Orientamenti
alle équipes di catechisti


di
Kiko Argüello

“Dì la verità al tuo fratello perché lo ami e non perché lo odi”


 

Sull'Eucaristia

[...] Il pane e il vino non sono fatti per essere esposti, perché vanno a male. Il pane e il vino sono fatti per essere mangiati e bevuti. Io dico sempre ai sacramentini che hanno costruito un tabernacolo immenso: se Gesù Cristo avesse voluto l’Eucaristia per stare lì, si sarebbe fatto presente in una pietra che non va a male. Il pane è per il banchetto, per condurci alla Pasqua. La presenza reale è sempre un mezzo per condurci ad un fine, che è la Pasqua. Non è assoluto. Gesù Cristo è presente in funzione del mistero Pasquale.
[...] Come una cosa separata dalla celebrazione cominciano le famose devozioni eucaristiche: l’adorazione, le genuflessioni durante la messa ad ogni momento, l’elevazione [...] L’adorazione e la contemplazione sono specifiche della Pasqua, ma dentro la celebrazione, non come cose staccate.
[...] Tutti i valori di adorazione e contemplazione, che non sono alieni dalla celebrazione del banchetto, sono stati tirati fuori dalla celebrazione come cose marginali. L’adorazione al Santissimo, per esempio.
[...] Per i cristiani il sacramento autentico istituito ed inaugurato da Gesù Cristo come suo memoriale è la notte pasquale e come prolungamento e partecipazione di questa notte: la domenica. [...]
[...] Il sacramento non è solo il pane e il vino, ma anche l'assemblea; la Chiesa intera che proclama l'eucaristia. Non ci può essere eucaristia senza l’assemblea che la proclama.
[...] [La Messa] è sacramento del passaggio di Gesù dalla morte alla risurrezione.
[...] L'Eucaristia è un canto glorioso della Risurrezione di Cristo. E' il sacramento del passaggio dalla morte alla vita.
[...] L'Eucaristia è .... la manifestazione di Cristo risorto.
[...] Se consideriamo che cosa è avvenuto nell'Eucaristia dal IV all'VII secolo, troviamo che entrano nella liturgia tutta una serie delle religioni naturali: offrire a Dio cose, per placarlo; sacrifici, agnelli, cose varie.
[...] Adesso questa gente che entra nella Chiesa torna a quello che già il popolo d’Israele aveva superato e comincia a vedere nella liturgia, cristiana i riti religiosi pagani.
[...] Da questo momento in poi questo offrire queste cose a Dio occuperà un posto di primaria importanza dentro il rito. Perché questi uomini vanno con timore ad offrire cose a Dio perché Egli sia loro propizio.
[...] Da questo momento .... comincia ad apparire un culto di offerta col quale l'uomo deve placare Dio, che proprio l'idea pagana di portare offerte.
[...] Al principio per lo meno l'offerte si lasciavano alla porta dei templi; poi, però, dato che questo fatto delle offerte andava bene [...] si incominciò a portare le offerte fino all'altare. [...] Allora si organizza una processione grande con tutte le offerte e con molte preghiere sulle offerte, fino al punto che l'idea offertoriale invade l'Eucaristia primitiva. Assistiamo ad un ricoprimento del principale col secondario.
[...] Questa idea offertoriale è giunta fino ai nostri giorni: noi stessi abbiamo vissuto di questa spiritualità offertoriale. E' chiaro che questo offrire a Dio non è affatto una cosa cattiva.
[...] Ma l'Eucaristia é un'altra cosa ben diversa.
Nell'Eucaristia tu non offri nulla: è Dio assolutamente presente quello che dà la cosa più grande e cioè la vittoria di Cristo sulla morte [...] In questa maniera [...] la gente che ormai non vive per la pasqua fa sì che la liturgia, si riempia di questa idea di offerta e di molte altre legate ad una mentalità pagana.
Quando la massa della gente pagana viene alla Chiesa (IV-VII secolo) questa massa vede in fondo la liturgia cristiana con i suoi occhi religiosi: l'idea di sacrificio. C'è un completo retrocedere all’A.T. che era stato superato dallo stesso Israele.
[...] Perciò quando nel Medio Evo si comincia a discutere del sacrificio, in sostanza si discute di cose che non esistevano nella Eucaristia primitiva. Perché sacrificio nella religione è «sacrum facere», fare il sacro, mettersi a contatto con la divinità, tramite i sacrifici. In questo senso non c’è sacrificio nell'Eucaristia: l'Eucaristia è sacrificio in altro senso, perché nell'Eucaristia c'è sì la morte, ma c'è anche la resurrezione dalla morte. Per questo dire che l'Eucaristia è un sacrificio è giusto, ma è incompleto. L'Eucaristia è un sacrificio di lode: una lode completa di comunicazione con Dio attraverso la pasqua del Signore.
In questa epoca (sec. IV-VII) l'idea di sacrificio non è intesa così, ma in senso pagano. Ciò che essi (i cristiani) vedono nella messa è che qualcuno si sacrifica, cioè il Cristo.
Nell'Eucaristia vedono soltanto il sacrificio della croce di Gesù Cristo. E se oggi chiedete alla gente qualcosa a questo proposito, vi dirà che nella messa vede il calvario.
[...] Le idee sacrificali che Israele aveva avuto ed aveva sublimato, si introdussero di nuovo nella eucaristia cristiana. Forse che Dio ha bisogno del Sangue del Suo Figlio, del suo sacrificio per placarsi? Ma che razza di Dio abbiamo fatto? Siamo arrivati a pensare che Dio placava la sua ira nel sacrificio di suo Figlio alla maniera degli dèi pagani. Per questo gli atei dicevano: che tipo di Dio sarà quello che riversa la sua ira contro Suo Figlio sulla croce?... e chi poteva rispondere?
