Primo
giorno. - Partenza da Trento alle ore 7 con due autovetture.
Si raggiunge Madonna di Campiglio e Vallesinella dove si lascia
parcheggiata una macchina da usare per il rientro. Si ritorna a
Campiglio e si prosegue per Passo Carlo Magno dove si lascia la
seconda macchina e, in funivia, si sale al rif. Stoppani al Grostè
m. 2.490. Dalla stazione a monte della funivia, si segue il
segnavia 305, che sale con il sentiero Benini fino a
quota 2.562. Si prosegue alzandosi per ghiaioni sotto il versante
Nord-Est di Cima Grostè quindi per roccette ci si sposta sul
versante Est dove si imbocca una comoda cengia che taglia la cima
del Grostè per poi aggirare la notevole mole della vetta puntando
verso Sud. Oltrepassata una conca di ghiaione si continua quasi in
piano fino alla Bocchetta dei Camosci, quindi si prosegue su
una comoda cengia detritica e si segue un canale poco difficile che
porta alla Bocchetta Alta dei Camosci. m. 2.859. Ora una
cengia attrezzata, a mezza altezza della parete Est di Cima Falkner,
sale, oltrepassando lo spigolo della cima, al punto più alto del
sentiero Benini a quota m. 2910 (targa). Da qui ci si concede una
breve divagazione salendo alla Cima Falkner m. 2999 ore
2.15’, cima più alta del Gruppo del Grostè, che si effettua in
circa 30’. Ritornati sul sentiero Benini si seguono le
attrezzature che fra salti di roccia scendono rapidamente in fondo
ad un vallone sul versante Sud-Orientale della Cima Falkner. Si
risale di poco per raggiungere il panoramico balcone della Bocca
Alta di Vallesinella m. 2.845 e la Vedretta Superiore di
Vallesinella 1.20’ (3.35’) da dove si inizia finalmente a
scendere. Dopo poco si raggiunge il bivio con il sentiero Dellagiacoma
n. 315 (sosta pranzo). Si sceglie di percorrere questo
sentiero che scende più rapidamente al rifugio Tuckett m. 2.272
ore 1 (4.35’) dove si trascorre il resto della giornata e
la nottata.
Secondo
giorno
- Sveglia, colazione e partenza
per il rifugio Alimonta. Si raggiunge la Bocca del Tuckett m.
2.648 con il sentiero 303, 1 ora, quindi si riprende a
destra il sentiero 305 delle Bocchette Alte interrotto
il giorno precedente, dove una targa intitola ad Enrico Pedrotti un
primo tratto del sentiero. Altri tratti sono dedicati a soci
benemeriti della SAT. Si
sale con scale e cordini toccando la Spalla Nord e la Spalla Sud di
Cima Brenta. Il sentiero attrezzato prosegue verso uno dei punti più
spettacolari: la cresta che congiunge Cima Brenta con lo Spallone
dei Massodi. Con qualche passaggio impegnativo ci si dirige verso la
Bocchetta Alta del Massòdì e con una lunga scala si sale
allo Spallone del Massòdi m. 2.999. Da qui si segue il
sentiero attrezzato con facili scalette che in direzione Sud aggira
la dorsale del monte passando sul lato Ovest dello stesso e permette
di avvistare dall’alto la Bocchetta Bassa del Massodì.
L’intaglio è particolarmente stretto e presenta sui due lati
canali nevosi ghiacciati. Calati alla forcella si trova il bivio per
la ferrata Oliva Detassis 4 (5). Si cala con questo sentiero
attrezzato n. 396 e con una lunga serie di scale
verticali molto esposte si scende fino alla Base dello Spallone del
Massòdi 40’ (5.40’). Qui ci si ferma parecchio tempo per
godersi il caldo sole e rinfrescarsi. La giornata è stupenda e a
malavoglia si riprende il sentiero n. 323 che in 15’
aggirando la base N/O dei Gemelli
risale leggermente fino a raggiungere il rifugio Alimonta
m. 2.591 5.55’.
Terzo
giorno - Sveglia, colazione e
partenza per l’ultima “fatica”. Con il sentiero 323, si
raggiunge la base delle pareti di Cima Molveno
40’,dirimpetto alle nevi della vicina Vedretta degli Sfulmini
che precede di poco la Bocca degli Armi, dove ci si inserisce
nuovamente sul percorso delle Bocchette Centrali con il
sentiero 305. Qui hanno inizio le attrezzature che permettono
di salire su un bastione addossato alla Torre di Brenta. Al termine
delle scale si imbocca una caratteristica cengia orizzontale che
taglia la parete Est di Cima Brenta. Questo tratto è dedicato a
Bartolomeo Figari. Si oltrepassa quindi il canale sottostante la
Bocchetta Alta degli Sfulmini per continuare con il tratto dedicato
a Carla de Stanchina Benini che con esposta cengia permette di
attraversare il versante orientale degli Sfulmini. Con il successivo
Sentiero Castelli si transita alla base del Campanil Alto per
valicare la Bocchetta della Sentinella nei pressi della quale si
gode della più splendica vista del Campanil Basso. Si scende quindi
per rocce gradinate alla Bocchetta del Campanil Basso m. 2.630.
Per il Sentiero Gottstein si percorre il versante Nord della Cima
Brenta Alta fino ad arrivare a percorrere l’ultimo tratto di cenge
che, ottimamente attrezzate, superano lo spigolo di Cima Brenta Alta
e con due ponticelli in legno, raggiunge la parete Sud-Ovest, dove,
nei pressi di una fontanella (tubicino nella roccia), si scende con
una scala sul nevaio sottostante della Bocca di Brenta m. 2.552
(bivio 318) 2.20’ (3). Risalita per poco la bocca si scende al
rifugio Pedrotti m. 2.486 dove si effettua una sosta per
rifocillarsi. Ormai i tre giorni di Bocchette volgono al termine. Il
bilancio, tutto sommato, è positivo, tutto è andato per il verso
giusto e le condizioni atmosferiche sono state ottimali. La
soddisfazione è tanta, tale che non ci fa avvertire
l’affaticamento che, bene o male, si è accumulato durante i tre
giorni di cammino. Si comincia a pensare al rientro a casa e allora
ci si incammina verso la Bocca di Brenta percorrendo a ritroso il
sentiero 318 per poi
scendere al rif. Brentei m. 2.182, quindi al rif. Casinei
m. 1.825. Qui si decide di seguire il sentiero 317b che,
con un giro leggermente più ampio ma più appagante, passando per
le Cascate Alte, raggiunge Vallesinella dove, al
parcheggio, si trova la macchina per il rientro 3 (6). |