Il Catechismo Minore di Westminster del 1648

Catechismo della fede cristiana riformata
(rielaborato nel 1864 da C.H. Spurgeon con testi biblici probanti
e breve commento a cura del past. Paolo Castellina.)


Che cos'è un catechismo e perché usarlo oggi?

Nell'impegno di facilitare il rinnovamento della mente conformando i nostri pensieri a quelli di Dio, il cristiano responsabile usa un'adeguata parte del suo tempo a studiare la Bibbia, da solo e in gruppo, nella preghiera e nel culto.

Lo studio biblico può assumere varie forme, come ci indica la Bibbia stessa nel Salmo 119. Questo salmo, dedicato alla Parola di Dio, ci incoraggia ad attenerci alla Parola di Dio, ad investigarla, apprenderla, conservarla nel cuore, dichiararla, rallegrarci in essa, meditarla, contemplarla, prendere in essa il nostro diletto, non dimenticarla, chiedere a Dio di insegnarcela, e a starne sempre vicino.

Vi sono a nostra disposizione molti metodi e sussidi per studiare il contenuto e l'insegnamento della Bibbia, molti di questi però si rivelano superficiali ed inefficaci. Se riconsideriamo però la storia del Cristianesimo troveremo però metodi che da sempre sono stati molto efficaci, fra di questi c'è il catechismo.

Oggi spesso si accantona in modo sprezzante il catechismo come se fosse qualcosa di antiquato, un metodo decisamente superato, e spesso il termine stesso ha una connotazione negativa. E' però davvero un metodo così superato? Alcuni l'hanno definito una pratica dimenticata, e forse "dimenticato" è un termine persino troppo ottimista. Merita però davvero di essere dimenticato?

Spesso prendiamo per scontato senza molto riflettere che i metodi e le idee moderne siano per definizione migliori di tutto ciò che ha prodotto il passato. Chi pensa in questo modo parte dal presupposto che noi saremmo "progrediti" e che la situazione attuale sarebbe se non perfetta, almeno più "illuminata" di un tempo. In realtà spesso questa è una presunzione del tutto infondata. Certo, l'idea del progresso è valida, ma non c'è sempre un'equivalenza diretta fra scorrere del tempo e progresso. Dobbiamo spesso ammettere che la comunità cristiana seppure abbia progredito e sia cresciuta in certi aspetti della sua vita, in altri in realtà abbia regredito, sia degenerata. Possiamo davvero dire oggi che, "superato" il catechismo, il popolo cristiano abbia idee più chiare in quanto a dottrina? Non è forse vero che, nonostante i "metodi moderni", l'ignoranza della dottrina cristiana è quanto mai abissale? Dobbiamo purtroppo constatare che tutta questa conclamata "modernità" in realtà ci ha fatti cadere in un oscuro tempo di incredulità e di apostasia.

Non abbiamo quindi timore di ricuperare il catechismo e di ricuperare quello che più di altri ha avuto il merito di perpetuare la genuina dottrina cristiana riportata in luce dalla Riforma protestante: il Catechismo minore di Westminster del 1648 che accompagna l'omonima Confessione di fede, qui nella versione battista rielaborata nel 1864 da C.H. Spurgeon.

La Confessione di fede di Westminster fu pubblicata per la prima volta nel 1646 ed era il prodotto di un'assemblea dei più pii ed eruditi teologi riformati dell'Inghilterra e della Scozia del 17. secolo.

Quando questa Confessione venne presentata all'Assemblea Generale della Chiesa di Scozia, fu dichiarato "su matura deliberazione" che essa era "fondata sulla Parola di Dio" e "giudicata sommamente ortodossa". Venne riconosciuto con riconoscenza a Dio il merito che una tale eccellente Confessione fosse formulata e concordata in entrambi i regni.

Dalla sua sanzione del 1647, molte acque sono certo passate sotto i ponti della teologia e della dottrina ed è triste riconoscere come in effetti si siano fatti numerosi passi indietro rispetto alle conquiste dottrinali della Confessione. Non sono mancati coloro che sono stati pronti a screditare la sua eccellenza e a promuovere il suo abbandono.

Essa però è fondata sulla solida roccia della Scrittura, ed esprime il giudizio più maturo dell'erudizione riformata sugli elementi fondamentali della fede cristiana. A causa della sua fedeltà alle Scritture essa assume un valore permanente ed una durevole rilevanza.

La Chiesa di Cristo non può stare senza Credo e vivere. E' suo dovere (specialmente in un tempo di dubbio e di confusione) definire e proclamare la fede cristiana al mondo. Il lettore, riconoscendo il supremo valore della Parola di Dio in materia di fede e di pratica, potrà volgersi a questa Confessione, di cui questo catechismo è la forma didattica, come un canone subordinato per trovare in essa un tesoro spirituale che potrà donare luce, conforto e forza.

Consideriamo infine due appropriate definizioni di Catechizzare e di Catechismo, tratte da un semplice vocabolario. Catechismo: insegnamento dei principi fondamentali della dottrina cristiana fatta mediante una serie di domande e di risposte o il libretto in cui sono esposti questi principi. Catechesi: istruzione sui principi fondamentali della dottrina cristiana. Catechizzare: ammaestrare nella fede cristiana. Che della catechesi ci sia oggi un estremo bisogno non c'è alcun dubbio, e confidiamo che la pubblicazione di questo catechismo possa dare un valido contributo.

Tutte le citazioni bibliche qui riportate, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione "Nuova Diodati", edizione 1991, La Buona Novella, Brindisi

Paolo Castellina


Indice abbreviazioni bibliche

Ad. - Abdia

Ag.- Aggeo

Am. - Amos

Ap. - Apocalisse

At. - Atti degli Apostoli

Ca. - Cantico dei cantici

Cl - Colossesi1 Co. - Prima Corinzi

2 Co. - Seconda Corinzi

1 Cr. - Prima Cronache

2 Cr. - Seconda Cronache

Da. - Daniele

De. - Deuteronomio

Eb. - Ebrei

Ec. - Ecclesiaste

Ef. - Efesini

Ed. - Esdra

Es. - Esodo

Et. - Ester

Ez. - Ezechiele

Fi. - Filemone

Ga. - Galati

Ge. - Genesi

Gr. - Geremia

Gm. - Giacomo

Gb. - Giobbe

Gl. - Gioele

Gn. - Giona

Gs. - Giosuè

Gv. - Giovanni

1 Gv. - Prima Giovanni

2 Gv. - Seconda Giovanni

3 Gv. - Terza Giovanni

Gd. - Giuda

Gc. - Giudici

Ha. - Habacuc

Is. - Isaia

La. - Lamentazioni

Le. - Levitico

Lu. - Luca

Ml. - Malachia

Mr. - Marco

Mt. - Matteo

Mi. - Michea

Na. - Nahum

Ne. - Nehemia

Nu. - Numeri

Os. - Osea

1 Pi. - Prima Pietro

2 Pi. - Seconda Pietro

Pr. - Proverbi

1 Re - Prima Re

2 Re - Seconda Re

Ro. - Romani

Ru. - Ruth

Sl. - Salmi

1 Sa. - Prima Samuele

2 Sa. - Seconda Samuele

So. - Sofonia

1 Te. - Prima Tessalonicesi

2 Te. - Seconda Tessalonicesi

1 Ti. - Prima Timoteo

2 Ti. - Seconda Timoteo

Tt. - Tito

Za. - Zaccaria

rif. - riferimenti

CATECHISMO

1. Qual è lo scopo principale della vita umana?

Lo scopo principale della vita umana è dare gloria a Dio (1) e godere per sempre della sua presenza (2).

1. 1 Co. 10:31. Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun'altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio.

2. Sl. 73:25,26. Chi ho io in cielo fuori di te? E sulla terra io non desidero altri che te. La mia carne e il mio cuore possono venire meno, ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte in eterno.

Commento. L'esistenza dell'essere umano come creatura è direttamente dipendente da Dio, suo Creatore, ed è soltanto in Lui che noi possiamo trovare la piena realizzazione di noi stessi e la nostra felicità più autentica. La nostra vita può così trovare significato affidandoci totalmente a Dio, obbedendo a Lui e servendo la sua volontà, a lode della Sua gloria.


2. Qual è la guida che Dio ci ha donato per poter dare gloria a Dio e godere per sempre della Sua presenza?

E' la Parola di Dio contenuta nella Bibbia, costituita dall'Antico e dal Nuovo Testamento (1). Dio ha voluto che essa sola fosse per noi guida autorevole per poter dare gloria a Dio e godere per sempre della Sua presenza (2).

1. Ef. 2:20. ...edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Gesù Cristo stesso la pietra angolare.

2 Ti. 3:16. Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile ad insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia.

2. 1 Gv. 1:3. ...quello che abbiamo visto e udito, noi ve lo annunciamo, affinché anche voi abbiate comunione con noi; e la nostra comunione è col Padre e col suo Figlio Gesù Cristo.

Commento. Un tempo l'essere umano era in costante comunione con Dio: esisteva un dialogo fra Dio e l'uomo. Ora, a causa del peccato, questo dialogo è interrotto. Per grazia di Dio, però, per tornare ad essere ciò che dovevamo essere, Egli torna a parlarci in Gesù Cristo (la Sua Parola diventata essere umano) e nella Bibbia (la Sua Parola diventata scrittura). La natura ci può dire già qualcosa di Dio, come pure la nostra coscienza; questo però non è sufficiente. Dio ci ha dato in Cristo e nella Scrittura, e solo là, la Sua speciale rivelazione che ci può guidare in modo adeguato a ricostituire quello che dovevamo essere. Essa è completamente degna di fiducia in tutto ciò che afferma (inerrante), è chiara a tutti nelle sue linee essenziali, ed è sufficiente in sé stessa per lo scopo che si prefigge (non abbiamo bisogno di rivelazioni complementari).


3. Qual è l'insegnamento principale della Bibbia?

Le Scritture ci insegnano in primo luogo che cosa noi dobbiamo credere al riguardo di Dio e quali siano i doveri che noi abbiamo verso di Lui (1).

1. 2 Ti. 1:13. Ritieni il modello delle sane parole che hai udito da me nella fede e nell'amore, che sono in Cristo Gesù.

Ec. 12:13. Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso: Temi Dio ed osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto dell'uomo.

Commento. La Bibbia è sia dottrina (qualcosa da conoscere) che vita (qualcosa da vivere). Dottrina e vita non possono essere staccati l'uno dall'altro, sono come un albero buono che non può che dare buoni frutti.


4. Che cosa intendiamo quando ci riferiamo a Dio?

Quando ci riferiamo a Dio noi parliamo di una persona spirituale (1), infinita (2), eterna (3) ed immutabile (4) nel suo essere (5), nella sua sapienza, potere (6), santità (7), giustizia, bontà e verità (8).

1. Gv. 4:24. Dio è Spirito.

2. Gb. 11:7. Puoi tu scandagliare le profondità di Dio? Puoi tu penetrare la perfezione dell'Onnipotente?

3. Sl. 90:2. Prima che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e il mondo, anzi, da sempre e per sempre tu sei Dio. 1 Ti. 1:17. Or al Re eterno, immortale, invisibile, all'unico Dio sapiente, sia l'onore e la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

4. Gm. 1:17. ...ogni buona donazione e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre dei lumi, presso il quale non vi è mutamento, né ombra di rivolgimento.

5. Es. 3:14. Dio disse a Mosè «IO SONO COLUI CHE SONO». Poi disse: «Dirai così ai figli di Israele: "L'IO SONO mi ha mandato da voi".

6. Sl. 147:5. Grande è il nostro Signore, immensa è la sua potenza e infinita la sua intelligenza.

7. Ap. 4:8. Santo, santo, santo è il Signore Dio, l'Onnipotente, che era, che è e che ha da venire.

8. Es. 34:6,7. L'Eterno, l'eterno Dio, misericordioso e pietoso, lento all'ira, ricco in benignità e fedeltà, che usa misericordia a migliaia, che perdona l'iniquità, la trasgressione e il peccato ma non lascia il colpevole impunito...

Commento. La Bibbia ci descrive Dio come una persona da una parte totalmente diversa da noi, e dall'altra simile a noi (perché noi siamo stati creati alla Sua immagine. Come persona diversa da noi Essa possiede attributi che solo Essa possiede (non-comunicabili), come il fatto che sia Spirito, infinita, eterna ed immutabile, mentre noi abbiamo limiti, siamo legati al tempo e siamo mutevoli. Come persona a cui noi siamo simili, invece, Dio possiede attributi che pure noi possiamo avere (comunicabili), e cioè essere, sapienza, potere, santità, giustizia, bontà, verità


5. Esiste più di un Dio?

No, non vi è che un solo Dio (1), il Dio vivente e vero (2).

1. De. 6:4. Ascolta, Israele: l'Eterno, il nostro DIO, l'Eterno è uno.

2. Gr. 10:10. Ma l'Eterno è il vero DIO, egli è il DIO vivente e il re eterno.


6. Che cosa ci dice la Bibbia sulla essenza di Dio?

Vi sono tre persone nell'essenza di Dio: il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo, e queste tre non sono che un unico Dio, lo stesso in essenza, uguale in potere e gloria (1).

1. Mt. 28:19. Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

2 Co. 13:14. La grazia del Signore Gesù cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. Amen.

Commento. La Scrittura insegna con chiarezza che non vi è che un unico Iddio vivente e vero [Cfr. 1 Re 8:60; 1 Co. 8:5,6; Is. 44:6]. Essa però, con altrettanta chiarezza ci insegna che non solo Dio Padre, ma anche il Figlio e lo Spirito Santo sono Dio [Cfr. 1 Gv. 1:18; Sl. 45:6; Is. 9:6,7; Gv. 20:28; Gv. 1:4; 5:26]. Gli attributi di Dio sono ascritti anche al Figlio [Mt. 28:20; Gv. 1:1; 1:3; Cl. 1:17; Eb. 1:3; Gv. 5:19; Gv. 20:28], come pure avviene per quanto riguarda lo Spirito Santo [Cfr. At. 5:3,4; 1 Co. 2:10; Gv. 6:63; Mt. 12:31]. Inoltre la Scrittura insegna che queste sono persone distinte, uguali sia in potere che in gloria


7. Che cosa si intende quando si parla dei "decreti" di Dio?

I decreti di Dio sono il Suo eterno proposito, secondo il consiglio della Sua volontà, per cui Egli, per la Sua propria gloria, ha prestabilito tutto ciò che deve accadere (1).

1. Ef. 1:11,12. In lui siamo stati scelti per un'eredità, essendo predestinati secondo il proponimento di colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà.

Commento. Tutto ciò che avviene nel mondo non è semplicemente questione di caso o di accidente. Per ogni cosa c'è una ragione, e la ragione ultima di ogni cosa è il progetto che Dio per ogni cosa ha formulato. Il progetto che Dio ha formulato per ogni cosa è eterno, cioè qualcosa che Egli sempre aveva, ed è immutabile. Esso poi è assoluto, cioè nulla accade senza che Dio l'abbia pianificato. Infine si tratta di decisioni prese 'per la sua propria gloria', Dio cioè non spiega quello che fa dandocene una ragione che "vada oltre sé stesso". Per ogni cosa c'è sempre un motivo plausibile e coerente con il suo carattere. Dio però non è l'autore del peccato, né egli limita così la piena responsabilità umana per il suo destino finale.


8. Come Dio esegue tutti i suoi decreti?

Dio esegue tutti i suoi decreti nell'opera della creazione (1) e della provvidenza (2).

1. Ap. 4:11. Tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà esistono e sono state create.

2. Da. 4:35. Egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra.


9. Che cos'è l'opera della creazione?

L'opera della creazione consiste nel fatto che Dio ha portato all'esistenza ogni cosa (1) dal nulla, con la parola della sua potenza (2), nello spazio di sei giorni, e il tutto era molto buono (3).

1. Ge. 1:1. Nel principio DIO creò i cieli e la terra.

2. Eb. 11:3. Per fede intendiamo che l'universo è stato formato per mezzo della Parola di Dio, si che le cose che si vedono non vennero all'esistenza da cose apparenti.

3. Es. 20:11. Poiché in sei giorni l'Eterno fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi.


10. In che modo Iddio creò l'essere umano?

Iddio creò l'essere umano maschio e femmina, secondo l'immagine di sé stesso (1), in conoscenza, giustizia e santità (2), con il dominio su tutte le creature (3).

1. Ge. 1:27. Così Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò ad immagine di Dio; li creò maschio e femmina.

2. Cl. 3:10. ...e vi siete rivestiti dell'uomo nuovo, che si va rinnovando nella conoscenza ad immagine di colui che l'ha creato.

Ef. 4:24. ...e per essere rivestiti dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e santità della verità.

3. Ge. 1:28. E DIO li benedisse; e DIO disse loro: «Siate fruttiferi e moltiplicate, riempite la terra e soggiogatela, e dominate sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e sopra ogni essere vivente che si muove sulla terra.

Commento. Che cosa significa essere stati creati ad immagine di Dio? (1) Il catechismo dice che noi siamo stati creati secondo la sua immagine in conoscenza. Adamo, cioè, quando ancora non aveva peccato, era in grado di comprendere la rivelazione che Dio faceva di sé stesso nel mondo. Egli era "profeta" nel senso più alto del termine e come tale "vedeva" la verità di Dio e ne parlava a beneficio degli altri. (2) Il catechismo dice che noi siamo stati creati secondo la sua immagine in santità. Adamo, cioè, quando ancora non aveva peccato, era totalmente consacrato a Dio, era "a parte", "speciale" per lui. Era in pace con Dio, si rallegrava della Sua presenza e desiderava servirlo più di ogni altra cosa. Egli era, in questo senso "sacerdote". (3) Il catechismo dice che noi siamo stati creati secondo la sua immagine in giustizia. Adamo, cioè, quando ancora non aveva peccato, era "re" perché saggiamente governava sulla creazione come Dio gli aveva detto. Egli conosceva la volontà di Dio, desiderava obbedirvi, ed era in grado di farlo. Tenere a mente questo è estremamente importante perché ci aiuterà a comprendere l'attuale depravazione dell'uomo, l'opera salvifica di Cristo, la necessità e la sostanza della conversione, e i segni che caratterizzano la vera chiesa


11. In che cosa consiste l'opera della divina provvidenza?

L'opera della divina provvidenza consiste nel fatto che Dio conserva nel modo più santo (1), saggio (2) e potente (3), come pure governa, tutte le Sue creature e tutte le loro azioni (4).

