Sezioni:






Nuraghe Is Paras - Isili

ISILI e' un moderno centro della provincia di Nuoro (ora Cagliari), nell'alta collina del Sarcidano-Parte Valenza, giacente su una superficie di calcare miocenico, a 523m s.l.m. Dista da Cagliari 67 Km; da Nuoro 113; da Oristano 70 e 105 Km da Tortoli'.
Confina a Sud con Gergei ed Escolca, da cui dista 8 Km, a Libeccio con Gesturi distante 12 Km, a Ponente con Nuragus distante 10 Km, a Maestrale con Nurallao distante 8 Km, a Nord con Gadoni distante 39 Km e con Villanovatulo distante 17 Km, a Levante con Nurri distante 18 Km e con Serri distante 8 Km. Le piu' importanti vie di comunicazione sono la strada statale 128, Centrale Sarda e la ferrovia Cagliari-Sorgono.


Il Paese di Isili giace su di un colle, abbastanza elevato e la cui sommita', essendo alquanto piana fa' si che sia piano anche l'abitato. Il territorio di Isili e' una continua sequela di monti, colli e piani: campagne amene, fertili, abbondanti d'acqua e pascoli. La giacitura, fra ampie vallate prevalentemente coltivate a cereali, e' inclinata verso la Marmilla ad Ovest e la Trexenta a Sud. Ad Ovest, all'imboccatura dello splendido canalone de "Is Borrocus", dove l'alveo del "Fluminimannu" erode gli scisti paleozoici, e' stata costruita una diga in calcestruzzo che forma
un invaso artificiale; il lago di San Sebastiano, capace di contenere 12 milioni di mc d'acqua per uso potabile al servizio di 51 comuni del Sarcidano, della Marmilla, del Barigadu e della Brabascana. Le due vallate sono separate da una montagna di origine vulcanica, "Pranu Ollas" e caratterizzate dalla presenza di rocce paleozoiche: Le famose "Pareti" Calcaree scisti e graniti in disfacimento, rocce calcaree e fossilifere con numerosi fenomeni carsici e stupende grotte ipogeiche. Le cime piu' elevate sono: "Is Coromeddus" m. 893 s.l.m., "Trempu" m. 703, "Su Pitzu Mannu" m. 702, "Pranu Ollas" m. 697 e "Simudis" m. 658.

L'ambiente vegetale e' quello tipico del Quercus Ilex: sono diffusi i boschi di lecci, di roverelle e la macchia mediterranea. La fauna e' quella comune agli ambienti di alta collina, ma e' da segnalare la presenza della martora e, fatto forse unico, dell'acquila del Bonelli che da sempre nidifica sulle rupi de "Is Borrocus".

Prima dell'emanazione della legge del 23 Ottobre 1859 Isili era capoluogo della Provincia omonima (appartenente alla divisione di Cagliari) che aveva nella sua giurisdizione 51 comuni e 9 ripartizioni: Isili, Barumini, Laconi, Mandas, Mogoro, Nurri, Lunamatrona, Seui e Senorbi'. A quel tempo esistevano a Isili tutti gli uffici che allora si trovavano nei capoluoghi di provincia, dal conglio provinciale al distaccamento di fanteria, all'Ispettorato scolastico ecc. Dal 1839 al 1849 vi fu il tribunale. Con la detta legge fu soppressa la provincia di Isili ed il comune rimase capoluogo di mandamento ed amministrativamente apparteneva alla provincia di Cagliari, da cui dista 69 Km di strada, aggregata nel giudiziario di Lanusei da cui dista ben 100 Km. Esiste a Isili l'Ufficio del Registro, l'agenzia delle Imposte e l'Ufficio Esattoriale. Nell'Ecclesiastico appartiene alla diocesi di Oristano da cui dista 74 Km. Isili e' anche capoluogo e sezione principale del collegio elettorale politico.

Il Clima.


Il clima di Isili puo' essere definito salubre, se non che a causa della sua elevazione, della sua libera esposizione e dell'umidita' isolana e relativa al bacino del lago, si va' facilmente soggetti a malattie reumatiche nella stagione invernale, ed alle febbri nell'estate ed autunno. I venti che vi dominano sono quelli dell'ovest e del levante e raramente anche quelli del nord.

Origine e Etimologia.


