Trekking effettuato martedì, mercoledì e giovedì 27-28-29 luglio 2004 con Claudio, Luisa, Giovanna, Carlo, Carletto, Dino, Stefano, Ernesto, Decio, Lorenzo, Giuseppe, Lino e Giuseppe   >>>>>    Tre giorni di bel temo che hanno consentito di apprezzare appieno la bellezza del Brenta, in particolare la salita alla Cima Tosa

Altre escursioni nel Gruppo  Brenta

Trekking sul Brenta

Ore cammino. Ore: 7.45'+6.30'+7.30'

Dislivello da percorrere Disliv. in salita m 1.236+585+858
                     in discesa m 263+661+1.755

Il gruppo giunto sulla cresta sommitale della Tosa (28 luglio 2004)
  • Pernottamento ai riff. Pedrotti e Agostini

Tragitto stradale

Trento – Cadine – Sarche – Tione – Madonna di Campiglio - Vallesinella

Condizioni meteo

Tempo generalmente bello per tutti i tre giorni.

Primo giorno - Partiti alle 4 da Trento si raggiunge Madonna di Campiglio e si prosegue per Vallesinella dove si lasciano le macchine. Sono le 5.30 quando si inizia a salire con il sentiero 317 fra bosco scalinato fino al rifugio Casinei m. 1.825 per proseguire sul sentiero 318 che porta al rifugio Brentei m. 2.182. Da qui si risale il vallone dei Brentei e dopo circa 40 minuti si giunge quasi a ridosso delle gialle pareti della Cima Mandron. Sorpassata a sinistra la diramazione del sentiero SOSAT si raggiunge la base dei Gemelli e, piegando a destra alzandosi su placche di roccia biancastra, si intravvede il rifugio Alimonta m. 2.591. Con il sentiero 323, che percorre un facile nevaio, si raggiunge la base delle pareti di Cima Molveno 40’, dirimpetto alla Vedretta degli Sfulmini che precede di poco la Bocca degli Armi, dove ci si inserisce sul percorso delle Bocchette Centrali con il sentiero 305. Qui hanno inizLa classica cengia della via delle Bocchetteio le attrezzature che permettono di salire su un bastione addossato alla Torre di Brenta. Al termine delle scale si imbocca una caratteristica cengia orizzontale che taglia la parete Est di Cima Brenta. Si oltrepassa quindi il canale sottostante la Bocchetta Alta degli Sfulmini per continuare con il tratto che con esposta cengia permette di attraversare il versante orientale degli Sfulmini. Si transita alla base del Campanil Alto per valicare la Bocchetta della Sentinella nei pressi della quale si gode della più splendida vista del Campanil Basso. Si scende quindi per rocce gradinate alla Bocchetta del Campanil Basso m. 2.630 fino a percorrere l’ultimo tratto di cenge che, ottimamente attrezzate, superano lo spigolo di Cima Brenta Alta e con due ponticelli in legno, si raggiunge la parete Sud-Ovest, dove, nei pressi di una fontanella (tubicino nella roccia), si scende con una scala sul nevaio sottostante della Bocca di Brenta m. 2.552 (bivio 318). Lungo il tragitto si è dovuto ricorrere all’uso di una corda per poter superare in tranquillità alcuni canaloni innevati. Risalita per poco la bocca si scende al rifugio Pedrotti m. 2.486 dove si pernotta.