[...] Lo Spirito Santo ha permesso che apparissero questi rivestimenti in determinate circostanze storiche perché era necessario; in un certo momento, per esempio, fu necessario insistere contro i protestanti sulla presenza reale. [...] Ma una volta che questo non è più necessario non bisogna insistervi più. Perché quel momento storico è passato.
[...] Lo Spirito Santo ha portato la Chiesa, attraverso i secoli, a rispondere a realtà concrete che le si presentavano. Per esempio: qualcuno può dire perché Dio ha permesso che nell'Eucaristia entrassero l'Introito e l’Offertorio, o tutte queste idee sacrificali? Perché in quel momento storico era necessario."
[...] Non si concepisce in alcun modo un rito individuale. Gli ebrei non possono far Pasqua se non sono almeno in 11 come gruppo familiare. Perché il sacramento non è solo il pane e il vino ma anche l'assemblea; la Chiesa intera che proclama l'eucaristia. Non ci può essere eucaristia senza l'assemblea che la proclama. [...] Non c'è Eucaristia senza assemblea. E' un'assemblea intera quella che celebra la festa e l'Eucaristia; perché l'Eucaristia è l'esultazione dell'assemblea umana in comunione; perché il luogo preciso in cui si manifesta che Dio ha agito è in questa Chiesa creata, in questa comunione. E' da questa assemblea che sgorga l'Eucaristia. [...]
[...] Ma soprattutto questa massa di gente pagana, vede, in fondo, la liturgia cristiana con i suoi occhi religiosi: l'idea del sacrificio. C'è un completo retrocedere all'antico testamento che era stato superato dallo stesso Israele.
[...] Perciò quando poi nel medio evo si mettono a discutere del sacrificio, in fondo discutono di cose che non esistevano nell'Eucaristia primitiva. [...] L'Eucaristia è sacrificio di lode, una lode completa di comunicazione con Dio attraverso la Pasqua del Signore. Ma in questa epoca l'idea del sacrificio non è intesa così ma nel senso pagano. Ciò che essi vedono nella messa è che qualcuno si sacrifica, cioè il Cristo. Nell'Eucaristia vedono soltanto il sacrificio della croce di Gesù Cristo. E se oggi chiedeste alla gente qualcosa a questo proposito, vi direbbe che nella messa vede il calvario.
[...] L'Eucaristia è Pasqua, passaggio dalla morte alla risurrezione... L'Eucaristia è sacrificio di lode, una lode completa di comunicazione con Dio attraverso la Pasqua del Signore. Ma in questa epoca l'idea di sacrificio non è intesa così, ma nel senso pagano. [...] Si giunge ad una superstizione completa [...] Si comprende perciò perfettamente perché sorse Lutero [...]
[...] Il sacramento parla più dei ragionamenti. Ma a quel tempo poiché non si capisce ciò che è il sacramento, si cerca di dare spiegazioni filosofiche del mistero. E così cominciano i dibattiti su: “Come è presente?” Lutero non negò mai la presenza reale, negò solo la parolina “transustanziazione” che è una parola filosofica che vuol spiegare il mistero.
[...] La cosa importante non sta nella presenza di Gesù Cristo (nell'Eucarestia). Ossia, la presenza fisica nel mondo ha uno scopo che è il resuscitare dalla morte. Questa è la cosa importante. La presenza è un mezzo per il fine, che è la Sua opera: il mistero di Pasqua. La presenza è in funzione dell'Eucarestia, della Pasqua.
[...] Il memoriale che Egli lascia è il Suo Spirito resuscitato dalla morte.
[...] E' quando non si capisce più ormai questa presenza della Pasqua, di questo sacramento che si vuole spiegare filosoficamente, che si cominciano i dibattiti su come è presente, con gli occhi o senza gli occhi, fisicamente ecc. Tutte queste spiegazioni partono da un punto falso, consistente nel voler spiegare razionalmente qualcosa di diverso.
[...] A questo proposito c'è un caso significativo. L'orate fratres. L'orate fratres è l'esempio maggiore di tutte quelle preghiere che furono introdotte nella messa di tipo individuale, penitenziale e sacrificale. Riassume tutte le idee medioevali della messa: Pregate fratelli, perché questo sacrificio 'mio' e 'vostro' sia gradito [...] la risposta era ancora peggiore: il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio.
[...] Il «Credo» viene dal tempo delle eresie; quando cominciarono ad apparire eretici e apostati; prima di passare all’Eucaristia gli si faceva confessare la loro fede.
[...] Dicevo che la Chiesa primitiva non ha mai problemi sulla presenza reale. Se a San Pietro fosse stato chiesto se Gesù Cristo sia presente nell'Eucaristia, si sarebbe meravigliato, perché lui non si pone il problema. Per lui Cristo è una realtà vivente che fa Pasqua e trascina la Chiesa. Non è questione di briciole o cose di questo tipo; San Pietro si sarebbe scandalizzato molto più del fatto che non c'è l'assemblea o che uno solo beve dal calice. E' questione di sacramento, di assemblea.
[...] Il pane è per il banchetto, per condurci alla Pasqua. La presenza reale è sempre un mezzo per condurci ad un fine, che è la Pasqua. Non è un assoluto, Gesù Cristo è presente in funzione del mistero pasquale.
[...] Tutti i valori di adorazione e contemplazione, che non sono alieni alla celebrazione del banchetto, sono stati tirati fuori dalla celebrazione come cose marginali. L'adorazione al Santissimo, per esempio.
[...] Come una cosa separata dalla celebrazione cominciano le famose devozioni eucaristiche: L'adorazione, le genuflessioni durante la messa ad ogni momento, l'elevazione perché tutti adorino.
[...] A queste deformazioni è arrivata la teologia nella Chiesa a causa delle razionalizzazioni sull'Eucaristia!