1. Sl. 145:17. L'Eterno è giusto in tutte le sue vie e benigno in tutte le sue opere.

2. Is. 28:29. Anche questo procede dall'Eterno degli eserciti, che è meraviglioso nel suo consiglio e grande in sapienza.

3. Eb. 1:3. Sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza.

Ne. 9:6. Tu conservi in vita tutte queste cose.

4. Sl. 103:19. Il suo regno domina su tutto.

Mt. 10:29. Non si vendono forse due passi per un soldo? Eppure neanche uno di loro cade a terra senza il volere del Padre vostro.

Commento. La Scrittura dice che, nonostante quello che noi potremmo altrimenti dire, che Dio ha il completo controllo di quello che noi chiamiamo natura (Mt. 5:45; Sl. 104:14; Gb. 37:10,12); che Dio ha controllo sulle nazioni (Da. 4:25; 2:21; At. 17:26); che Dio è in controllo della vita di ogni singolo individuo al mondo (1 Sa. 2:6-8); che Dio esercita un controllo persino sulle libere azioni degli uomini (Pr. 16:1; Fl. 2:13; Sl. 76:10). Non possiamo però spiegare come lo faccia, ci basti sapere che è vero.


12. Quale speciale atto di provvidenza Dio ha fatto verso l'essere umano nello stato in cui era stato creato?

Nel creare l'essere umano Dio aveva stabilito con esso un patto che gli avrebbe garantito la vita se egli avesse obbedito perfettamente alla Sua volontà (1). Nel contempo Egli gli aveva proibito, sotto pena di morte, di mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male (2).

1. Ga. 3:12. Ora la legge non proviene dalla fede, ma «l'uomo che farà queste cose vivrà per mezzo di esse».

2. Ge. 2:17. ...ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai.

Commento. Un patto ingiusto? No. (1) Adamo era stato creato con la capacità di fare ciò che gli era stato richiesto (Ec. 7:29; 1 Ti. 2:14); (2) Dio gli aveva provveduto tutto ciò di cui egli aveva bisogno e che avrebbe reso inutile cadere in tentazione; (3) La stessa minacciata pena di morte avrebbe dovuto essere sufficiente per scoraggiarlo dal disubbidire.


13. I nostri progenitori continuarono a vivere nello stato in cui erano stati originalmente creati?

I nostri progenitori, essendo stati creati con una volontà libera, sono decaduti dallo stato in cui erano stati originalmente creati, peccando contro Dio (1), mangiando del frutto proibito (2).

1. Ec. 7:29. Ecco, solo questo ho trovato: DIO ha fatto l'uomo retto, ma gli uomini hanno ricercato molti artifici.

2. Ge. 3:6,7,8. E la donna vide che l'albero era buono da mangiare, che era piacevole agli occhi e che l'albero era desiderabile per rendere uno intelligente; ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei. Allora si apersero gli occhi di ambedue e si accorsero di essere nudi; ...e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell'Eterno DIO fra gli alberi del giardino.


14. Che cos'è il peccato?

Peccato è qualsiasi mancanza nel conformarsi alla legge che Dio ha stabilito per noi oppure trasgredirla (1).

1. 1 Gv. 3:4. Chiunque commette il peccato, commette pure una violazione della legge; e il peccato è violazione della legge.

Commento. I nostri progenitori erano stati creati in stato di innocenza ed erano (1) liberi di seguire o la via dell'obbedienza oppure quella della disobbedienza. Non c'era nulla che li avrebbe forzati ad andare o in una direzione o in un'altra, nemmeno Satana. (2) Avevano la capacità di seguire o l'una strada oppure l'altra. Erano cioè capaci di bene o di male. Dio ha creato l'uomo libero di agire, con la facoltà di scegliere tra il bene ed il male; desiderava che la Sua creatura scegliesse di amarlo e adorarlo volontariamente, desiderava per essa il bene, non il male. Ma, se la creatura ha la facoltà di scegliere il bene deve necessariamente avere pure la facoltà di scegliere il male. L'essere umano è una creatura di Dio. Come tale può trovare la migliore realizzazione di sé stesso rimanendo entro i limiti che Dio gli ha posto. Andare oltre a questi limiti significa scadere di qualità, essere di meno di quello che poteva essere, causare da sé stesso il proprio danno, in una parola "decadere".


15. Quali conseguenze ha avuto il peccato di Adamo e di Eva su tutta la loro discendenza?

Il peccato di Adamo e di Eva ha contaminato tutta la loro discendenza naturale, perché il patto che Dio aveva stabilito con Adamo includeva tutti i suoi discendenti.

Per questo in Adamo noi pure abbiamo peccato, con lui siamo decaduti, ed insieme a lui noi subiamo tutte le conseguenze del suo peccato (1).

1. 1 Co. 15:22. Perché, come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo.

Ro. 5:12. Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, per mezzo del peccato, la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato.


16. In quale condizione la caduta trascinò l'umanità?

La caduta trascinò l'umanità in condizione di peccato e di miseria (1).

1. Ro. 5:18. Per cui, come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini...

Commento. Il peccato ereditario (o originale). Questa è stata definita la dottrina più difficile che possa essere accettata da essere umano. (1) C'è una fondamentale unità fra Adamo e tutti i suoi discendenti, come rami di uno stesso albero, come le radici di un albero determinano tutta la qualità di ciò che vi cresce sopra [Cfr. At. 17:26; Gb. 14:4; 25:4]. L'albero dell'umanità è diventato cattivo e tutti ne subiscono l'influenza, eccetto Gesù Cristo. Per cui: (2) C'è un senso per il quale il peccato di Adamo è pure il nostro. La natura peccaminosa di Adamo si è trasmessa alla sua discendenza. Adamo poteva solo generare figli con la sua stessa natura, e quella natura era peccaminosa. E' necessario che ai bambini si insegni a fare il bene, ma essi sanno fare il male molto bene anche se nessuno glielo insegna [Cfr. Sl. 51:5]


17. In che cosa consiste la condizione di peccato in cui è decaduto l'essere umano?

La condizione di peccato nella quale è decaduto l'essere umano consiste nel fatto che tutti siamo colpevoli del primo peccato di Adamo (1); siamo tutti privi della nostra originaria giustizia (2); la nostra natura è totalmente corrotta. Questo viene chiamato 'peccato originale'(3) ed esso si accompagna a tutte le trasgressioni che di fatto noi compiamo e che derivano da questo (4).

1. Ro. 5:19. Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori...

2. Ro. 3:10. Non c'è alcun giusto, neppure uno.

3. Ef. 2:1. Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati.

Sl. 51:5. Ecco, io sono stato formato nell'iniquità e mia madre mi ha concepito nel peccato.

4. Mt. 15:19. Poiché dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, false testimonianze, maldicenze...

Commento. Che cosa avvenne quando Adamo peccò? (1) E' morto spiritualmente davanti a Dio; (2) è divenuto soggetto alla sofferenza fisica, alla malattia ed alla morte; (3) ha perduto la sua innocenza, divenendo ingiusto ed empio, colpevole e perduto, nemico ed estraneo a Dio [Cfr. Ge. 3:7; Ef. 2:1-3]; (4) Se fosse morto nei suoi peccati (senza ravvedersene) avrebbe sofferto una condanna eterna. Non c'è dunque nulla di buono nell'uomo? Dipende dal come consideriamo la questione: dal punto di vista di Dio o dal punto di vista umano. Dio non trova nell'uomo alcun bene che possa fargli guadagnare un posto in cielo. Per quanto riguarda, invece, la rettitudine o la condizione dell'essere degno del cielo, Dio dice che non esiste affatto, l'uomo è totalmente corrotto (Cfr. Is. 1:6). Per 'totalmente corrotto' si intende che il peccato ha influenzato ogni parte dell'essere umano e che, nonostante non commetta di fatto tutti i peccati, l'uomo è potenzialmente in grado di commetterli (Gr. 17:9; Ro. 3:10-18; 7:18). Inoltre si intende che egli è del tutto incapace di piacere a Dio, per quanto riguarda la salvezza (Ge. 8:21; Sl. 58:3; 1 Sa. 16:7Ge. 6:5; Ro. 8:8; 3:12). Dio non vede solo ciò che una persona ha di fatto commesso, ma ciò che essa è di per sé stessa. Dio infine, non permette che tutti gli uomini giungano al massimo della loro depravazione. (1) Gli ha lasciato la riprensione della coscienza (Ro. 12:5), (2) gli ha lasciato il freno delle leggi e delle autorità civili (Ro. 13:1-5); (3) gli ha lasciato la paura della morte (Eb. 12:5); (4) e poi l'influenza della famiglia, dell'educazione, della società. Comprendete però come tutto questo sia pure piuttosto labile, fragile e comunque non sufficiente a rendere l'uomo buono. Lasciato a sé stesso l'uomo è incline al male.


18. In che cosa consiste la condizione di miseria in cui è decaduto l'essere umano?

Tutta l'umanità, con la sua caduta, ha perduto la comunione che aveva con Dio (1) ed è soggetta alla sua ira e maledizione (2). Essa si è resa così passibile di tutte le miserie di questa vita, alla morte stessa, ed alle pene eterne dell'inferno (3).

1. Ge. 3:8,24. L'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell'Eterno DIO fra gli alberi del giardino... Così egli scacciò l'uomo.

2. Ef. 2:3. Anche noi un tempo... eravamo per natura figli d'ira, come anche gli altri.

Ga. 3:10. Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle.

3. Ro. 6:23. Il salario del peccato è la morte.

Mt. 25:41. Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli.

Commento. Sull'umanità grava il dominio della morte: è il denominatore comune a cui tutti siamo soggetti, ma ancor di più la pena eterna dell'eterna dannazione (la discuteremo più tardi alle dd. 28 e 84). Gesù la afferma in modo molto serio e solenne: è lui che ci ha messo chiaramente in guardia contro questa concreta possibilità [Cf. Mt. 3:12; Mc. 9:48; Ap. 14:10; Mt. 8:12; 25:46].


19. Dio ha forse lasciato che tutta l'umanità perisse in condizione di peccato e di miseria?

Dio, per semplice suo beneplacito, ha eletto alcuni da ogni eternità a vita eterna (1) stabilendo con loro un patto di grazia affinché fossero liberati dalla condizione di peccato e di miseria e fossero portati in condizione di salvezza tramite un Redentore (2).

1. 2 Ts. 2:13. Ma noi siamo obbligati a rendere del continuo grazie per voi a Dio, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha eletti fin dal principio per salvarvi, mediante la santificazione dello Spirito e la fede nella verità.

2. Ro. 5:21. ...affinché come il peccato ha regnato nella morte, così anche la grazia regni per la giustizia a vita eterna per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.

Commento. Qualcuno ha detto che "non c'è dottrina che non sia stata più odiata di questa, ma non c'è dottrina che nella Scrittura venga insegnata più chiaramente di questa". Fissiamo così alcuni punti della fede riformata:

(1) E' per sola grazia che viene provveduta all'essere umano una via di salvezza,

(2) ed è pure per la sola potenza di Dio che uomini peccatori possono avere la forza per uscire dalla loro condizione di peccato e di miseria.

(3) Dio elegge persone alla salvezza incondizionatamente (senza tenere conto di eventuali requisiti che possano nella creatura stessa motivare tale scelta).

Per cui: (1) Dio sceglie dal numero totale dei perduti una parte di essi per destinarli alla salvezza;

(2) Dio non sceglie queste persone perché abbiano in sé stesse qualcosa di speciale o di diverso dagli altri;

(3) Dio sceglie queste persone ai fini della salvezza solo a causa di Gesù Cristo, quando a tempo debito, vengono innestate in Lui.

(4) Questa scelta incondizionata è stata decisa dall'eternità.

Dio è forse ingiusto quando opera questa scelta? Tutti però meritano la dannazione. Dio non è ingiusto quando dà agli uomini quello che si meritano, mentre dà ad altri la grazia che non meritano.

Allora non importa quello che si fa, tanto uno sarà salvato o dannato automaticamente? No, perché se uno è eletto, sarà salvato in Cristo ravvedendosi del suo peccato e riponendo in Cristo la sua fede, e verrà così salvato secondo i piani vedendo radicalmente trasformata la sua vita.

Ma se io non sono eletto allora non c'è nulla che possa fare non importa quanto io desideri essere salvato. Ma.

(1) Nessuno può mai desiderare di essere salvato se questo desiderio prima non gli sia stato ispirato da Dio tramite il dono di "un nuovo cuore".

(2) Nessuno che voglia essere salvato nel modo stabilito da Dio - che desideri cioè venire a Cristo - sarà perduto.

(3) Coloro che non vogliono essere salvati venendo a Cristo con il ravvedimento e la fede sono gli unici responsabili del loro destino.


20. Chi è il Redentore degli eletti di Dio?

L'unico Redentore degli eletti di Dio è il Signore Gesù Cristo (1), il quale, essendo l'eterno Figliolo di Dio, è divenuto uomo (2). Egli era e continua ad essere così per sempre Dio ed uomo in due nature distinte, ma un'unica persona (3).

1. 1 Ti. 2:5. Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù uomo.

2. Gv. 1:14. E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra noi.

3. 1 Ti. 3:16. Dio è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato tra i gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.

Cl. 2:9. ...poiché in Lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità.

Commento. Da sottolinearsi l'importanza di dire "il solo redentore" (Cfr. Mt. 4:10; Gv. 17:3; 3:16; At. 4:12; Gv. 14:6; 1 Gv. 2:23) soprattutto nel clima moderno in cui si tende a dire che vi sia verità salvifica in tutte le religioni per coloro che sono sinceri. Nei confronti di questa degenerazione del cristianesimo dobbiamo protestare con chiarezza, non importa quello che si dice. La via è Gesù, la via è stretta, mentre larga è quella che porta alla perdizione. Però: perché questo è vero?

(1) Gesù Cristo è chiamato Dio (Is. 9:6; Gv. 20:28);

(2) Possiede gli attributi di Dio (Gv. 1:1; 2:24,25);

(3) E' in grado di compiere le potenti opere di Dio (Gv. 5:21; Cl. 1:16):

(4) A Lui è dovuto il culto che è reso a Dio solo (Gv. 20:28; Ap. 5:12-14).

Da notare infine che Dio Figlio divenne uomo senza cessare di essere Dio, la natura divina si unì a quella umana "senza conversione, composizione o confusione)


21. In che modo Cristo, essendo Figlio di Dio, è divenuto un essere umano?

Cristo, il Figlio di Dio, è divenuto un essere umano assumendo un vero corpo (1) ed un'anima dotata di sentimenti (2). E' stato concepito per la potenza dello Spirito Santo nel ventre della Vergine Maria ed è nato da lei (3), rimanendo però privo della contaminazione del peccato (4).

1. Eb. 2:14. Poiché dunque i figli hanno in comune la carne e il sangue, similmente anch'egli ebbe in comune le stesse cose.

2. Mt. 26:38. Allora egli disse loro: «L'anima mia è profondamente triste, fino alla morte».

Eb. 4:15. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato.

3. Lu. 1:31,35. Ed ecco, tu concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù... Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti adombrerà; pertanto il figlio che nascerà sarà chiamato Figlio di Dio.

4. Eb. 7:26. A noi infatti occorreva un tale sommo sacerdote, che fosse santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli.

Commento. L'accenno al 'vero corpo' di Gesù è necessario perché storicamente vi erano coloro che sottolineavano troppo la sua divinità a scapito della sua umanità (docetisti). L'"anima ragionevole" significa semplicemente che Gesù, oltre ad avere un corpo aveva un'anima come noi dotata di sentimenti, ragione ecc. Cristo ha condiviso tutta la nostra umanità ad eccezione del peccato. La dottrina della nascita da Maria 'vergine' è necessaria perché solo per mezzo di un miracolo Gesù poteva nascere come vero uomo ma senza peccato. La santità di Gesù è dovuta all'intervento dello Spirito Santo e non da una speciale virtù presente in Maria.


22. In che modo Cristo svolge il suo compito di Redentore?

Cristo svolge il suo compito di Redentore in qualità di profeta (1), di sacerdote (2), e di re (3), e lo fa sia nel suo stato di umiliazione che di esaltazione.

1. At. 3:22. Mosè stesso infatti disse ai padri: "Il Signore Dio vostro susciterà per voi un profeta come me in mezzo ai vostri fratelli, ascoltatelo in tutte le cose che egli vi dirà".

2. Eb. 5:6. ...e altrove dice: «Tu sei sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedek».

3. Sl. 2:6. ...e dirà: «Ho insediato il mio re sopra Sion, il mio santo monte».

Commento. La triplice funzione di Cristo come Profeta, Sacerdote e Re, è importante nella dottrina riformata, perché tocca diverse aree della fede cristiana.

In questo schema le funzioni di Profeta-Sacerdote-Re erano quelle che dovevano essere proprie all'essere umano, che il peccato ha corrotto e che Cristo ha ristabilito affinché fossero riprese dalla conversione e praticate dalla vera chiesa


23. In quale modo Cristo esplica la funzione di profeta?

Cristo esplica la funzione di profeta, rivelandoci (1), nella Sua Parola (2) e nel Suo Spirito (3), la volontà di Dio per la nostra salvezza.

