In paradiso senza battesimo

il Limbo non c'è più


di MARCO POLITI
(fonte: La Repubblica, 6 maggio 1999)


Il Limbo non c'è più. Svanito, dimenticato, cancellato silenziosamente. C'insegnavano una volta che era il posto dove andavano le anime dei bambini morti senza battesimo. E adesso dove andranno? Il teologo Vittorio Croce si meraviglia che la questione non sia "neppure più accennata nella gran parte dei testi di escatologia" e si chiede: "Potrebbe significare un voluto occultamento della questione? Forse sì, ma in quale direzione?". L'Avvenire, giornale dei vescovi italiani, si interroga con una punta di umorismo dove si sia "nascosto il Limbo".
La Chiesa, in realtà, non ne ha mai fatto un dogma. La sua esistenza è sostanzialmente frutto dell'elaborazione dei teologi del XII secolo, che non riuscivano ad accettare la secca alternativa tra Paradiso e Inferno, visto che c'era il problema di trovare un posto nell'aldilà per i neonati innocenti morti prematuramente senza essere potuti arrivare al fonte battesimale e anche per i non credenti, che avevano vissuto una vita retta. Così nacque questo girone intermedio, senza le torture dei diavoli e senza le gioie del Paradiso. Un luogo popolato di sospiri, come di chi sta chiuso in un cortile senza esser mai chiamato a palazzo.
Ma una volta inventato, il Limbo diventò punto fermo della dottrina insegnata dalla Chiesa. Feroci rampogne colpivano chi si permetteva di dubitarne. Specialmente dopo che l'Illuminismo cominciò a sottoporre alla sua critica corrosiva gli aspetti più fantasiosi e favolistici della religione. Ancora il Catechismo di Pio X stabiliva senza ombra di dubbio che "i bambini morti senza battesimo vanno nel Limbo, dove non godono Dio, ma nemmeno soffrono; perché, avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il paradiso, ma neppure l'inferno e il purgatorio".
Nel nuovo Catechismo universale, invece, quello promulgato nel 1992 da papa Wojtyla il Limbo è sparito dall'indice. Padre Gino Concetti, che nei suoi scritti si è occupato ripetutamente della questione, sostiene che "del Limbo non parla ormai più nessuno. Il Concilio Vaticano II, volutamente, non trattò l' argomento. Così il tema è decaduto". I bambini morti senza battesimo? Vanno in paradiso, affermano tranquillamente molti teologi.
In realtà, è tutta la concezione dell'Aldilà ad essere cambiata negli ultimi decenni. Diavoli, forconi, fiumi di pece ardente per i dannati sono considerati un retaggio culturale di altre epoche e così ogni tentativo di raffigurare con immagini e dettagli la vita nel Purgatorio e nel Paradiso. "Oggi si tende a dare spazio agli elementi essenziali della Rivelazione: la vita eterna, di cui ha parlato Gesù, e la resurrezione", spiega il teologo Pino Scabini, assistente centrale dei Laureati di Azione cattolica (Meic). Cercare di descrivere la condizione delle anime dopo la morte significa entrare nel mistero di Dio.
Il tema del destino dei "giusti", però, affascina i contemporanei quanto affascinava Dante. Per loro il poeta inventò il nobile castello nel Limbo. Il Concilio Vaticano II ha dato una risposta più aperta, addirittura rivoluzionaria rispetto all'impostazione di appena mezzo secolo fa. "La dottrina cristiana - afferma don Scabini - dice che Dio salva tutti coloro, che hanno vissuto con senso di giustizia". Seguendo la propria coscienza e la propria fede. Quindi anche musulmani, buddisti o persino non credenti. Resta naturalmente l' obbligo per tutti, che ne abbiano la possibilità, di battezzarsi e comunque quando si parla di coscienza, non significa che ognuno può fare come gli pare. Deve essere una coscienza retta.
Ma la grande novità, espressa nel documento conciliare Gaudium et Spes, consiste - sottolinea Scabini - in una puntualizzazione importante: "E' da ritenersi che lo Spirito Santo, nei modi conosciuti solo a Dio, associ al mistero pasquale tutti. Anche i non cristiani". E' l'immagine, ricorda Severino Dianich presidente dell'Associazione teologica italiana, espressa in tanti affreschi bizantini: Gesù scende agli Inferi e porta con sé in Paradiso Adamo ed Eva, cioè l'umanità: "Quindi anche i giusti non cristiani possono andare in Paradiso. Perché l'idea centrale è che nessuno può salvarsi senza la grazia di Dio e quindi gli uomini hanno bisogno dei sacramenti. Ma Dio stesso non è vincolato ai sacramenti e per vie nascoste può raggiungere ogni uomo".
Di fronte all'onnipotenza di Dio, il Limbo non serve più.


……