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LE NOSTRE PENSIONI

IL MOTTO DEI NOSTRI POLITICI è

"QUELLO CHE È TUO È MIO, QUELLO CHE È MIO È MIO"

Le considerazioni esternate in questa sezione del mio sito non vogliono esprimere propaganda, ma neppure preferenza politica, per la Sinistra oppure per la Destra.
Personalmente ho delle riserve verso entrambe.
Qui intendo solamente esporre le mie personali considerazioni sull'argomento, su come questo importante aspetto sociale è stato gestito in passato e su come lo è oggi.

 

Se qualcuno vuole saltare direttamente alle CONCLUSIONI (colonna di destra)

 

LE PENSIONI ECCELLENTI / 50 UOMINI D'ORO

Ecco l'articolo di Stefano Livadiotti su L'Espresso del 19.08.1999, che illustra la giungla pensionistica e riporta l'elenco dei 50 nomi più rappresentativi tra i privilegiati baby-pensionati e pensionati d'oro.

(Ho ricevuto autorizzazione da L'Espresso il 05.09.2006 per pubblicarlo su questo mio sito)

Ovviamente oggi l'elenco andrebbe aggiornato con i più recenti "privilegiati" che si mangiano le fette più grosse della torta, lasciandoci le briciole.
Comunque, pur dopo 7 anni, continuiamo ancora a vedere in giro molte di quelle facce del 1999: alcuni danno lustro e prosperità alla nostra Patria, alcuni (la larga maggioranza, a parere di molti) continuano a fare danni (anche a parere di fonti autorevoli, ad es. vedere qui e qui) e arricchire solo se stessi e le loro organizzazioni, si tratta di vere e proprie "sanguisughe".

Ecco l'uomo che si appresta a tagliare le nostre pensioni

Non è un caso, ma un fatto sistematico che TUTTI gli uomini di governo che hanno tagliato le nostre pensioni negli ultimi lustri (a parte Berlusconi che non ne ha bisogno), fanno parte dello scandaloso elenco dei baby-pensionati e pensionati d'oro citati in questo articolo del 1999.

AMATO, DINI, e adesso anche PADOA-SCHIOPPA, guarda caso tutti rappresentanti di governi della Sinistra, che si erge a protettrice dei Lavoratori e delle classi deboli !

Il nome di AMATO è associato al Dlgs. 503/92 che ha tagliato le pensioni di molti (e a molte altre iniziative volte a sterilizzare le pensioni), ma che hanno lasciato indenne (incredibile!!!) la pensione d'oro di 442 milioni che ha maturato lui stesso, anni dopo nel 1998.  Congratulazioni, per lui la politica è missione e sacrificio personale!

DINI, almeno, la sua pensione d'oro di 650 milioni la percepiva già da un anno, quando ha tagliato le nostre nel 1995 (Legge 335/95).

E il Ministro dell'Economia PADOA-SCHIOPPA, il nuovo killer delle pensioni, secondo l'articolo di L'Espresso è titolare di pensione dal lontano 1997, ammontante nel 1999 a 492 milioni annui (oggi sicuramente riccamente rivalutati!)

Con che faccia !!!

ESTRATTI DALL'ARTICOLO SOPRA RICHIAMATO:

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"Dalla foto di gruppo ... esce lo spaccato desolante di un sistema previdenziale governato da una babele di leggine per le quali si fa fatica a rintracciare una logica, se non quella delle infinite lobby che negli anni sono riuscite a ritagliarsi invidiabili privilegi"

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"Il problema che sollevano i dati rivelati in queste pagine dall'"Espresso" è semmai quello di una vera e propria giungla pensionistica..."

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"I parlamentari? Una casta... La normativa che regola le pensioni di deputati e senatori ... è un vero capolavoro. Non solo perché dopo una sola legislatura un parlamentare già matura il diritto a un assegno di 5 milioni al mese (a partire dai 60 anni)... Ci sono meccanismi che dimostrano la fantasia di chi li ha messi a punto."

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"Pensionati baby... Grazie al generoso regolamento della Banca d'Italia..."

PROGRAMMA UNIONE:
SERIO, O SOLITO IMBROGLIO ELETTORALE?

All'inizio di Settembre i partiti dell'estrema Sinistra di Governo hanno chiesto con forza al Premier Prodi di avere l'onestà di rispettare il Programma dell'Unione in base a cui Prodi stesso ha ricevuto l'incarico di Governo.

Di nuovo, il 28.10.2006, Diliberto e Giordano (Segretari di PDCI e di PRC) ribadiscono la richiesta di buona fede a Prodi e soci: "La smettano di parlare di pensioni perché nel programma dell'Unione non è previsto che si aumenti l'età pensionabile".

Infatti, per chi è capace di leggere l'Italiano:

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Alle pagg. 166 e seguenti, il Programma elettorale dell'Unione prevedeva casomai l'opposto di quanto si tenta di fare ora, cioè di "ammorbidire" i vincoli introdotti dalla riforma pensioni del recente Governo di Destra, alla quale la Sinistra aveva fatto forte opposizione, con la motivazione che le riforme precedenti erano più che sufficienti. Cioè:
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Pag. 167: "Il governo di centrodestra, pur basandosi su documenti che delineano il quadro appena esposto, si è mosso solo in direzione della “sostenibilità finanziaria” del sistema pensionistico, con misure inique che peggiorano la ”adattabilità” del sistema stesso, e ha tralasciato ogni azione diretta a rendere in prospettiva più adeguati i trattamenti."