1. Gv. 1:18. Nessuno ha mai visto Dio, l'unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere.

2. Gv. 20:31. Ma queste cose sono state scritte, affinché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome.

3. Gv. 14:26. ...ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto.

Commento. E' importante sottolineare che il fondamento della vera conoscenza di Dio e della via di salvezza non possa che venire direttamente da Cristo e dal Suo Spirito. Questo non significa che non ci debbano essere credi, confessioni di fede o catechismi. Questi sono riassunti del pensiero biblico scritti da persone fallibili ed essi devono sempre essere subordinati all'autorità ultima della Scrittura. La differenza fra la fede riformata e quella di altre tendenze nell'ambito del cristianesimo o sétte è che la Bibbia è autorità ultima ed assoluta. Accanto alla Bibbia non può essere posta alcun altra autorità alla pari


24. In quale modo Cristo esplica la funzione di sacerdote?

Cristo esplica la funzione di sacerdote, nell'offrire una volta per sempre sé stesso come sacrificio atto a soddisfare la giustizia di Dio (1) e a riconciliarci con Dio (2), nonché nell'intercedere incessantemente per noi (3).

1. Eb. 9:28. ...così anche Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per prendere su di sé i peccati di molti...

2. Eb. 2:17. Egli doveva perciò essere in ogni cosa reso simile ai fratelli, perché potesse essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per fare l'espiazione dei peccati del popolo.

3. Eb. 7:25. ...per cui egli può salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro.

Commento. Cristo offre sé stesso in sacrificio per rendere giuridicamente possibile la salvezza di coloro che Dio ha predestinato alla salvezza. E' la dottrina riformata della "redenzione limitata". Gesù è morto per salvare il suo popolo dai suoi peccati (Mt. 1:21). Il sangue di Cristo è prezioso, è di valore illimitato, e, per quanto possa sembrare strano i benefici della morte di Cristo vengono offerti a tutti coloro che odono l'Evangelo, siano essi eletti oppure no. Ciononostante, coloro che di fatto accolgono l'Evangelo per la loro salvezza sono coloro che Dio Padre ha affidato a Cristo affinché fossero salvati (Gv. 17:2; 6; 10:15; 6:38,39; 17:9,10). Il versetto: "Egli è la propiziazione per i nostri peccati; e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo" (1 Gv. 2:2) non significa che Cristo è morto per tutti senza eccezione, ma che Cristo è morto per moltissime persone, da tutte le nazioni del mondo, e non solo per pochi o per una nazione soltanto. Dobbiamo predicare l'Evangelo ad ogni nazione perché Dio ha persone in ogni nazione per cui Cristo è morto. Dobbiamo chiamare ogni individuo a ravvedersi e a credere perché non sappiamo chi sia scritto nel libro della vita


25. In quale modo Cristo esplica la funzione di re?

Cristo esplica la funzione di re rendendoci sottoposti a Lui (1) nel governarci e nel difenderci (2), nonché nel reprimere e vincere tutti i nemici nostri e suoi.

1. Sl. 110:3. Il tuo popolo si offrirà volenteroso nel giorno del tuo potere.

2. Mt. 2:6. Da te uscirà un capo, che pascerà il mio popolo Israele.

1 Co. 15:25. Bisogna infatti che egli regni, finché non abbia messo tutti i nemici sotto i suoi piedi.

Commento. Gesù esercita già nel presente la sua autorità di Re. Paolo dice ai credenti: "Egli ci ha riscossi dalla podestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato figliolo" (Cl. 1:13). (2) Il regno di Cristo è pure spirituale ed invisibile (Gv. 18:36; Lu. 17:20), (3) E' un regno che non avrà mai fine (Da. 2:44; 2 Pi. 1:11). (4) Il regnare di Dio è già stato inaugurato in Cristo e verrà a compimento nel futuro (1 Co. 15:25). Oggi ancora è presente il peccato, e perciò il dominio di Cristo non è ancora incontrastato, ma lo sarà un giorno. Alcuni ritengono che chiesa e regno di Cristo siano staccati e quest'ultimo ancora a venire (dispensazionalisti), altri credono che regno e chiesa coincidano (cattolici), i riformati credono che regno e chiesa si sovrappongano ma non coincidano ancora totalmente.


26. In che cosa consiste l'umiliazione di Cristo?

L'umiliazione di Cristo consiste nel suo nascere, ed in una condizione umile (1), nel vivere sottoposto alla legge (2) e a tutte le miserie di questa vita (3), come pure all'ira di Dio (4), nonché nel morire sulla croce (4), proprio la morte maledetta della croce (5), nell'essere sepolto, e nell'essere soggetto per un certo tempo al potere della morte (6).

1. Lu. 2:7. Ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò e lo pose a giacere in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.

2. Ga. 4:4. Ma quando è venuto il compimento del tempo, Dio ha mandato suo Figlio, nato da donna, sottoposto alla legge.

3. Is. 53:3. Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza, simile ad uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, era disprezzato, e noi non ne facemmo stima alcuna.

4. Mt. 27:46. Vero l'ora nona, Gesù gridò con gran voce dicendo: «...Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».

5. Fl. 2:8. Trovato nell'esteriore simile ad un uomo, abbassò sé stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.

6. Mt. 12:40. Infatti, come Giona fu tre giorni e tre notti all'interno del grosso pesce, così starà il Figlio dell'uomo tre giorni e tre notti nel cuore della terra.

Commento. Comprendere a fondo ciò che è significato per Dio "scendere", "umiliarsi", lasciare la sua infinita gloria per divenire uomo, e persino un uomo disprezzato, oppresso e maledetto, significa comprendere la grandezza del suo amore per noi, per me: ha fatto questo per me! poteva benissimo farne a meno! Sottoposto alla legge vuol dire: legato come noi alla sottomissione alla legge che Dio ha stabilito per ogni creatura umana.


27. In che cosa consiste l'esaltazione di Cristo?

L'esaltazione di Cristo consiste nel risorgere dalla morte il terzo giorno (1), nell'ascendere al cielo, nel sedere alla destra di Dio Padre (2), e nel ritornare l'ultimo giorno come giudice del mondo (3).

1. 1 Co. 15:4. ...che fu sepolto e risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture.

2. Mr. 16:19. Il Signore Gesù, dunque, dopo aver loro parlato, fu portato in cielo e si assise alla destra di Dio.

3. At. 17:31. Poiché egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia per mezzo di quell'uomo che egli ha stabilito; e ne ha fato prova a tutti, risuscitandolo dai morti.

Commento. Quando Gesù compie, termina l'opera che si era prefisso sulla terra, Egli torna alla gloria che aveva prima (Gv. 17:5). (1) Il corpo di Gesù che risorge dalla tomba era lo stesso corpo che era stato crocefisso e sepolto, ma di qualità differente. Non era semplicemente una visione dei discepoli. (2) Gesù "ascende al cielo", scompare cioè dalla dimensione della materia sensibile, per entrare nella dimensione di Dio per noi non ancora direttamente sperimentabile. (3) Gesù "siede alla destra di Dio Padre", è collocato cioè in una condizione di straordinario onore. Questo sottolinea il fatto che noi dobbiamo sapere "con chi abbiamo a che fare" quando consideriamo Gesù. Gesù Cristo sta in una posizione che nessun altro ha mai avuto e mai avrà. Infine (4) Egli ha ricevuto l'incarico di giudicare il mondo ritornandovi al momento fissato. Il certo ritorno di Cristo (1) nessuno può stabilirne la data (Mt. 24:36), (2) Vi saranno segni che lo precederanno (Mt. 24:5-35; 1 Te. 5:3); (3) Sarà improvviso; (4) Sarà pubblico, tutti lo vedranno; (5) Quando tornerà i morti risorgeranno (Gv. 5:28); (6) Quelli ancora in vita al suo ritorno saranno istantaneamente trasformati (1 Te. 4:17; 1 Co. 5:10), (7) Vi sarà la separazione fra salvati e perduti. Ora però Cristo continua ad essere attivo in favore dei credenti come loro mediatore unico


28. Come possiamo arrivare a godere dei benefici risultanti dalla redenzione operata da Cristo?

Possiamo arrivare a godere dei benefici risultanti dalla redenzione operata da Cristo quando lo Spirito Santo (1) li applica efficacemente alla nostra persona (2).

1. Tt. 3:5,6. ...egli ci ha salvati non per mezzo di opere giuste che noi avessimo fatto, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha copiosamente sparso su di noi per mezzo di Gesù Cristo, nostro Salvatore.

2. Gv. 1:12. ...ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l'autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome.

Commento. E' Dio - Spirito Santo che ora interviene come persona per applicare ciò che Cristo ha conseguito nell'esperienza delle persone che Dio ha scelto. Come avviene questo? Un peccatore, morto nel peccato e nelle trasgressioni ode predicare l'Evangelo. Egli è invitato a venire a Cristo. Però egli non lo vuole, resiste a questo. Allora lo Spirito Santo opera affinché lo voglia. Entra così nel cuore del peccatore e lo rigenera. Subito il peccatore comincia ad odiare il peccato e a desiderare Cristo. Egli si ravvede e crede. Così istantaneamente viene giustificato ed adottato. Da quel momento in poi, per il resto della sua vita, egli si terrà stretto a Cristo e si impegnerà a vivere con Lui e per Lui. Finalmente, nel grande giorno, verrà fatto risorgere dai morti e reso simile a Cristo in anima ed in corpo. E l'unica cosa che vorrà dire per tutta l'eternità è che la lode appartiene a Dio solo, perché per la sua salvezza non dovrà nulla a sé stesso!


29. In quale modo lo Spirito applica alla nostra persona la redenzione operata da Cristo?

Lo Spirito Santo applica alla nostra persona la redenzione operata da Cristo quando, chiamandoci a sé in modo efficace, produce in noi la fede (1) e ci pone in comunione con Cristo (2).

1. Ef. 2:8. Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è dono di Dio.

2. Ef. 3:17. ...perché Cristo abiti nei vostri cuori per mezzo della fede.

Commento. Cristo offre sé stesso in sacrificio per rendere giuridicamente possibile la salvezza di coloro che Dio ha predestinato alla salvezza. E' la dottrina riformata della "redenzione limitata". Gesù è morto per salvare il suo popolo dai suoi peccati (Mt. 1:21). Il sangue di Cristo è prezioso, è di valore illimitato, e, per quanto possa sembrare strano i benefici della morte di Cristo vengono offerti a tutti coloro che odono l'Evangelo, siano essi eletti oppure no. Ciononostante, coloro che di fatto accolgono l'Evangelo per la loro salvezza sono coloro che Dio Padre ha affidato a Cristo affinché fossero salvati (Gv. 17:2; 6; 10:15; 6:38,39; 17:9,10). Il versetto: "Egli è la propiziazione per i nostri peccati; e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo" (1 Gv. 2:2) non significa che Cristo è morto per tutti senza eccezione, ma che Cristo è morto per moltissime persone, da tutte le nazioni del mondo, e non solo per pochi o per una nazione soltanto. Dobbiamo predicare l'Evangelo ad ogni nazione perché Dio ha persone in ogni nazione per cui Cristo è morto. Dobbiamo chiamare ogni individuo a ravvedersi e a credere perché non sappiamo chi sia scritto nel libro della vita


30. Che cos'è la chiamata efficace?

La chiamata efficace è l'opera dello Spirito Santo (1) in cui Egli, convincendoci della nostra colpevolezza davanti a Dio a causa del peccato, come pure della miseria in cui ci troviamo (2), illumina la nostra mente per farci conoscere Cristo (3) e rinnova la nostra volontà (4). E' l'opera per cui lo Spirito Santo ci persuade e ci mette in grado di abbracciare Cristo, offertoci per grazia nell'Evangelo (5).

1. 2 Ti. 1:9. ...che ci ha salvati e chi ha chiamati con una santa vocazione, non in base alle nostre opere, ma secondo il suo scopo di grazia, che ci è stata data in Gesù Cristo prima dell'inizio dei tempi.

2. At. 2:37. Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?».

3. At. 26:18. ...per aprire loro gli occhi e convertirli dalle tenebre alla luce, e dalla potestà di Satana a Dio.

4. Ez. 36:26. Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò dalla vostra carne il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.

5. Gv. 6:44,45. Nessuno può venire a me se il Padre che mi ha mandato non lo attira... Ogni uomo dunque che ha udito e imparato dal Padre, viene a me.

Commento. Non c'è persona al mondo che mai accetterebbe l'Evangelo di sua propria forza, volontà ed iniziativa. "Ora l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché gli sono pazzia, e non le può conoscere, perché le si giudicano spiritualmente" (1 Co. 2:14). Se Dio lasciasse questo alla sola iniziativa umana, nessuno mai accetterebbe l'Evangelo. La Scrittura dice: "E voi pure ha vivificati, voi che eravate morti nei vostri falli e nei vostri peccati" (Ef. 2:1). Ecco perciò l'opera dello Spirito Santo: Egli "vivifica" (Ef. 2:5), "crea in Cristo Gesù" (2:10), fa "nascere di nuovo" (Gv. 3:4,7), egli ci "risuscita con Lui" (Ef. 2:6). Dopodiché quello che prima ci pareva follia, ora "compunge il cuore" (At. 2:37), quella che prima pareva solo parola d'uomini, ora viene accettata "quale essa è veramente, come Parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete" (1 Te. 2:13). Da notare però: vi sono due pericoli da evitarsi se vorremmo essere certi di essere stati chiamati in modo efficace: (1) Aspettarsi una forte emozione religiosa, o una crisi particolare. Si può però avere forti sensazioni di diversa natura senza per questo essere rigenerati. La chiamata efficace può essere subitanea, ma pure graduale; (2) essere tentati di scusarci per non accettare l'Evangelo perché ancora non siamo stati rigenerati. Dobbiamo però attendere di "sentire qualcosa" prima di ravvederci e di credere? No, dobbiamo ravvederci e credere senza discussione o ritardo. Solo obbedendo all'invito dell'Evangelo potremo essere sicuri di essere stati rigenerati dallo Spirito Santo


31. Quali sono i benefici che possono godere in questa vita coloro che sono stati chiamati efficacemente dallo Spirito Santo a godere della redenzione operata da Cristo?

Coloro che sono stati efficacemente chiamati dallo Spirito Santo a godere della redenzione operata da Cristo ottengono in questa vita i benefici della giustificazione (1), dell'adozione (2), della santificazione, come pure quanti altri li accompagnano o ne conseguono (3).

1. Ro. 8:30. ...e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati.

2. Ef. 1:5. ...avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù cristo secondo il beneplacito della sua volontà.

3. 1 Co. 1:30. Ora grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione, e redenzione.


32. Che cos'è la giustificazione?

La giustificazione è un atto gratuito della grazia di Dio per cui Egli perdona tutti i nostri peccati (1) e ci accetta considerandoci giusti ai suoi occhi (2) per il solo merito della giustizia di Cristo, la quale ci viene accreditata (3) e che riceviamo per sola fede (4).

1. Ro. 3:24. ...ma sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.

Ef. 1:7. ...in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia.

2. 2 Co. 5:21. Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui.

3. Ro. 5:19. Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così ancora per l'ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti.

4. Ga. 2:16. ...sapendo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge, ma per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù, affinché fossimo giustificati mediante la fede di Cristo.

Fl. 3:9. ...e per essere trovato in lui, avendo non già la mia giustizia che deriva dalla legge, ma quella che deriva dalla fede di Cristo; giustizia che proviene da Dio mediante la fede.

Commento. Quando un giudice "assolve l'innocente" significa che egli lo dichiara giusto, quando "condanna il colpevole" significa che lo dichiara colpevole, o reo. Giustificare significa così "dichiarare qualcuno innocente di fronte alla legge". Così davanti a Dio. Ma come può Dio dichiarare innocente qualcuno dato che "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Ro. 3:23)? L'Evangelo dice: rendendolo giusto accreditandogli, imputandogli, l'innocenza di un altro! Imputare significa: attribuire, accreditare, ascrivere, mettere in conto a qualcuno.

Quando parliamo dell'"imputazione del peccato di Adamo" vogliamo dire che il peccato di Adamo (la sua colpevolezza e condanna) viene pure "messa in contro, attribuita" alla sua posterità. In questa imputazione, noi riceviamo qualcosa da Adamo, diciamo come un'"infezione". Nel caso di Gesù Cristo e del suo popolo eletto c'è una doppia imputazione. (1) l'imputazione della nostra colpevolezza e condanna al Signore Gesù Cristo. "Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l'ha fatto essere peccato per noi". Il nostro peccato "gli è stato messo in conto", ed è stato trattato come se avesse commesso il nostro peccato. (2) C'è poi l'imputazione della Sua giustizia a noi, "affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui" dice l'apostolo (2 Co. 5:21). La perfetta giustizia di Cristo "viene messa in conto a noi". Dio ci tratta come se non avessimo mai peccato, come se avessimo sempre osservato perfettamente le Sue sante leggi.

Il fatto di ricevere questa giustizia "per fede" non significa che la fede "meriti" in qualche misura la nostra giustificazione. La fede è uno strumento, è "la mano con la quale riceviamo la giustizia di Dio". In ogni caso l'esercizio della fede da parte nostra, come pute il nostro ravvedimento, è reso possibile a noi sempre da Dio che ad essa ci "abilita".

La giustificazione non dipende dunque né dal nostro ravvedimento, né dalla nostra fede, e neppure dalle nostre opere. Incoraggerebbe forse questo il vivere tranquillamente nel peccato? No, perché quando Dio "risveglia" il peccatore chiamandolo alla salvezza per grazia, Egli produce in lui ravvedimento e fede, ma pure "opere", un nuovo e giusto stile di vita. L'agire giustamente è conseguenza del ravvedimento, della fede, della giustificazione. La fede che giustifica è per sola fede, ma la fede che giustifica non è mai sola". Le "buone opere" sono possibili quando una persona viene messa in condizione di farle, e questa condizione è quanto avviene con la salvezza per grazia.


33. Che cos'è l'adozione?

L'adozione è un atto gratuito della grazia di Dio (1), per la quale noi veniamo accolti a far parte dei numero dei figlioli di Dio acquisendo così il diritto ai privilegi che questa condizione comporta (2).

1. 1 Gv. 3:1. Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio.

2. Gv. 1:12. ...ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l'autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome.

Ro. 8:17. ...e se siamo figli siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati.

Commento. L'adozione segue la giustificazione nell'ordine logico delle cose: Dio infatti non può accogliere alcuno nella sua famiglia senza che prima sia reso giusto davanti a Lui.