Sulla Confessione

[...] La Chiesa primitiva non ebbe la confessione, diciamo che non ebbe la confessione come l'abbiamo noi oggi, però si ebbe l'essenza del sacramento della penitenza che è la conversione, il perdono dei peccati.
[...] Quando diciamo: tutti i peccati sono perdonati in Gesù Cristo, diciamo la verità, però teniamo presente che per poter ricevere questo perdono c'è bisogno di essere, prima, in uno spirito di conversione, avere questa illuminazione: che tu sei nel peccato.
[...] La Chiesa primitiva non ha nessuna esplicitazione del sacramento della penitenza che non sia il battesimo.
[...] Già nel III secolo iniziano le controversie penitenziali con l'apparizione delle apostasìe. Ora ci troviamo con una istituzione penitenziale, che tuttavia ancora non si chiama sacramento né nulla di simile.
[...] E' divertentissimo vedere le liste delle espiazioni.
[...] Ora non si confessano solo i peccati mortali, ma qualsiasi stupidaggine.
[...] Per questo anche noi abbiamo vissuto così la Confessione, [...] con un senso magico in cui col perdono dei peccati, ritorniamo tranquilli [...] è giunta fino a noi una visione legalista del peccato, per cui non importa tanto l'atteggiamento interiore, quanto il confessare esternamente e dettagliatamente tutti i peccati di ogni tipo. [...] La Chiesa non compare da nessuna parte ed è un uomo che ti perdona i peccati.
[...] Uno si sente perdonato nel profondo quando si sente in comunione con i fratelli. Per questo è importante l'abbraccio della pace. [...]
[...] A volte la confessione del giorno, cioè che ti confessi di quanto hai fatto nel giorno e poi resti pulito, ti porta a questo senso magico, a ignorare la tua situazione di fondo, di peccato, nella quale nasci. La confessione può trasformarsi in un tranquillante passeggero che non ti porta ad una vera autentica conversione. Questa è la cosa più disastrosa di questo tipo di penitenza magica: non facilitare nell'uomo una concezione del peccato come situazione esistenziale ma semplicemente con una serie di mancanze concrete rispetto ad una legge, mancanze di cui ti pulisci con la confessione.
[...] La tradizione teologica dice che dopo il battesimo per arrivare a commettere un peccato grave bisogna, aver commesso prima molti peccati veniali, bisogna aver abbandonato la preghiera, da molto tempo, aver abbandonato molte cose. Perché Dio è molto paziente, ma c'è qualcosa che si chiama: colmare la misura dei peccati. Perché Dio chiama sempre a conversione. Ma c'è una misura dei peccati nella quale ti sei posto, una situazione tale da essere sul punto di morire eternamente. E allora ti fa venire una malattia, permette che ti innamori della moglie di un altro, o permette che tu cada perché ti innamori della moglie di un altro, o permette che tu cada perché ti ama e vuole toglierti dalla situazione in cui ti sei posto chiamandoti a conversione. Dico tutto questo perché incominci a rendere grazie a Dio, se non hai ucciso nessuno, perché non sei migliore di alcun assassino. E se Dio permette che un fratello della comunità si ubriachi o uccida qualcuno o faccia altre cose simili, forse è perché Dio sta insegnando a tutta la comunità la misericordia, che Egli ha con tutti. Questo lo dice S. Paolo. E costui sarà il testimonio perché gli altri apprezzino l'amore di Dio. O che credete che se voi non peccate per la vostra bravura? Per i vostri pugni chiusi non peccate? Attenti!
[...] Anche l'uso d'inginocchiarsi, in chiesa, viene dall'ordine dei penitenti. Mai nella Chiesa si stava in ginocchio. Isaia diceva: “Vedo un popolo in piedi”. Stare in piedi davanti al Signore vuol dire che non cadi, che il Signore ti sostiene; e la posizione di risorto è in piedi. Già Israele pregava in piedi con le mani estese. Per questo dice il Signore che i farisei pregavano in piedi, bene in vista perché tutti li vedessero. Invece i penitenti stavano in ginocchio in segno di penitenza. Ma tutto questo perché lo dico? Perché comprendiate adesso e sappiate rispondere qualora la gente dica: perché mi devo confessare ad un uomo? Perché devo dire i miei peccati ad un uomo e non direttamente i Dio?
[...] La crisi della confessione di oggi nasce già da questo senso individuale del peccato. La prima crisi che hanno presentato i protestanti è questa. Se del peccato abbiamo un concetto così individuale di “io e Dio'' perché deve trovarsi in mezzo un'altra persona? Dio mi perdona direttamente. Questo avviene perché si è perso già la base della comunità, che sostiene il senso della penitenza.

Sul sacerdozio

[...] Nel cristianesimo non abbiamo nemmeno sacerdoti nel senso di persone separate da tutti gli altri perché in nostro nome si pongano in contatto con la divinità. Perché il nostro sacerdote, colui che intercede per noi è Cristo. E siccome siamo tutti suo Corpo, siamo tutti sacerdoti. Tutta la Chiesa è sacerdotale nel senso che intercede per il mondo. E’ vero che questo sacerdozio si visibilizza in un servizio e ci sono alcuni fratelli che sono servitori di questo sacerdozio, ministri del sacerdozio. [...] L'altro giorno Farnes davanti a 50 preti diceva: il sacerdozio nel cristianesimo non esiste; gli altari non esistono.
[...] Il sacerdozio nel cristianesimo non esiste.
[...] Il sacerdote della Chiesa non ha alcuna autorità sulle Comunità neocatecumenali, che sono dirette, anche se sorte in una parrocchia, da un laico, mentre al sacerdote parroco è riservata sola la presidenza (onoraria) dell'assemblea.
[...] L’autorità vera nelle Comunità è esercitata dai catechisti laici, ai quali è dovuta una obbedienza assoluta. [...] Hanno il potere di fare gli esorcismi.
[...] Nel cristianesimo non c'è tempio, né altare, né sacerdoti nel senso della religiosità naturale.
[...] Perché capiate ciò che desidero dirvi, dato che voi avete idee più chiare sul sacramento dell'Eucaristia., pensate che c'è stata un'epoca nella quale l'Eucaristia è stata vista quasi esclusivamente dal punto di vista del sacrificio, tant'è vero che abbiamo chiamato l'Eucaristia: il Sacrificio della Messa.
[...] Vedete che il presbitero non rappresenta solamente Gesù Cristo, perché Gesù è rappresentato da tutto il corpo che è la Chiesa. Il vescovo o il presbitero rappresentano non solo Gesù Cristo ma tutta la Chiesa, la comunità. Per questo il vescovo è colui che in nome della Chiesa accoglie chi entra. Questo oggi non si vede molto come segno.
[...] I preti si sono molte volte presentati come impeccabili e sembrava che il loro peccato scandalizzasse. Ed era vero perché avevano quella mentalità. Siamo tutti molto bugiardi proprio perché crediamo che la gente non ci ami se conosce la nostra vera realtà. Vi dirò una cosa che dissero a me: la gente ti ama di più per le tue debolezze che per le tue virtù. Questo lo sperimenterai nella tua vita.

