* Teologa specializzata
in teologia femminista. Ha svolto un lavoro pastorale nelle
chiese battiste del Sud d'Italia; ora è libera docente
in ambito ecumenico. Pubblicazioni: "Dal silenzio della
parola", "Teologia femminista e "Lacrime amare". "Il cristianesimo
e la violenza contro le donne", tutti editi dalla Claudiana
(1992, 1998, 2000)
Anno A - 28 aprile 2002 - V Domenica
di Pasqua
(At 6,1-7; Sal 32; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12)
La domanda di Tommaso, "Signore,
non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?",
reitera la domanda di Simon Pietro: "Signore, dove vai?"
(13,36) e anticipa la richiesta di Filippo, "Mostraci il
Padre e ci basta". Essa fa trasparire qualcosa dell'ansia
e dell'insicurezza dei discepoli davanti a un Gesù
che se ne va e un Gesù che non riesce a dare ragione
del suo andarsene. Gesù, già dall'inizio del
capitolo tredici, è conscio "che era venuta per lui
l'ora di passare da questo mondo al Padre", ma ora deve
trasmettere questo fatto ai suoi seguaci. Ci vorranno tre
capitoli delle ripetizioni, allusioni, circonlocuzioni care
a Giovanni, perché i discepoli comincino a capire
e nessuno più domandi a Gesù "Dove vai?" (16,5).
Solo dopo aver giocato tutte le sue carte e quando la fine
inesorabilmente si avvicina, solo quando i soldati romani
si sono già messi in marcia per arrestarlo, allora
Gesù si scopre, smette di velare le sue parole e
dichiara senza troppi equivoci: "Sono venuto dal Padre e
sono venuto nel mondo; ora lascio il mondo, e torno al Padre"
(16,29).
Finalmente i discepoli ricevono la risposta alle loro domande
e perplessità. Finalmente capiscono: "Ecco adesso
tu parli apertamente, e non usi similitudini. Ora sappiamo
che sai ogni cosa e non hai bisogno che alcuno ti interroghi"
(16,30). Sono le ultime parole pronunciate dai discepoli
prima che Gesù venga trascinato via e condotto davanti
al sommo sacerdote. Le ultime parole in assoluto da parte
dei discepoli prima della crocifissione. Mostrano che al
centro del loro interrogare non c'è solo la curiosità
sul destino di Gesù ma anche sulla sua origine. Finalmente
sono venuti al capo della loro sequela: "Perciò crediamo
che sei uscito da Dio".
Ma c'è di più. È evidente che le parole
di Gesù non riguardano lui soltanto ma riguardano
le donne e gli uomini che lo circondano. In altre parole,
il destino di Gesù diventa d'importanza esistenziale
anche per i discepoli: "Quando sarò andato e vi avrò
preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò
presso di me". Il destino di Gesù coinvolge il destino
di chi lo segue, perciò l'insistenza di Simon Pietro,
di Filippo, di Giuda, di Tommaso e di tutti coloro che perplessi
chiedono: "Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo
sapere la via?". "Non sappiamo dove sei, come facciamo a
raggiungerti?".
Nell'ora di Gesù si gioca anche la nostra ora...
Come andare a Dio? E come comprendere la risposta che Gesù
ci offre: "Io sono la via… nessuno viene al Padre se non
per mezzo di me"? In mezzo all'immensa offerta religiosa,
qual è la via che Gesù propone? Un unico candidato
si presenta come risposta: l'amore.
È la risposta che Gesù ha già anticipato
verso l'inizio del suo discorso: "come io ho amato voi,
anche voi amatevi gli uni gli altri", (13,34). E viene confermata
dal capitolo centrale dello stesso: "Questo è il
mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come
io vi ho amato" (15,12.) Non, o così sembra, un amore
qualsiasi, ma un amore radicale, sovversivo, capace - come
mostra Gesù lavando i piedi ai discepoli - di rovesciare
ordini consolidati, di intaccare strutture consuete, di
capovolgere lo stato normale delle cose, di fare addirittura
dimenticare, come a Pietro, la stessa grammatica dell'esistenza:
"Tu, Signore, lavare i piedi a me?". Come diceva
Bonhoeffer,
non un amore a buon mercato, ma un amore costoso il quale
entrando nel mondo scuote, crea incomprensione, opposizione,
difficoltà, dolore, persino morte. "Come possiamo
conoscere la via?", chiede Tommaso. Non certamente dicendo
"Signore, Signore", non definendo fino al millesimo i contenuti
della fede, ma semplicemente, cocciutamente, facendo nostra
la via cruciforme di Gesù.
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