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Pag. 168: "Ribadire la necessità di attenersi alle linee fondamentali previste dalla riforma "Dini" che senza altre continue ipotesi di riforma del sistema pensionistico che minano la sicurezza sul futuro dei lavoratori, rappresentano già la principale garanzia di sostenibilità finanziaria del sistema"

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Al contrario di quanto si parla ora, sotto elezioni il programma dell'Unione raccattava il pugno di voti necessari per vincere, con la promessa di andare nell'opposta direzione in cui si sta andando adesso, cioè addirittura con la promessa di adeguare in modo più serio le pensioni al costo della vita, lasciando l'innalzamento dell'età pensionabile come "graduale e volontario". Cioè:
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Pag. 169: "per compensare la tendenza al ribasso dei trattamenti pensionistici, intervenire sull’adeguamento delle pensioni al costo della vita, e approntare misure efficaci che accompagnino verso un graduale e volontario innalzamento dell'età media di pensionamento."

COMMENTI ALLE CONSIDERAZIONI DI CUI SOPRA

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NOTA 1: Quante delle anomalie sopra citate sono state sanate dal 1999 a oggi? Penso poche; se qualcuno lo sa, per favore me lo dica.

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NOTA 2: Edmondo B. mi fa notare che:
"Metterei anche in rilievo il ruolo dei Sindacati che, già come ai tempi di Dini, Amato ecc., fanno la voce grossa ma poi, una volta ottenuto in cambio qualcosa, accettano tutto.
Con Dini, che è il momento della vera riduzione delle pensioni, hanno ottenuto il controllo dei Fondi Pensione, nell'ipotesi di riuscire prima o poi a controllarne le assemblee societarie tramite i voti delle azioni possedute per investimento.
Già il potere dei Sindacati è enorme, figurati quando avranno il potere di decidere in quali mercati e settori investire le attuali risorse del TFR !!!"
(Vedere anche le Conclusioni al fondo)
(Grazie Edmondo, certo le tue affermazioni sono qualificate, avendo tu trascorso tutta la tua vita nel mondo delle assicurazioni!)

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NOTA 3: Ancora Edmondo B. si chiede:
"Sarebbe interessante sapere se le pensioni dei Parlamentari si rivalutano al 100%, o in misura ridotta come per i comuni mortali: per chi ha pagato forti contributi durante la vita lavorativa è una vera fregatura!"

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NOTA 4: Marco G. mi fa notare (grazie!) che:
"Dove accenni che i Parlamentari hanno diritto a un assegno di 5 milioni dopo i 60 anni avendo fatto una sola legislatura, potrebbe essere utile ricordare che una legislatura si considera completa dopo due anni e mezzo, il che peraltro è la vera ragione per cui non ci sono mai elezioni anticipate prima di due anni e mezzo!"
(n.d.r.: anche Beppe Grillo denuncia molto duramente questo indegno e assurdo privilegio)

I NOSTRI CONTRIBUTI NON BASTANO A PAGARCI LE PENSIONI, OPPURE L'INPS È UN "BUCO NERO"?

Alcuni dicono che siamo noi oggi a pagare coi nostri contributi le pensioni dei nostri padri, e domani i nostri figli pagheranno le nostre.
Però cominciano a levarsi voci di politici ed esperti che affermano che nulla è più falso di ciò.

Ho provato a chiedere a esperti di promozione finanziaria e a consulenti del lavoro se, a chi è uscito dal lavoro (in attesa dell'età pensionabile, avendo già raggiunto i requisiti di contribuzione, ancora nel vecchio regime retributivo, non ancora in quello nuovo contributivo), conviene pagare i contributi volontari, per incrementare la misura della pensione, oppure investire in altro modo i medesimi importi (ovviamente in investimenti a rischio non superiore di quello INPS).
Ebbene, la risposta è stata unanime: solo uno sprovveduto può investire i suoi risparmi affidandoli all'INPS!
Il che ovviamente significa che l'INPS ci restituisce in pensioni meno di quanto ha da noi ricevuto in contributi, e di cui ha goduto i frutti per i decenni della nostra vita lavorativa.

A conferma di ciò, essendo io in tali condizioni, ho provato a fare domanda di contributi volontari.
La richiesta dell'INPS è stata PAZZESCA: mi è stato richiesto di versare contributi pari all'85% del mio ultimo stipendio netto.
Infatti l'INPS ha considerato nel mio reddito annuale da lavoro, non solo il regolare stipendio dell'ultimo anno, ma ci ha sommato anche tutte le competenze di chiusura che sempre vanno a aggiungere un notevole importo quando si cessa un lavoro pluri-decennale (ingenti ferie arretrate non godute, premi vari e altre competenze). Tutte queste competenze sono utilizzate dall'INPS per gonfiare artificiosamente il reddito annuo di riferimento, come se fossero competenze ripetitive (e quindi saranno la base del calcolo per tutti gli anni di contribuzione volontaria), mentre invece sono competenze una tantum.
Sono lieto che ciò contribuisca a pagare la "pensione d'oro" che Padoa-Schioppa percepisce dal lontano 1997 ma, a mio parere, questo si chiama "furto legalizzato".

