordi ciò che ha detto Cristo: "Chiunque si dichiarerà per me dinanzi agli uomini, anch'io mi dichiarerò per lui dinanzi al Padre mio che è nei cieli; chiunque, invece, mi avrà rinnegato dinanzi agli uomini, anch'io lo rinnegherò dinanzi al Padre mio che è nei cieli" (Mt 10,32).
Riaffermo la mia comunione con il Papa e con i Vescovi che amano, adorano e credono nell'Eucaristia.
La Madre dell'Eucaristia protegga la Chiesa Italiana.
Cordiali saluti.
Roma, 8 aprile 2001
Domenica delle Palme
+ Claudio Gatti
Vescovo Ordinato da Dio
Vescovo dell'Eucaristia