E' importante sottolineare, di fronte agli errori moderni, che, se pure per natura noi siamo creature di Dio, noi non siamo necessariamente figli di Dio. Noi possiamo parlare solo nei termini di "divenire figli adottivi di Dio". Uno solo è il Figlio di Dio, della stessa natura e sostanza del Padre: Gesù Cristo. Noi però possiamo entrare nell'ambito della famiglia di Dio e dei privilegi e responsabilità conseguenti, solo quando Dio "ci adotta" di Sua iniziativa e quando noi rispondiamo favorevolmente. Giovanni dice chiaramente: "ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figlioli di Dio; a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, ma sono nati da Dio" (Gv. 1:13,14)


34. Che cos'è la santificazione?

La santificazione è l'opera dello Spirito Santo (1) per la quale noi veniamo rinnovati completamente secondo l'immagine di Dio (2), e veniamo messi sempre più in grado di morire al peccato e di vivere una vita di giustizia (3).

1. 2 Ts. 2:13. Dio vi ha eletti fin dal principio per salvarvi, mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità.

2. Ef. 4:24. ...per essere rivestiti dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e santità della verità.

3. Ro. 6:10,11. Perché, in quanto egli è morto, è morto al peccato una volta per sempre; ma in quanto egli vive, vive a Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore.

Commento. Nemmeno la santificazione può essere meritata, perché non è l'uomo che santifica sé stesso, ma Dio solo. Essa però si compie in modo tale che l'uomo stesso è arrivo e responsabile nel processo di santificazione, "compiete la vostra salvezza con timore e tremore" (Fl. 2:12,13).

(1) L'opera della santificazione inizia con una trasformazione interiore (la rigenerazione che Dio opera). Questa però non rende la natura umana istantaneamente perfetta. Ad es. un bambino nasce, ma deve crescere, essere educato, fare esperienze, cadere e rialzarsi per diventare uomo maturo. Gli effetti del peccato originale rimangono presenti nel credente.

(2) L'opera della santificazione è graduale. Vi potranno essere alti e bassi, e anche temporanei arretramenti. Nei suoi successi però egli dovrà restare umile, e non si raggiungerà la perfezione se non nel completamento finale alla presenza di Dio stesso. La santificazione non è un processo per cui noi andiamo sempre più in alto, fintanto che raggiungeremo la presenza di Dio sentendo in noi stessi di essere santi. Essa è un processo per il quale noi andiamo sempre più in basso nella stima che abbiamo per noi stessi, e, nello stesso tempo desiderando più di ogni altra cosa di potere essere santi!

(3) L'opera della santificazione implica la collaborazione umana. Dio ce ne dà la forza, ma non saremo santificati senza impegno, senza la precisa e gioiosa determinazione di vivere come piace a Dio.


35. Quali sono i benefici che, in questa vita, si accompagnano o derivano dalla giustificazione, dall'adozione, e dalla santificazione?

I benefici che, in questa vita si accompagnano o derivano dalla giustificazione (1), dall'adozione, e dalla santificazione sono: la certezza che Dio ci ama, la pace della nostra coscienza, la gioia nello Spirito Santo (2), il progresso nella grazia, e la perseveranza sino alla fine (3).

1. Ro. 5:1,2,5. Giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale abbiamo anche avuto, mediante la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio... Or la speranza non confonde, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

2. Ro. 14:17. Poiché il Regno di Dio non è mangiare e bere, ma giustizia, pace, e gioia nello Spirito Santo.

3. Pr. 4:18. Il sentiero dei giusti è come la luce dell'aurora, che risplende sempre più radiosa fino a pieno giorno.

1 Gv. 5:13. Ho scritto queste cose a voi che credete nel nome del Figlio di Dio, affinché sappiate che avete la vita eterna e affinché continuiate a credere nel nome del Figlio di Dio.

1 Pi. 1:5. ...che dalla potenza di Dio mediante la fede siete custoditi.

Commento. Vi sono dei benefici "accessori" della salvezza che si possono godere in questa vita. Mentre i primi sono indispensabili, questi non sono necessariamente goduti da tutti.

Un peccatore recentemente convertito può non ancora rendersi conto che egli sia uno degli eletti di Dio. Magari ancora non conosce abbastanza la Bibbia a questo riguardo (Cfr. 2 Pi. 1:10).

Un altro potrà arrivare ad avere dubbi (a causa di qualche caduta) sulla sua posizione di salvato davanti a Dio. Questa certezza potrà poi ritornare perché Dio è fedele alle sue promesse. La pace della propria coscienza, la serenità e la gioia sono pure dono del Signore: tutto questo lo dobbiamo ricercare con la diligenza nel percorrere la via indicata dal Signore lasciandosi docilmente guidare e forgiare dalla Parola di Dio e dallo Spirito Santo. Lo stesso vale per la perseveranza. Colui che Dio ha eletto a salvezza non potrà mai decadere da questa sua condizione, perché Dio è potente da preservarlo nonostante 'gli alti e i bassi della vita', ed Egli è fedele alle sue promesse, realizzando infallibilmente i suoi eterni propositi. {28}

(Excursus)

Una salvezza che non può essere perduta

Quando Dio salva una persona, Egli spezza in modo permanente la morsa del peccato e della morte. Una volta per tutte Egli ci dona un rapporto inscindibile con il Salvatore Gesù Cristo, il quale promette di proteggerci con il Suo potere fino a quando non saremo nella nostra casa celeste. Da un punto di vista umano questo dono è segnato da: (1) Convinzione di peccato [Lu. 18:9-14], (2) Fede nel Signore Gesù (Gv. 5:1); (3) Il sentimento di essere corretti per non peccare [Eb. 12:3-8]. Quando veramente si è salvati, allora si è portati ad un senso di sovrabbondante gratitudine e da obbedienza entusiastica. Essa deve essere contrassegnata da: (1) Un impegno radicale verso Cristo [Lu. 14:25-33], (2) rapporti amorevoli [Gv. 15:9-17].

Ciononostante il N.T. mostra come di fatto i cristiani possano cadere in un comportamento che sembra negare la loro pretesa di conoscere Cristo. Per questo la Scrittura ammonisce i credenti molto severamente. Bisogna esaminare la verità della nostra fede. Altri versetti suonano un allarme: sebbene i cristiani disobbedienti non perdano la loro salvezza, c'è tuttavia ancora molto da perdere: (1) la comunione consapevole con Dio; (2) l'approvazione di Dio; (3) la propria influenza sugli altri in favore di Dio; (4) amore, gioia, pace, pazienza, autocontrollo, (5) la remunerazione in questa vita; (6) tutto ciò che può rendere significativa la nostra vita. Nonostante tutto questo, nonostante che il cristiano possa peccare e perdere queste cose, la Bibbia è chiara su di questo: Dio, con il Suo potere, preserverà la loro fede e la loro sicurezza. I veri cristiani hanno una fede personale in Cristo, data da Dio, una fede che durerà fino alla fine (Fl. 1:6; 2 Ti. 1:2). Magari essi non agiranno sempre in coerenza con essa, ma quella fede rimane.


36. Quali benefici ricevono da Cristo i credenti alla loro morte?

Le anime dei credenti, alla loro morte, vengono rese perfette in santità (1), ed immediatamente passano nella gloria (2), mentre il loro corpo, rimanendo unito a Cristo (3), riposa nelle loro tombe (4) fino alla risurrezione (5).

1. Eb. 12:23. ...agli spiriti dei giusti resi perfetti.

2. Fl. 1:23. ...avendo il desiderio di partire da questa tenda e di essere con Cristo.

2 Co. 5:8. Ma siamo fiduciosi ed abbiamo molto più caro di partire dal corpo e andare ad abitare col Signore.

Lu. 23:43. In verità ti dico: oggi tu sarai con me in paradiso.

3. 1 Ts. 4:14. ...crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati.

4. Is. 57:2. Egli entra nella pace; quelli che hanno camminato nell'integrità riposano sui loro letti.

5. Gb. 19:26. Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, nella mia carne vedrò Dio.

Commento. Si considera qui ciò che è stato chiamato "la condizione intermedia". Quando moriamo non raggiungiamo lo stato che per noi sarà finale, ma una condizione transitoria. La morte separa l'anima dal corpo. Quando il corpo muore, esso ritorna alla polvere (Ge. 3:9; At. 13:36) e si corrompe. L'anima del credente, però, è resa santa e passa subito alla gloria (Lu. 23:43; Ap. 14:13; Lu. 16:19-31), mentre quella del non-credente comincia subito a soffrire la pena della separazione da Dio. Nel giorno del giudizio colui che verrà trovato in stato di grazia vedrà la sua anima riunirsi al suo corpo, ora glorificato.


37. Quali sono i benefici che i credenti ricevono da Cristo nel momento della loro risurrezione?

Nel momento della loro risurrezione i credenti risuscitano alla gloria (1), saranno apertamente riconosciuti ed assolti nel giorno del giudizio (2), e resi perfettamente benedetti nella gioia di Dio (3) per tutta l'eternità (4).

1. 1 Co. 15:43. ...è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole, e risuscita pieno di forza.

2. Mt. 10:32. Chiunque perciò mi riconoscerà davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli.

3. 1 Gv. 3:2. Quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è.

4. 1 Ts. 4:17. ...e così saremo sempre col Signore.

Commento. La dottrina della risurrezione del corpo è stata da sempre al centro della fede cristiana. Il corpo fisico che giace nella tomba e si corrompe, un giorno risorgerà, cioè "starà di nuovo in piedi". Irragionevole? Non possiamo però porre alla potenza di Dio i limiti della nostra attuale incapacità di comprendere. La Bibbia però lascia intendere questo: (1) il corpo di risurrezione sarà lo stesso corpo come sostanza ed identità, ma (2) sarà differente quanto a qualità ed a poteri. Dio non farà dal nulla un nuovo corpo, ma rinnoverà il vecchio, rivestendolo di incorruttibilità ed immortalità.


38. Che accadrà ai malvagi alla loro morte?

L'anima dei malvagi alla loro morte viene gettata nei tormenti dell'inferno (1), ed il loro corpo rimarrà nella tomba fino al gran giorno della risurrezione e del giudizio (2).

1. Lu. 16:22-24. Morì anche il ricco e fu sepolto. E, essendo tra i tormenti nell'inferno, alzò gli occhi e vide da lontano Abrahamo e Lazzaro nel suo seno. Allora, gridando, disse: "Padre Abrahamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro ad intingere nell'acqua la punta del dito per rinfrescarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma.

2. Sl. 49:14. Sono sospinti come pecore verso lo Sceol; la morte li ingoierà... il loro sfarzo svanirà nello Sceol, lontano dalla loro dimora.


39. Che accadrà ai malvagi nel giorno del giudizio?

Nel giorno del giudizio il corpo dei malvagi risorgerà dalla tomba e, insieme con la loro anima subirà la sentenza di indicibili tormenti con il diavolo ed i suoi angeli per sempre (1).

1. Da. 12:2. Molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno, alcuni per la vita eterna, altri per la vergogna e infamia eterna.

Gv. 5:28,29. Non vi meravigliate di questo, perché l'ora viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce, e ne usciranno; quelli che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna.

2 Ts. 1:9. Questi saranno puniti con la distruzione eterna, lontani dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza.

Mt. 25:41, 46. Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli... E questi andranno nelle pene eterne.


40. Qual è la prima regola da obbedire che Dio ha rivelato all'essere umano?

La regola che per primo Dio ha rivelato all'essere umano affinché fosse obbedita è la legge morale che è stata riassunta nei dieci comandamenti (1).

1. De. 10:4. E l'Eterno scrisse sulle tavole ciò che aveva scritto la prima volta, cioè i dieci comandamenti.

Mt. 19:17. Ora, se tu vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti.

Commento. In quanto Dio ha creato l'essere umano, Egli ha quindi "diritto" di esigere da esso ciò che desidera, e l'essere umano, come creatura ha il dovere di ubbedirGli. Dio ha stabilito per l'uomo una legge morale (legge di comportamento). La regola di comportamento che Dio ha dato ad Adamo è essenzialmente la stessa che troviamo nei Dieci Comandamenti e quella riassunta da Gesù nei due comandamenti dell'amore (Mt. 22:37-40), sebbene la forma sia diversa. I pagani, è vero, non hanno "la Legge" (la Bibbia, i Dieci Comandamenti in forma scritta), ma ciò che è contenuto nella legge, sotto forma di coscienza morale. Era necessario che però Dio pubblicasse questa legge a causa del peccato dell'uomo che sempre ha tentato di sopprimerla, e lo ha fatto perché -riconoscendosi colpevoli, fossero condotti al Salvatore Gesù Cristo per riabilitarsi ed acquisire una nuova e gioiosa obbedienza. La legge morale è da distinguersi dalla legge cerimoniale e dalla legge civile, pure data da Dio, ma limitata ad Israele in diversi momenti della sua storia


41. Qual è la somma dei dieci comandamenti?

La somma dei dieci comandamenti è: Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente; e il tuo prossimo come te stesso (1).

1. Mt. 22:37-40. E Gesù gli disse: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua e con tutta la tua mente". Questo è il primo e il gran comandamento. E il secondo, simile a questo, è "Ama il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti.

Commento. In evidenza qui vi sono due importanti principi: (1) L'amore è l'adempimento della Legge; (2) Quando una persona viene salvata da Dio essa ha ancora di più l'obbligo di osservare i comandamenti di Dio. Il principio dell'amore può essere in contraddizione con la Legge? Il comportamento dipenderebbe dalle circostanze, nelle quali si decide autonomamente che cosa sia più "amorevole"? Ma Gesù stesso esorta energicamente ed esemplifica con la sua persona che la Legge va osservata (Mt. 5:17; 19; 48; Gv. 14:15; Gv. 14:21; 1 Gv. 5:3). L'Antico Testamento non è abrogato o superato, esso in Cristo, viene compiuto, interpretato correttamente e valorizzato. (1) Nei dieci comandamenti viene espressa l'intera volontà di Dio, nulla è da aggiungervi. (2)L'ordine dei comandamenti è divinamente ispirato e segue una logica ben determinata. I primi quattro stabiliscono il culto che Egli gradisce, mentre gli altri sei il servizio che a Lui va reso: (3) La legge ha un'unità assoluta. Non se ne può infrangere uno senza infrangerli tutti (Gm. 2:10).


42. Qual è il primo comandamento?

Il primo comandamento è: "Non avrai altri déi davanti a me" [Es. 20:3].


43. Che cosa si prescrive nel primo comandamento?

Nel primo comandamento si prescrive di conoscere (1) e di riconoscere Dio come l'unico e vero Dio, e come il nostro Dio (2); nonché di adorarlo e di glorificarlo come tale (2).

1. 2 Cr. 28:9. Tu, Salomone, figlio mio, riconosci il Dio di tuo padre e servilo con cuore integro e con animo volenteroso.

2. De. 26:17. Tu oggi hai dichiarato che l'Eterno è il tuo Dio, che camminerai nelle sue vie ed osserverai i suoi statuti, i suoi comandamenti e i suoi decreti, e che ubbidirai alla sua voce.

3. Mt. 4:10. Adora il Signore Dio tuo, e servi a lui solo.

Commento. Il primo comandamento riguarda la persona a cui si rivolge il vero culto: solo il Dio vero e vivente ne è degno. E' una pretesa esclusivista. E' una menzogna affermare che "qualsiasi oggetto di culto vada bene basta che si sia sinceri" (Cfr. 1 Co. 8:5,6), e non basta credere astrattamente a "un dio" non meglio qualificato... Ci si immagina déi a nostro comodo, ma Dio si è rivelato a noi con chiarezza, e la conoscenza di Lui non è un'opinione e non va secondo le nostre congetture o convenienza. La Bibbia dà di Lui sufficiente rivelazione, ce lo definisce chiaramente e lo differenzia da tutte le false concezioni. Il primo comandamento, inoltre, richiede non solo di riconoscere il vero Dio, ma pure di glorificarlo nell'intera nostra vita. Dio non ammette una conoscenza indefinita di Lui o un servizio arbitrario, ma esige si riconosca Lui come si è chiaramente rivelato nella Bibbia e in Gesù Cristo.

Il primo comandamento, nell'affermare chiaramente la persona di Dio, come si è rivelata nella Bibbia, e i suoi legittimi diritti sulle sue creature umane, implica da parte nostra precise responsabilità nell'opporci a certe tendenze (fondamentalmente atee e agnostiche) sempre più prevalenti oggi.

Nel contesto di una società 'laica' e 'neutrale' anche i credenti vengono tentati a non manifestare pubblicamente la loro fede ('discrezione', 'pace religiosa', riserbo su questioni considerate 'private'), oppure a considerare la propria come un'opzione religiosa fra tante, da cui il conseguente atteggiamento 'non settario' e relativista, la tendenza a pregiudicare la propria fede mischiandola o 'armonizzandola' con altre. Si cerca così di intimidire chi osa professare apertamente la sua fede chiamandolo 'fanatico', o 'settario'. Chi però rinunzia ad affermare con chiarezza la fede biblica, 'annacquandola' o 'adattandola' al clima prevalente, infrange il primo comandamento. Lo stesso avviene per chi trascura, neglige i doveri verso Dio e la comunità dei credenti, lasciandoli ai margini della sua vita. Dio ha pretese totalizzanti che mal si adattano alla mentalità moderna: il credente però, rifuggendo dal conformarsi a questo mondo, deve saper affermare con coraggio e con intelligenza la fede "una volta per sempre tramandata ai santi", quella fede per la quale i martiri dei secoli passati hanno dato la vita. Se non c'è che un unico Dio vivente e vero, allora bisogna rendere il nostro culto solo a Lui. Se questo Dio si è fatto conoscere a noi tramite la sua Parola ispirata (la Bibbia), dovremmo fare attenzione a non confonderlo con gli idoli.


44. Qual è il secondo comandamento?

Il secondo comandamento è: "Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra, o nelle acque sotto alla terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai; perché Io, l'Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza ed alla quarta generazione di quelli che mi odiano; e uso benignità a migliaia a quelli che mi amano, e osservano i miei comandamenti" [Es. 20:46].