Queste cose vanno a gonfiare spaventosamente le casse dell'INPS, ma non è solo questa l'unica "anomalia-truffa" con cui lo Stato affonda le mani per svuotare le tasche dei Cittadini deboli, e riempire quelle dell'INPS.
Solo a titolo di esempio, basti pensare all'altro "furto legalizzato", nei confronti di chi ha versato contributi per un numero di anni vicino al limite per maturare il diritto alla futura pensione di vecchiaia (se non sbaglio oggi sono 20 anni, in passato 15), ma senza raggiungere questo limite.
Ebbene in questi casi l'INPS ha incamerato tutti i contributi versati senza prestare alcun corrispettivo, e incredibilmente non ha restituito alcunché dei contributi versati.
E, nei decenni, questo è certo stato il caso di parecchie decine di migliaia di contribuenti, basti pensare a quante donne hanno lavorato per 10-15 anni, con enormi sacrifici per star dietro ai bimbi piccoli, e poi hanno smesso quando i figli sono diventati 2 o 3 e hanno cominciato a crescere e a richiedere assistenza più stretta dalla mamma.
Peggio ancora: i milioni di lavoratori che sono morti prima di maturare i requisiti per la pensione, magari dopo avere versato 30 anni di contributi. Tutto incamerato dal "buco nero" INPS!

Non ho l'ambizione di citare tutte le così numerose anomalie (tutte a sfavore del Cittadino), ma desidero ancora menzionare l'odiosa "tassa finale di accesso alla pensione" costituita dalle così dette "finestre per l'accesso alle pensioni di anzianità".
Infatti chi è finalmente riuscito a superare tutti gli ostacoli e a maturare il diritto alla pensione di anzianità, deve ancora aspettare per alcuni mesi.
Si tratta di un trasferimento secco di parecchie migliaia di Euro dalle tasche di ognuno dei milioni di pensionati di anzianità a quelle bucate dell'INPS (quindi ulteriori miliardi di Euro sottratti ogni anno).
Non solo, ma credo che chi non vuole restare senza reddito e continua a lavorare, in questi mesi continui a versare fior di contributi all'INPS, che non danno più alcun corrispettivo (perché ormai la misura della pensione é già calcolata).

Considerando tutto quanto sopra, ritengo che solo chi è in aperta malafede o ignoranza possa affermare che l'INPS non può farcela a pagare le nostre pensioni coi contributi che abbiamo versato nella nostra vita lavorativa, neppure per quelli come me che si trovano ancora nel regime retributivo anziché contributivo.

Cioè le nostre pensioni non ce le devono pagare i nostri figli, ma ce le siamo già abbondantemente pagate noi!!!

CONCLUSIONI

 

  1. I DIRITTI DEI PENSIONATI
    I parassiti non siamo noi lavoratori che pretendiamo di riavere indietro i nostri contributi sotto forma di equa pensione, ma i veri parassiti che si sono mangiati i nostri contributi: chi li ha gestiti male, lo Stato che li ha stornati, quelli che vivono a sbafo con baby-pensioni e/o pensioni-d'oro.
     

  2. L'IMPEGNO PER IL GOVERNO E IL PARLAMENTO
    Quindi chiediamo ai responsabili di oggi di correggere, con buona fede e competenza, i danni che hanno fatto, per malafede e/o ignoranza, i responsabili dei decenni passati.
    I politici hanno fatto e fanno tante chiacchiere sulla protezione delle classi deboli, ma non hanno mai fatto nulla per denunciare e cambiare queste storture. Per i ricchi non è un problema, la pensione è una delle tante fonti di reddito, ma le classi deboli sopravvivono nella loro vecchiaia grazie alla sola pensione.

    Pertanto penso che sia giunto il momento che Governo e Parlamento si diano da fare in modo concreto, non per tagliare ulteriormente le pensioni e l'età pensionabile, ma per far cessare i privilegi e i parassitismi, e per restituire a ogni lavoratore l'equo corrispettivo di quanto ha versato
    (e per cominciare a mettere in pratica il Programma dell'Unione).

    Questo comporta:
     
    bulletAnalizzare il problema con onestà e un minimo di competenza, tenendo in conto i dati reali del problema, e non quelli abilmente contraffatti che ci hanno presentato fino ad oggi i responsabili politici;
    bulletPorre fine alle scandalose "pensioni d'oro" e "baby-pensioni";
    bulletPorre fine al molto che ancora resta della "giungla previdenziale", con le residue disuniformità di trattamento (sia in termini di contributi versati sia di prestazioni ricevute) tra lavoratori dipendenti privati, pubblici, autonomi, e altri privilegiati
    (ad es. perché solo i lavoratori autonomi possono continuare a lavorare e cumulare anche parte della pensione?);
    bulletSeparare nettamente la Previdenza dai fondi gestiti dall'INPS per Assistenza, tenendo ben distinti finanziamenti e bilanci;
    bulletEliminare le anomalie che ho evidenziato in precedenza e le molte altre che sicuramente esistono;
    bulletInoltre è essenziale la promessa sopra citata del Programma dell'Unione (finora solo vuote parole): "per compensare la tendenza al ribasso dei trattamenti pensionistici, intervenire sull’adeguamento delle pensioni al costo della vita", al fine di impedire che l'inflazione tagli ogni anno la misura della pensione (alle persone più deboli, che non hanno più la protezione dei Sindacati e dei rinnovi contrattuali).


    Penso che sia ora che la
    Sinistra dimostri di essere meno finalizzata ai privilegi di quanto non sia la Destra. Mi sembra che i fatti sopra citati non lo dimostrino, basta guardare l'elenco dei "pensionati d'oro", e quanto le riforme pensionistiche passate (Amato, Dini) abbiano mantenuto i privilegi più scandalosi.