Secondo giorno - Dal Rifugio Pedrotti m. 2.486 si segue il segnavia 358 del sen­tiero Brentari che oltrepassato lo spigolo di Cima Brenta Bassa, supera il bivio del sentiero Palmieri e corre quasi in piano al di sotto della Cima Margherita. Si giunge al bivio (ometto) per la via normale alla Cima Tosa e si gira quindi a Nord-Ovest, salendo sulle terrazze detritiche. Si toccano le bianche pareti, sottostanti la fascia di roccia da superare. Un camino nero, spesso bagnato, solca questa cintura rocciosa: è affiancato da un'altra spaccatura che si può salire più o meno con le stesse difficoltà. Per il camino si sale arrampicando in sicurezza utilizzando la corda assicurata ai  chiodi che si trovano in cima alla spaccatura. È possibile, con le stesse difficoltà, salire per una paretina a destra del camino. Arrivati al margine superiorIl Campanil Bassoe delle rocce, si sale per facili gradoni alla prima conca di ghiaie. Per facile percorso si guadagna ripidamente un secondo scalino roccioso. A questo fa seguito una seconda depressione detritica (neve) che consente di accedere alla cima. Dirigendosi a Sud-Ovest (sinistra) si giunge sulla cresta di neve che forma il punto più elevato delle Dolomiti di Brenta, Cima Tosa m. 3.171. La discesa si effettua per la stessa via, a corda doppia. Giunti al bivio con il sentiero Brentari si gira a destra innalzandosi fino a raggiungere la Sella della Tosa m. 2.859 a Sud-Est della Cima Tosa. Si prosegue verso Ovest e, dopo aver attraversato una passerella, si cala su cenge attrezzate alla Bocca della Tosa m. 2.845.  Si scende ora sfruttando gradoni di roccia e utilizzando corde fisse e scalette fino a superare il tratto roccioso e toccare la neve della Vedretta d’Ambiez m. 2.591. Una traccia sulla neve in discesa verso destra porta sotto la parete della Cima d’Ambiez fino a guadagnare un sentierino fra le ghiaie che punta al sottostante Rifugio Agostini m. 2.410. Prima di raggiungere il rifugio si possono  notare sulla sinistra gli enormi massi squadrati della Torre Jandl, crollata nel ’57, senza provocare per fortuna danni alle persone e all’edificio.

Terzo giorno - Dal Rifugio Agostini m. 2.410 si segue il segnavia 321 fino a raggiungere il vicino bivio con il sentiero percorso il giorno precedente (358) m. 2.500. Si gira a sinistra superando un bastione di roccia e si arriva alla base di un canalino. Qui ha inizio il percorso artificiale, in un ambiente ricco di fiori anche rari come il Raponzolo di roccia. Con una serie di scale e funi metalliche, la ferrata  supera un balzo di 150 metri circa. Raggiunto un incavo roccioso si guadagna la Bocchetta dei Due Denti m. 2.859 con un bel panorama. Si scende quindi sull’opposto versante utilizzando i ramponi per il primo tratto in quanto, essendo la zona ancora in ombra, la neve è ghiacciata. Si procede per ghiaie e roccette traversando la base delle pareti delle Cime d’Agola e in breve si raggiunge il Rifugio 12 Apostoli m. 2.487. Da qui si imbocca il sentiero n. 304 che risale un valloncello a fianco della Vedretta d’Agola e raggiunge la Vedretta dei Camosci e quindi la Bocca omonima m. 2.784. Si scende fra roccette, per toccare la vedretta ed attraversare, sempre con ramponi ai piedi, per pochi metri in direzione di Bocca d'Ambiez con il sentiero  327. Poi si gira, quasi in piano, leggermente verso sinistra, portandosi a ridosso della verticale parete Ovest di Cima Tosa. Attraversata la vedretta, si scende un primo comodo tratto a cui fa seguito un più ripido scivolo fra detriti e roccette. Si continua la discesa sempre sul versante orientale della conca raggiungendo lo spigolo del Crozzon, si gira verso destra in direzione della Val Brenta e, con più comodo percorso, sul Sentiero Martinazzi, si cala un po’ per risalire poi al vicino Rifugio Brentei m. 2.182. Da qui in poi si scende con il percorso già noto (318 e 317, fatto due giorni prima nel senso inverso) transitando per il rif. Casinei  e raggiungendo il parcheggio di Vallesinella.

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