Sulla Chiesa

[...] E’ cattolico chi veramente ha lo Spirito Santo, come una realtà nel suo interiore.
[...]  Questi risuscitati, trasformati, morti al peccato e che compiono opere di vita eterna per Gesù Cristo che abita in loro, sono la Chiesa.
[...] Non dite che siete cristiani ..... Cristiano è colui è colui che ha la vita eterna ..... Chi non ha la vita eterna dentro di sé non è di Cristo.
[...] Diciamo che tutti siamo figli di Dio. Bella questa! Non è vero che tutti siamo figli di Dio. Gli uomini sono creature di Dio, ma non figli. Figlio è colui che ha realmente la natura divina dentro. In realtà soltanto è figlio di Dio colui nel quale vive Dio e lo dimostra amando come Dio. Questi sono la Chiesa, coloro che sono figli di Dio di fatto, perché Dio ha dato loro la sua propria natura, lo Spirito Santo [...] E questi sono la Chiesa.
[...] [La Chiesa è come una] serie di cerchi concentrici di cui il primo, un grande cerchio, che è la gente chiamata ad appartenere alla Chiesa-Sacramento. E un altro grande cerchio di gente che non entrerà giuridicamente nella Chiesa, ma che sono chiamati da Dio ad essere salati, fermentati, illuminati dalla Chiesa. E' quella gente che a poco a poco comincia a pensare: Ma non sono poi tanto matti come io pensavo. Guarda come sono stato ingiusto e idiota a criticarli tanto. Ieri mi è morto un figlio e mio cugino che è nella comunità è stato qui a vegliarlo e nessun altro della famiglia è venuto. E quando ho chiesto loro qualcosa ma l'hanno data. Sono un ingiusto. Con tutte le cose che ho detto contro di loro.
[...] C'è infine un terzo cerchio, un terzo gruppo di fratelli. Sono quelli che vivono nella menzogna, che hanno sempre mentito a se stessi. Sono, quelli in cui Satana agisce con una forza reale. Ma non perché siano cattivi e ne abbiano colpa, ma forse è toccato a loro, per un qualsiasi motivo, su cui noi non indagheremo. Sono forse i più ricchi umanamente, i più intelligenti (Giuda era il più intelligente degli apostoli, per questo teneva la borsa). Sono quelli che non sopportano la comunità. Questa missione è molto importante, perché senza Giuda non c'è mistero di Pasqua di Gesù. E se voi siete chiamati ad essere Gesù Cristo dovete avere il vostro Giuda. Come tutti voi che siete qui avrete la vostra ora: la vostra vita è in funzione di assumere un'ora. Gesù Cristo stava aspettando che arrivasse la sua ora e un giorno disse: è arrivata la mia ora, l'ora di dare testimonianza di Gesù, l'ora di essere elevati in alto, l'ora in cui il Padre sarà glorificato in voi. Tutti i cristiani sono chiamati da Dio per assumere quell'ora.
[...] Quando arriva quel giorno, costoro avranno la missione di ucciderti, di distruggerti. In fondo vivono dominati dal demonio perché non sono stati mai amati. Perché, affinché un uomo ami se stesso e ami gli altri, ha bisogno di essere amato lui. Costoro non ascoltano le tue ragioni, non riconoscono lo Spirito, dicono che è un angelismo e una forma di alienazione per non muovere un dito.
[...] L'unico modo che hanno questi fratelli di essere salvati è che la Chiesa dia il suo sangue per loro, il sangue dei cristiani, che è il sangue di Gesù Cristo. Sono quelli che ti uccideranno e tu darai il tuo sangue per loro; come santo Stefano dette il suo sangue per quelli che lo lapidarono. Così tutti sono salvati.
[...] Purtroppo noi abbiamo fatto della Chiesa un tempio in cui gli uomini possono andarsi a confessare quando commettono un peccato e dove hanno un rapporto con Dio a base di riti e di sacrifici. Ma è questa forse la missione della Chiesa nel mondo? La Chiesa è un corpo vivo di uomini che sono il tempio di Dio.
[...] Il tempio non è un recinto di pietre morte. I cristiani sono il tempio vivo di Dio, in cui tutto ciò che è accessibile agli uomini lo diventa attraverso di loro. Per questo i cristiani sono sacerdoti, perché partecipano al sacerdozio di Gesù Cristo, che è l'immagine del Padre. Gli uomini cambieranno la loro falsa immagine di Dio se vedono te cristiano.
[...] Nel futuro non esisteranno cristiani di classe A e cristiani di classe B.
Chiesa non ha la missione di «prendere tutta la gente che sta fuori e portarla dentro».
[...] Chiesa "senza trionfalismo né proselitismi, senza voler portare Gesù Cristo non so dove o che tutti entrino in essa. [...] Ma uno può pensare: tutta la Chiesa dunque è il corpo di Gesù Cristo. E qui nasce la confusione.
[...] la Chiesa è cattolica, che vuole dire universale, che non vuole dire che tutte le nazioni stiano nella Chiesa, bensì che sono chiamati ad essa tutti i tipi di uomini.
Non tutti sono chiamati a far parte della Chiesa [...] C'è gente che non è chiamata ad appartenere alla Chiesa sacramento.
[...] La Chiesa non è «l'unica tavola di salvezza» [...] neppure la Chiesa primitiva si è ritenuta tale. 
[...] La Chiesa salva tutti perché perdona tutti.