Ponte Romano nelle campagne Isilesi
L'origine di Isili si perde nell'oscurita' dei tempi, ed e' impresa assai ardua investigarla: nessun documento accenna la data. Solo nel gran manoscritto del P. Aleo che si conserva nella biblioteca dell'Universita' di Cagliari si legge come Isili sia stata edificata dai superstiti della distrutta Inarsi ("Bidda Beccia") che si trova a nord-ovest, a circa 5 Km da Isili e precisamente nei limiti del territorio con Nurallao. E' probabile che Isili dia derivato da Ilienses, cosi' denominati i popoli che, secondo Pausania, scamparono all'assedio di Troia (ca. 1184 anni a.C.) e guidati da Enea pervennero in Sardegna per poi unirsi ai Greci, e si stabilirono da Isili verso l'Ogliastra. Lasciando queste leggendarie tradizioni da una parte, possiamo solo dire che Isili vanta una storia antichissima, tant'e' che al tempo delle guerre puniche fra nuragici e cartaginesi, Isili rimase sotto l'influenza di questi ultimi.
La sua origine e' dunque stimata come anteriore al V° secolo a.C. Si hanno di nuovo notizie a riguardo nel 150 d.C., quando i romani, avendo ucciso piu' di 80.000 sardi, lo conquistarono sotto la guida di Tiberio Sempronio Gracco. Isili divenne quindi regione romana e combatte' al fianco della capitale del mondo contro i feudi vicine dei Galillensi di Esterzili.


Nel 1215 la Sardegna era divisa in quattro grandi regioni: Regno di Calari (Cagliari), Regno di Arborea, Regno di Gallura e Regno di Torres. Isili, che per la sua posizione geografica e' nettamente nel territorio antistante Cagliari, era infatti incluso nel regno di Calari. Isili appartenne prima alla curatoria di Siurgus e in seguito a quella di Mandas. Intorno al 1300 Isili entro' a far parte del territorio del "Cagliaritano Pisano" e le tasse che la citta' di Pisa riscuoteva contribuirono a impoverire la regione.

Il nome Ilienses deriva da Ilio, antico nome di Troia. Gli studiosi sono discordi poiche' alcuni vorrebbero invece attribuire l'origine al nome latino Escilium, anche se nessun reperto ha confermato questa ipotesi.

Nuraghi


Una veduta del Nuraghe Is Paras
Isili come quasi tutto il territorio sardo e' cosparso di reperti archeologici. Le tracce piu' evidenti di una popolazione che anticamente risiedeva nella zona sono i nuraghi, molti dei quali non sono ancora stati oggetto di scavo. Finora nella fascia territoriale isilese sono stati localizzati una trentina di nuraghi, la maggior parte dei quali sono ancora sepolti,
mentre quelli che sono stati portati alla luce nei secoli scorsi sono stati distrutti dalle mani ignoranti dei pastori del luogo. Fino al tardo ottocento, ad esempio, la zona archeologica dove e' situato il nuraghe "Is Paras", era in possesso degli scolopi i quali non conoscendo l'effettivo valore storico-culturale dell'opera, tentarono di smantellare
la parte superiore per utilizzare il materiale per la recinzione del loro fondo. In questa occasione, l'amministrazione comunale era intervenuta e aveva proibito la demolizione di questo monumento, ma non per motivi culturali, semplicemente "Is Paras" costituiva un punto di osservazione formidabile ed era una costruzione ideale per l'avvistamento del bestiame
che i pastori utilizzavano per controllare i loro armenti.


