NON LE CHIESE MA VOI, POVERI E ASSETATI
DI GIUSTIZIA SIETE LA LUCE DEL MONDO
di Lidia Maggi*
L'autrice è
pastora della Chiesa Evangelica Battista in servizio a Milano.
Si occupa di ecumenismo e pastorale alle persone recluse.
È responsabile del settore Diritti Umani delle Chiese
Battiste Italiane. È tra gli autori del Dizionario
Biblico per ragazzi "Navigare nella Bibbia", Claudiana-Elledici
2001.
Anno A - 10 febbraio 2002 - IV Domenica
del Tempo Ordinario (Is 58,7-10; Sal 111; 1Cor 2,1-5; Mt
5,13-16)
Voi, poveri, mansueti,
misericordiosi, operatori di pace, assetati di giustizia,
perseguitati…siete voi il sale della terra e la luce del
mondo. Vi è difficile credere che valete qualcosa.
Il mondo vi reputa spazzatura. Siete così pochi ormai…
La Chiesa vi tratta spesso con sufficienza, anzi, ha preso
il vostro posto, ritenendosi lei stessa faro che illumina
il mondo. È lei che pretende di dare direzione e
senso con la sua luce. Hanno chiamato queste parole "discorso
ecclesiale", rivolto ai discepoli e ovviamente alla chiesa;
ma io vi dico: non è così. Non lasciatevi
portare via la vostra dignità. È a voi che
dono la mia eredità più preziosa: la speranza
del regno. Non perdete il senso della vostra resistenza,
della vostra indignazione… Voi siete il sale della terra
e la luce del mondo. È a voi che affido questi attributi
divini. Diranno di me che sono la luce del mondo, e della
Torah che è il sale della terra; io da parte mia
sono ben felice di cedere a voi questo tesoro. Ne avete
bisogno per combattere la più dura delle battaglie:
l'omologazione.
Avete una ragione nell'esistere e nel resistere: non siate
solo vittime, non lasciatevi assistere, istituzionalizzare.
La Chiesa ha bisogno di voi, della vostra voce profetica,
per essere di continuo richiamata ad una fede povera, nonviolenta.
Povera Chiesa, è stata sedotta dal potere, dalle
luci artificiali, dalla necessità di protagonismo;
ricerca conferme, si pone come baluardo della morale, svende
per quattro denari il mio evangelo.
Ma non potrà certo essere sale in questo modo.
Sale che scioglie la neve ed impedisce di scivolare sul
ghiaccio di una fede surgelata; sale che brucia e disinfetta
le ferite di una fede infetta; sale che dà allegria
e sapore nella sua semplicità e discrezione, ravvivando
una fede triste, grigia. Sale aperto alle contaminazioni,
ai miscugli, sale che non ha la pretesa di essere piatto
singolo, ma semplice ingrediente della storia. Sale che
preserva, conserva la memoria di una fede davvero evangelica.
Voi, strani beati, maledetti dal mondo, ai margini delle
Chiese, siete voi il sale della terra… e della Chiesa.
Voi siete anche luce. Vorrebbero non vedere le contraddizioni
del loro modo di vivere. Voi emanate una luce implacabile
che prima ancora di rischiarare denuncia le tenebre di una
Chiesa troppo conforme al mondo. Sono proprio le vostre
vite faticose a svelare l'egoismo di tanti cristiani, a
mettere in luce un cristianesimo troppo comodo.
Come farò a richiamare la mia Chiesa all'essenzialità
se non posso contare sulla vostra luce?
Ma voi date fastidio con la vostra radicalità, con
la vostra sofferenza. Disturbate le loro celebrazioni, inquinate
il loro buonismo, questionate le loro convinzioni. Se fate
luce, vi mettono sotto un secchio, dove non darete troppo
fastidio. Tollerano la vostra presenza solo per darvi l'elemosina
e sentirsi buoni.
Beati voi quando la Chiesa vi insulterà e mentendo
dirà ogni sorta di male contro di voi. Lo stesso
ha fatto con i profeti e pure con me.
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