[...] La Chiesa non giudica, non esige, bensì salva, cura, perdona, risuscita e tutto ciò lo fa facendo presente l'escatologia.
[...] Realizzare ciò che dice la Chiesa nel Concilio di Nicea, senza dubbio non è salvezza per noi, lo fu per loro, non necessariamente per noi. [...] Oggi bisogna uscire dalla religione per entrare nella fede.
[...] [Le decisioni del] Concilio di Trento sono – non un progresso – ma una stasi nel cammino della Chiesa che per causa di quelle decisioni è stata bloccata nel suo sviluppo dal sec. XVI al XXI, fino al Vaticano II. [...] Oggi la Chiesa è mezza distrutta e bisogna ricostruirla. [...] La Chiesa è piena di idolatrie, la Chiesa cattolica piena di paganesimo.
[...] Ci sono per esempio fratelli che non credono assolutamente di essere cristiani. [...] Egli si crede un miserabile, un disgraziato, e tuttavia tutta la comunità sta vedendo in lui meraviglie. Per questo nella Chiesa primitiva, c'era un padrino, un dottore o un garante che doveva condurre il cammino del catecumeno.
[...] E' chiaro che un cristiano di 20-30 anni fa, [...] dato che è dentro ad una Chiesa che sta attraversando un momento grave, perché è una Chiesa monolitica, molto Dogmatica, una Chiesa eccessivamente ritualistica, una Chiesa in cui non c'è Parola di Dio perché è tutto in latino, perché la Bibbia era praticamente proibito leggerla, una Chiesa dove il popolo è alimentato da devozioni particolari, come il Sacro Cuore, novene, culto dei santi. ecc. Quest'uomo ha una teologia molto giuridica ed è molto poco formato, [...] è un uomo che ha fatto esercizi spirituali e che spesso ha un direttore spirituale ma che si trova in una situazione molto povera per poter rispondere a quello che gli è cascato addosso.
[...] Dove si manifesta lo Spirito di Gesù Cristo. Questo chi lo sa? L'Apostolo. ... Non sei tu che sai se sei cristiano, se ti trovi ancora nel cammino catecumenale.
[...] è l'apostolo, il catechista, colui che ti conduce nel catecumenato, colui che deve vigilare sul cammino, come un fratello maggiore, dato che si suppone che il Vescovo abbia riconosciuto in lui questo carisma, per portarti alla fede; è certo lui il fratello che lo sa.[...] Allora perché la Chiesa si desacralizza? Ebbene, perché l'uomo che è nella Chiesa non può restare a braccia conserte di fronte a ciò che sta succedendo. Che fa allora?
[...] Nel suo impulso missionario, cercando in qualche modo di portare Gesù Cristo all'uomo pragmatico-realista, agnostico, secolarizzato come pure all'uomo socialista che milita in un partito e che cerca di cambiare la società [...] si lascia influenzare da essi. [...] E si mette a studiare psicologia e sociologia. Ecco qui tutti i preti che studiano psicologia [...] e ciò significa in qualche modo tecnicizzare la Chiesa. [...]
[...] Allora, la Chiesa, partendo dal culto pagano della gente, la condurrà al cristianesimo... Con Costantino si apre come una parentesi che giunge fino ai giorni nostri. Quando parlo di parentesi non mi riferisco ad una cosa cattiva, ma ad un'epoca determinata della Chiesa in cui era necessario che le nazioni udissero l'annuncio del cristianesimo, come avvenne. [...]
[...] Il Concilio ha rinnovato la liturgia con grande coraggio. ... Siamo usciti dall'immobilismo quasi totale del Concilio di Trento.
[...] La Chiesa non una cosa giuridica, ma sacramentale. [...]
[...] La prima cosa che ha fatto il Concilio è stato di rinnovare la liturgia e di parlare dei segni che devono essere recuperati. Perché dopo Trento eravamo rimasti con le essenze e le cose astratte ed avevamo perduto il valore dei segni.
[...] Il Concilio ha risposto rinnovando la teologia. E non si è parlato più di dogma della Redenzione, ma di Mistero di Pasqua di Gesù.
[...] I macelli avvenuti nella storia della Chiesa ci dimostrano una cosa: che noi uomini ci siamo impegnati a distruggere la Chiesa e non ci siamo riusciti. Gli uomini di Chiesa hanno fatto tutto il possibile per abbatterla. Il fatto che oggi esista la Chiesa è uno dei miracoli più grande che vi sia.
[...] Se la missione della Chiesa è che tutti vi entrino, come mai Dio ha permesso che siano troppo pochi quelli che oggi sono nella Chiesa? [...] Se la verità fosse questa potremmo dire senza dubbio che Gesù Cristo è fallito dopo 2000 anni, perché oggi quelli che sono nella Chiesa sono molto pochi.
[...] La Chiesa non giudica, non esige, bensì salva, cura, perdona, risuscita e tutto ciò lo fa facendo presente l'escatologia.
[...] Ci dispiace anche il modo con il quale vengono presentati i vari tentativi di molti Concili e, per ultimo, di quello di Trento, che hanno cercato di eliminare i difetti, mettendo fine, con decisioni magisteriali, a quanto doveva essere eliminato o modificato.
[...] L'opera poderosa di quel Concilio è presentata come un ostacolo alla vera riforma ed un impedimento alla comprensione del dato sacramentale.