Malgrado "Is Paras" sia un nuraghe esemplare, potendo sfoggiare la tholos piu'
bella e piu' alta della Sardegna (assieme, forse, ad una presente nel
nuraghe "Orrubiu", tutt'ora in fase di scavo), ed e' sicuramente unica
e presenta un soffitto ascendente che va' dall'ingresso verso l'alto,
di rara bellezza e grandiosita'. Visto che la camera principale era
in parte accessibile anteriormente ai lavori di scavo il nuraghe e'
stato ripetutamente saccheggiato dai tombaroli e solo una minima parte
dei reperti presenti originariamente al suo interno sono arrivati fino
a noi: elementi di osso, probabilmente facenti parte di una collana;
olle, tegami di tipo arcaico, fusarole, affilatoi, ciottole di argilla
ben databili, essendo associate a materiali micenei a loro volta databili;
pintadere e molte altre prove tangibili di una societa' abbastanza evoluta
e religiosamente affermata. Le tracce della presenza umana sono innumerevoli
e risalgono a tempi immemorabili. Non si puo' fare a meno di citare
i Menhir, di recente ritrovamento, conservati nei locali del municipio
(stupende statue iconiche risalenti forse al III° millennio a.C.); la
tomba megalitica dolmenica di "Pranu Tres Litteras" e le numerosse Domus
de Janas
. Tra le 35 costruzioni nuragiche bastera' evidenziarne
due: il sopreacitato su Nuraxi de is Paras" (cosi'detto perche'
sorge in un terreno che era di prorpieta' dei frati Scolopi) e "su
Nuraxi de Chistingionis"
. Il primo, quasi a ridosso dell'abitato,
e' una costruzione complessa: m. 6,40 di diametro per m. 11,30 di altezza.
La torre centrale e' circondata da un bastione trilobato. "Su Nuraxi
de Chistingionis"
, costruito in cima ad un dirupo del canalone del
Rio Brabacera- Nedda, presenta due torri poggianti su robusti muri di
sostegno ed una cortina muraria attraversata da un corridoio di mirabile
fattura. Di questi giganteschi avanzi dell'antichita', anteriori ad
ogni memoria scritta che torreggiano sul suolo sardo, i piu' mirabili
per architettura sono (oltre i due sopracitati "Is Paras" e "Chistingionis"):
nuraxi de is Casteddus, de Fadali e Autimi, Misola Maiori, nuraxi
Perdosu, De Molas, Trucciu, Adoni, Crastu, Musera, Grusceddu, Ladumini,
Atzinara, Erbisci, Bidda Beccia, Zampalui, Asusa, Augusta, Planuollas,
Sant'Antoni e nuraxi Longu
. Gli unici in buono stato sono nuraxi
de Fadali"
, presso i ruderi della chiesa Sant'Antonio e "nuraxi
Longu"
che da' nome alla regione. Gli altri sono tutti in totale
rovina e non rimane di essi che il nome. Diversi scrittori parlano di
questi grandi edifici di forma tronco-conica, formati da esorbitanti
macigni posti uno sull'altro, dando spiegazioni opposte sul loro reale
scopo.

Presso Nuragus anticamente esisteva la citta' di Valenza nel sito preciso detto Santa Maria de Alenza e veniva chiamato tutto il distretto Parte di Valenza e gli abitanti Populi Valentini. In ogni tempo e sino al presente in quella regione sino a Nuragus sono state rinvenute monete, bronzi ed altri oggetti antichi. Quivi nel 1867 venne scoperta una colonna miliaria che fu trasportata nella chiesa campestre di "Santa Maria Alenza" per servire da base alla conca dell'acqua benedetta.

Al confine con Nurri esisteva Biora nel sito detto Baracci in cui si
trovarono innumerevoli oggetti d'antichità. E' da ritenere che questi paesi, come
tanti altri della Sardegna, siano stati distrutti dalla irruzione dei saraceni che in
diverse epoche misero a ferro e fuoco la regione e per effetto delle pesti che la
desolarono negli anni 1348-1403-1529-1656. Nella carta della Sardegna antica si
trova segnata una strada Romana da Valenza a Biora; questa strada come è
tracciata pare passasse per ISILI o nei suoi territori.

Parrocchia & Chiese in rovina.


Il meraviglioso scenario lacustre che accompagna la Chiesetta di San SebastianoLa religione professata da quasi tutti gli abitanti di ISILI è la Cristiana Cattolica e Apostolica Romana. La chiesa parrochiale si ritiene costruita nel secolo XIV°, ha una sola navata e aveva il fronte dalla volta solida col tetto coperto di tavole poggiate su quattro archi di pietra. La chiesa ha per titolare patrono il martire sardo San Saturnino di cui si celebra la festa il 30 Ottobre. Le statue di qualche pregio sono quelle della Madonna del Rosario - Sant'Isidoro - San Pietro d'Alcantara - N.S. del Sacro Cuore ed il Cuor di Gesù.
Pur essendo la chiesa di dimensioni modeste (m. 22,5 x m. 11,6) e senza particolari pitture (come quelle della stupenda chiesa di Nurri), nella parrochia si conservano numerose ed importanti reliquie, come quelle del S.S.mo legno della croce - della S. colonna alla quale fu legato N.S. nella flagellazione - della culla del salvatore - della fascia e i pannicelli di Gesù bambino - della veste della B.V. - del mantello di San Giuseppe sposo - di tutti i Santi Apostoli ed evangelisti - di San Gioacchino - di Sant'Anna - di San Zaccaria - Sant'Elisabetta - San Giovanni Battista - di San Stefano
protomartire - San Lorenzo - San Francesco di Sales - San Carlo Borromeo
- San Giuseppe Calasanzio - San Filippo Neri - San Camillo del Lellis
- San Francesco di Paola - Santa Chiara d'Assisi - Santa Rosa di Viterbo
e di San Francesco d'Assisi. Nel campanile si ammira il campanone del
peso di circa sei quintali su cui è incisa la frase latina: "Sub
tuum presidium confugimus sanca Dei Genitrix, nostras deprecationes
ne despicias in necessitatibus nostris, sec a periculis cunctis libera
nos semper Virgo gloriosa et benedicta. Opus innocentii Jordani Neapolitani.
Anno MOLXXXXI°"
. Fra le chiese presenti nel territorio, di cui solo
una agibile, si contano: San Rocco, Sant' Efisio Martire, Sant'Antonio
di Padova, Santi Cosimo e Damiano, Santa Margherita, Santa Anastasia,
San Cipriano, San Mauro, San Sebastiano, San Mauro, Sant'Antonio da
Fadali, ecc.

