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Proiezioni Ortogonali

L'Ente Nazionale di Unificazione fornisce le indicazioni necessarie per la rappresentazione degli oggetti tramite proiezioni ortogonali nelle tabelle UNI 3970

L'oggetto che si desidera rappresentare, in questa metodologia, viene virtualmente posto in un cubo trasparente e le immagini visive che su questo cubo vengono proiettate costituiscono le viste delle proiezioni ortogonali dell'oggetto in questione.
Le convenzioni che si utilizzano per le proiezioni ortogonali sono:

  1. vista anteriore (o principale)
  2. vista dall'alto
  3. vista da sinistra
  4. vista da destra
  5. vista dal basso
  6. vista posteriore
E
D A C F
B

Le direzioni d'osservazione sono tra loro ortogonali.
Per al disposizioni delle viste si individuano tre modalità:

Definito quindi un oggetto nello spazio e gli orientamenti dei relativi raggi visuali in proiezione ortogonale, riferiti al medesimo elemento, si ha la seguente disposizione per il metodo E (europeo) ed il relativo simbolo grafico distintivo, e la successiva per il metodo A (americano) con analogo simbolo grafico distintivo. Il metodo delle frecce pone invece, in direzione ortogonale attorno alla vista principale, delle frecce che, accompagnate da una lettera maiuscola, indicano le diverse direzioni d'osservazione.
Identificate in tale maniera le viste possono essere disposte in una posizione qualsiasi e arbitrariamente traslata rispetto alla vista principale. Per questo sistema di rappresentazione non è previsto alcun simbolo grafico distintivo nel riquadro delle iscrizioni.

Europeo Americano

Il metodo delle frecce si applica anche quando la direzione dei raggi proiettori non risulti ortogonale ad alcune delle facce del cubo virtuale contenente l'oggetto.

NOTA

Nella scelta delle vista si deve porre come vista principale la più significativa tra le possibili tenendo conto che l'elemento va posto possibilmente nella posizione di consueta utilizzazione, lavorazione o montaggio.

All'interno dell'argomento proiezioni ortogonali ricadono anche le rotazioni e i rispettivi ribaltamenti. Di tali rappresentazioni ci si deve occupare qualora esistano parti di un insieme che, in una delle viste, risultino rappresentate di scorcio, per cui verrebbe neutralizzata la caratteristica tipica delle proiezioni ortogonali. Divine pratico esprimere tale concetto con un esempio, la nella figura che segue, mediante un appropriato arco di cerchio viene rappresentata la rotazione riservata alla porzione in oggetto, che altrimenti verrebbe vista di scorcio (sembra superfluo asserire come le due viste siano essenziali per la definizione dell'oggetto e l'individuazione della forma.

NOTA

La normativa prevede che, se la rappresentazione non introduce ambiguità, è possibile la sostituzione di una vista totale con quella di un particolare, purché lo si colleghi al disegno globale mediante una linea a tratti lunghi e corti e spessore sottile.


WebMaster: Andrea Saviano