L'AMORE, IL SENSO UNICO DELLA VITA
di Elisabeth Green*

* Teologa specializzata in teologia femminista. Ha svolto un lavoro pastorale nelle chiese battiste del Sud d'Italia; ora è libera docente in ambito ecumenico. Pubblicazioni: "Dal silenzio della parola", "Teologia femminista e "Lacrime amare". "Il cristianesimo e la violenza contro le donne", tutti editi dalla Claudiana (1992, 1998, 2000)

Anno A - 28 aprile 2002 - V Domenica di Pasqua
(At 6,1-7; Sal 32; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12)

La domanda di Tommaso, "Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?", reitera la domanda di Simon Pietro: "Signore, dove vai?" (13,36) e anticipa la richiesta di Filippo, "Mostraci il Padre e ci basta". Essa fa trasparire qualcosa dell'ansia e dell'insicurezza dei discepoli davanti a un Gesù che se ne va e un Gesù che non riesce a dare ragione del suo andarsene. Gesù, già dall'inizio del capitolo tredici, è conscio "che era venuta per lui l'ora di passare da questo mondo al Padre", ma ora deve trasmettere questo fatto ai suoi seguaci. Ci vorranno tre capitoli delle ripetizioni, allusioni, circonlocuzioni care a Giovanni, perché i discepoli comincino a capire e nessuno più domandi a Gesù "Dove vai?" (16,5). Solo dopo aver giocato tutte le sue carte e quando la fine inesorabilmente si avvicina, solo quando i soldati romani si sono già messi in marcia per arrestarlo, allora Gesù si scopre, smette di velare le sue parole e dichiara senza troppi equivoci: "Sono venuto dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio il mondo, e torno al Padre" (16,29).
Finalmente i discepoli ricevono la risposta alle loro domande e perplessità. Finalmente capiscono: "Ecco adesso tu parli apertamente, e non usi similitudini. Ora sappiamo che sai ogni cosa e non hai bisogno che alcuno ti interroghi" (16,30). Sono le ultime parole pronunciate dai discepoli prima che Gesù venga trascinato via e condotto davanti al sommo sacerdote. Le ultime parole in assoluto da parte dei discepoli prima della crocifissione. Mostrano che al centro del loro interrogare non c'è solo la curiosità sul destino di Gesù ma anche sulla sua origine. Finalmente sono venuti al capo della loro sequela: "Perciò crediamo che sei uscito da Dio".
Ma c'è di più. È evidente che le parole di Gesù non riguardano lui soltanto ma riguardano le donne e gli uomini che lo circondano. In altre parole, il destino di Gesù diventa d'importanza esistenziale anche per i discepoli: "Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me". Il destino di Gesù coinvolge il destino di chi lo segue, perciò l'insistenza di Simon Pietro, di Filippo, di Giuda, di Tommaso e di tutti coloro che perplessi chiedono: "Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?". "Non sappiamo dove sei, come facciamo a raggiungerti?".
Nell'ora di Gesù si gioca anche la nostra ora... Come andare a Dio? E come comprendere la risposta che Gesù ci offre: "Io sono la via… nessuno viene al Padre se non per mezzo di me"? In mezzo all'immensa offerta religiosa, qual è la via che Gesù propone? Un unico candidato si presenta come risposta: l'amore.
È la risposta che Gesù ha già anticipato verso l'inizio del suo discorso: "come io ho amato voi, anche voi amatevi gli uni gli altri", (13,34). E viene confermata dal capitolo centrale dello stesso: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato" (15,12.) Non, o così sembra, un amore qualsiasi, ma un amore radicale, sovversivo, capace - come mostra Gesù lavando i piedi ai discepoli - di rovesciare ordini consolidati, di intaccare strutture consuete, di capovolgere lo stato normale delle cose, di fare addirittura dimenticare, come a Pietro, la stessa grammatica dell'esistenza: "Tu, Signore, lavare i piedi a me?". Come diceva Bonhoeffer, non un amore a buon mercato, ma un amore costoso il quale entrando nel mondo scuote, crea incomprensione, opposizione, difficoltà, dolore, persino morte. "Come possiamo conoscere la via?", chiede Tommaso. Non certamente dicendo "Signore, Signore", non definendo fino al millesimo i contenuti della fede, ma semplicemente, cocciutamente, facendo nostra la via cruciforme di Gesù.