Acque.


Nel territorio di Isili si possono trovare numerose sorgenti dalle limpide e fresche acque.
A conferma di questo sta' il fatto che anche nei periodi di siccità, ogni qualvolta si scavano
le fondamenta delle nuove costruzioni, vengono alla luce sempre nuove fonti o traspirazioni
dal suolo. Le sorgenti di cui ordinariainente si serve il paese sono quella di Zaurrai,
all'estremità dell'abitato, e l'altra distante circa 3 Km detta la Friorosa a cui si
attribuiscono salubri emanazioni. In numerose case antiche vi sono i pozzi e altre
sorgenti spontanee sono: Funtana Manna, Crabilis, Is Pisanus e il fiume Mannu che bagna
molti comuni della Marmilla e della Trexenta, sfociando nello stagno di Cagliari.

Servizi.


A Isili sono presenti l'ufficio del catasto, l'ospedale, la pretura, l' Istituto Tecnico
Commerciale Ragionieri e Geometri, il Liceo Scientifico e Linguistico
(con corso sperimentale informatico), ed è presente inoltre la scuola professionale A.N.A.P.

Da alcuni anni sono stati ultimati i lavori di costruzione della diga "Is Borroccus",
per una più concreta ottimizzazione delle acque piovane; per far ciò sono stati espropriati
i terreni di una vallata molto fertile, anche se l'acqua viene utilizzata dai paesi del
Campidano, e purtroppo uno dei pochi "vantaggi" che ne ha tratto il paese è stato quello di avere un clima umido con nevicate in inverno e caldo afoso d'estate.

Usanze Tipiche.


Artigianato IsileseUno dei prodotti tipici locali, ad eccezione di quelli comuni a tutto il
Sarcidano come il vino, è il sughero. Si lavora poi da tempo immemorabile
il rame, l'argilla (di cui esiste una cava) e l'artigianato tessile
e del legno. Esistono sul territorio una cooperativa tessile e due laboratori
per la lavorazione del legno: uno artigianale e l'altro che produce
infissi lignei su scala industriale. Si è inoltre sviluppata, grazie
all'illustre cittadino isilese Giovanni Dotzo, l'arte della xilografla
e dell'acquaforte, questi è infatti un vero maestro nell'incisione,
tanto che ha condotto varie mostre anche in Alta Italia. Tra le pietanze
tipiche locali si annovera le minestre quale è il "lampazzu", un
piatto unico nel suo genere composto prevalentemente da erbe.

Popolazione.


Isili è un importante centro urbano date le strutture in esso presenti, nonostante conti appena 3500 abitanti, dato che gran parte dei lavoratori è pendolare. Ogni anno si contano circa una trentina di nascite e "solo" una quindicina di decessi, e la popolazione aumenta anche perchè ogni anno aumenta il numero di famiglie che immigrano a ISILI da altri paesi del circondario. Il tasso di mortalità è di circa 2%.

Speriamo, con questa ricerca, di aver reso più chiare le usanze e la storia di un paese che, in continua espansione, ha una sua collocazione ben precisa nella storia della Sardegna.

Francesco Tronci, Melis Luca, Cocco Federico.

Ricerca scolastica svolta nel 1995/96 dagli alunni Cocco Federico, Melis Luca e Tronci Francesco; a quel tempo studenti dell'allora classe Seconda C del Liceo Scientifico Statale "Pitagora" Isili per il Professor Manunta.


Si ringrazia per la collaborazione la Biblioteca di Isili ed i suoi impiegati, "Maestro Mura" ed il Parroco Don Salvatore Sanna. Tutte le foto sono state tratte, con l'autorizzazione degli Autori, dall'opuscolo "ISILI - L'Ambiente, La Storia, Le Tradizioni", con testi di Giovanni Mura e foto di Giancarlo Deidda, Andrea Aracu, Peppino Boi e Sandro Ghiani.