Su Gesù Cristo

[...] Gesù Cristo è l'inviato del Padre per distruggere tutte le barriere che separano gli uomini e formare la Koinonìa, la Comunione tra gli uomini, la Chiesa. Quali barriere separano gli uomini? L'età: ... Altre barriere: donne e uomini; poveri e ricchi; intelligenti e non intelligenti. Gesù Cristo viene a rompere tutte queste barriere per creare tra noi la Comunione nel suo Sangue.
[...] Dobbiamo trovare una presenza di Gesù Cristo per la quale non sia necessario avere la fede, per la quale un uomo, pagano, ateo, un uomo desacralizzato, un tecnico, un pragmatico, che non ha fede in Gesù Cristo e non viene più alla Chiesa, vedendo questa presenza, questo segno, conosca Gesù Cristo. ... Nella parrocchia bisogna dare segni di fede.
[...] E quali sono le opere di vita eterna? Vincere la morte. Questa è la Buona Notizia: che Cristo ha vinto la morte e che Cristo risorto viene a te. [...] Che cosa è la fede? avere lo spirito di Gesù Cristo risorto, vincitore della morte.
[...] Perché così come il sunto di tutta la legge e i profeti è l'amore al prossimo come a se stessi, allo stesso modo il riassunto di tutto il cristianesimo è amare i fratelli della comunità nella dimensione della croce.
[...] Gesù Cristo condanna i farisei non perché facciano dei riti, ma perché li fanno senza senso.

Sul matrimonio

[...] San Paolo dice ancora parlando del matrimonio (cfr. Ef 5,32): grande mistero è questo, che due siano una stessa carne. Ma a me questo non importa un bel nulla. Mi importa solo in quanto segno di una cosa ancora più grande: l'amore di Cristo per la sua Chiesa.

Sul peccato

[...] Ciò che macchia l'uomo non è ciò che viene dall'esterno (lo dice già chiaramente Gesù Cristo), ma quello che è dentro il cuore dell'uomo, non sono le strutture da cambiare ciò che degenera l'uomo.
[...] Ciò che realmente opprime l’uomo è il peccato. Evidentemente non parlerete a nessuno oggi di peccato perché vi farebbe una risata in faccia. Perché il mondo è secolarizzato. Occorre dirlo in un altro modo: che l’uomo ha paura della morte perché ha sperimentato la morte.
[...] L'uomo è schiavo per la paura che ha della morte. Per questo cerca la vita. Tutto è basato su questo”.
[...] Eva siamo tu e io. Mangiare, peccare è fare un sacramento con cui si dice amen alla catechesi del maligno. Quando tu, io, o chiunque, pecchiamo accettiamo che Dio non esiste che Dio non è amore.[...] Questa è la realtà dell’uomo: vuol fare il bene e non può. Il marxismo dirà che non può perché è alienato dalle strutture ingiuste della società; la psicologia dirà che non può a causa dei suoi complessi psicologici. Tutto questo non mi convince. Il cristianesimo dice un’altra cosa. Dio ha rilevato la realtà dell’uomo così. L'uomo non può fare il bene perché si è separato da Dio, perché ha peccato ed è rimasto radicalmente impotente e incapace in balia dei demoni. E' rimasto schiavo del maligno. Il maligno è il suo signore.
[...]  Il peccato vive in noi come una semente di morte.
[...] Il peccato vive in noi, regna in noi come qualcosa che ci schiavizza e che, senza che lo vogliamo ci porta a peccare.[...]
[...] Non serve a nulla dire alla gente che si deve amare. [...] Nessuno può amare l'altro. Tu potrai avvicinarti e amare tua moglie e un'altra persona, ma fino a un punto: fino a che non ti distrugga. Ma oltre non puoi andare perché devi difendere la tua vita, perché è la sola cosa che possiedi, perché vuoi vivere, essere [...] Chi perde la vita per nulla? E' assurdo. E chi ha colpa di questo? Nessuno. Per questo non servono i discorsi. Non serve dire: sacrificatevi, vogliatevi bene, amatevi. E se qualcuno ci prova si convertirà nel più grande fariseo, perché farà tutto per la sua perfezione personale.

Sulla religione

[...] L’uomo quando ha scoperto questo Essere superiore ha bisogno di renderselo propizio. Appare la religione. (Religione viene da «religare», unire l’uomo con Dio).
[...] L’uomo erige un altare lì dove Dio gli dà retta; un altare puro, la pietra più perfetta. Lì porta focacce e le brucia; porta animali e li sacrifica affinché l’aroma salga fino a Dio. Pensa: dato che ho preso un agnello che mi è costato dei bei soldi e glielo ho offerto, Lui in cambio mi darà abbondanza di altre cose. Questo si ritrova in tutte le religioni. Sono rudimenti di religiosità naturale.