    Il Governo di Sinistra ha inserito nella Finanziaria 2007 la proroga del contributo di solidarietà del 3% a carico delle pensioni d'oro. È l'ennesima presa  in giro per i Lavoratori: una pensione miliardaria ridotta del 1.50% resta miliardaria e pienamente salvaguardata, e i proventi così ottenuti per le pensioni di chi ha versato contributi per tutta la vita sono ridicoli.
    (Ho scritto 1.50% e non 3% perché, oltretutto, questo miserabile contributo in pratica pesa su questi privilegiati solo per la metà, circa 1.50% della loro pensione d'oro, se si considera che non è applicato a tutto l'ammontare e che l'aliquota fiscale del 43% avrebbe in ogni caso già praticamente dimezzato il suo contributo al totale della pensione netta.)


    C'è stata (anche se temporaneamente accantonata in seguito alle proteste suscitate nell'ambito della stessa maggioranza), un'altra proposta del Governo di chiudere almeno una finestra per l'accesso alle pensioni di anzianità nel 2007. La cosa vorrebbe dire ritardare fino a 3 ulteriori mesi tale accesso ad ogni persona che va in pensione, cioè portargli via fino a 3 ulteriori mesi di pensione.
     

    Calcolatrice alla mano, confrontiamo queste due proposte.
    Un contributo del 1.50% su una annualità netta di una pensione d'oro costituisce un importo in Euro INFERIORE a 3 mesi di pensione di un lavoratore che stenta a arrivare a fine mese.
    Quindi, come al solito, anche questo Governo di Sinistra propone di affondare le mani nelle tasche dei Lavoratori in misura ANCHE INDIVIDUALMENTE maggiore (in Euro) rispetto ai pensionati d'oro, che già hanno succhiato tutto quello che hanno potuto dalle risorse dello Stato
    (e i risultati non così brillanti dell'Azienda-Italia dimostrano che, le posizioni tenute da molti degli attuali pensionati-d'oro, sono state "occupate" per meriti "politici" (=raccomandazioni) più che per meriti di competenza e serietà).
    E penso sia superfluo (anche un bambino può capirlo) mettere in risalto la scandalosa sproporzione di colpire i comuni lavoratori con una trattenuta di parecchie migliaia di Euro, che è superiore (non solo percentualmente ma anche in termini di Euro) a quella che si chiede a un pensionato d'oro!!

    Ovviamente Padoa-Schioppa, oggi la principale voce in capitolo, da buon Governante Italiano, non accetta di cedere più di poche briciole della pensione d'oro personale che ha maturato dal 1997!
    E in campo previdenziale, il Governo continua a tutelare solo gli interessi dei privilegiati.

     

    NOTA A POSTERIORI:
    Leggo su La Stampa del 02.12.2006:
    "Pensioni d'oro salve. Salta il prelievo del 3%"
    Alla chetichella, senza dar nell'occhio, le sanguisughe hanno colpito ancora, capitanate dal pensionato d'oro Padoa-Schioppa!

    Ma quello che lascia allibiti è la motivazione che riporta sempre La Stampa: "il contributo del 3% era giudicato impopolare".
    Che i politici mettano le mani dentro le nostre tasche per riempire le loro è noto, ma mi sembra che ora si superi ogni limite di pudore.
    Per dare una simile motivazione, bisogna proprio avere la faccia come il ... bronzo!!

     

    In conclusione, chiamare "di Sinistra" questo modo di governare (e in particolare queste recenti proposte del Governo) mi sembra una barzelletta!!

     

    Gli Italiani si attendono proposte più serie, che possano correggere e recuperare in modo efficace le troppe anomalie create e tollerate in passato, restituendo ai Lavoratori quanto sottratto alle loro pensioni e ai loro contributi.
    Il Programma elettorale dell'Unione cominciava timidamente a imboccare questa strada; bisogna ora metterlo in pratica, e proseguire sulla stessa strada, anziché inventare solo nuovi ingiustificati tagli alle pensioni!
     

    Il principale serbatoio di voti dell'Unione sono i Lavoratori, che non sono dei "cogl..ni" autolesionisti (come Berlusconi li ha etichettati in campagna elettorale), quindi sono perfettamente in grado di valutare se l'attuale Governo di Sinistra continua a considerarli come dei limoni da spremere, a favore dei "privilegiati", o se inverte la rotta.
    E le pensioni sono state in questi anni, e sono tuttora, uno dei principali artifizi per spremerli!
    Ma sono certo che i Lavoratori alle prossime occasioni elettorali saranno in grado di dare la giusta "pagella" a chi ci sta governando, con il giusto premio o punizione.

    E saranno in grado di valutare che il Governo cerca di togliere parecchie migliaia di Euro dalle tasche di chi ha maturato il diritto alla pensione, dando come contropartita il beneficio del "Cuneo Fiscale" a chi continua a lavorare. Se ho capito bene da quanto leggo sui giornali, la riduzione del cuneo vuole dire regalare parecchi milioni di Euro ai Padroni, e dare (a operazione conclusa dopo due anni) meno di 20 Euro ai Lavoratori.

    Mi sembra l'ennesima barzelletta elettorale per arricchire ancora di più i ricchi e imbrogliare chi lavora sodo tutta la vita!

