Wilhelm
Reich
(psicanalista
austriaco 1897-1957)
Ogni vera religione corrisponde
all'esperienza cosmica, "oceanica" dell'uomo.
Ogni vera
religione contiene l'esperienza di un'unità dotata di un'onnipresente
potenza, e simultaneamente di una temporanea e penosa separazione da
questa potenza.
L'eterno desiderio del ritorno alla propria origine
("ritorno al grembo materno"; "ritorno alle braccia di
Dio"; ecc.), di essere di nuovo abbracciati dall'
"eterno", pervade ogni desiderio umano.
Sta alle radici delle grandi
creazioni intellettuali e artistiche dell'uomo; é il nucleo e l'anima dei suoi
desideri durante l'adolescenza; pervade tutti i principali scopi dell'organizzazione
sociale.
E' come se l'uomo desiderasse comprendere il perché della sua
separazione dall'immenso spazio cosmico; idee come quella del " peccato
" hanno origine da un tentativo di spiegare tale separazione.
Deve
pur esserci una ragione del fatto che non siamo uniti a " DIO
" ; deve pur esserci una strada per riunirci ad esso, per
ritornare, per tornare a casa. Nella lotta tra l'origine cosmica e
l'esistenza individuale dell'uomo nacque in un modo o nell'altro,
l'idea del " diavolo ".
E' perfettamente la stessa cosa se lo si chiama " inferno ", o " hell ", o " ade ".
La stirpe umana non sapeva nulla dell' "etere " come entità
fisica. Percepiva l'etere come " Dio ",
" prana ",
entelechia ", ecc.
L'idea di un un " futuro migliore",
ovvero del " paradiso ", era incentrata sull'idea della
"unità con Dio ".
Ma Dio, simbolo del processo vitale
della mente umana, non poteva essere raggiunto, e rimaneva eternamente
inaccessibile. Essendo solo una minuscola frazione dell'immenso
spazio orgonico cosmico, l'animale, l'uomo, non poteva sperare di
raggiungere l'onnicomprensibile creatore.
Ciò che poteva fare, tuttavia,
era di sperare nella salvezza attraverso la resurrezione del Messia, che
lo avrebbe liberato dai suoi peccati e avrebbe riunito la sua anima con lo spazio
orgonico cosmico ( " nirvana ", " ritorno a Dio ").
Perché, ci si potrebbe chiedere, l'uomo non si sentiva unito
immediatamente col suo Dio? Perché si sentiva corrotto? Perché era
necessario la redenzione, come nella religione cristiana, o punizioni
severe come nella religione giudaica? Che tipo di realtà sta alla
base dell'idea del" diavolo " e di simili produzioni
fantastiche della mente umana? La maggior parte delle filosofie
religiose e delle indagini scientifiche sulla religione non sono
riuscite a fornire una spiegazione plausibile del diavolo, perché si
muovevano all'interno del dominio del pensiero umano dominante, e mai al
di fuori di esso. Non descrivevano né indagavano il carattere umano dal
punto di vista del suo ambiente cosmico, ma, al contrario, spiegavano
il cosmico in termini di natura umana. Di conseguenza esisteva
un'entità come il diavolo, o qualche altro tipo di essere maligno,
intesi come la controparte di Dio. Dio era il bene e il diavolo era
il male. Dio era irraggiungibile, inconoscibile, al di là della
capacità di comprensione della mente umana; ma l'anima dell'uomo era presa
e stretta tra gli artigli del diavolo. Dio e diavolo erano assolutamente opposti.
Ambedue le idee scaturivano da gravi errori. Ambedue avevano la loro origine
nella struttura del carattere umano. Ambedue erano degli ostacoli molto potenti
sul cammino dell'uomo che porta alla comprensione della sua vera natura, e
alla realizzazione di se stesso. Restavano inaccessibili le seguenti
semplici funzioni della vita: i rapporti naturali di lavoro tra gli
uomini.
Essi erano in realtà il fondamento dell'esistenza umana, ma
l'uomo non lo sapeva. Inoltre egli non capiva e pensava fossero
qualcosa di peculiare quando gliene si parlava.
D'altro canto, proprio chi
non aveva nessun fondamento nell'esistenza umana, il politico, il
cavaliere, il re, il rappresentante di Dio di contro al diavolo, ecc,
ha posseduto la mente dell'uomo attraverso i secoli. L'uomo
attivo aveva una grande responsabilità quando costruiva ponti o guidava treni
o educava bambini. In realtà egli aveva questa responsabilità in ogni movimento
del suo corpo, ma non lo sapeva.
Pensava di non essere nessuno, pensava
che solo il suo padrone, il suo giudice o il capo della polizia fossero gravati
dalla responsabilità sociale. L'uomo attivo vedeva la natura
funzionare e crescere nei suoi figli attraverso i millenni. Vedeva
che i suoi figli nascevano come animaletti forniti di organi genitali
e desideri culturali. Ma non capiva il senso di questa realtà, e puniva i
suoi bambini perché erano animali. In verità Dio aveva creato ogni cosa, compresi
i genitali. Ovviamente era proprio perché i genitali funzionavano che erano
nati i bambini. Ma d'altronde avere degli organi genitali era una cosa vergognosa,
dovuta in certo qual modo ad una istituzione demoniaca; toccarli era peccato
grave. Per millenni un'organizzazione terribile potente predicò che il piacere
dell'unione genitale era peccaminoso. E l'uomo vi credette; non sentiva il
proprio corpo, non aveva fiducia nei propri sensi, trascurò la sua vera origine
e smarrì la chiave della sua fecondità. L'uomo attivo aveva nelle
sue mani tutto il potere di cui aveva bisogno per essere veramente
libero, ma non lo sapeva e finì con consegnare tale potere ad un
padrone. Avrebbe potuto evitare tutte le guerre della storia dell'umanità,
ma non sapeva che avrebbe potuto farlo.
