Gita di due giorni con pernottamento al rifugio Fronza alle Coronelle. Effettuata sabato e domenica 24 e 25 luglio 2004 con Luisa, Giuseppe, Giovanna, e la partecipazione straordinaria di Elisa e Andrea    >>>>     Il tempo inizialmente incerto non ha impedito di "gustarci" la ferrata      >>>>>       Il percorso, classificato facile, è comunque appagante e piacevole

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Giro sul Catinaccio

Ore cammino. Ore: 2.30' +4

Dislivello da percorrere Dislivello m 671+402

  • Pernottamento in rifugio

Tragitto stradale

Trento – Egna – Montagne – Fontanefredde – Predazzo – Moena – Pera di Fassa


Condizioni meteo

Tempo incerto con pioggia sabato, bello domenica

Si raggiunge, attraverso le valli di Fiemme e Fassa, il paese di Pera di Fassa dove sostano i pullmini che fanno servizio navetta per il rifugio Gardeccia m 1.949. Verso le 10.30, con un cielo che non promette niente di buono, si inizia il cammino partendo dal rifugio e seguendo il sentiero n. 550 che si alza gradatamente sul versante orientale del Catinaccio fino a raggiungere il bivio con il sentiero 541 a quota m 2.416 (1 ora). Nel frattempo incomincia a piovere leggermente, quel tanto che basta per farci indossare le fastidiose mantelline. Si prosegue diritti in direzione del Passo delle Coronelle m 2.630 alzandosi più decisamente fino a scavalcare quasi d’improvviso il passo e scendere per ripido canalone ghiaioso il versante altoatesino. Con attenzione al fondo reso viscido dalla pioggia, si procede lentamente fino a raggiungere il bivio con i sentieri 542 e 549 che si trovano poco sopra il rifugio Fronza. Domani risaliremo fino a qui per prendere il sentiero 542 in direzione del passo Santner, ora si scende per facili roccette, aiutati da un cordino metallico e in breve si raggiunge l’accogliente Rosengardenhütte m 2.339, 1.10’ (2.10’) . Tutto sommato è andata bene, la pioggia non è stata molta, tant’è che gli abiti sono quasi asciutti. Giusto il tempo per prendere possesso delle stanze e cambiarci che le condizioni meteo peggiorano. Per tutta la serata e buona parte della nottata una insistente pioggia è continuata incessante a cadere. Si trascorre così il resto della giornata chiusi nel rifugio giocando a carte in attesa della cena e sperando in un miglioramento. E per questa volta si spera bene, già alle 5 del mattino il cielo presenta delle ampie schiarite e dopo colazione il tempo è decisamente bello e favorevole per intraprendere il percorso programmato. Verso le 8 si parte risalendo il breve tratto di roccette fino al bivio con il sentiero 542 che si prende svoltando a sinistra in direzione Nord e proseguendo quasi in piano fino sotto la Cresta di Davoi. Qui inizia il tratto attrezzato, quindi si indossano gli imbraghi per raggiungere, con l’aiuto di ganci, corde e scalette metalliche, il rifugio Santner m 2.741. Il percorso, classificato facile, è comunque appagante e piacevole. Lo scenario che si presenta una volta raggiunto il rifugio, in vista della Torri del Vaiolet, è stupendo e premia le fatiche della salita. La giornata è abbastanza limpida e si ha tutto il tempo per riposare e osservare con il binocolo le numerose cordate che arrampicano sulle Torri. Si scende quindi al rifugio Re Alberto m 2.621, e al rifugio Vaiolet m 2.243 dove ci si ferma per mangiare in un prato nei pressi del rifugio. Qui l’ambiente è totalmente cambiato, biciclette e automezzi sono una nota stonata che assieme al caos  quasi cittadino non rendono certamente l’idea di quello che dovrebbe essere l’ambiente montano. Persino le “grole” si sono assuefatte a questo carnascalesco andirivieni e si avvicinano fin quasi a mangiarti il panino dalle mani. Rifocillati si riprende la discesa su strada sterrata che in breve cala al rifugio Gardeccia dove si arriva giusto in tempo per salire sul pullmino che ci riporterà alla macchina nel fondovalle. Questa escursione ha visto la partecipazione straordinaria dei giovani Andrea ed Elisa, che avevano deciso di trascorrere il fine settimana in montagna. In particolare per Elisa era la prima volta che si cimentava in un percorso attrezzato, dimostrando sicurezza e familiarità inaspettate. Speriamo che questa sia stata, per loro, un'occasione per avvicinarsi alla Montagna e continuare, in futuro, ad apprezzarne le inesauribili e stupende emozioni che essa assicura.

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