UN DIO CHE MI PRENDE PER MANO
di Maria Grazia Bondesan
della Comunità di Base di Pinerolo
Anno A - 26 maggio 2002 - Festa della Trinità
(Es 34,4-6.8-9; Cant. Dn 3,52-56; 2Cor 13,11-13; Gv 13,16-18)
Questi versetti sono inseriti
nel III capitolo in cui la comunità giovannea ci
narra l'incontro di Gesù con Nicodemo. In questo
capitolo si riflette sulla conversione, come viene chiamata
da Gesù "Rinascere dall'alto".
I versetti 16-18 ci propongono di riflettere in particolare
sul rapporto di Dio con il mondo, cioè con tutte
le sue creature.
Gesù ci annuncia che Dio ama il mondo!
Questo annuncio cambia totalmente l'immaginario del Dio
giudice e severo che impassibile sta al di sopra di tutti
e di tutto.
Per troppo tempo sono vissuta con nel cuore la paura di
Dio, della sua punizione, del Suo sguardo pronto a cogliermi
in fallo ogni momento.
Che gioia è stata per me scoprire in un cammino di
fede comunitario l'immagine del Dio che è Amore.
Egli desidera che io viva una vita piena e felice, cioè
che sia una donna che prende in mano la propria vita, realizzando
se stessa, nella condivisione con gli altri/e...
L'immagine di Dio che ci invita a diventare persone libere
e liberanti mi aiuta a cambiare l'impostazione della mia
vita, nel senso che ogni volta che tendo a "chiudermi" negli
schemi che la società della globalizzazione ci impone,
anche se molto dolcemente, posso riflettere e capire che
quella non è volontà di Dio, ma del "potere"
che pretende da noi donne, specialmente, l'adeguamento ai
modelli proposti/imposti.
Il Dio che ama mi fa pensare che sia per me come una Madre,
come un Amante, come un Amico/a che crea, salva, guarisce,
sostiene e fa compagnia, come ci propone Sallie McFague
in "Modelli di Dio" (Claudiana).
Dio ama le donne e gli uomini e ci invita a vivere pienamente.
Gesù, con le sue scelte, le sue azioni e i suoi insegnamenti,
ci testimonia cosa significa prendersi in mano la vita e
spenderla per realizzare la propria e l'altrui felicità.
È molto difficile avere occhi che sappiano vedere
e mani che sappiano accogliere e praticare la giustizia,
ma la vita di Gesù ci insegna che affidandoci e fidandoci
di Dio qualcosa possiamo fare, affinché la realizzazione
del suo Regno sia possibile, anche solo in minima parte,
fin d'ora.
In questo senso Dio ci ha veramente fatto un gran dono:
Gesù di Nazareth, che rappresenta, per noi cristiani/e,
il Figlio che ha saputo compiere fino in fondo la volontà
del Padre, pagando con la vita le proprie scelte, tanto
scomode e contrarie al potere politico e religioso, grazie
alla fiducia che ha sempre riposto in Lui, anche di fronte
alla morte.
Da Gesù voglio imparare a vivere, abbracciando la
vita nei suoi vari aspetti, ma avendo nel cuore la certezza
che Dio non mi abbandonerà mai, nonostante i miei
errori. Questa consapevolezza mi farà benedire dal
profondo del cuore il dolce nome di Dio.
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