La F.A.Ri.T. Teatro e il Gruppo Teatrale "La Barcaccia" presentano
 
Interrogatorio a Maria
 
di Giovanni Testori
 
Interpreti:
Regia di
Maria: Marina Bilucaglia
Riccardo Fortuna
Coro femminile: Daniela Fon, Martina Della Gatta, Manuela Sokolic, Irene Pintus, Francesca Petrovich, Daniela Giorgi, Chiara Hirsch, Alessandra Fon, Chiara Bressan  
Coro maschile: Ciro Della Gatta, Daniele Varin, Loris Marcolin, Federico Palumbo, Stefano "Steve" Vattovani, Antonello Priore, David Briscek, Francesco Rodda
Luci: Max Babich
 
Fonica: Massimo Cefalù,
Sergio Maggio
 
Costumi: Maria Luisa Moro
 
Scenografie: Cristiano Venier

Prossime repliche previste: >Venerdì 24 novembre, ore 20.30,
chiesa dei Santi Pietro e Paolo

 

Locandina -- Musiche -- Foto delle prove -- Foto dello spettacolo


Introduzione allo spettacolo - a cura di Don Paolo Iannaccone

Giovanni Testori (* 1923, + 1993) nel 1979 scriveva “Interrogatorio a Maria“. Con mano felice, ci ha dato un pezzo di teatro religioso veramente efficace. Nella messa in scena a cura della FARiT Teatro e del G.T. La Barcaccia, vengono posti a Maria, da parte del coro che in alcuni momenti ha funzione di pubblico, in un rapporto dialogico immediato, i problemi più significativi, mossi all’inizio quasi da curiosità, circa la sua esperienza unica con Dio e con il suo Figlio. Con la forza del linguaggio teatrale, lirico e carico, al tempo stesso, di una autentica tensione drammatica, l’autore riesce ad umanizzare, rispettandone il mistero, l’incontro di Maria con il suo Dio. Esperienza “mistica” e lacerazione psichica e spirituale, stupore e dolore vengono a fondersi a sovrapporsi perché il tutto è guidato, dal concepimento di Gesù fin sotto la croce, da una totale disponibilità di Maria: “Dissi: sono tua, Signore”. Per mezzo dell’ “Interrogatorio a Maria”, si riscopre il Gesù della storia, allora crocifisso, oggi identificato con l’ultimo dei fratelli.

“S’incarna qui, / qui muore, / qui si reincarna e qui rimuove. / Anch’io, ogni giorno, / ogni ora, ogni momento, / per essere con voi, per essere la storia tutta, / il prima, il dopo, / solo per amor Suo, / che è amore in finitissimo di noi, / ritorno qui, / con voi lo guardo, lo prego, / lo vedo, / lo rivedo”.

E nella misteriosa “alchimia” del Corpo Mistico, Cristo viene ad identificarsi, nella sua croce, con ogni vita, con ogni fame e miseria, con ogni uomo ferito nel corpo e nello spirito.

“Muore ogni volta che i figli vostri / e Suoi, / strappati dall’ordine suo ardito. / dal suo seno. / Muore nei giovani traditi, / nei giovani accecati, / nei dannati all’eccidio, / alla demenza / per vostra improvvidenza o per guadagno di forza e di potere. Muore nell’umano non essere, / muore nell’avere / affinché uno si erga sopra gli altri / e possa e abbia e sia”.

Un Cristo che è la più alta ed assoluta espressione dell’Amore. E’ possibile dunque nell’amore, ancora a noi, all’uomo, sul limite della sua totale distruzione fermare l’eccidio finale?

“E’ possibile, sì….- risponde Maria - ma a Lui bisogna darsi, / in Lui e di Lui vivere e fidarsi / e con forza, preghiera e carità / decidere, volere e in ogni ora amare di Dio e Cristo il disegno, / l’entità”.

Così il teatro si fa formazione, speranza, professione di fede, attesa di un futuro diverso, dove la comunione è Vita. Quella stessa Vita che questa sera siamo venuti…..ad adorare!


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