NON ABBIATE PAURA
di Maria Del Vento
della Comunità Cristiana di Base di Pinerolo

Anno A - 19 maggio 2002 -Pentecoste
(At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3-7.12-13)

Gesù era morto da pochi giorni e quelli che lo avevano seguito non potevano farsi vedere in giro come prima. I discepoli avevano bisogno di incontrarsi, di raccontarsi quello che stava succedendo dopo la morte di Gesù e per questo si erano riuniti e stavano a porte chiuse per paura.
E non era solo paura. Erano disperati per aver perso Gesù. Ma Gesù è risorto, Maria di Magdala lo ha visto, gli ha parlato. Eppure non sembra loro possibile. Gesù viene a rassicurarli: "Pace a voi" (vv.19 e 21). Come per dire: "Siate sereni, non abbiate paura: Dio è con voi". Anche quando le porte sono chiuse, quando le possibilità di cambiamento sembrano nulle, se vi affidate a Dio la partita non è mai chiusa e può riaprirsi ad ogni istante della vostra vita.
È così anche per noi, è solo Dio che, attraverso Gesù e in mille modi, cerca i nostri cuori e vuole riaprire un dialogo con noi. Gesù ha sempre contato sulla compagnia di Dio e continua a parlare di Dio a quelli che sono stati i suoi amici, vuole che continuino a portare avanti quello che aveva dato il senso a tutta la sua vita. Il v. 22 ci dice "alitò su di loro": a noi poco importa la forma descritta, ma questo Spirito di Dio, presenza-forza impalpabile per noi, è certamente colui che guida il cammino di ciascuno.
La divina Sophia (Sapienza), questa Sophia-Spirito di Dio (come dice la teologa Elisabeth Schüssler Fiorenza nel libro "In memoria di lei"), è lei che ci cerca, ci trova, offrendo conoscenza e salvezza a coloro che l'accettano: "La divina Sophia è il Dio d'Israele nel linguaggio e nella Gestalf (figura) della dea. Sophia è chiamata sorella, moglie, madre, amata e maestra; è la guida sul cammino, colei che predica in Israele".
Come per i discepoli allora, anche per noi oggi è difficile sentire l'azione di Dio, in un tempo in cui tutto sembra andare nella direzione opposta a quello che Gesù ha cercato di realizzare, sembra andare contro la realizzazione del regno di Dio. Oggi ci sono guerre, aggressioni, violenze, discriminazioni sessuali, democrazia a rischio, libertà negate; ma, proprio come diceva Gesù, le possibilità non sono mai chiuse, se guardiamo bene possiamo trovare tanti segni di speranza, tante persone che ci fanno sentire che Dio, Spirito-Sophia, è presente ed agisce con noi; le testimonianze sono tante: i soldati Israeliani che obiettano agli ordini di combattere…, il movimento no-global che chiede un mondo più giusto per tutti/e..., le donne afghane che organizzano la scuola per le bambine…, non sono che alcuni segnali che Dio non abbandona mai le sue figlie e i suoi figli, che possiamo sentire la Sua compagnia, che va cercata in noi, nella misura in cui siamo disposti e disposte ad accettare di far nostra l'esperienza di Gesù.
Ancora un pensiero sul v. 23, dove ai discepoli viene data l'autorità di rimettere i peccati. Sappiamo bene che il bisogno di perdono è un'esigenza comune, noi non abbiamo bisogno solo del perdono di Dio, ma abbiamo bisogno anche del perdono dei fratelli e sorelle, ed abbiamo bisogno di imparare che, come è necessario perdonare gli altri, così è importante perdonare noi stessi, perché non possiamo stare in relazione con gli altri se non siamo in pace con noi stessi; e quale pace migliore possiamo trovare se non quella del perdono personale?
Perdonare e perdonarsi è un'esperienza bella e rinnovatrice, la reciprocità del perdono è anche l'invito alla pratica delle relazioni accoglienti di Gesù, perdonare è anche e soprattutto dare la possibilità di cambiare, di ricominciare, ed è sorella del perdono la compagnia che si può fare a chi sceglie di iniziare un nuovo cammino, una nuova vita.
Se riusciamo a far sì che la pratica del perdono diventi quotidianità, possiamo sperimentare che la forza del perdono ci porta ad entrare in una vita nella quale siamo riconciliati con Dio, riconciliati con noi stessi, riconciliati come sorelle e fratelli e, se apriamo il cuore alla Sophia e ci facciamo condurre, allora potremo dire che un altro mondo è davvero possibile e forse sta già nascendo.