LA PASQUA DI MARIA DI MAGDALA
di Maria Grazia Bondesan

Anno A - 31 marzo 2002 - Domenica si Pasqua
(At 10, 34.37-43; Sal 117; Col 3,1-4; Gv 20,1-9)

 Questo racconto del capitolo 20 del Vangelo di Giovanni, intitolato "La tomba vuota", è il primo dei "quadri" che, con gli occhi della fede, ci testimoniano il lungo e faticoso cammino vissuto dai discepoli e dalle discepole per accettare, in un primo momento, la morte in croce di Gesù e per poi cercare di elaborare, pian piano, la consapevolezza che Dio non aveva abbandonato il profeta di Nazareth nella morte, ma gli aveva donato una vita nuova presso di Sé. Inoltre essi dovevano capire che i messaggi di liberazione e di amore e le opere che Gesù aveva compiuto non potevano restare solo nei loro cuori, ma dovevano essere annunciati al mondo intero.
Non deve essere stato semplice per il gruppo dei discepoli e delle discepole…! Chissà quante lacrime versate insieme, ma anche quante tensioni. Leggiamo alcuni stralci del racconto con questi "occhi":
- Nei loro cuori certamente regnava lo sconforto e l’angoscia: "Era ancora buio…" (Gv 20,1).
- In un primo momento era necessario fare i conti con l’assenza del maestro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto" (Gv 20,2).
Quanti tentativi saranno stati compiuti prima di riuscire a costruire una comunità un po' stabile: "Chinatosi vide le bende, ma non entrò... Giunse intanto Simon Pietro che lo seguiva e vide le bende per terra e il sudario... Allora entrò anche l’altro discepolo... vide e credette". Il Vangelo di Giovanni è l’unico a narrare la presenza di Simon Pietro e dell’altro discepolo, a cui Gesù voleva bene, presso il sepolcro.
Penso che il ruolo di Maria di Magdala nella nascita delle prime comunità cristiane sia stato fondamentale, tanto che di lei parlano anche i Vangeli di Marco e di Matteo. Nel racconto di Giovanni, Maria è nominata per prima ed è lei che invita al sepolcro gli altri due discepoli.
Ma entriamo un po’ nel vivo del racconto...
Chissà cosa aveva nel cuore Maria quel mattino, chissà quanta angoscia e sofferenza tormentavano la sua anima…!
Maria di Magdala era stata "‘guarita" da sette demoni dal profeta di Nazareth, cioè, tramite Gesù, aveva ritrovato la fiducia in se stessa e negli altri, era diventata probabilmente un punto di riferimento per altre donne della Galilea che avevano capito il nuovo messaggio di liberazione… e ora si ritrovava di fronte ad un sepolcro vuoto. Non c’era neanche più il corpo del Maestro che poteva consolarla, era sparito!
Allora Maria, ritrovate le energie che credeva di aver perso con le lacrime, va a condividere questa sua angoscia con Pietro e con l’altro discepolo.
A questo punto Maria sparisce di scena; essa viene occupata dai due uomini che arrivano in tempi diversi al sepolcro: non riescono neanche ad arrivare insieme, non sanno aspettarsi, ma ciascuno vive a modo proprio l’incontro con la morte. Solo dopo l’esperienza forte del sepolcro vuoto riescono a tornare a casa, forse, insieme, cioè a condividere, come aveva fatto Maria, emozioni e dolore.
Il sepolcro, la tomba, il corpo, la pietra, tutto parla a Maria della fine di ogni speranza: il cammino della presa di coscienza di se stessa, che le aveva donato la libertà interiore, che le aveva spalancato gli occhi alla luce, con la morte del suo "Rabbunì" era finito. Anche il suo corpo, che pian piano era ritornato a vivere, sarebbe stato ancora in preda alle forze della morte. Maria è disperata perché capisce che, con Gesù, anche lei era morta. Mi piace questa donna che ama la vita "piena" e che, come ama la vita, sente forte su di sé il pericolo di lasciarsi di nuovo avvolgere dalle forze della morte che, con le sue bende e il suo sudario, è sempre pronta a farci ritornare nel sepolcro delle nostre chiusure mentali, delle nostre angosce, del nostro egoismo.
Ma, per fortuna, il racconto dei versetti successivi ci apre alla speranza: Maria capisce che Dio spezza le catene della morte e che il messaggio, i gesti, compiuti da Gesù ci doneranno sempre la forza di trasformare un sepolcro in un giardino fiorito.