     

  3. IL RUOLO DEI SINDACATI
    L'11.09.2006 l'On. Gianfranco Fini ha "sfidato" il Sindacato a scendere in piazza contro la proposta di ulteriore riforma restrittiva sulle pensioni. Ha affermato che, in caso contrario, i Sindacati "dimostreranno di aver da tempo lasciato l'interesse dei Lavoratori".
    Tale sfida di Fini, mi sembra in linea con quanto segnalato alla precedente
    "NOTA 2".

    Nella mia carriera lavorativa, ho visto scioperi a raffica di giorni interi, per 10.000 Lire di aumento contrattuale, con inutile dissanguamento della busta dei lavoratori, sproporzionato al possibile risultato.
    Invece ritengo che, per evitare ulteriori rapine sulle pensioni, molti sarebbero disposti a fare azioni ben più incisive di quanto fatto in passato (solo una grande manifestazione demagogica per attirare i riflettori ... e poi basta).

    Quindi ai Sindacati chiediamo di portare avanti con energia e fino in fondo gli interessi dei Lavoratori, per mettere a tacere le insinuazioni di quelli che dicono che gli interessi dei Sindacati sono ben diversi (ad esempio il potere derivante dal controllo dei Fondi Pensione) e che quindi gli stessi sono disponibili a farsi ammorbidire dal Governo con promesse "alternative".

     

Scusatemi i termini a volte duri (ma ritengo che i comportamenti indegni menzionati li meritino), e l'eccessivo uso del termine "parassiti", che intendo nel suo significato "botanico", cioè di quegli organismi che assorbono dal sistema risorse enormemente più elevate di quelle che contribuiscono a produrre. Non riesco a trovare un termine più calzante per qualificare i concetti che ho esposto.
L'abuso del termine "barzelletta": spesso lo uso in modo eufemistico, in sostituzione dei termini più crudi usati in genere in quei contesti (termini riferiti ai comici delle corti medioevali e dei circhi) che qualcuno potrebbe ritenere offensivi.

CAUSE E RESPONSABILITÀ

  1. Per malafede o ignoranza, chi solleva il problema delle pensioni, non separa in modo chiaro il bilancio INPS per le prestazioni di "Previdenza" da quelle di "Assistenza".

    Certamente anche l'Assistenza va in qualche modo finanziata, ed è giusto che tutte le parti sociali contribuiscano con la loro quota:
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    I Lavoratori, i quali fruiranno di tali meccanismi di protezione sociale

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    Le Aziende, che allo stesso modo ne beneficeranno, con la possibilità di ridurre il personale nei periodi di crisi

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    I Contribuenti, poiché si tratta di meccanismi di protezione che uno Stato Sociale non può non finanziare con adeguati fondi.

    Però mi sembra che la prima di queste tre categorie (in qualità di principale finanziatrice dell'INPS) sia sobbarcata di un onere eccessivo. Oltretutto ciò avviene in modo non trasparente, per il mancato adeguato finanziamento da parte dello Stato per queste prestazioni di Assistenza, scaricandole brutalmente sul bilancio dell'INPS, e poi tagliando le pensioni per evitarne la bancarotta, senza mettere in evidenza quali sono i settori dell'INPS che sono in profondo rosso.

    Inoltre, nei decenni scorsi, da questi fondi di Assistenza hanno succhiato oltre misura le aziende, private e [ex] Partecipazioni Statali, che hanno chiesto e fruito a larghe mani di questi benefici (Cassa Integrazione, ecc.), con la compiacente complicità dei responsabili politici, spesso non per crisi imprevedibili dovute a motivi esterni, bensì per gestione aziendale incompetente e lottizzata. Oppure spesso solo per ridurre i costi e aumentare i profitti (mascherandosi dietro ipotetiche crisi di alcuni settori, non sempre reali).

    Anche i generosi "Prepensionamenti", che fino a pochi anni fa erano di gran moda nelle aziende pubbliche e private (e ora ritornano in auge dove ci sono le lobbies più potenti), erano veri e propri regali a tali aziende, fatti dai nostri ottusi politici, a detrimento del bilancio dell'INPS, cioè dei nostri fondi pensione.

    Per questi motivi, sembrano assolutamente fuori luogo e in clamoroso conflitto di interessi le continue insinuazioni di Luca Cordero di Montezemolo, Presidente della FIAT e di Confindustria, che ripropone con insistenza quelli che Mauro Novelli chiama: gli imbrogli di "pensionofobi in mala fede, ignoranti o portavoce di personaggi e poteri interessati" (vedere qui sotto).
    E chi c'è più "interessato" di Montezemolo, visto che lo stesso Mauro Novelli dichiara (vedere anche questa citazione immediatamente qui sotto): "Poi scopriamo che, in finanziaria 2007, si accoglie il prepensionamento di circa 6.000 dipendenti Fiat. Come al solito, tutto andrà a carico dell’INPS."
    E, aggiungo io, poco dopo è diventato di pubblico dominio che la stessa FIAT, nello stesso periodo in cui fruisce di questo "regalone" dagli "amici" Padoa-Schioppa e Prodi, miete utili da far paura di miliardi di Euro.
    Ecco dove vanno i nostri contributi, ecco perché i nostri contributi non bastano a pagarci le pensioni: perché c'é ogni sorta di parassiti (non uso questo termine come insulto, ma come spiegato nella nota in fondo alla colonna di destra) che li succhiano.
    Montezemolo, giù le manacce avide dai nostri contributi!
    Se i nostri contributi devono servire per alimentare gli ammortizzatori sociali, si può parlarne, anche se è un uso improprio che dovrebbe essere finanziato anche altrove. Ma che i nostri contributi vadano dritto dritto a impinguare i profitti delle aziende dirette e/o rappresentate da Montezemolo, che poi (con che faccia!) fa le prediche di cui sopra, è veramente una cosa che rivolta lo stomaco!