45. Che cosa si prescrive nel secondo comandamento?

Nel secondo comandamento si prescrive di ricevere, osservare (1), e conservare puro ed integro, tutto il culto e le ordinanze che Dio ha stabilito nella Sua Parola (2).

1. De. 32:46. Prendete a cuore tutte le parole con cui oggi ho testimoniato contro di voi. Le prescriverete ai vostri figli, affinché abbiano cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge.

Mt. 28:20. ...insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato.

2. De. 12:32. Abbiate dunque cura di mettere in pratica tutti gli statuti e i decreti, che oggi io pongo davanti a voi.


46. Che cosa si proibisce nel secondo comandamento?

Nel secondo comandamento si proibisce il culto di Dio attraverso immagini (1) o attraverso qualsiasi altra cosa che non sia esplicitamente stabilita nella Sua Parola (2).

1. De. 4:15,16. Poiché dunque non vedeste alcuna figura il giorno che l'Eterno vi parlò in Horeb dal mezzo del fuoco, vegliate diligentemente sulle anime vostre, perché non vi corrompiate, e vi facciate qualche immagine scolpita, nella forma di qualche figura: la rappresentazione di un uomo o di una donna...

2. Cl. 2:18. Nessuno vi derubi del premio con un pretesto di umiltà e di culto degli angeli, fondandosi su cose che non ha visto, essendo temerariamente gonfio a motivo della sua mente carnale.

Commento. La Chiesa Romana e le Chiese luterane trattano il 2. comandamento come se fosse parte del primo; così, per far tornare il numero 10, sdoppiano l'ultimo che tratta della concupiscenza. Questo però non è legittimo, perché il 2. comandamento ci dice come noi dobbiamo rendergli il culto che gli è dovuto. Difatti questo comandamento stabilisce che Egli debba essere onorato nei termini stabiliti dalla Sua volontà, bisogna cioè renderGli quel culto che Egli stesso comanda. Il vero culto consiste di quelle cose che Dio ha comandato nella Sua Parola dovessero essere usate. Ciò che Dio non ha comandato, Egli ha proibito. Che cosa dice la Bibbia sugli elementi che devono caratterizzare il culto cristiano? Parla di lettura e predicazione della Scrittura, il canto dei salmo, l'amministrazione dei sacramenti, e la preghiera Il culto riformato è dunque semplice e spirituale. Paramenti sacri, candele, croci, statue, processioni... Dio non le ha stabilite ed è pericoloso introdurle, pensando magari di "abbellire" il culto, o "adattarlo a certa sensibilità religiosa" che sarebbe "più ispirata" attraverso forme, gesti, o immagini sensibili. Ci basti ciò che Dio ha espressamente stabilito.


47. Qual è il terzo comandamento?

Il terzo comandamento è: "Non userai il Nome dell'Eterno, il tuo Dio, invano, perché l'Eterno non lascerà impunito chi usa il Suo Nome invano" [Es. 20:7].


48. Che cosa si prescrive nel terzo comandamento?

Nel terzo comandamento si prescrive l'uso santo e riverente dei nomi (1), titoli, attributi (2), ordinanze (3), Parola (4), ed opere (5) di Dio.

1. Sl. 29:2. Date all'Eterno la gloria dovuta al suo nome.

2. Ap. 15:3,4. Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente; giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni. Chi non ti temerà, o Signore e non glorificherà il tuo nome?

3. Ec. 5:1. Bada ai tuoi passi quando vai alla casa di Dio; avvicinati per ascoltare, piuttosto che per offrire il sacrificio degli stolti, i quali non sanno neppure di far male.

4. Sl. 138:2. Adorerò rivolto al tuo santo tempio e celebrerò il tuo nome per la tua benignità e per la tua verità, perché tu hai esaltato la tua parola e il tuo nome al di sopra di ogni altra cosa.

5. Gb. 36:24. Ricordati di magnificare le sue opere, che gli uomini hanno cantato.

De. 28:58,59. Se non hai cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e tremendo, l'Eterno, il tuo Dio, allora l'eterno rovescerà su di te... indescrivibili calamità.

Commento. Il secondo comandamento ci insegnava il modo in cui dobbiamo rendere a Dio il culto che Gli è dovuto; ora il terzo comandamento ci insegna quale deve esserne l'atteggiamento. "Ora dunque temete l'Eterno, e servitelo con integrità e fedeltà" (Gs. 24:14). Il nome di Dio non è un semplice vocabolo, rappresenta ciò che Egli ha rivelato di Sé, la Sua Persona. Se siamo coscienti di chi Lui sia è chiaro che non potremmo che avere sempre di Lui il massimo rispetto in pensiero, parola ed opera. Dobbiamo vivere coscienti di essere alla Sua presenza, e quindi tutto quello che facciamo, diciamo o pensiamo deve darGli gloria. Non è solo questione di pronunciare parole offensive, è tutto quello che noi siamo che non dovrà mai esserGli offensivo. Il comandamento ci esorta ad essere sempre coscienti di chi Lui è e di chi siamo noi (sue creature salvate per grazia), creature alle quali è rivolta una speciale vocazione e che sono chiamate ad esserne sempre coerenti. Condannato in questo comandamento è pure (1) ogni formalismo religioso. "Giacché questo popolo si avvicina a me colla bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lungi da me e il timore che ha di me non è altro che un comandamento imparato dagli uomini" (Is. 29:13). "...aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza" (2 Ti. 3:5). Ciò che non nasce da profonda convinzione è peccato. (2) Lo stesso vale per il vuoto tradizionalismo. "Ma invano mi rendono il loro culto insegnando dottrine che sono precetti d'uomini... annullando così la Parola di Dio con la tradizione che vi siete tramandata" (Mc. 7:7,13). La tradizione spesso va contro la vera religione del cuore. Tende a promuovere l'idea che fintanto che facciamo le cose come si sono sempre fatte, questo sia sufficiente. Però è vera devozione coerente con la Parola di Dio? (3) Il modernismo, invece è il nome che diamo ad una falsa versione della fede cristiana. Prende le parole della fede cristiana storica e ne cambia completamente il significato. E' la tendenza a "reinterpretare", a "aggiornare". "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me voi tutti, operatori d'iniquità" (Mt. 7:21,22).


49. Qual è il quarto comandamento?

Il quarto comandamento è: "Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Lavorerai sei giorni e farai in essi ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è sabato, sacro all'Eterno, il tuo Dio; non farai in esso lavoro alcuno, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero che è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l'Eterno fece i cieli e la terra, e il mare, e tutto ciò che è in essi, e il settimo giorno si riposò; perciò l'Eterno ha benedetto il giorno di sabato e l'ha santificato" [Es. 20:811].


50. Che cosa si prescrive nel quarto comandamento?

Nel quarto comandamento si prescrive di conservare particolarmente dedicati al Signore quei tempi che Egli ha stabilito nella Sua Parola; in particolare un intero giorno su sette, per essere come un santo 'sabato' dedicato a Lui (1).

1. Le. 19:30. Osserverete i miei sabati e porterete rispetto al mio santuario. Io sono l'Eterno.

De. 5:12. Osserverai il giorno di sabato per santificarlo, come l'Eterno, il tuo Dio, ti ha comandato.


51. Come deve essere santificato il 'sabato'?

Il 'sabato' deve essere santificato con un santo riposo per tutto quel giorno, cessando da quelle occupazioni mondane e da quelle ricreazioni legittime comuni negli altri giorni (1); e trascorrendo l'intero tempo nell'esercizio del culto pubblico e privato verso Dio (2), eccetto per quanto è necessario assumersi in opere di necessità e di misericordia (3).

1. Le. 23:3. Si lavorerà per sei giorni, ma il settimo giorno è un sabato di riposo e di santa convocazione. Non farete in esso lavoro alcuno.

2. Sl. 92:1,2 (Cantico per il giorno di sabato). E' bello celebrare l'Eterno, e cantare le lodi al tuo nome, o Altissimo; proclamare al mattino la tua benignità e la tua fedeltà ogni notte.

3. Mt. 12:11,12. Chi è l'uomo fra voi che avendo una pecora, se questa cade in giorno di sabato in una fossa, non la prenda e non la tiri fuori? Ora, quanto vale un uomo più di una pecora! E' dunque lecito fare del bene in giorno di sabato?

Commento. Il Decalogo è legge morale di valore universale, così il riposo sabbatico è principio che vale per ogni popolo, tempo e paese. (1) Esso è un'ordinanza che risale alla Creazione (Ge. 2:2,3); (2) è stato impresso sulla pietra direttamente da Dio (Es. 31:18); (3) non è scritto da nessuna parte nel Nuovo Testamento che esso sia stato abrogato (Mt. 5:17; Ro. 3:31).

Il comandamento però non indica che il riposo sabbatico debba essere necessariamente il settimo giorno della settimana. Un nuovo ordine è stato inaugurato con la risurrezione di Cristo, e i primi cristiani osservavano la domenica (Mt. 28:1; Mc. 16:2; Lu. 24:1; Gv. 20:1,19; At. 20:7; 1 Co. 16:2). L'importante però non è il giorno specifico, ma il principio che un giorno su sette deve essere riservato solo al Signore. Cl. 2:16,17 ci dice di non fare questioni sui giorni, l'importante è salvaguardare il principio.

La parola 'sabato' significa 'riposo', è la cessazione delle attività comuni negli altri giorni per riservare un giorno al Signore. Non che gli altri giorni possono essere spesi senza considerazione alcuna del Signore, ma il 'sabato' significa 'giorno riservato al culto' in senso proprio. Certo può sembrare eccessivo (quando ci viene chiesto finanche di 'non pensare' alle nostre occupazioni), ma questo deve essere il nostro obiettivo. Parte poi dei doveri del 'sabato' sono le opere di pietà (tutto ciò che favorisce e promuove il culto), le opere di necessità (tutto ciò che è necessario per la conservazione ed il sostegno della vita), e le opere di misericordia (quelle compiute per il bene altrui). Infine il 4. comandamento non ci esorta solo al riposo in quel giorno, ma anche al lavoro diligente tutti gli altri sei giorni.


52. Qual è il quinto comandamento?

Il quinto comandamento è: "Onorerai tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano lunghi sulla terra che l'Eterno, il tuo DIO ti dà (Es. 20:12).


53. Che cosa si prescrive nel quinto comandamento?

Nel quinto comandamento si prescrive che venga preservato l'onore, e l'adempimento dei doveri, che spettano a ciascuno che, in diversi luoghi e rapporti, ci sia superiore (1), inferiore (2), od eguale (3).

1. Ef. 5:21,22. Sottomettetevi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti come al Signore.

Ef. 6:1,5. Figli, ubbidite nel Signore ai vostri genitori, perché ciò è giusto... Servi, ubbidite ai vostri padroni secondo la carne con timore e tremore.

Ro. 13:1. Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori, poiché non c'è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono sono istituite da Dio.

2. Ef. 6:9. E voi, padroni, fate lo stesso verso di loro, mettendo da parte le minacce sapendo che il loro e il vostro Signore è in cielo e che presso di lui non c'è alcuna parzialità.

3. Ro. 12:10. Nell'amore fraterno, amatevi teneramente gli uni gli altri; nell'onore, usate riguardo gli uni verso gli altri.


54. Qual è la ragione che viene annessa al quinto comandamento?

La ragione annessa al quinto comandamento è la promessa di una vita lunga e prospera (fintanto che sia utile alla gloria divina e il loro bene), a tutti quelli che osservano questo comandamento (1).

1. Ef. 6:2,3. «Onora tuo padre e tua madre» questo è il primo comandamento con promessa, «affinché tu stia bene ed abbia lunga vita sopra la terra».

Commento. Incluso in questo comandamento è il dovere di accettare di buon grado e di obbedire alle legittime autorità. Ogni autorità legittima è data da Dio e il rispetto dell'autorità equivale a rispettare il Signore. Quando Dio aveva creato l'uomo, era la famiglia ad essere l'unica istituzione di vita comune. Dopo la caduta, però, sono state date due altre importanti istituzioni: la Chiesa e lo stato. Dio ha dato alla Chiesa il compito di insegnare l'Evangelo ed esercitare governo spirituale su coloro che professano fede in Cristo. La famiglia è il prototipo delle altre istituzioni e nella Bibbia le autorità spesso sono equiparate a padri e madri. Dio ha dato allo stato il compito di coordinare ed amministrare la società e di reprimere il crimine ed il male nel mondo. L'autorità però ha un limite (la sovranità di Dio, e la propria sfera particolare di azione). La promessa connessa all'obbedienza a questo comandamento sottolinea come si possa vivere bene solo quando si rispettano gli ordinamenti che Dio ha predisposto.


55. Qual è il sesto comandamento?

Il sesto comandamento è: "Non ucciderai".


56. Che cosa si proibisce nel sesto comandamento?

Il sesto comandamento proibisce il togliersi la vita (1), o sopprimere ingiustamente la vita del nostro prossimo (2), o qualunque altra cosa che lo favorisca (3).

1. At. 16:28. Ma Paolo gridò ad alta voce: «Non farti alcun male».

2. Ge. 9:6. Chiunque spargerà il sangue di un uomo, il suo sangue sarà sparso per mezzo di un uomo, perché DIO ha fatto l'uomo a sua immagine.

3. Pr. 24:11,12. Libera quelli che sono trascinati verso la morte e trattieni quelli che sono portati al macello. Se dici: «Ecco, noi non lo sapevamo» Colui che pesa i cuori non lo vede?

Commento. L'essere umano è stato creato ad immagine di Dio, e perciò nessuno ha diritto di ledere o togliere la vita ad alcun essere umano (e nemmeno a sé stessi): esso promuove il massimo rispetto per ogni essere umano, e non solo vieta la violenza fisica, ma nelle parole di Gesù persino quella verbale, e tutto ciò rechi danno o renda difficile la vita di chiunque. Però (1) la Bibbia non dice che uccidere animali per nutrirsene sia assassinio (e questo dal Diluvio in poi, Cfr. Ge. 1:30; 9:3), e mantiene una netta distinzione fra animale e uomo. (2) Per lo stesso motivo nemmeno l'omicida Caino può essere toccato (Ge. 4:15). Secondo la Bibbia, però, non è omicidio, quando una legittima autorità permette il togliere la vita a qualcuno come ultima istanza per proteggere la vita di altri, e soprattutto dei più deboli ed indifesi (la legittima difesa personale e collettiva). Il sesto comandamento, così, non ha solo a che fare con atti di violenza, ma implica l'attiva preservazione e promozione della vita a tutti i livelli. In questo è inclusa la proibizione del rischio gratuito e la prevenzione.


57. Qual è il settimo comandamento?

Il settimo comandamento è: "Non commetterai adulterio" [Es. 20:14].


58. Che cosa si proibisce nel settimo comandamento?

Nel settimo comandamento si proibisce ogni pensiero (1), parola (2) ed azione (3) non casta.

1. Mt. 5:28. Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

Cl. 4:6. Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come vi conviene rispondere a ciascuno.

2. Ef. 5:4. ...lo stesso si dica della disonestà, del parlare sciocco e della buffoneria, le quali sono cose sconvenienti.

2 Ti. 2:22. Ora fuggi le passioni giovanili, ma persegui la giustizia, la fede, l'amore e la pace con quelli che con cuore puro invocano il Signore.

3. Ef. 5:3. Ma come si conviene ai santi, né fornicazione né impurità alcuna, né avarizia siano neppure nominate fra di voi.

Commento. Non c'è nulla di male nel sesso, né è sbagliato soddisfare il proprio impulso sessuale nei limiti stabiliti da Dio. Il sesto comandamento proibisce l'abuso e la perversione della sessualità, la soddisfazione illecita del proprio impulso sessuale. Qui è proibito (1) il rapporto sessuale fuori dal matrimonio (fornicazione). "Se un uomo trova una fanciulla vergine che non sia fidanzata, e l'afferra, e si giace con lei... ella sarà sua moglie, perché l'ha disonorata" (De. 22:28,29); (2) l'adulterio, cioè l'avere rapporti sessuali con una persona sposata; (3) la bestialità, cioè avere rapporti sessuali con un animale; (4) l'omosessualità, cioè avere rapporti sessuali con una persona dello stesso sesso. "Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole" (Le. 18:22).

Come Dio ci rende capaci ad essere padroni del nostro impulso sessuale? (1) Ad alcuni Dio ha dato il dono della continenza, la capacità di astenersene (Mt. 19:12), (2) per la maggioranza però è il matrimonio il mezzo che Dio ha fornito per controllare l'impulso sessuale. In ogni caso esso deve essere solo "nel Signore", cioè fra due credenti (1 Co. 7:39).

Ad infrangere però il settimo comandamento non è solo l'atto esteriore, ma pure, per Gesù, il pensiero, l'intenzione; l'adulterio comincia dal cuore (Mt. 5:28). Per questa ragione dobbiamo resisterne gli inizi, non cadere in tentazione. Promuovere infine un giusto atteggiamento verso il sesso è di capitale importanza in una società come la nostra dove gli scrupoli e i limiti paiono cadere l'uno dopo l'altro.


59. Qual è l'ottavo comandamento?

L'ottavo comandamento: "Non ruberai" [Es. 20:15].


60. Che cosa si proibisce nell'ottavo comandamento?

L'ottavo comandamento proibisce tutto ciò che possa ingiustamente privare gli altri di quanto possiedono od ostacolare il loro diritto al lavoro, alla proprietà o al benessere (1). Il che include anche la negligenza nel lavoro che ci è utile per sostentare noi stessi e quanti dipendono da noi (2).

1. 1 Ti. 5:8. Ma se uno non provvede ai suoi e principalmente a quelli di casa sua, egli ha rinnegato la fede ed è peggiore di un non credente.

Pr. 28:19. Chi lavora la sua terra avrà pane in abbondanza, ma chi va dietro a vanità avrà una grande povertà.

Pr. 21:6. Ottenere tesori con lingua bugiarda è un vapore fugace di chi cerca la morte.

2. Ef. 4:28. Chi rubava non rubi più, ma piuttosto si affatichi facendo qualche buona opera con le proprie mani affinché abbia qualcosa da dare a chi è nel bisogno.

