Sono una povera cristiana che crede in Gesù Cristo; ma non riesce a inquadrare le “apparizioni” della Madonna nell’economia della Salvezza. Temo che una simile fenomenologia della religione allontani dall’urgenza del Messaggio e porti l’attenzione sul miracolismo, antica e infantile passione dell’homo religiosus.
Maria C.
Gentile signora,
Le cosiddette “apparizioni” sono un capitolo della contestazione
popolare al gerarchismo ecclesiastico – diventato progressivamente un medium
quod – che costringe la Chiesa a crescere su se stessa anziché su Cristo.
Da qui la quasi totale caduta del Cristianesimo in fenomeno religioso, in
galoppante frantumazione.
Ma Gesù non aveva detto: “sarò con voi fino alla chiusura dei secoli” ? O
anche: “Amatevi come Io ho amato voi”? e cioè senza profitto?
Il primo campanello d’allarme squilla dopo il primo millennio con Gioachino da
Fiore.
La venuta di Cristo non ha cambiato nulla sul piano etico che, anzi, assistiamo
allo strapotere dei chierici.
Non ci resta che affidare il secondo millennio alla venuta dello Spirito Santo.
Poi giù giù le note contestazioni alla “civiltà cristiana” fino al
Comunismo e in concomitanza le apparizioni della Madonna a denunciare un
malessere della Istituzione che, invece, le trasforma in una propria
giustificazione.
E così continua l’equivoco: tutti predicano il Vangelo nessuno lo pratica.
Si inseguono i miracoli col naso in su e non si alza un dito per fare quelli cui
Cristo ci ha abilitati come la giustizia, la pace, l’ordinata trasmissione
della vita, ecc.
Le apparizioni – che dovrebbero servire a scuotere la Chiesa tutta – vengono
utilizzate dalla Chiesa gerarchica per aggregare le masse e vanificare le
richieste profonde del Messaggio. Va da sé che le apparizioni non fanno parte
del Credo Cattolico; anche perché non vi aggiungono nulla. Anzi, vi sottraggono
qualcosa perché insidiano la fede nel Messaggio e nell’urgenza delle sue
richieste.
Aldo Bergamaschi