La sua vita reale era qui, e
le sue idee sulla vita erano là. Ciò che faceva percorrere alla
vita il suo corso veniva disprezzato: il lavoro manuale, l'amore
adolescente, i giochi genitali dei bambini, la gioia della vita.
Ciò
che era istituito per uccidere la vita veniva invece sommamente
onorato: l'imperatore, il gesuita, l'assassinio professionista del
popolo.
Quando si era acquisita una certa maturità nelle questioni politiche,
si votava per un ministro, ma non si votava pro o contro la guerra.
L'uomo
era pieno di curiosità sessuale e di miseria; le sue riunioni mondane, le sue
edicole e i suoi sogni scoppiavano di " sesso ". Ma aveva
bandito dalle università la conoscenza della convulsione orgastica
del plasma e della vita. Cosa significa tutto ciò? Che senso c'è in
questo nonsenso? Deve pur esserci un senso, come in ogni tipo di
comportamento irrazionale.
Non si può far progredire l'esistenza
umana biasimando questo o quello per questa o quella colpa. Non
gioverà " non assumersi la responsabilità ".
Per quel che mi riguarda,
non sono d'accordo con i miei amici che criticano correttamente lo status
quo delle questioni sociali, ma non risalgono al suo denominatore comune: la
struttura umana rivestita di corazza, biologicamente crollata, che produce tale
status quo. A rischio di sembrare " unilaterale "o"
fanaticamente aggressivo ", mi azzardo ad asserire che la
maggior parte delle filosofie della miseria umana sono costruite
sull'evasione da ciò che é essenziale. Mi azzardo inoltre ad
asserire che ogni essere umano vivente, o che deve ancora nascere, sa,
o saprà esattamente, da dove ha origine ogni miseria. Ma, proprio come un agricoltore
americano che pensa di essere una nullità ed é invece convinto che un
ex vicepresidente mistico-confusionario sia qualcuno, ogni essere umano conosce
la verità su se stesso e sul suo mondo, ma non si ritiene importante. Il
regno del diavolo é un circolo vizioso.
Quanto più accanitamente ci si sforza
di uscirne, tanto più vi si rimane impigliati.
Questo non é affatto un buon
motivo o uno scherzo: é qualcosa di mortalmente serio.
Il diavolo é una funzione
essenziale dell'animale rivestito di corazza, dell'uomo. Consideriamo perciò
ancora una volta le sue caratteristiche fondamentali.
L'uomo
rivestito di corazza é isolato dal contatto immediato con la natura, le persone
e i processi. Perciò sviluppa un contatto sostitutivo, che é fondamentalmente
caratterizzato dalla mancanza di autenticità. Quanto più grande é
una città, tanto più solitario é l'individuo che vive in essa.
Ogni
impulso d'amore incontra la barriera della corazza.
Per esprimersi deve aprirsi
a forza un varco attraverso quel rigido muro; ma così si trasforma inevitabilmente
in crudeltà ed odio.
L'impulso d'amore originario apparirà, in
connessione con l'impulso d'odio successivo, solo come un
atteggiamento generale di esitazione, di ambivalenza, di auto
disgusto
e di dipendenza da tutto ciò che promette redenzione o scarica di
tensione.
La corazza del corpo rende inaccessibili le sensazioni
organiche fondamentali, e con esse l'autentica sensazione di
benessere. Il senso del proprio corpo é smarrito, e con esso é
perduta la naturale fiducia in se stessi: essi sono regolarmente rimpiazzi dall'inganno,
da ostentazione di apparenze e da falso orgoglio.
La perdita della
naturale auto percezione scinde la persona, in tutta l'ampiezza della
sua apertura, in due entità opposte e contraddittorie: il corpo qui
é incompatibile con l'anima o lo spirito là. La " funzione del
cervello ", l"intelletto ", viene separata dal resto
dell'organismo; quest'ultimo viene " posto in subordine "
come l' "emozione " e l' " irrazionale ".
Quel che
é deplorevole in tutto ciò é il fatto che, entro il contesto
dell'esistenza dell'uomo rivestito di armatura, tutto é logico e
corretto. Poiché viene interposto uno strato di malignità tra nucleo
naturale ("Dio" , "Gesù", "il bene",
"l'anima di ognuno", ecc.) e l'apparenza superficiale, la
bontà originaria é scissa e diventa inaccessibile.
Perciò, del
tutto logicamente e correttamente, le emozioni sono considerate " cattive
" e l'intelletto é considerato " buono ". La coesistenza e
la cooperazione di emozioni sane con un intelletto sano sono
impensabili.
Tutte le istituzioni di un animale umano rivestito di
corazza sono innestate su questa dicotomia fondamentale. La funzione
vitale si perverte nella funzione mistica, e la " materia
cerebrale " si perverte nel tipo meccanico di esistenza.
Gli istinti
"cattivi " sono tenuti in scacco dai "buoni" costumi.
Ancora una volta, questo é perfettamente logico e corretto entro la
struttura data dal pensiero. Coloro che semplicemente maledicono la
struttura moralistica della nostra società senza vederne e
comprenderne la logica, fallirebbero miseramente se dovessero
assumere la direzione della società e delle masse umane. I cattivi istinti
sono riassunti sotto la denominazione: DIAVOLO; le istanze morali sotto la
denominazione: DIO.
Così Dio lotta contro il diavolo, e il diavolo eternamente
tenta il pover'uomo perché pecchi contro Dio.