    Sembra incredibile, ma proprio i governi di Sinistra si sono prestati a tutti questi favori ai Padroni, e per finanziarli senza affondare l'INPS, hanno dovuto tagliare le pensioni ai Lavoratori, mantenendo solo le proprie vergognose pensioni d'oro.

    È ancora più incredibile che nessuno, soprattutto nella Sinistra, denunci queste storture! Possibile che i nostri politici siano tutti come dice Novelli: "pensionofobi in mala fede, ignoranti o portavoce di personaggi e poteri interessati"?
     

  2. Dopo aver completato queste mie considerazioni sulla Riforma delle Pensioni, ho scoperto quelle, molto più professionali, sul sito di Mauro Novelli, Segretario e Socio Fondatore dell'Adusbef.
    Novelli sviscera bene il problema, soprattutto approfondisce il mio precedente punto 1, smascherando i veri e propri artifizi/raggiri e la spessa barriera di malafede (o ignoranza abissale), dietro cui gli implacabili sostenitori della necessità di tagliare le pensioni hanno da decenni nascosto e tuttora nascondono i loro scopi poco trasparenti e nobili.

    Cito qui solo alcuni spunti dal sito di Novelli.
    Leggeteli! É pazzesco sentire ancora oggi rappresentanti del Governo e Ministri dello Stato che ci imbrogliano raccontandoci il falso.
    Qui costoro vengono smentiti:

    "E’ nostra intenzione analizzare la problematica relativa alle pensioni, argomento sempre chiacchierato, mai approfondito"
    .....
    N.d.r.: Novelli denuncia i giochi di prestigio con le voci di bilancio dell'INPS:
    "Attraverso i bilanci INPS, valuteremo le incombenze crescenti, comunque poco o per nulla collegati alle pensioni, e impropriamente imposte all’Istituto di Previdenza, costretto, negli ultimi 40 anni, a far fronte ad attività che hanno deciso di affidargli un legislatore furbo ma poco intelligente e forze sociali che si sono accomodate al desco"
    .....
    "Che cosa deve finanziare oltre le pensioni? E perché deve farlo l’Inps?"
    .....
    "... disavanzo ... drammatizzato – al solito - per convincere della ineluttabilità di drastici interventi sui meccanismi pensionistici"
    .....
    "Diciamola meglio: se il legislatore dovesse assegnare all’INPS il pagamento quotidiano di cornetto, cappuccino e giornale a tutti i posteggiatori d’Italia, il deficit dell’istituto aumenterebbe: ve la sentite di suggerire che bisognerebbe rivedere i parametri delle pensioni ?"
    .....
    N.d.r.: Novelli spiega un altro imbroglio dei falsi salvatori della Patria, imbroglio così sottile che sfugge a quasi tutti:
    "Prima ancora di analizzare la struttura delle uscite e delle entrate dei bilanci INPS, ci corre l’obbligo di confutare una delle argomentazioni principe portata avanti da quanti sostengono che le pensioni devono essere riviste" ... "Non sappiamo se tale grossolano inganno sia anche un autoinganno. Sta di fatto che il gioco delle due carte tra «vita media» e «speranza di vita ad una certa età» è fin troppo grossolano"
    (n.d.r.: per capire cosa si intende, visitate il sito di Novelli, al link riportato qui sotto, sezione B.
    .....
    "Va rimarcata la differenza negli importi medi delle pensioni per settori: la pensione media erogata dal settore privato è pari a 8.762 euro l’anno; quella erogata dal settore pubblico è di 17.520 euro: esattamente il doppio. Tale differenza spiega la premurosa cura che i governanti hanno dimostrato nei confronti dell’INPDAP (pensioni pubbliche) a danno dell’INPS: ogni iniziativa «sociale» è stata messa a carico di quest’ultimo, anche se poco o nulla aveva a che fare con la previdenza (si pensi alle cosiddette «pensioni assistenziali»), mentre solo oggi si comincia a parlare di un accorpamento dei due enti.
    Elenchiamo le incombenze aggiuntive a carico dell’INPS, anche in assenza (allora) di contributi:
    - Coltivatori diretti, coloni e mezzadri;
    - Artigiani;
    - Commercianti;
    - Nel 1968 si decise per la pensione retributiva;
    - Nel 1969 si affidò all’INPS il pagamento delle pensioni (chiamiamole così) sociali;
    - Nel 1969 si decise che l’INPS si sarebbe dovuto far carico del pagamento della Cassa Integrazione Guadagni;
    - Nel 1980 venne istituito il Sistema Sanitario Nazionale. Sono stati affidati all’INPS la riscossione dei contributi di malattia e il pagamento delle relative indennità, compiti assolti in precedenza da altri enti."
    .....
    "Certamente fu pianificata una sorta di saccheggio dell’ Istituto: il serbatoio INPS aveva in entrata il flusso dei contributi, ma al rubinetto in uscita delle pensioni (propriamente dette) si affiancarono altre decine di rubinetti indebiti, che lo avrebbero prosciugato. Tranquilli: al deficit avrebbe pensato lo Stato.
    Quanto alla vicenda della Cassa integrazione, la ponderata accettazione di Confindustria e la compita soddisfazione dei sindacati avrebbero dovuto far riflettere i più accorti. Sta di fatto che quei radicali cambiamenti fecero comodo a tutti: destra, centro e sinistra, partiti e sindacati, maggioranza e opposizione, intellettuali e braccianti, lavoratori dipendenti e autonomi, datori di lavoro e subordinati.
    Ricordiamo che dal 1° gennaio 1977 al 28 febbraio 2002, a fronte di 6.372.929.914 ore di Cassa integrazione guadagni straordinaria erogate in Italia, l’Istituto ha sborsato 238 mila miliardi di lire, pari a circa 123 miliardi di euro. (Dal libro:«Fiat, ma quanto ci costi?» di Michele De Lucia.). In media, 8.207 miliardi di lire (4,24 miliardi di euro) l’anno per 29 anni. [Il dato di Michele De Lucia andrebbe aggiornato ad oggi.]"
    .....
    "Ricordate? Gli statali andavano in pensione con 15 anni+6 mesi+1 giorno di anzianità. Ma il limite era nominale: ci fu una dipendente pubblica che con scivoli, vantaggini e aiutini se ne andò in pensione con 7 anni di anzianità "
    .....
    "Domanda: «Ma se il legislatore (in un momentaccio politico) decide di raddoppiare le pensioni sociali?»
    Risposta: «Bene! Se ne dovrà far carico l’ INPS, e si dimostrerà una volta di più che, visto il deficit dell’Istituto, il meccanismo pensionistico così com’è non è proprio più sostenibile»
    Domanda: «Forse occorrerebbe una istituzione specifica per l’assistenza…»
    Risposta: «Bravo! Così poi come faremo a sostenere che i pensionati sono il ventre obeso di questa società, che si sono abituati a vivere anche 20 anni alle spalle dello Stato, e che è doveroso metterli a dieta?»"
    .....
    "Riportiamo l’elenco dei rubinetti in uscita dal serbatoio INPS, (da www.inps.it):
    1) LE PRESTAZIONI INPS A SOSTEGNO DEL REDDITO
    (elenco di 16 voci consistenti)
    2) LE PRESTAZIONI INPS A SOSTEGNO DELLA DISOCCUPAZIONE
    (elenco di 5 voci)"
    .....
    "Da noi, lo «stato sociale» si confonde con «rendite di posizione»: è più comodo rivedere le pensioni che smantellare quelle rendite"
    .....
    "Adesso occorrerà mettere mano alle pensioni - annuncia il governo.
    Poi scopriamo che, in finanziaria 2007, si accoglie il prepensionamento di circa 6.000 dipendenti Fiat. Come al solito, tutto andrà a carico dell’INPS. Soddisfatti i grandi elettori, sindacati compresi, i quali comunque fanno il loro lavoro. Con un’ottica ristretta e miope, ma è il loro lavoro."
    .....
    “Se continua così, tra qualche anno ogni cittadino occupato avrà da mantenere un pensionato!”
    E’ la minacciosa previsione di pensionofobi in mala fede, ignoranti o portavoce di personaggi e poteri interessati.