Commento. La Bibbia insegna che Dio è proprietario ultimo di tutte le cose (Sl. 89:11), e l'essere umano, per il beneplacito di Dio, non è che un amministratore tenuto a rendere conto della sua amministrazione. E' Dio che dà a ciascuno le capacità necessarie ad acquisire una certa misura di ricchezza ed è Lui che richiede di avvalersene. Il diritto alla proprietà privata è un'ordinanza di Dio, se no non ci verrebbe ordinato di non rubare. Vi sono due modi legittimi di acquisire proprietà: (1) per eredità (Nu. 36:7-9: 2 Co. 12:14; Ef. 4:28; Fl. 4:18), e (2) tramite il proprio lavoro (Ef. 4:28). La ricchezza ottenuta in questi due modi non è un male. Non è il denaro la radice di tutti i mali, ma l'amore smodato per il denaro. E' necessario per altro lavoro diligente (Pr. 27:23,27; 1 Ti. 5:8). Rubare è perciò acquisire ricchezza in modo illecito (acquisire qualcosa non datoci in dono, né guadagnato con il nostro lavoro). Il gioco d'azzardo è dunque un furto, come pure la pigrizia, la negligenza, lo sperpero (Pv. 18:8), e la frode. E' solo quando ci rendiamo conto che pure il nostro lavoro è in realtà servizio reso a Dio, che noi come dipendenti, avremo l'antidoto alla tendenza di rubare.


61. Qual è il nono comandamento?

Il nono comandamento è: "Non farai falsa testimonianza contro al tuo prossimo" [Es. 20:16].


62. Che cosa si prescrive nel nono comandamento?

Nel nono comandamento si prescrive il mantenimento e la difesa della verità nel contesto dei rapporti sociali (1), del buon nome nostro (2) e del nostro prossimo (3), specialmente nel rendere testimonianza (4).

1. Za. 8:16. Queste sono le cose che dovete fare: parlate in verità ciascuno al suo prossimo. Alle vostre porte date giudizi secondo verità, giustizia e pace.

2. 1 Pi. 3:16. ...avendo una buona coscienza affinché, quando vi accusano di essere dei malfattori, vengano svergognati coloro che calunniano la vostra buona condotta in Cristo.

At. 25:10. Allora Paolo disse: «Io sto davanti al tribunale di Cesare... io non ho fatto alcun torto ai Giudei, come tu stesso sai molto bene».

3. 3 Gv. 12. Demetrio ha ricevuto testimonianza da tutti e dalla verità stessa; e anche noi gli rendiamo testimonianza; e tu sai che la nostra testimonianza è verace.

4. Pr. 14:5,25. Il testimone fedele non mentisce, ma il testimone falso proferisce menzogne... Un testimone verace salva delle vite.

Commento. Il Dio della Bibbia è Dio di verità (Sl. 31:5; Tt. 1:2), mentre il padre di tutte le menzogne è Satana (Gv. 8:44). Fintanto che l'uomo accettava la Parola di Dio e vi ubbidiva, egli conosceva e diceva solo verità. Non aveva più detto però la verità quando, ingannato da Satana, aveva assunto sé stesso e la ragione come metro ultimo per giudicare la verità. La verità è dunque ciò che è in accordo con la mente di Dio, ed è solo la persona rigenerata - la persona che si è ravveduta e crede - che può di nuovo imparare a dire la verità. Certo il credente sbaglierà ancora, ma verità deve essere il suo proposito ed obbiettivo. Due cose allora sono essenziali (1) E' necessario dire ciò che noi sinceramente crediamo essere verità, (2) ma è pure necessario dire ciò che è conforme alla realtà (Cfr. Le. 19:16; Sl. 15:3). La menzogna talora può essere giustificata? (1) Le piccole menzogne di cortesia sono condannate dalla Bibbia (1 Gv. 2:21; Sl. 12:3); (2) le menzogne di convenienza, ma non ci è lecito avocare il male affinché ne venga un bene (Ro. 3:8); (3) le menzogne di necessità? A noi però è concesso in particolari circostanze di trattenere parte della verità, ma non mentire. In 1 Sa. 16:1-5 Dio in effetti dice che gli uomini malvagi possono non avere il diritto di conoscere tutta la verità che potremmo loro dire, ma non dice che abbiamo il diritto di mentire! Come imparare l'obbedienza della verità? (1) Pensare prima di parlare (Pv. 10:19; Gm. 3:5); (2) Talora il silenzio può essere peggio della menzogna, perché può essere interpretato come un tacito consenso al male (Le. 5:1); (3) Bisogna pensare a compiacere prima Dio che l'uomo: è l'unica cosa che conti più di tutte.


63. Qual è il decimo comandamento?

Il decimo comandamento è: "Non desidererai la casa del tuo prossimo; non desidererai la moglie del tuo prossimo; né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo" [Es. 20:17].


64. Che cosa si proibisce nel decimo comandamento?

Nel decimo comandamento si prescrive ogni insoddisfazione e malcontento della nostra propria condizione (1), invidia o avvilimento per i beni del nostro prossimo (2), ogni brama disordinata e voglia per tutto ciò che gli appartenga (3).

1. 1 Co. 10:10. E non mormorate, come alcuni di loro mormorarono, per cui perirono per mezzo del distruttore.

2. Ga. 5:26. Non siamo vanagloriosi, provocandoci ed invidiandoci gli uni gli altri.

3. Cl. 3:5. Fate dunque morire le vostre membra che sono sulla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e avidità, che è idolatria.

Commento. La legge di Dio richiede più che un conformarvisi esteriore: richiede santità o rettitudine interiore di cuore. Magari non abbiamo commesso molti dei peccati che i Comandamenti condannano, ma nella nostra mente quante volte li abbiamo infranti? Il desiderio può essere inteso come la radice di tutti i mali (Gm. 1:14,15). La brama di ciò che altri possiedono comincia da un cuore insoddisfatto, confrontandosi con altri. L'accontentarsi con ciò che Dio ci ha dato è la chiave per non commettere peccati dei quali poi ce ne dovremmo pentire. Questo non significa che non possiamo migliorare il nostro benessere e la nostra condizione esteriore: dobbiamo usare diligentemente le capacità che Dio ci ha dato. Dobbiamo però accontentarci dei limiti sia delle nostre capacità che delle nostre opportunità, senza lamentarci se qualcuno possa più di noi (Ga. 5:26; Gm. 3:14,16). C'è un senso in cui possiamo dire che non siamo stati creati uguali. Come possiamo allora giungere ad essere soddisfatti di ciò che abbiamo? Non lo impareremo mai fintanto che Dio stesso non diventerà la nostra ricompensa. Quando noi troviamo in Dio il nostro tutto, cosa mai di più potremmo desiderare? Egli, e le ricchezze eterne conservate nel cielo, valgono più di tutto quanto potremmo avere qui sulla terra, e queste benedizioni sono nostre in Gesù Cristo (Mt. 6:19-21; 2 Pi. 3:12). "Desiderate ardentemente i doni maggiori" (1 Co. 12:31).


65. Vi può essere qualcuno in grado di osservare perfettamente tutti i comandamenti di Dio?

Nessun semplice essere umano da dopo la caduta è in grado in questa vita di osservare perfettamente i comandamenti di Dio (1), anzi, quotidianamente li trasgredisce in pensiero (2), parola (2) ed opera (3).

1. Ec. 7:20. Non c'è infatti alcun uomo giusto sulla terra, che faccia il bene e non pecchi.

2. Ge. 8:21. I disegni del cuore dell'uomo sono malvagi fin dalla sua fanciullezza.

3. Gm. 3:8. ...ma la lingua nessun uomo la può domare; è un male che non si può frenare, è piena di veleno mortifero.

4. Gm. 3:2. ...poiché noi tutti manchiamo in molte cose.


66. Tutte le trasgressioni della legge sono ugualmente gravi?

In sé stessi alcuni peccati, e per diverse aggravanti, sono agli occhi di Dio più gravi di altre (1).

1. Gv. 19:11. ...chi mi ha consegnato nelle tue mani ha maggior colpa.

1 Gv. 5:16. Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non sia a morte, preghi Dio, ed egli gli darà vita, a quelli cioè che commettono peccato che non è a morte. Vi è un peccato che è a morte; non dico egli debba pregare per questo.


67. Che cosa merita ogni peccato?

Ogni peccato merita l'ira e la maledizione di Dio, sia in questa vita che nella vita a venire (1).

1. 1. Ef. 5:6. Nessuno vi seduca con vani ragionamenti, perché per queste cose viene l'ira di Dio sui figli della disubbidienza.

Sl. 11:6. Egli farà piovere sugli empi lacci, fuoco, zolfo e vento infuocato; questa sarà la porzione del loro calice.

Commento. Siamo salvati per sola grazia di Dio tramite la fede nell'opera di Gesù Cristo. Dopo essere divenuti credenti, però, non certo siamo perfetti, ancora pecchiamo in pensiero, parola ed opera. Non vogliamo peccare, ci sforziamo di non peccare, ma quello che non vorrei fare lo faccio (Cfr. Ro. 7:19). La perfezione in questa vita non è possibile, per nessuno. Vi sono due errori dai quali dobbiamo guardarci: (1) Il perfezionismo. Alcuni affermano possibile raggiungere oggi lo stato dell'essere privi di peccato. Non ci sono "santi" che abbiano acquisito meriti "da distribuire", e non ci sono segreti per raggiungere una vita di alto livello. Ci proponiamo certo di non peccare, ma peccatori rimaniamo (Cfr. Ec. 7:20; 1 Gv. 1:10). (2) L'antinomismo. Altri dicono che in Cristo non avremmo più obbligazioni verso la Legge che ci accusa, saremmo liberi. Il cristiano però prende seriamente la legge di Dio, e non si lascerà dominare dal peccato, cadrà, ma confesserà e si rialzerà (Ro. 7:22; 1 Gv. 5:3). Un vero credente perciò (1) lotterà quotidianamente per essere obbediente a Dio; (2) confesserà costantemente le rimanenti imperfezioni ed il peccato. Il peccato rimane una cosa seria, ed esso non può essere giustificato dicendo magari che la colpa è dell'ambiente, o di una malattia mentale... come si dice oggi. L'essere umano deve ritenersi responsabile, senza attenuanti. Per questo la riprovazione di Dio sul peccato è autentica, autentica la pena che merita, quanto mai necessaria la confessione di peccato e il ravvedimento.


68. Come possiamo fuggire dall'ira e dalla maledizione che il nostro peccato merita?

Per sfuggire dall'ira e dalla maledizione di Dio che il nostro peccato merita, dobbiamo credere nel Signore Gesù Cristo (1), confidando esclusivamente nel Suo sangue e nella Sua giustizia. Questa fede deve essere accompagnata dal ravvedimento per il proprio passato (2) e deve condurre a santità di vita per il futuro.

1. Gv. 3:16. Perché Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unico Figlio Gesù Cristo affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna.

2. At. 20:21. Dichiarando solennemente ai Giudei e ai greci la necessità della conversione a Dio e della fede nel Signore nostro Gesù Cristo.


69. Che cos'è la fede in Gesù Cristo?

La fede in Gesù Cristo è una grazia salvifica (1), per la quale noi Lo riceviamo (2) e confidiamo in Lui solo per la nostra salvezza (3), come ci è presentata nell'Evangelo (4).

1. Eb. 10:39. Ma non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che credono per la salvezza dell'anima.

2. Gv. 1:12. ...ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l'autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome.

3. Fl. 3:9. ...e per essere trovato in lui, avendo non già la mia giustizia che deriva dalla legge, ma quella che deriva dalla fede di Cristo; giustizia che proviene da Dio mediante la fede.

4. Is. 33:22. Poiché l'Eterno è il nostro giudice, l'Eterno è il nostro Legislatore, l'Eterno è il nostro re; Egli ci salverà.


70. Che cos'è il ravvedimento per ottenere la vita?

Il ravvedimento per ottenere la vita è una grazia salvifica (1), per la quale un peccatore, da una profonda consapevolezza del proprio peccato (2), e ricevendo la misericordia di Dio in Gesù Cristo (3), si volge, con dispiacere e odio per il proprio peccato, da esso verso Dio (4), proponendosi diligentemente di esercitare una nuova obbedienza (5).

1. At. 11:18. Dio dunque ha concesso il ravvedimento anche ai gentili per ottenere la vita.

2. At. 2:37. Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?».

3. Gl. 2:13. Stracciate il vostro cuore, non le vostre vesti e tornate all'Eterno, il vostro DIO, perché egli è misericordioso e pieno di compassione, lento all'ira e di grande benignità, e si pente del male mandato.

4. Gr. 31:18,19. Tu mi hai castigato e sono stato castigato... fammi ritornare e io ritornerò, perché tu sei l'Eterno, il mio Dio. Dopo essermi sviato, io mi sono pentito; dopo aver riconosciuto il mio stato mi sono battuto l'anca. Mi sono vergognato e ho provato confusione, perché porto l'obbrobrio della mia giovinezza.

5. Sl. 119:59. Ho esaminato le mie vie e ho rivolto i miei passi verso i tuoi precetti.

Commento. La chiamata efficace risulta nella conversione del peccatore. La conversione può essere intesa come una completa rivoluzione (ri-volgersi) della mente (o cuore, o anima) dell'uomo, per la quale il peccatore "volta le spalle" al peccato per incamminarsi lungo la strada della fiducia in Cristo soltanto per la sua salvezza. Nell'anima entra: (1) luce che lo mette in grado di comprendere l'Evangelo (la sua condizione di perduto ed il suo bisogno di Cristo); (2) calore, cioè il sentimento, il profondo convincimento di essere peccatore e il suo bisogno di Cristo; (3) forza per volgersi risolutamente e con fiducia totale in Cristo.

Fede e ravvedimento non sono atti legati solo al primo momento della conversione, ma devono essere esercitati tutta la vita perché ci muoviamo ancora in un mondo contaminato dal peccato che costantemente tenta di influenzarci. Il ravvedimento, la fede e l'obbedienza è una strada da percorrere. La prova della nostra elezione non si trova solo considerando il momento della nostra conversione, ma nella perseveranza. "Perciò, fratelli, vie più studiatevi di rendere sicura la vostra vocazione ed elezione, perché, facendo queste cose, non inciamperete giammai" (2 Pi. 1:10).


71. Quali sono i mezzi esteriori per i quali Cristo ci comunica i benefici della redenzione?

I mezzi esteriori ordinari per cui lo Spirito Santo ci comunica i benefici della redenzione di Cristo, sono la Parola, per la quale le anime vengono rigenerate a vita spirituale, il Battesimo, la Cena del Signore, e la Meditazione, mediante i quali i credenti vengono ulteriormente edificati nella loro santissima fede (1).

1. At. 2:41,42. Quelli dunque che ricevettero la sua parola lietamente furono battezzati... Essi erano perseveranti nel seguire l'insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere.

Gm. 1:18. Egli ci ha generati di sua volontà mediante la parola di verità, affinché siamo in certo modo le primizie delle sue creature.

Commento. I mezzi esteriori della grazia non sono automaticamente efficaci se nel contempo la grazia non tocca profondamente l'interiore della persona che vi partecipa. Coloro che vengono benedetti dalla fedele predicazione della Parola, dalla corretta amministrazione dei sacramenti, e dal coscienzioso esercizio della disciplina ecclesiastica sono persone che di solito hanno già la grazia che opera in loro; vi sono infatti casi in cui i soli mezzi esteriori non conferiscono grazia. La Scrittura menziona Simone, che aveva udito la Parola ed era stato battezzato ma che rimase "in fiele amaro e in legami d'iniquità" (At. 8:23). Nel contempo non dobbiamo sottovalutare o negligere i mezzi esteriori della grazia, perché sono stati comandati da Dio. Di essi dobbiamo fare uso diligente. Per questo veniamo ammoniti a "non abbandonare la nostra comune adunanza, come molti sono soliti fare" (Eb. 10:25). Dio opera attraverso i mezzi che Egli ha stabilito: non pretendiamo mezzi straordinari.


72. Com'è che la Parola si rende efficace ai fini della salvezza?

E' lo Spirito Santo che rende la lettura, ma specialmente la predicazione della Parola un efficace mezzo per convincere e convertire i peccatori (1), nonché per edificarli in santità e consolazione (2), attraverso la fede, per la loro salvezza (3).

1. Sl. 19:7. La legge dell'Eterno è perfetta, essa ristora l'anima, la testimonianza dell'Eterno è verace, rende savio il semplice.

2. 1 Ts. 1:6. E voi siete divenuti nostri imitatori e del Signore, avendo ricevuta la parola in mezzo a tanta afflizione con la gioia dello Spirito Santo.

3. Ro. 1:16. Infatti io non mi vergogno dell'Evangelo di Cristo, perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.


73. In qual modo è necessario leggere ed udire la Parola, affinché essa possa divenire efficace ai fini della salvezza?

Affinché la Parola possa divenire efficace ai fini della salvezza, dobbiamo accostarci ad essa con ogni diligenza (1), preparazione (2), e con la preghiera (3); riceverla con fede (4) ed amore (5), conservarla nel nostro cuore (6), e praticarla nella nostra vita (7).

1. Pr. 8:34. Beato l'uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte e custodendo gli stipiti delle mie porte.

2. 1 Pi. 2:1,2. Deposta dunque ogni malizia ed ogni inganno, le ipocrisie, le invidie ed ogni maldicenza, come bambini appena nati, desiderate ardentemente il puro latte della parola, affinché per mezzo suo cresciate.

3. Sl. 119:18. Apri i miei occhi, e io contemplerò le meraviglie della tua legge.

4. Eb. 4:2. La parola della predicazione non giovò loro nulla, non essendo stata congiunta alla fede in coloro che l'avevano udita.

5. 2 Ts. 2:10. ...e da ogni inganno di malvagità per quelli che periscono, perché hanno rifiutato di amare la verità per essere salvati.

6. Sl. 119:11. Ho conservato la tua parola nel mio cuore, per non peccare contro di te.

7. Gm. 1:25. Ma chi esamina attentamente la legge perfetta, che è la legge della libertà, e persevera in essa, non essendo un uditore dimentichevole ma un facitore dell'opera, costui sarà beato nel suo operare.