Sui cristiani

[...] Un cristiano non domanderà mai a Dio la guarigione di una malattia, perché per lui la malattia ha un nuovo senso; non è un male, perché per il cristiano tutto è grazia e tutto amore. Il male ha significato di male solo tra i pagani.
[...] Noi viviamo questo momento di transizione e proveniamo da un cristianesimo vissuto ad un livello molto religioso. La stessa cosa che Dio fece con il popolo di Israele, cioè che non distrusse la sua religiosità naturale, ma che andò purificandola, soprattutto nell'esilio in cui purificò i riti sacrificali, la stessa cosa ha fatto la Chiesa con le nazioni... Dio è andato sublimando questi sacrifici cruenti, di modo che quando giunge Gesù Cristo la spiritualità ebraica non è più basata su sacrifici di vacche e tori, ma fondamentalmente sulla Pasqua ebraica che una festa celebrata a livello familiare, che è un sacrificio di lode e una oblazione.
[...] C'è stata un'epoca di cristianesimo vissuto ad un livello molto religioso e magico, oggi entriamo in un'epoca diversa ed abbiamo bisogno di passare ad un cristianesimo vissuto nella fede e non nella religiosità naturale. Uscire dalla religione per entrare nella fede.
[...] Questi cristiani, che vivono il loro cristianesimo a livello di religiosità naturale, vivono una religione di paura, in qualche modo vivono nel timore del castigo di Dio. Questo modo di vivere il cristianesimo viene dal fatto che non siamo stati sufficientemente catechizzati ed educati alla fede. Forse non abbiamo mai visto il vero cristianesimo incarnato in uomini reali. Perché il cristianesimo non è un ideale per santi, bensì una vita per ogni uomo, qualcosa che lo fa vivere meglio e più felice.
[...] Noi abbiamo creduto che la fede fosse aderire ad una serie di verità astratte, credere certe cose. [...] Alcuni pensano che il cristianesimo sia credere delle verità a livello razionale. [...] La Chiesa è un avvenimento che si dà [...] che si realizza nella storia. [...] La Chiesa è un avvenimento che continua a realizzarsi.
[...] C'è molta gente, fra quelli che vi ascoltano, che non ha questa rivelazione di Dio, perché Dio non ha eletti. Per questo la Chiesa, come il popolo d’Israele, è un punto dentro la storia. Perché non sono i migliori, ma sono gli eletti per una missione all’interno della storia. Così vedrete che molta gente che viene alle catechesi, anche se sono preti o suore, non hanno una vera esperienza di Dio.
[...] Il cristianesimo non è un moralismo. Gesù Cristo non è affatto un ideale di vita. Gesù Cristo non è venuto a dare l'esempio e ad insegnarci a compiere la legge.
[...] Il cristianesimo non è un moralismo, né una religione, né una filosofia. il cristianesimo è fondamentalmente una buona notizia: un avvenimento.
[...] Il cristianesimo non è affatto una dottrina che si può imparare con catechismi e teologie. Il cristianesimo è una Buona Notizia, un evento storico; ciò che lo distingue da tutte le filosofie e religioni. Di questo evento storico vi sono dei testimoni che sono in esso coinvolti: gli apostoli.
[...] Noi cristiani non piangiamo i morti: i nostri fratelli che muoiono sono vivi.
[...] Sopra chi la accolga, sopra quei fratelli che il Signore abbia già destinato, su chi è predestinato a questa parola. Essa scenderà come una colomba, li prenderà come una realtà e resterà custodita il loro.
[...] Siete stati eletti da Dio per essere depositari di questa Parola.
[...] La cosa importante, fratelli, è che qualche cosa sta cambiando veramente: noi non eravamo cristiani, non conoscevamo niente di cristianesimo, siamo precristiani. Mai ci eravamo posti davanti alla Parola del Cristo, mai avevamo ricevuto uno Spirito nuovo avuto dal cielo, e per questo non davamo frutti e il nostro cristianesimo era uno schifo.
[...] Mi sono dimenticato prima una cosa molto importante sulle religiosità, naturale. Tutta la religiosità naturale è basata sul timore. Il cristianesimo invece è basato sull'amore. Che significa timore? Che abbiano paura delle malattie, dei castighi. Ma nel cristianesimo, dice San Paolo, non avete ricevuto uno spirito di servi da ricadere nel timore, ma avete ricevuto uno spirito per il quale potete dire a Dio «Papà».
[...] Questo è il senso religioso naturale: servirsi di Dio e non abbandonarsi a Dio.
[...] Perché la buona notizia è questa: non muori. Questa è la notizia che tutto il mondo sta aspettando. Perché tutti dobbiamo morire, bianchi, negri, cinesi, maomettani, ecc. Tutti siamo condannati a morte.

Sul Battesimo

[...] Che cos'è il Battesimo? E' realizzare il mistero di Pasqua di Gesù attraverso un segno. Il corpo del peccato, che Gesù Cristo ha inchiodato sulla croce, muore. Ma questo non sarebbe sufficiente. Se Gesù Cristo non fosse risorto, che cosa avrebbe dimostrato? Che noi uomini siamo tutti delle canaglie, che nessuno ha compiuto la legge e che abbiamo condannato Gesù chiedendo grazia per un assassino. Con ciò nessuno di noi si sarebbe salvato. Avrebbe dimostrato che il nostro corpo è un corpo di peccato? Per questo San Paolo dice: Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede, resteremmo tutti nei nostri peccati. Ma il Padre ha risuscitato colui che ha voluto farsi peccato (è stato condannato nel nome della legge la quale dice: maledetto colui che pende dal legno). Egli ha preso il nostro posto ed ha permesso che i nostri peccati fossero lì inchiodati. Sono i tuoi peccati ed i miei peccati che ha portato sulla croce e per i quali è morto. I peccati lo hanno condotto alla morte per esprimere così ciò che i peccati fanno di noi. Perché se siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, se Lui è morto per i nostri peccati, anche noi siamo morti per i nostri peccati. Egli è l'autore della vita. Egli è il Signore del Sinai. Ma se egli ha occupato il tuo posto ed il mio ed è stato messo nella fossa al nostro posto e il Padre lo ha resuscitato, ha resuscitato anche noi. Perché l'ha resuscitato come pegno, come garanzia che i tuoi peccati sono perdonati. Che abbiano accesso alla vita di Dio, che ora possiamo nascere da Dio.
[..] Qual'è la porta per entrare nella Chiesa? Il Battesimo. Non c'è altro cammino. Oggi si parla molto di pluralità di vie. Ce n'è una sola: il Battesimo mediante un catecumenato serio, di anni.
[...] Può passare all'ultima tappa del Battesimo solo colui in cui l'apostolo riconosce l'opera di Dio, colui che ha dentro di sé Gesù Cristo e lo fa visibile in segni di fede adulta.
[...] Nella Chiesa primitiva, al termine del catecumenato, il Vescovo con il Battesimo veniva a confermare se c'era nel catecumeno una creatura nuova.