    Abbiamo fatto una ricerca, peraltro risultata velocissima.
    L’Istat e l’Inps pubblicano annualmente una eccellente rilevazione quantitativa sulla pensioni: “ I beneficiari delle prestazioni pensionistiche”.
    Abbiamo ricavato i dati che seguono dalle pubblicazioni del 2001 e del 2004: la tabella sintetizza l’andamento relativo al rapporto Pensionati/Occupati. Ebbene, la previsione dei pensionofobi è totalmente infondata. Insomma è falsa. Ecco i dati quantitativi:
    Dal 1997 al 2004 (ultimi dati disponibili), il rapporto passa da 78 pensionati ogni 100 occupati, a 72 pensionati ogni 100. In otto anni il peso dei cittadini in pensione sugli attivi è diminuito dell’8,34 per cento. Il minaccioso rapporto di “uno a uno” è costruito sperando di avere dei gonzi come astanti".
    .....
    "Ma la ricerca ha sortito risultati impensati su un altro fronte: nel 2004 i pensionati tra i 40 ed i 64 anni risultano quasi il 30 per cento del totale (4.763.595 su 16.559.912). Meraviglia ancor di più il dato relativo all'importo medio annuo lordo delle prestazioni: sempre nella fascia d’età tra i 40 ed i 64, l’importo medio è pari a 13.381,71 euro l’anno, ben superiore alla fascia dai 65 ai 79 anni che supera appena i 12.500 euro, e alla fascia dei pensionati ultraottantenni che non supera i 13 mila."
    .....
    N.d.r.: Quindi la conclusione è che anche le statistiche fanno venire i nodi al pettine:
    "E’ chiaro che il peso dei pensionati va qualificato.
    Perché i “baby” pensionati sono in numero tanto alto?
    Perché non si articola per fasce d’età e di prestazione?
    Perché ed a chi invece conviene mantenere tutto nel calderone del minestrone della pensione?"