Commento. La predicazione della Parola di Dio ritiene nella chiesa la sua priorità: essa è molto più importante dei sacramenti. I sacramenti da soli non comportano un chiaro messaggio per la persona non istruita. La Parola annunciata è il mezzo ordinario che Dio usa per convertire e convincere i peccatori. Persino la lettura privata da sé non è normalmente sufficiente (Cfr. At. 17:11,12). Non è però nemmeno la Parola che ha in sé questo potere, ma solo nella misura che essa viene utilizzata sovranamente dallo Spirito Santo. Senza un'opera diretta dello Spirito Santo nel cuore dell'uditore, la gente potrà anche udire ed apprezzare la parola udita (Ez. 33:32), ma non per questo esserne convinta e convertita. Questo non toglie la responsabilità dell'uditore! Gesù disse: "Badate dunque come ascoltate!" (Lu. 8:18). E' inoltre nostro dovere perseverare nell'essere esposti personalmente e spesso alla Parola di Dio, coscienti proprio della nostra debolezza e dimentichevolezza. Dobbiamo radicarci bene nella Parola per non essere portati qui e là "da ogni vento di dottrina" (Ef. 4:14).


74. Come possono il Battesimo e la Cena del Signore divenire uno strumento efficace per la salvezza?

Il battesimo e la Cena del Signore diventano efficaci strumenti di grazia, non perché abbiano in sé stessi qualche virtù, o in colui che li amministra (1); ma solo per la benedizione di Cristo (2), e l'opera dello Spirito Santo in coloro che li ricevono per fede (3).

1. 1 Co. 3:7. Ora né chi pianta, né chi annaffia è alcuna cosa, ma è Dio che fa crescere.

1 Pi. 3:21. ...la quale è figura del battesimo (non la rimozione di sporcizia della carne, ma la richiesta di una buona coscienza presso Dio), che ora salva anche noi mediante la risurrezione di Gesù Cristo.

2. 1 Co. 3:6. Io ho piantato, Apollo ha innaffiato, ma Dio ha fatto crescere.

3. 1 Co. 12:13. Ora noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo... e siamo stati tutti abbeverati in un medesimo Spirito.


75. Che cos'è il Battesimo?

Il Battesimo è un'ordinanza del Nuovo Testamento, istituito da Gesù Cristo (1) inteso ad essere segno per la persona battezzata della sua comunione con Lui, nella Sua morte, sepoltura e risurrezione (2), e del suo essere innestato in Lui (3), di remissione dei peccati (4), e di essersi affidato a Dio in Gesù Cristo, per vivere e camminare in novità di vita (5).

1. Mt. 28:19. Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo.

2. Ro. 6:3. Ignorate voi, che noi tutti che siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte?

Cl. 2:12. ...essendo stati sepolti con lui nel battesimo, in lui siete anche stati insieme risuscitati, mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti.

3. Ga. 3:27. Poiché voi tutti che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo.

4. Mr. 1:4. Giovanni comparve nel deserto, battezzando e predicando un battesimo di ravvedimento, per il perdono dei peccati.

At. 22:16. Ed ora che aspetti? Alzati, e sii battezzato e lavato dai tuoi peccati, invocando il nome del Signore.

5. Ro. 6:4,5. Noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminassimo in novità di vita. Poiché se siamo uniti a Cristo per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione.


76. A chi deve essere amministrato il Battesimo?

Il Battesimo deve essere amministrato a tutti coloro che di fatto professano ravvedimento verso Dio (1) e fede nel nostro Signore Gesù Cristo, e a nessun altro.

1. At. 2:38. Ravvedetevi, e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo.

Mt. 3:6. ...ed erano battezzati da lui nei Giordano, confessando i loro peccati.

Mr. 16:16. ...chi ha creduto ed è stato battezzato sarà salvato; ma chi non ha creduto, sarà condannato.

At. 8:12,36,37. Quando però credettero a Filippo, che annunciava loro la buona novella delle cose concernenti il regno di Dio e il nome di Gesù Cristo, uomini e donne si fecero battezzare... Ecco dell'acqua, che cosa mi impedisce di essere battezzato? E Filippo disse: Se tu credi con tutto il cuore, lo puoi.

At. 10:47,48. Può alcuno vietare l'acqua perché siano battezzati costoro che hanno ricevuto lo Spirito santo proprio come noi? Così egli comandò che fossero battezzati nel nome del Signore Gesù.


77. Bisogna battezzare i bambini di credenti professanti?

I bambini di credenti professanti non devono essere battezzati, perché nelle Sacre Scritture non c'è alcun comando né esempio in questo senso (1).

1. Es. 23:13. Farete attenzione a tutte le cose che vi ho detto.

Pr. 30:6. Non aggiungere nulla alle sue parole, perché non ti riprenda e tu non sia trovato bugiardo.


78. In quale modo si deve amministrare correttamente il battesimo?

Un battesimo viene correttamente amministrato per immersione, o immergendo l'intero corpo della persona in acqua (1) nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo, secondo l'istituzione di Cristo e la pratica degli apostoli (2), e non spruzzando o versando acqua, oppure immergendo certe parti del corpo, secondo la tradizione umana (3).

1. Mt. 3:16. E Gesù, appena fu battezzato, uscì fuori dall'acqua.

Gv. 3:23. Ora, anche Giovanni battezzava in Enom, vicino a Salim, perché là c'era abbondanza di acqua; e la gente veniva, e si faceva battezzare.

2. Mt. 28:19,20. Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell'età presente. Amen.

3. Gv. 4:1-3. Quando dunque il Signore seppe che i farisei avevano udito che Gesù stava facendo più discepoli e battezzando più di Giovanni (sebbene non fosse Gesù stesso che battezzava, ma i suoi discepoli), egli lasciò la Galilea.

At. 8:38,39. Allora comandò al carro di fermarsi; ed ambedue, Filippo e l'eunuco, discesero nell'acqua, ed egli lo battezzò. Quando uscirono dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo.


79. Qual è il dovere di coloro che sono stati giustamente battezzati?

E' dovere di coloro che sono stati giustamente battezzati, affidarsi a qualche chiesa particolare ed organizzata di Gesù Cristo (1), affinché possano camminare irreprensibili in tutti i comandamenti ed ordinanze del Signore (2).

1. At. 2:47. ...lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. E il Signore aggiungeva alla chiesa ogni giorno coloro che erano salvati.

At. 9:26. Giunto a Gerusalemme, Saulo cercava di unirsi ai discepoli.

1 Pi. 2:5. Anche voi, come pietre viventi, siete edificati per essere una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.

2. Lu. 1:6. Erano entrambi giusti agli occhi di Dio, camminando irreprensibili in tutti i comandamenti e le leggi del Signore.


80. Che cos'è la Cena del Signore?

La Cena del Signore è un'ordinanza del Nuovo Testamento istituita da Gesù Cristo; in cui, dando e ricevendo pane e vino secondo quanto Cristo ha stabilito, viene rappresentata la Sua morte (1). Coloro che degnamente la ricevono sono per fede, e non in modo carnale e materiale, resi partecipi del Suo corpo e del Suo sangue, con tutti i suoi benefici, per il loro nutrimento spirituale e la loro crescita nella grazia (2).

1. 1 Co. 11:23-26. Poiché io ho ricevuto dal Signore ciò che vi ho anche trasmesso: che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e, dopo aver reso grazie lo spezzò e disse: «Prendete, mangiate, questo è il mio corpo che è spezzato per voi; fate questo in memoria di me». Parimenti, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete in memoria di me». Perché ogni volta che voi mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga.

2. 1 Co. 10:16. Il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse la partecipazione al sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è forse partecipazione con il corpo di Cristo?


81. Che cosa si prescrive per ricevere degnamente la Cena del Signore?

Si richiede da essi che partecipino degnamente alla Cena del Signore, che si esaminino per vedere se essi vi riconoscono il corpo del Signore (1), se hanno fede di nutrirsi di Lui (2), se si sono ravveduti (3), se hanno amore (4) e una nuova obbedienza (5); altrimenti, se venissero indegnamente, essi mangerebbero e berrebbero un giudizio su sé stessi.

1. 1 Co. 11:28,29. "Ora ognuno esamini sé stesso, e così mangi del pane e beva del calice, poiché chi mangia e beve indegnamente, sarà colpevole del corpo e del sangue del Signore.

2. 2 Co. 13:5. Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede.

3. 1 Co. 11:31. Poiché se esaminiamo noi stessi non saremo giudicati.

4. 1 Co. 11:18,20. Prima di tutto, perché sento dire che quando vi riunite in assemblea vi sono fra voi delle divisioni... Quando dunque vi riunite insieme, quello che fate non è mangiare la cena del Signore.

5. 1 Co. 5:8. Celebriamo perciò la festa, ma non con vecchio lievito, né con lievito di malvagità e di malizia, ma con azzimi di sincerità e di verità.

6. 1 Co. 11:27. Perciò chiunque mangia di questo pane o beve del calice del Signore indegnamente, mangia e beve un giudizio contro sé stesso non discernendo il corpo del Signore.


82. Che cosa si intende con le parole: "finché egli venga", parole usate dall'apostolo Paolo in riferimento alla Cena del Signore?

Esse chiaramente ci insegnano che il nostro Signore Gesù Cristo verrà una seconda volta: questa è la gioia e la speranza di ogni credente (1).

1. At. 1:11. Questo Gesù, che è stato portato in cielo di mezzo a voi, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo.

1 Ts. 4:16. ...perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risorgeranno per primi.

Commento. Gli elementi della S. Cena sono e rimangono pane e vino. Non c'è presenza fisica del Signore, non vi è alcun miracolo. Solo coloro che ricevono questi segni e simboli con vera fede, partecipano spiritualmente ai benefici dell'unico sacrificio di Cristo. Ne hanno beneficio spirituale solo coloro che vi partecipano "degnamente". Ciò non significa però "meritarlo" (nessuno lo potrebbe) ma avere quell'atteggiamento della mente e del cuore che sia convenevole. Devono saper "discernere il corpo del Signore", cioè devono comprendere la differenza fra la morte di Gesù Cristo e qualsiasi altra morte, apprezzare la natura dell'opera di Cristo nel soffrire l'ira di Dio in favore del Suo popolo, riconoscere la sofferenza e morte del Salvatore come propiziazione per i nostri peccati. La persona "degna" riconosce la sua indegnità ed ha un cuore pieno di gratitudine per ciò che Dio ha compiuto per lui in Cristo. Dobbiamo esaminare noi stessi per verificare se abbiamo un giusto rapporto con Lui, se abbiamo ravvedimento, fede, amore ed obbedienza, se queste realtà sono presenti in noi. Se ci accostiamo alla mensa del Signore comprendendo di aver bisogno di essere perdonati e purificati, desiderando che il Signore ci dia la forza per vivere meglio per Lui, allora siamo "degni" e possiamo ricevere con gioia questo sacramento. In esso viene per noi riconfermato che la nostra salvezza non è né più né meno che Cristo e la Sua opera compiuta (Cfr. 1 Co. 1:30).


APPENDICE

Proseguiamo con gli articoli omessi da C. H. Spurgeon, sul tema della preghiera, mantenendo la numerazione originale, insieme al mio commento.


98. Che cosa significa pregare?

Pregare significa offrire a Dio l'espressione dei nostri desideri. Essi devono essere conformi alla Sua volontà, chiesti nel nome di Cristo, accompagnati dalla confessione dei nostri peccati, e riconoscendo i doni di misericordia che Egli sempre ci largisce [Sl. 62:8; 1 Gv. 5:14; Gv. 16:23; Sl. 32:5,6; Da. 9:4; Fl. 4:6].

Commento. La vera preghiera è (1) una "faccenda di cuore", non una cosa meccanica, esteriore, ripetitiva. Ha poco senso una preghiera "prefabbricata", come c'è differenza fra una lettera prestampata e una lettera che scriviamo a mano personalmente e spontaneamente. Deve essere espressione dei nostri sentimenti più autentici. (2) Un sincero desiderio però non è abbastanza, bisogna che essa sia rivolta solo al vero Dio e in armonia con la Sua volontà rivelata. (3) Deve essere "nel nome di Cristo". Questo non significa far terminare la preghiera sempre con questa "formula", ma che veniamo a Dio in totale dipendenza dall'opera di Cristo, sulla base soltanto di ciò che Egli ha compiuto per noi, della Sua mediazione unica. Non esistono altre basi accettabili per una preghiera che voglia essere ascoltata da Dio. (4) Deve scaturire da un profondo sentimento della propria indegnità (confessione di peccato e riconoscenza per la meravigliosa grazia di Dio).


99. Quale regola Dio ci ha lasciato per guidarci nella preghiera?

L'intera Parola di Dio ci è utile per guidarci nella preghiera, ma la regola speciale atta a guidarci è quella forma di preghiera che Cristo ha insegnato ai suoi discepoli, comunemente chiamata 'il Padre nostro' [Mt. 6:913; Lu. 11:24].

Commento. Gesù intendeva che questa preghiera fosse una traccia per il discepolo, non qualcosa da ripetersi meccanicamente (per altro la vana ripetizione è condannata da Mt. 6:7). Essa ci insegna che la vera preghiera è incentrata su Dio, ed essa richiede impegno e concentrazione. Alcune caratteristiche: (1) E' semplice; (2) è breve, (3) è completa.


100. Che cosa ci insegna l'introduzione al Padre Nostro?

L'introduzione al Padre Nostro, e cioè: "Padre nostro, che sei nei cieli" ci insegna ad accostarci a Dio con ogni santa riverenza e fiducia, come bambini verso il loro padre, un padre in grado e pronto ad aiutarci, e che noi dovremmo pregare per e con gli altri [Mt. 6:9; Ro. 8:15; Lu. 11:13; At. 12:5; 1 Ti. 2:1].

Commento. "Padre nostro": Ci insegna la necessità di avere un giusto rapporto con Dio. Senza di questo non possiamo pregare in modo accettabile. Non è vero che Dio è per tutti Padre e noi tutti siamo suoi figlioli. Lo possiamo diventare per adozione solo accettando Gesù Cristo come personale Salvatore e Signore. Solo allora potremo così pregare! "Che sei nei cieli" non significa che Egli sia per noi così lontano tanto da non poterlo raggiungere (ad es. l'Islam) o che sia raggiungibile tramite qualcuno che gli sia particolarmente vicino (santo o madonna), ma Egli si è avvicinato a noi in Cristo. Egli, poi, è "in cielo", c'è cioè una distanza di rispetto. Dio è Dio, è nel cielo, e ciononostante vuole essere chiamato Padre. Egli è al contempo lontano e vicino. Il cristianesimo biblico evita così gli estremi di un Dio irraggiungibile e quelli di un Dio con il quale è da prendere per scontata una familiarità "terra-terra" (vedi figura). La preghiera, infine è da farsi insieme, ("nostro"), è la preghiera della comunità dei credenti riunita.


101. Per che cosa preghiamo nella prima richiesta?

Nella prima richiesta, cioè: "Sia santificato il tuo nome", noi preghiamo a che Dio metta in grado noi e gli altri, di glorificarlo in tutto ciò in cui Egli si fa conoscere; e che Egli disponga ogni cosa alla Sua propria gloria [Mt. 6:9; Sl. 67:2,3; 83].

Commento. Nella Bibbia il nome di una persona è significativo, e ne descrive il carattere: esso ê più di una semplice etichetta. Per questo il catechismo fa equivalere il nome di Dio a tutto ciò mediante il quale Egli si è rivelato. Per questa ragione Iddio nella Bibbia ha diversi nomi. Comprenderemo il nome di Dio solo quando comprenderemo l'intera rivelazione che Dio ha dato di sé nella natura e nella Scrittura! "Sia santificato il tuo nome" perciò significa pregare affinché la Sua persona venga onorata per ciò che essa è, che la Sua reputazione venga riconosciuta. Diciamo: "Signore, il tuo onore deve venire primo, e vorrei che tu facessi tutto ciò che possa portare onore al tuo nome- e chiedo solo ciò che possa promuovere questo fine". Ogni nostra preghiera deve tendere a far si che Dio sia onorato ed esaltato in ciò che chiediamo. Non per noi stessi, ma per Lui!


102. Per che cosa preghiamo nella seconda richiesta?

Nella seconda richiesta, cioè: "Venga il tuo regno" preghiamo affinché il regno di Satana venga distrutto, che il regno della grazia possa avanzare, noi e gli altri introdotti in esso e in esso conservati; e che la venuta del regno di gloria possa essere affrettata [Mt. 6:10; Sl. 68:1,18; Ap. 12:10,11; 2 Te. 3:1; Ro. 10:1; Gv. 17:9,20; Ap. 22:20].

Commento. Dopo aver espresso il proprio interessamento alla promozione dell'onore di Dio, il credente ora prega per l'avanzamento del Suo regno e la realizzazione della Sua volontà. Qual è la natura del Regno di Dio? (1) Esso è spirituale. Quando preghiamo "venga il tuo Regno" non preghiamo a che Dio prenda controllo di tutte le cose: ne è già in controllo. Preghiamo per il regno della grazia, che lo Spirito di Dio operi nel cuore degli uomini affinché possano e volere e fare ciò che a Dio piace. Tutti sono governati da Dio "all'esterno", ma preghiamo affinché interiormente essi possano volonterosamente acconsentirvi. Inoltre il regno è spirituale perché non è di carattere politico. (2) Esso è antitetico, sta cioè in opposizione a tutto il resto, in opposizione al regno di Satana, che Egli spodesterà. Preghiamo affinché molti possano essere sottratti al regno di Satana per entrare consapevolmente nell'obbedienza verso Dio. Inoltre il Regno di Dio è antitetico al mondo per i metodi che usa (2 Co. 10:4) diversi da quelli dei regni di questo mondo. (3) Il regno è escatologico, perché esso non sarà completamente realizzato che al ritorno di Cristo. Nel frattempo il grano è ancora frammisto ad erbe cattive. Il Regno però è in divenire anche se talora non sembra il caso. Non dobbiamo scoraggiarci (1 Gv. 5:4; 1 Co. 15:54,55; Is. 42:4); Eb. 12:27.


