Il Frate delle Stigmate
                                           (Armando De Vincentiis)

                                                     
                                                       

Joachin Bouflet, nel libro Il mistero delle stigmate (1997) cita le seguenti parole:
"(...) nell'Islam la stigmatizzazione non esiste (...), fra i musulmani non si trovano stigmatizzati, poiché la loro dottrina è contraria a fenomeni di questo genere (...), presso i cristiani, le stigmate si riscontrano soltanto nella Chiesa latina (...), la Chiesa ortodossa d'Oriente non conosce stigmatizzati tra i suoi santi." A questo possiamo aggiungere che in qualsiasi altra cultura, non cattolica, non vi è alcuna testimonianza di qualche portatore dei ben noti segni della passione del Cristo. Basterebbero queste poche righe per concludere il discorso sul fenomeno e considerarlo solo come una clamorosa manifestazione fisica di un folclore cattolico, vissuto così intensamente tanto da esprimerlo anche attraverso la carne.
Nonostante il dato culturale, non appena appare un portatore di stimmate, lo scalpore è enorme e giù con esami medici allo scopo non di accertare le cause fisiche del fenomeno, ma di escluderle, per leggervi in esse dei segnali divini.
Oggi vi sono numerosi studiosi che cercano di comprendere qual è stato il focus iniziatore di questa straordinaria "epidemia mistica" che si propaga in tutto il mondo cattolico fin dai tempi di San Francesco d'Assisi, che dal 1224 ne fu il primo portatore, e che raggiunse la massima espressione e risonanza sociale nelle mani, sui piedi ed il costato di un padre cappuccino di San Giovanni Rotondo, oggi Beato padre Pio da Pietralcina.
Secondo alcuni, il fenomeno nacque grazie ad un sostanziale cambiamento nel 13° secolo dalla dottrina cattolica. Dopo la suddivisione della Chiesa cattolica da quella ortodossa, la prima cominciò a rivalutare il culto dell'adorazione di Cristo nella sua figura di uomo. Cominciava un nuovo tipo di devozione verso la sofferenza e ciò aumentava, nei fedeli, il desiderio di avvicinarsi il più possibile alla figura di Cristo per eguagliarla, e quale altro miglior modo sarebbe stato se non quello di imitare il figlio di Dio procurandosi le sue stesse ferite? In quell'epoca aumentò anche il realismo artistico nel rappresentare la passione di Cristo, i dipinti divennero più carichi di colore, di significato mistico e pieni di passione.
Consapevoli di una estrema esemplificazione, possiamo affermare che ciò che accadde al santo poverello nel 1224, dopo secoli di distanza, sia accaduto al nostro beato padre Pio. Non entriamo nel merito delle spiegazioni mediche sulle sue ferite, per le quali rimandiamo ad altre fonti, ma ci soffermiamo sul fatto che quest'ultimo rappresenta il più popolare, più venerato e fino ad un tempo più controverso stimmatizzato degli ultimi tempi. Al beato, nonostante la chiesa non abbia mai considerato, in modo esplicito, divine le sue piaghe, sono stati riconosciuti numerosi miracoli e fenomeni di bilocazione.
Fin dalla comparsa delle sue piaghe, per il popolo, era già un santo a tal punto che il suo nome arrivò in quasi tutto il mondo. In un articolo apparso su Daily Mail nel 1920 c'era scritto:
"Giorno per giorno scene straordinarie avvengono a Foggia. I contadini rifiutano di confessarsi con altri, eccetto che con il giovane frate (...) per conseguenza il resto del monastero sta in ozio (...) il Vaticano non è tanto entusiasta di tali risvegli (...)". Monsignor Cheretti venne mandato in quelle colline per tentare di calmare i devoti di Foggia, parlando in nome del Papa Benedetto XI.
La chiesa apparve subito disorientata
e diede inizio ad una serie di indagini per meglio comprendere il fenomeno. Tra gli stessi cattolici si creò una schiera di nemici di padre Pio. L'arcivescovo di Manfredonia Gagliardi lo considerò un indemoniato, il teologo Gemelli un isterico e, più ci si accaniva contro di lui, più la sua fama di santità si consolidava.
Nel 1923 il Sant'Uffizio fece una dichiarazione sulla quale si affermava che, "dopo matura investigazione", non vi era alcuna prova che gli avvenimenti attribuiti al frate cappuccino fossero di natura sovrannaturale, e si esortavano i fedeli ad avere atteggiamenti consoni con tale comunicato. Soltanto nel 1933, dopo ulteriori scontri tra devoti e critici e vere e proprie sommosse popolari, Papa Pio XI fece preparare un decreto nel quale si eliminavano tutte le restrizioni precedentemente imposte al cappuccino.
A quasi quarant'anni dalla sua morte il padre viene beatificato, ma le polemiche sulle sue stimmate non sono ancora concluse.
La Chiesa, a tutt'oggi, non prende alcuna posizione sulle sue piaghe, anche se, con la beatificazione, il riconoscimento dei miracoli, ha implicitamente riconosciuto la sovrannaturalità del fenomeno.
In ogni secolo, secondo i teologi, gli stimmatizzati hanno la difficile funzione di ricordare al mondo le sofferenze subite da Cristo. A nostro avviso, essi sono, invece, delle vere e proprie icone umane, che hanno lo scopo di rinforzare e mantenere la fede dei popoli che, nonostante si affermi il contrario, diventa sempre più bisognosa di prove tangibili a tal punto da ricercarle ovunque, nelle lacrime di una statua di gesso, in un'impronta impressa su di un telo e nel caso delle stimmate, nelle carni di un essere umano.
Se padre Pio non avesse avuto quei segni, probabilmente, non avrebbe avuto tutta quella risonanza e sarebbe stato considerato, forse, solo uno di quei tanti beati che di tanto in tanto vengono proclamati dalla Chiesa e dei quali non ricordiamo neppure il nome.
Il fenomeno delle stimmate appare incomprensibile fino a quando l'indagine rimane legata al semplice studio fisico dei segni. Soltanto attraverso una lettura più ampia possiamo avere un maggior spiraglio di luce; se allarghiamo il contesto di indagine alla personalità dei portatori dei segni divini, all'ambiente culturale nel quale sono inseriti, possiamo cominciare a capire che queste piaghe rappresentano il completamento di un quadro socio-psicologico molto più ampio e solo l'approfondimento di quest'ultimo ci permette di capire che esse hanno, in realtà, una natura unicamente umana.