    Trovate tutti i dettagli dell'esposizione di Novelli su:

    "IL PUNTO SULLE PENSIONI: UN PROBLEMA (QUASI) INVENTATO ?",

    che è strutturato nelle seguenti puntate:
     
    1. TUTTO NASCE DAI BILANCI DELL’INPS

    1. LA PELOSA CONFUSIONE TRA “VITA MEDIA “ E “SPERANZA DI VITA”

    1. LE PRESTAZIONI INPS E LE STATISTICHE UE SULLA SPESA SOCIALE NEI VARI PAESI

    1. UNA DEVIAZIONE OBBLIGATA: IL TFR E IL MECCANISMO DI RIVALUTAZIONE

    1. PREPENSIONAMENTI FIAT

    1. RAPPORTO PENSIONATI/OCCUPATI: UN FALSO AVVILENTE!

    Molto significativo e istruttivo (soprattutto per i politici Italiani) del sito di Mauro Novelli,  è anche il titolo:
    "Privilegia ne irroganto"
    (da: Leggi delle XII Tavole, Tavola IX: "La Legge non deve sancire privilegi")
    La scienza tecnica fa passi da gigante ogni 10 anni; invece, per quella del Diritto, possiamo ancora invidiare la serietà di quello che facevano i Romani 2500 anni fa!
     

  3. Come afferma l'articolo di L'espresso sopra riportato, nei decenni si è accumulata una giungla previdenziale, con decreti e "leggine" a favore di lobby varie, delle categorie forti e di quelle che "portano voti".

    Tra le categorie forti, ad esempio, perché i Parlamentari devono accaparrarsi una pensione mediamente molto superiore a chi ha lavorato sodo tutta una vita, solo con due anni e mezzo di mandato?

    E perché gli indegni privilegi, previdenziali ma non solo, di cui ancor oggi godono i dipendenti del Senato?

    E perché mai il privilegio del "generoso regolamento della Banca d'Italia"?
    Padoa-Schioppa, da buon ex, consentirà anche oggi e per il futuro il permanere di eventuali residui di tali indegni privilegi?
    Privilegi che tanto più fanno rabbia, se consideriamo il danno che ha fatto all'Italia questo Istituto (e i suoi responsabili, oggi baby-pensionati d'oro, come lo stesso Ministro dell'Economia), per la forse dolosa complicità oppure anche solo colpevole mancata sorveglianza di molti di loro, negli innumerevoli illeciti finanziari degli allegri finanzieri e delle Banche, che hanno rovinato decine e decine di migliaia di risparmiatori.
    Il sito www.adusbef.it non usa direttamente per BankItalia il termine "Ladroni", ma esprime lo stesso concetto in modo più che esplicito in molteplici occasioni. Basta fare una ricerca "Banca d'Italia" sui suoi Comunicati Stampa (e altri documenti) per trovarne a decine, e anche per vedere che non si tratta solo di abusi di Fazio e di cose passate. Ad esempio:
    "... Adusbef ha chiesto alla magistratura penale di aprire un indagine sia sulle banche, che sulle complicità del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi che sta operando in perfetta continuità con il suo predecessore Antonio Fazio, costretto ad ignominiose dimissioni a seguito delle indagini della magistratura sui famosi «Furbetti del quartierino»." (da Comunicato Stampa Adusbef 22.04.2006: "Banche: Soprusi bancari tramite l'art. 118")
    Anche l'assurda, pazzesca, base di partenza, che rende una barzelletta la funzione di vigilanza di BankItalia:
    "La struttura azionaria della Banca d’Italia, che a differenza delle banche centrali europee controllate da enti pubblici o dallo Stato, è posseduta da banche ed assicurazioni, è incompatibile con i requisiti di indipendenza e di equidistanza dal sistema bancario." (da Comunicato Stampa Adusbef 31.08.2005: "Bankitalia: nessuna Banca Centrale Europea è controllata dalle Banche vigilate!")

    In passato vigeva un tetto per le pensioni, anche se non esteso a tutte le categorie, e ne impediva le pensioni d'oro. Poi stranamente, anziché adeguarlo ed estenderlo, non se ne è più sentito parlare...

    Infine, mi rendo conto che per decenni i dipendenti pubblici sono stati sottopagati (forse anche a fronte di una produttività mediamente non eccelsa in quegli stessi anni). Ma non riesco proprio a capire perché gli stessi dovessero essere indennizzati con scandalosi privilegi previdenziali pagati con i nostri contributi (per esempio fino a pochi anni fa avevano l'immediata pensione a meno di 40 anni di età dopo poco più di 15 anni di lavoro).
    Cari Politici, un minimo di onestà, i dipendenti pubblici avreste dovuto pagarli coi fondi dello Stato, non rapinando le nostre pensioni, e poi tagliandocele perché avete mandato l'INPS in bancarotta!
     

  4. "Last but not least", anzi probabilmente questo è il punto principale.
    È opinione largamente diffusa che per decenni e decenni l'INPS è sempre stato un immenso pascolo di "Predatori", che hanno succhiato dai suoi rubinetti in modo più o meno legale.

    Un pozzo di San Patrizio che ha risorse enormi (i nostri contributi, con aliquote pazzesche, se consideriamo quanto versato nella vita, quanti frutti ha dato nei decenni a chi l'ha tenuto nelle sue casse, e se teniamo in conto le anomalie sopra citate), enormi ma non illimitate, se devono servire ad alimentare eserciti di parassiti esterni ed interni, oltre alle spaventose inefficienze e alla ridicola produttività delle risorse umane di quello che (forse) oggi potrà essere un Istituto anche efficiente, ma che per decenni è stato un "baraccone".

 

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Enrico Impallomeni
 
Lastly updated on: 30-lug-2010