L'«apparizione» delle Tre Fontane

[Il testo che si riporta è di fonte «mariana». Ci si astiene da ogni commento]


Si tratta di una apparizione avvenuta in Roma nel 1947 ad un papà e ai suoi tre bambini in località le" Tre Fontane".
Una evidente e singolare coincidenza: la data: l’ottava di Pasqua - data in cui culmina la novena della Misericordia –quando Bruno Cornacchiola esce di casa con i figli Isola, Carlo e Gianfranco rispettivamente di 10, 7, 4 anni per raggiungere il Lido di Ostia.
Ma un contrattempo fa cambiare itinerario: la nuova meta ora è, Tre Fontane. 
Lì i ragazzi possono dare sfogo al gioco e lui, Bruno raccolto all’ombra degli eucalipti potrà rivedere gli appunti su dogmi e verità di fede da combattere alle riunioni religiose non cattoliche cui partecipa.
Ad un tratto è richiamato dai ragazzi a cercare la palla che, finita nei cespugli si rende irreperibile. Con Isola e Carlo si dà alle ricerche, ma poi, non sentendo più la voce del piccolo Gianfranco torna sui suoi passi e, con enorme sorpresa scorge il bimbo inginocchiato davanti alla grotta di tufo rosso e intento a dire "Bella Signora, Bella signora…"!
Egli però non è subito ammesso a vedere quella "cosa" luminosa che sarà poi individuata come la Madre di Dio. 
Per Lui ancora solo stupore, incredulità, paura anche di trovarsi sommerso da un fatto di stregoneria che certamente si è impossessato dei bimbi, i quali ora, guardano tutti e tre estatici, muti, con le pupille dilatate verso un unico punto al fondo della grotta.
All’esclamazione tra il disperato e l’insperato di Bruno" Signore, salvaci Tu!" Bruno viene ammesso anche Lui a "vedere" … Racconta Lui stesso:" Appena pronunciato :"Signore salvaci Tu" vidi improvvisamente due mani candidissime, trasparenti, che si muovevano verso di me. Sentii poi che queste due mani , leggere come un’ala di uccello, mi sfiorarono gli occhi, facendo cadere da essi come un velo che prima mi accecava. 
Le mie pupille furono allora invase da una luce tale che per qualche istante tutto scomparve dinanzi a me, figli e grotta, ed io mi sentivo leggero, etereo, quasi il mio spirito fosse stato liberato dalla materia. In quello stato di rapimento non sentivo più nemmeno i miei bambini esclamare la solita espressione "Bella Signora! Bella Signora !".
Quando ripresi la vista, dopo quel momento di accecamento, nel punto più luminoso della grotta ,contornata da un alone di luce dorata ,assai abbagliante, vidi – oh! stupore ed emozione indescrivibile per la nostra povera natura umana ! - vidi la figura di una donna paradisiaca, le cui fattezze e la cui celestiale bellezza rimangono tuttora profondamente impressionate nelle mie pupille, ma non sono traducibili in termini umani.
Aveva i capelli neri questa figura di Donna Celestiale, uniti sul capo e un tantino sporgenti, quanto consentiva il manto, di colore verde prato, che dalla testa le scendeva ai piedi lungo i fianchi della persona.
Sotto il manto verde ,una veste candidissima, luminosa, cinta da una fascia rosa a due lembi. 
Era scalza, la Celestiale Signora, e i suoi piedi nudi erano poggiati sopra un masso di tufo. Il volto della Bella Signora era in atteggiamento di benignità materna, soffusa di serena mestizia; nella mano destra reggeva, appoggiato al petto, un libro non tanto voluminoso di colore cenerino, mentre la mano sinistra rimaneva appoggiata sopra il libro stesso.
Il mio primo impulso istintivo fu quello di parlare, di alzare un grido, ma, sentendomi quasi immobilizzato nelle mie facoltà, la voce mi moriva in gola.
Nel frattempo ,in tutta la grotta misteriosa si era diffuso un soavissimo profumo floreale.
Anch’io mi ritrovai, accanto alle mie tenere creature, in ginocchio, con le mani giunte. Ad un tratto una voce di paradiso risuonò alle mie povere orecchie ,dando inizio ad un lungo colloquio. 
Le celestiali parole, del colloquio non furono udite dai miei tre figli, che solo videro la Bella Signora e il movimento meccanico delle sue labbra.
Al termine del colloquio, la celestiale visione disparve, salutandoci con un materno sorriso ,accompagnato da un dolce inchino di capo.
Il piccolo Carlo, vedendo il retrocedere della Bella Signora come di persona che sta per congedarsi si alzò portandosi svelto nell’angolo terminale della grotta con l’intenzione di afferrare il lembo delle splendide vesti della Bella Signora, che invece s’era già dileguata".
Possiamo conoscere soltanto una parte delle cose dette dalla Madonna a Bruno Cornacchiola dal momento che una parte di esse costituisce un "segreto" riservato all’allora regnante Papa Pacelli. 
Ecco in breve quanto la Vergine ha detto…

"IO SONO COLEI CHE SONO NELLA TRINITA’ DI DIO. 
SONO LA VERGINE DELLA RIVELAZIONE.
TU MI PERSEGUITI. 
ORA BASTA! ENTRA NELL’OVILE SANTO, CORTE CELESTE IN TERRA!
SI PREGHI ASSAI E SI RECITI IL ROSARIO QUOTIDIANO PER LA CONVERSIONE DEI PECCATORI, DEGLI INCREDULI E PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI.
LE AVE MARIA CHE VOI DITE CON FEDE E AMORE, SONO TANTE FRECCE D’ORO CHE RAGGIUNGONO IL CUORE DI GESU.
CON QUESTA TERRA DI PECCATO OPERERO’ POTENTI MIRACOLI PER LA CONVERSIONE DEGLI INCREDULI.
IL MIO CORPO NON POTEVA MARCIRE E NON MARCI’.
MIO FIGLIO E GLI ANGELI MI VENNERO A PRENDERE AL MOMENTO DEL MIO TRAPASSO".

Dal giorno dell’apparizione Bruno – che ha risposto di sì ed ha corrisposto al Dono della Grazia, ritrova la vita vera per sé e per i suoi cari; ritrova la libertà dello spirito… La terra all’ombra degli eucalipti delle "Tre Fontane" che era meta di mercato dei corpi diventa da ostello di corruzione terra di Cielo, di guarigione, di luce. 
Un mare sterminato di persone di ogni età ed estrazione ha invece trovato qui conversione, amore, pace!