COMUNICATO
DEL
GRUPPO PUGLIA SU PADRE PIO

In occasione dall'avvenuta beatificazione di padre Pio e delle numerosissime richieste di pareri pervenute al nostro Gruppo, da parte di interessati all'argomento, il Cicap-Puglia (Gruppo pugliese del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) esprime la propria posizione circa le manifestazioni paranormali attribuite alle vicende del frate cappuccino Beato padre Pio da Pietrelcina.
Il nostro Gruppo non ha alcuna posizione né sulla figura del Beato né sui fenomeni di fede, ma vuole dare la propria versione, secondo razionali canoni scientifici, su quelle manifestazioni mistico-paranormali considerate vere ma inspiegabili da gran parte della comunità dei fedeli.
Innanzitutto, riteniamo che i presunti fenomeni di bilocazione attribuiti al frate, siano la conseguenza di suggestioni, illusioni ed errate interpretazioni da parte di testimoni che, per motivi di fede, non hanno potuto formulare ed esprimere un giudizio critico sulle proprie esperienze.
Lo stesso semplice argomento è perfettamente applicabile alle presunte guarigioni miracolose. Esse sono presentate da molti organi di informazione senza alcun criterio di controllo, con il rischio di essere distorte e mal interpretate.
Su tali fatti, la medicina ha consolidate posizioni che riconoscono nelle guarigioni "inspiegabili" meccanismi che non hanno nulla a che fare con il sovrannaturale, ma che si riferiscono a ben noti fenomeni, per l'approfondimento dei quali rimandiamo alla letteratura medica specializzata.
Un commento certamente autorevole al di sopra di ogni sospetto, ha recentemente fatto notare come il vero "miracolo" di padre Pio sia stata la nascita e lo sviluppo, in territorio arretrato e periferico, di un grande avanzato ospedale che eroga quella assistenza che deriva proprio dalla medicina a cui abbiamo appena fatto riferimento.
Inoltre, riteniamo che sia profondamente diseducativo attribuire al sovrannaturale altri eventuali avvenimenti che, per la loro rarità e complessità , possono risultare tuttora non spiegati o compiutamente conosciuti.
Infine, consideriamo le stimmate la conseguenza di processi patologici (ad es. malattie infettive qualche decennio addietro molto più diffuse che oggi, ovvero rare alterazioni di emocoagulazione) magari in un contesto di forte reattività psicosomatica e di ricorrenza di micro-traumatismi locali protratti.
Riteniamo che la comprensione di questi meccanismi renda possibile la loro giusta spiegazione naturale, e comunque annunciamo il libro di prossima uscita dello psicologo e vice presidente del Gruppo Puglia, Armando De Vincentiis, "Estasi. Stimmate e altri fenomeni mistici" Avverbi Edizioni, Roma.

Per il Gruppo Cicap Puglia
Il Segretario
Avvocato Michele Di Lorenzo
Il direttivo
Vittorio Pesce Delfino, (presidente) docente di antropologia medica presso l'Università di Bari.
Armando De Vincentiis, (vice presidente) psicologo
Edoardo Altomare, medico oncologo e giornalista
Luigi Galati, medico nefrologo.
Dario Acquaviva

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