Risalita la Val Gardena
fino al passo, si scende verso Colfosco per circa 2,5 km. e
nei pressi di un tornante a quota 1.956 si trova un ampio
parcheggio. Da qui parte il sentiero che, dopo aver superato uno
zoccolo con scalini di ferro, si incrocia con il sentiero
proveniente dal Passo Gardena (variante utile per chi non vuole
abbassarsi). Dopo poco si giunge alla parete verticale sulla destra
di una cascata dove prosegue il percorso attrezzato con numerosi
cordini e scalini in ferro. La salita è abbastanza esposta e
richiede quindi molta attenzione e attrezzatura alpinistica (imbragatura
e casco) fino ad arrivare ad intravvedere il tetto del rifugio.
Qui evidenti tracce e indicazioni permettono di seguire a
sinistra un tracciato facile per giungere al rifugio evitando il
tratto più impegnativo. Seguendo la ferrata si superano le rocce
della Torre Exner assai esposte e che richiedono pratica di
roccia ed adeguata assicurazione. Il percorso si conclude dopo un
ponticello che unisce la torre con i terrazzamenti che portano al
rifugio Franco Gavazza al Pisciadù m. 2.585 h. 3 circa. Dopo
il pranzo e una breve sosta al tiepido sole autunnale si scende
verso la val de Mezdì incrociando il sentiero 651 che scende
dal rif. Boè. E’ molto probabile in questo periodo imbattersi in
branchi di camosci. Dopo qualche roccetta e tratti franosi, il
sentiero prosegue molto più agevolmente. Prima di arrivare in
fondovalle dobbiamo tagliare a sinistra per risalire leggermente di
quota tagliando il fianco della motagna e portarci all’altezza del
parcheggio. h. 2.30.
La discesa si può effettuare anche seguendo il sentiero
666, (molto più breve di quello percorso da noi), che
porta al passo Gardena, ma ci era stato sconsigliato per la presenza
di pericolose placche di ghiaccio. |