Su Dio

[...] Chiamare a conversione l’uomo è chiamarlo alla sua realtà profonda. Per questo, attenti con certi concetti di Dio buono che è tutta misericordia... Perché la vita è molto più seria. Venite con me, voi che avete certi concetti di Dio tipo Sacro Cuore, con la manina così e la faccia ritoccata, tutto zucchero e miele, tutto soavino e tenerino... andiamo a una baracca a vedere una donna il cui marito si ubriaca e la picchia tutte le notti, che ha un figlio in carcere e un altro mezzo scemo; una donna che si alza tutti i giorni alle cinque del mattino per andare a sfregare pavimenti e non ha nulla da mangiare. Andiamo a chiedere a quella donna di quel Gesù tanto soave... Andiamo a vedere le prostitute, le retate, i macelli, i drogati, andiamo a vedere la guerra del Vietnam, i cadaveri putrefatti, vediamo un po’ quel Dio tutto soave che avete, quella vita così regolare, così per bene, così carina! No! [...] La vita è molto più seria di tutto ciò e non si può fare di essa una caricatura. Quel Dio di cartapesta non esiste. Il Dio della Bibbia non è così. E’ un Dio che elegge un popolo e gli dà grazie che non dà ad altre nazioni, perché compia la sua missione. Però, che non lo tradisca, altrimenti la sua maledizione sarà tremenda. E’ un Dio che a seconda maledice e benedice.

Sulla fede

[...] Ti assicuro che se tu avessi fede per stare una notte intera a chiedere: Gesù abbi pietà di me, credendo che Gesù ha potere per curarti, quella notte saresti guarito da qualsiasi cosa, da qualsiasi vizio.
Questa preghiera: Gesù figlio di Davide abbi pietà di me, è la preghiera del cuore, la preghiera che i monaci orientali ripetono senza interruzione. è una preghiera che fa sgorgare le lacrime. All'improvviso dopo averla ripetuta quindicimila volte ti viene un amore a Gesù, un'illuminazione tanto grande... Sapete perché Dio non vi aiuta? Perché non chiedete.
[...] Sapete che cos'è la fede? Credere che questo che stiamo dicendo è possibile, che è possibile che voi nasciate veramente da Dio, che tutti i vostri peccati sono perdonati e che avete accesso alla vita eterna, alla natura di Dio. Perché l'annunzio di questa Parola, dicevano i Santi Padri, è lo sperma dello Spirito, perché ha il potere di generare nell'uomo una nuova creatura. In colui che nella predicazione, immediatamente incomincia a crescere una nuova creatura. La fotografia di questa nuova creatura è Cristo. Perché Cristo resuscitato è un'opera che Dio ha fatto per te, perché tu possa essere salvato. Egli è la manifestazione di Dio. Dio ha voluto manifestarci in lui il suo volto.
[...] Se credi questo, ora stesso puoi essere battezzato, possiamo dire. ... Credi forse di poter smettere di bere, smettere di essere egoista? Tu non puoi. Proprio perché tu non lo puoi ti è stato inviato Gesù Cristo Risorto, vincitore della morte. Perché se tu lo potessi, a che servirebbe Gesù Cristo? Basterebbe la legge.
[...] La fede non è credere qualcosa con gli occhi bendati; non è credere qualcosa con l'incertezza se esisterà o no. Per Abramo la fede è prendere il figlio, stringerlo fra le braccia e ridere. Quelli che hanno avuto figli - vi ricordate di quando aveste il primo? - è una esperienza strana. Bene, immaginatevi quello che pensò Abramo quando ebbe questo figlio che sempre aveva desiderato e che mai aveva ottenuto; immaginatevi quello che avrà provato ad averlo ora quando lui aveva 90 anni e sua moglie era sterile.
[...] Anche noi, se crediamo, veniamo giustificati perché la fede diventa il titolo che ci accredita  la giustizia.
[...] La fede non è un dubbio o una oscurità o un salto nel vuoto, per quanto bella sia la frase e l'abbia detta Pascal. E' tutto il contrario. [...] la fede è una conoscenza sperimentale. Non è una conoscenza di ragione in senso ellenistico. Per la Bibbia conoscere è sempre una conoscenza di esperienza.
[...]La fede presuppone vivere la resurrezione, avere ricevuto lo Spirito vivificante di Gesù Cristo risorto, la vita eterna [...] Hanno fede perché sperimentano e vivono Gesù risorto dentro di essi.
[...] Non può esistere la fede senza che incontriamo un cristiano adulto. [...] Perché la Chiesa è il tempio di Dio. Perché Cristo ha voluto incontrare gli uomini. Se siamo la Chiesa e la Chiesa è il tempio di Dio, comprenderemo che gli uomini si possono incontrare con Dio solamente attraverso di noi. [...] E' negli uomini che si incontra Gesù Cristo. Per questo è chiaro che tu puoi avere avuto una chiamata dal Dio della religiosità naturale, perché hai paura che ti licenzino, o perché hai paura di prendere una malattia e per questo te ne vai al tempio, ma può anche essere che tu non abbia mai visto un cristiano... Nella religiosità naturale hai bisogno di un sacerdote con la sua brava sottana che ti serva il culto.
[...] Nel cristianesimo la fede è un'altra cosa. E' molto diverso che tu ti incontri con Cristo attraverso un cristiano. Non si tratta più di riti; è diverso. [...] La crisi di fede da dove viene? Perché non si danno i segni della fede... Dove si danno questi segni (l'amore e l'unità. ) nella attuale struttura della parrocchia? Dove sono questi fratelli che si amano sino a dare la vita? Perché la buona notizia è che noi non moriamo, che la vita eterna è giunta fino a noi, che Cristo è risorto... La Chiesa non dà dimostrazioni razionali della vita eterna. La Chiesa dà la vita eterna, che è diverso, e la dà con i sacramenti, con segni. Non ha bisogno dì dimostrare nulla razionalmente.


              Ikthys