103. Per che cosa preghiamo nella terza richiesta?

Nella terza richiesta, cioè: "Sia fatta la tua volontà in terra come in cielo", noi preghiamo che Dio, per la Sua grazia, ci metta in grado e ci renda volonterosi a conoscere, obbedire, e sottometterci alla Sua volontà in ogni cosa, come fanno gli angeli nel cielo [Mt. 6:10; Sl. 67; 119:36; Mt. 26:39; 2 Sa. 15:25; Gb. 1:21; Sl. 103:20,21].

Commento. La parte più importante del Regno di Dio è che la Sua volontà sia compiuta. Che cos'è? "Le cose occulte appartengono all'Eterno, al nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi" (De. 29:29). Per cui abbiamo (1) La volontà occulta di Dio, il piano di Dio, i suoi propositi e progetti (Ef. 1:11; Mt. 10:29; Da. 4:25). Non possiamo conoscere ciò che questa volontà di Dio sia fintanto che di fatto si realizza, per questo la Bibbia vieta ogni forma di astrologia e predizione (Is. 47:13,14; Mi. 5:12; De. 18:10-12). (2) La volontà rivelata di Dio, la quale è la sola regola per la quale dobbiamo camminare. Nella Scrittura Iddio ha dato una rivelazione completa (2 Ti. 3:16,17). In questa preghiera perciò diamo il nostro consenso alla volontà di Dio e la dichiariamo sempre buona e giusta, in linea con il Suo carattere immutabile. Gesù prega che anche nell'ora più oscura egli possa essere in grado di obbedire Suo Padre in ogni cosa.


104. Per che cosa preghiamo nella quarta richiesta?

Nella quarta richiesta, cioè: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", noi preghiamo che del liberale dono di Dio possiamo ricevere un abbondante porzione delle buone cose di questa vita e con esse godere delle Sue benedizioni.

Commento. In questa richiesta confessiamo la nostra indegnità e la nostra totale dipendenza da Dio ed il nostro bisogno che la Sua provvida mano ci dia quanto necessitano per la vita (materialmente e spiritualmente). Infatti: (1) Da Dio, come peccatori non meritiamo nulla; (2) siamo completamente dipendenti da Lui; (3) dobbiamo essergli grati ed accontentarci di ciò che ci dà.


105. Per che cosa preghiamo nella quinta richiesta?

Nella quinta richiesta, cioè: "E perdonaci i nostri debiti come anche noi perdoniamo ani nostri debitori", preghiamo che Dio, per i meriti di Cristo, ci perdoni gratuitamente di tutti i nostri peccati; il che noi siamo ancor più incoraggiati a chiedere, perché per grazia noi siamo messi in grado di perdonare di cuore agli altri [Mt. 6:12; 51:1,2,7,9; Da. 9:1719; Lu. 11:4].

Commento. E' Gesù stesso che spiega questa richiesta subito dopo (Mt. 6:14,15). La giustizia ha una sua logica: per ogni peccato commesso subentra un debito da pagare con Dio. Non possiamo violare impunemente la legge di Dio. Abbiamo obblighi verso Dio che devono essere soddisfatti sopra i quali Egli non passerà oltre come se nulla fosse. Sono debiti oggettivi, non dipendono dai nostri sentimenti al riguardo. La coscienza non è l'ultimo giudice, lo è la legge di Dio. Nessuno di noi è in grado di pagare questi debiti e soddisfare la legge di Dio. Dio però ha provveduto soddisfazione in Gesù Cristo, il quale ha pagato questi debiti ed ha fornito la legittima base del nostro perdono e della nostra salvezza. Per cui possiamo imparare a perdonare perché a nostra volta siamo stati perdonati (1 Gv. 4:19; Lu. 7:47). L'atteggiamento che dobbiamo avere quindi verso gli altri deve riflettere ciò che Dio ha fatto per noi in Cristo.


106. Per che cosa preghiamo nella sesta richiesta?

Nella sesta richiesta: "E non indurci in tentazione, ma liberaci dal maligno", preghiamo che Dio ci trattenga dall'essere tentati a peccare, o ci appoggi e ci liberi quando siamo tentati [Mt. 6:13; Mt. 26:41; 2 Co. 12:7,8].

Commento. "Non indurci" o "non esporci" alla tentazione? Ma Gm. 1:13 dice: "Nessuno, quand'è tentato, dica: 'Io sono tentato da Dio'; perché Dio non può essere tentato dal male, né Egli stesso tenta alcuno". E poi "e liberaci dal male" oppure "e liberaci dal Maligno"? - Per comprendere meglio bisogna ricordare che nulla accade in questo mondo se non per volere sovrano e la determinazione di Dio (Sl. 135:6; Ef. 1:11). Non era un incidente che Giobbe fosse tentato da Satana (Gb. 1, 2), ma Satana ne aveva ricevuto il permesso. Non era per caso che Davide era andato sul suo terrazzo proprio nel momento in cui, più in basso, Betsabea faceva il bagno (2 Sa. 11:3). Era per divina predeterminazione proprio come Pietro era stato riconosciuto da quella serva durante il processo di Gesù ed egli aveva negato di conoscerlo (Mc. 14:66-70). Dio non cerca di indurre al male, ma ci porta in situazioni tali in cui Satana (e le nostre tendenze peccaminose) possono tentarci (Gm. 1:14). Questa richiesta del Padre Nostro serve affinché mai noi minimizziamo la tentazione, per ammonirci contro una fiducia in noi stessi troppo grande. Abbiamo a che fare con forze sovrumane: che Dio ci dia di vigilare! E poi che sia "il male" o "il Maligno" poco importa: l'uno è la conseguenza dell'altro. E' difficile, certo, armonizzare la sovranità di Dio con la presenza di questo male. Satana però è una creatura, e può agire solo nei limiti prestabiliti. Non è consolante però questo: "Niuna tentazione vi ha colti che non sia stata umana; ora Iddio è fedele e non permetterà che siate tentati al di là delle vostre forze; ma con la tentazione vi dà anche la via d'uscirne, onde la possiate sopportare" (1 Co. 10:13, Cfr. 2 Pi. 2:9). Anche Gesù era spesso tentato, ma con la vigilanza nella preghiera ne usciva vincitore! Una preghiera questa per deboli peccatori che vogliono vincere la vittoria che ha vinto il mondo.


107. Che cosa ci insegna la conclusione del Padre Nostro?

La conclusione del Padre Nostro, cioè: "perché tuo è il regno, la potenza e la gloria in eterno. Amen", ci insegna a ricevere il nostro incoraggiamento nel pregare solo dalla gloria di Dio, e nelle nostre preghiere a lodarlo, ascrivendogli regno, potenza e glori. Infine, come testimonianza del nostro desiderio e certezza di essere esauditi, noi diciamo "Amen!" [Mt. 6:13; Da. 9:4,7,8,9,16,17,18,19; 1 Cr. 29:1013; 1 Co. 14:16; Ap. 22:20,2].

Commento. Questa conclusione del Padre Nostro non si trova nella maggioranza delle copie dei testi originali del Nuovo Testamento, ma queste parole esprimono una verità che è perfettamente scritturale e che troviamo in molti altri testi. E' per altro una conclusione quanto mai appropriata per terminare il nostro studio della fede cristiana riformata, la cui "bandiera" è la gloria di Dio. A Lui va ogni onore e gloria. Nel quadro della totale corruzione ed incapacità dell'essere umano Dio elegge incondizionatamente alla salvezza e porta il peccatore a contatto con Cristo, il quale gli offre nella sua persona ed opera l'unica base legale per la sua salvezza. Una grazia irresistibile lo chiamerà e trasformerà la sua vita ed il suo destino, facendolo perseverare fino alla fine. A Dio solo la gloria!


Domande e risposte originali omesse o alterate

15. Quale è stato il peccato per il quale i nostri progenitori sono decaduti dallo stato in cui originalmente erano stati creati?

Il peccato per il quale i nostri progenitori sono decaduti dallo stato in cui originalmente erano stati creati è stato quello di mangiare il frutto che era stato loro categoricamente proibito di nutrirsi (Ge. 3:6,12).


39. Quale dovere Dio prescrive dall'essere umano?

Il dovere che Dio prescrive dall'essere umano è l'obbedienza alla Sua volontà rivelata [Mi. 6:8; 1 Sa. 15:22].


41. Dov'è riassunta questa legge morale?

La legge morale è riassunta nei dieci comandamenti [De. 10:4; Mt. 19:17].


43. Qual' è l'introduzione ai dieci comandamenti?

L'introduzione ai dieci comandamenti è compresa in queste parole: "Io sono il Signore Iddio tuo, che ti ho tratto fuori dal paese d'Egitto, dalla casa di servitù [Es. 20:2].


44. Che cosa ci insegna l'introduzione ai dieci comandamenti?

L'introduzione ai dieci comandamenti ci insegna che, in quanto Dio è il Signore, e il nostro Dio e Redentore, noi siamo tenuti ad osservare tutti i suoi comandamenti [Lu. 1:74,75; 1 Pi. 1:1519].


47. Che cosa si proibisce nel primo comandamento?

Nel primo comandamento si proibisce il negare, oppure il non rendere il debito culto e gloria al vero Dio come Dio, e come nostro Dio; e dare il culto e la gloria che spetta solo a Lui ad altri [Sl. 14:1; Ro. 1:21; Sl. 81:10,11; Ro. 1:25,26]


48. Che cosa ci viene specificatamente insegnato nelle parole: 'nel mio cospetto' nel primo comandamento?

Le parole 'nel mio cospetto' nel primo comandamento ci insegnano che Dio, il quale vede ogni cosa, considera cosa molto grave ed è molto dispiaciuto del peccato di avere altri déi [Ez. 8:5; Sl. 46:20].


52. Quali ragioni vengono aggiunte al secondo comandamento?

Le ragioni aggiunte al secondo comandamento sono: la sovranità di Dio su di noi, la sua proprietà su di noi, e lo zelo che lui dimostra verso tutto ciò che gli appartiene [Sl. 95:2,3,6; Sl. 45:11; Es. 34:13,14].


55. Che cosa si proibisce nel terzo comandamento?

Il terzo comandamento proibisce qualsiasi discredito, offesa, profanazione od abuso di tutto ciò attraverso il quale Dio si fa conoscere [Ml. 1:6,7,12; 2:2; 3:14].


56. Quale ragione viene annessa al terzo comandamento?

La ragione che viene annessa al terzo comandamento è questa: per quanto coloro che infrangono questo comandamento possano sfuggire alla punizione inflitta da uomini, il Signore nostro Dio non permetterà che sfuggano al Suo giusto giudizio [1 Sa. 2:12,17,22,29; 3:2; De. 28:58,59].


59. Quale giorno su sette Dio ha stabilito per essere il suo settimanale 'sabato'?

Dall'inizio del mondo fino alla risurrezione di Cristo, Dio ha stabilito il settimo giorno della settimana per essere il Suo 'sabato'; mentre da allora Egli ha stabilito il primo giorno della settimana. Esso è il 'sabato' cristiano, questo dovrà così continuare ad essere fino alla fine del mondo [Ge. 2:1,3; 1 Co. 16:1,2; At. 20:7].


61. Che cosa si proibisce nel quarto comandamento?

Nel quarto comandamento si proibisce l'omissione o l'esercizio negligente dei doveri ivi richiesti, come pure la profanazione di questo giorno con l'ozio, o con il compiere ciò che in sé è peccaminoso. In esso viene altresì proibito il coltivare pensieri, parole o opere non necessarie al riguardo delle nostre occupazioni o ricreazioni mondane [Ez. 22:26; Am. 8:5; Ml. 1:13; At. 20:7,9; Ez. 23:38; Gr. 17:2426; Is. 58:13].


62. Quali sono le ragioni annesse al quarto comandamento?

Le ragioni annesse al quarto comandamento sono: il permesso che Dio ci dà di occuparci del nostro lavoro sei giorni alla settimana, il suo pretendere legittimamente proprietà sul settimo giorno, il Suo proprio esempio, e la sua benedizione sul 'sabato'.


65. Che cosa si proibisce nel quinto comandamento?

Nel quinto comandamento si proibisce la negligenza o qualunque cosa sia deleteria all'onore e al dovere che spetta a ciascuno nei loro diversi luoghi e rapporti[Mt. 15:46; Ez. 34:24; Ro. 13:8].


68. Che cosa si prescrive in questo comandamento?

Nel sesto comandamento si prescrive ogni sforzo legittimo di preservare la nostra propria vita, e la vita degli altri [Ef. 5:28,29; 1 Re 18:4].


71. Che cosa si prescrive nel settimo comandamento?

Nel settimo comandamento si prescrive la preservazione della castità propria e dell'altrui persona, in cuore, parola e comportamento [1 Co. 7:25.34,36; Cl. 4:6; 1 Pi. 3:2].


74. Che cosa si prescrive nell'ottavo comandamento?

L'ottavo comandamento prescrive che noi dobbiamo acquisire quanto ci serve per vivere e per il nostro e l'altrui benessere in modo onesto e legittimo [1 Ti. 5:8; Le. 25:35; De. 22:15; Es. 23:4,5; Ge. 47:14,20].


78. Che cosa si proibisce nel nono comandamento?

Nel nono comandamento si proibisce di compiere qualunque cosa sia pregiudizievole alla verità, oppure ingiuriosa al buon nome nostro o altrui [1 Sa. 17:28; Le. 19:16; Sl. 15:3].


80. Che cosa si prescrive nel decimo comandamento?

Nel decimo comandamento si prescrive il dovere di accontentarci della condizione in cui si è, con un atteggiamento giusto e caritatevole verso il nostro prossimo, e verso tutto ciò che gli appartiene [Eb. 13:5; 1 Ti. 6:6; Gb. 31:29; Ro. 12:15; 1 Ti. 1:5; 1 Co. 13:47].


85. Che cosa ci prescrive Dio per poter sfuggire dall'ira e dalla maledizione che il nostro peccato merita?

Per sfuggire dall'ira e dalla maledizione di Dio che il nostro peccato merita, Dio prescrive da noi fede in Gesù Cristo, il ravvedimento per ottenere la vita, insieme all'uso diligente dei mezzi esteriori per cui Cristo ci comunica i benefici della redenzione [At. 20:21; Pr. 2:15; 8:3336; Is. 55:3].

Commento. Tutti meritano l'ira e la maledizione di Dio, e c'è salvezza in Cristo Gesù soltanto, e quindi è quanto mai opportuna questa domanda: come uscire da questa situazione e come avvalersi di quello che ci viene offerto in Gesù Cristo? La risposta contiene quelli che si potrebbero definire mezzi interiori della grazia (ravvedimento e fede): questi vengono messi in funzione dallo Spirito Santo negli eletti affinché possano rispondere all'appello dell'Evangelo. Ci sono però anche dei mezzi esteriori (Parola, sacramenti e preghiera) attraverso i quali i benefici della redenzione vengono loro comunicati. Sia quelli interiori che quelli esteriori Iddio li ritiene strumenti necessari, e di essi bisogna fare uso diligente.


92. Che cos'è un sacramento?

Un sacramento è una sacra ordinanza istituita da Cristo, per cui, mediante segni visibili, Cristo, ed i benefici del nuovo Patto, vengono rappresentati, suggellati ed applicati ai credenti [Ge. 17:7,10, Es. 12; 1 Co. 11:23,26].


93. Quali sono i sacramenti di cui parla il Nuovo Testamento?

I sacramenti di cui parla il Nuovo Testamento sono: il battesimo, e la Cena del Signore [Mt. 28:19; Mt. 26:2628].

Commento. Perché solo due sacramenti? Il sacramento: (1) deve essere qualcosa che Cristo ha espressamente comandato; (2) deve essere 'segno', cioè rappresentazione visibile dell'opera interiore ed invisibile della grazia di Dio; (3) deve essere chiaro dalla Scrittura che l'ordinanza è di valore perpetuo; (4) deve essere segno per confermare e rafforzare la fede di coloro che lo ricevono. Il sacramento poi non ha efficacia di per sé indipendentemente dall'opera della grazia di Dio nell'individuo che deve precedere la sua amministrazione. I sacramenti sono segni visibili (o 'sensibili' perché fanno un'impressione sui cinque sensi), sono un "sermone visibile". I sacramenti, infine, non sono solo strumenti esteriori. Vi deve essere sempre un rapporto con la grazia invisibile. I sacramenti, rettamente amministrati, non sono mai nulli e vuoti: significano sempre qualcosa, se non salvezza, almeno giudizio per la persona che vi partecipa indegnamente.


94. Che cos'è il battesimo?

Il battesimo è un sacramento, per cui il lavare con acqua nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo, significano e suggellano (1) il nostro innesto in Cristo, (2) la nostra partecipazione ai benefici del patto di grazia, e (3) il nostro impegno ad essere del Signore [Mt. 28:19; Ro. 6:4; Ga. 3:27].


95. A chi deve essere amministrato il battesimo?

Il battesimo non deve essere amministrato a chiunque sia fuori dalla chiesa visibile, fintanto che questi non professi la propria fede in Cristo ed obbedienza a Lui. Però i figli di quanti sono membri della chiesa visibile devono essere battezzati [At. 8:36,37; 2:38; At. 2:38,39; Ge. 17:10; comp. con Cl. 2:11,12; 1 Co. 7:14].

Commento. Il battesimo è segno e suggello di ciò che Dio ha fatto (nel caso dell'adulto credente), o vuol fare (nel caso di figli di genitori credenti), nella vita di una persona quando la grazia di Dio lo raggiunge. Non è il battesimo che salva, ma l'opera di Dio che chiama, rigenera, salva e santifica in Gesù Cristo. L'adulto credente dirà: Ecco qui suggellato ciò che Dio ha fatto nella mia vita. Colui che è stato battezzato da piccolo e che giunge poi alla fede dirà: Il battesimo che mi è stato amministrato voleva esprimere ciò che ora Iddio ha compiuto per grazia nella mia vita.


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