LE CHIESE DI VISIGNANO

Chiesa parrocchiale dei SS. Quirico e Giulitta

Nel luglio 1475 si riuniscono in chiesa i Podestà di Parenzo (Pietro de Mula) e di Montona (Nicolò de Pesaro) nonchè 4 rappresentanti del primo Comune (Domenico de Dionisio, Antonio de Facira, Nicolò Baliconi, Catarino degli Artizonti) e 4 del secondo (Bortolomeo Malaspina, Giacomo Polesini, Paolo Barbo, Michele Romagnino) per regolare questioni di confini da lungo tempo causa di violenze e danni fra gli abitanti dei due Comuni.

Della villa di Visignano nominati il curato Andrea ed il lapicida Pietro de Rama.

Nel 1560 viene ricostruita la vecchia chiesa che aveva il campanile a ventola, sul quale erano poste le campane.

Nel 1736 mistro Giobatta Rabassi fu Gerolamo, della Carnia, erige l'altare maggiore di marmo, dedicato a S. Quirizio; la data è incisa al margine inferiore della mensa.

Fino al 1820 intorno alla chiesa c'era il cimitero.

Dal 1830 al 1833 avviene la costruzione della nuova chiesa sul luogo dell'antica, ma più ampia e con la facciata rivolta a mezzogiorno; per l'ampliamento sono acquistati un casale della famiglia De Colle e la casa Pol(o).

Nel 1852 Daniele Bortolotti, di famiglia friulana residente a Visignano già nel 1735, costruisce i banchi della chiesa.

Tra le tele degli altari è interessante quella sul secondo altare laterale destro, dedicato alla Beata Vergine del Rosario. La Madonna col Bambino su di un trono, con baldacchino, dà il rosario al Papa ed al Doge, mentre intorno sono inginocchiati dei popolani. Incorniciano la tela i 14 quadretti coi Misteri, dipinti con maggior perizia da un seguace del Palma al principio del '600.

Nel luglio 1890 il pittore Valentino Lucas di Albona restaura tutte le pale d'altare ed a richiesta del Parroco attribuisce le stesse a vari autori: la pala di S. Pietro alla scuola di Paolo Veronese (vissuto dal 1530 al 1588), quella dei SS. Patroni Quirico e Giulitta (comunemente chiamati Quirizio e Giuditta) ad epoca posteriore. La pala della B. V. del Rosario con i Misteri intorno, egli dice essere di Giorgio Ventura del 1598.

Notevole anche la portella del tabernacolo dell'altare maggiore, in rame sbalzato e dorato, col Padre Eterno che regge il Redentore morto: è del '600 d'orefice veneziano ed è stato conservato, trasferendolo dall'altare preesistente in questo.

La piccola pace è una delle tante "Pietà" ispirate all'opera del Donatello, fuse ripetutamente a Padova e Venezia, racchiusa in cornicetta lombardesca.

Il 28 dicembre 1891, per disposizione testamentaria di don Pietro Cadore, viene eretto il nuovo altare di S. Maria Maddalena, compatrona di Visignano, lavorato con i migliori marmi trentini e di Carrara.

La pala rappresenta la Maddalena ai piedi del Redentore, bene interpretata dal prof. B. Gianelli di Capodistria.

Nel 1892 il prete mansionario Angelo Palaoro, nativo di Rovereto, fa murare in chiesa una lapide marmorea nel XXV anniversario della morte di don Pietro Cadore che aveva istituito la mansioneria perpetua e donato alla parrocchia la splendida pianeta a trapunto di seta, argento e oro, nonchè il manipolo e la stola; ricevute dal canonico Artusi di Parenzo, (il quale le aveva avute dal Patriarca di Venezia) venivano indossate dal celebrante la Messa il giorno dei SS. Patroni.

Nel 1900 in marzo e rispettivamente giugno sono esposte in chiesa le nuove statue lignee della Madonna e di S. Giuseppe, opera di Domenico Demetz del Trentino, alte metri 1,80

Chiesa di S. Antonio Abate

Antonio De Colle fa risalire la costruzione intorno al 1320, Antonio Alisi al principio del '400.

Una statua lignea, policroma, raffigura S. Antonio Abate seduto.

La facciata presenta la porta con cornice ogivale ed il campanile a vela, con due fori.

Nell'interno è intatta la volta ad ogiva con parete di fondo piana, simile alla coeva Madonna della Neve di Pirano, solamente che in questa di Visignano si sono conservati in parte gli affreschi presso l'altare, quattrocenteschi. Il resto è ridipinto nel 1565 con le storie di S. Antonio Abate dal pittore udinese Domenico Pozzoni, abitante a Dignano.

Dinanzi all'altare scorgesi una piccola lapide sepolcrale con questa scritta contenente le iniziali del defunto, che doveva essere il gastaldo dell'omonima Confraternita:

1604

M.M.

G.

Secondo la tradizione, la messa viene celebrata ogni anno il 17 gennaio.
 
 

Chiesa di S. Rocco

Francesco Babudri la annovera tra le chiese venete dei secoli XIV e XV; secondo Antonio Alisi è da attribuirsi al principio del '500.

Si trovava in piazzetta fino al 1914, anno in cui venne demolita.

L'altare in legno, con nicchia centrale, racchiudeva la statua lignea di S. Rocco.

Nelle tavole laterali erano dipinti S. Cristoforo e S. Sebastiano e nella lunetta del timpano il Padre Eterno benedicente fra cherubini.

Nel 1890 Valentino Lucas restaurava l'altare intagliato in legno, attribuendo i rispettivi dipinti ad uno scolaro del Perugino.

La chiesa aveva il pavimento di qualche gradino sotto il livello della piazza, nonchè un'originale disposizione interna del soffitto ed una finestra a traforo nella facciata.

Viene ricostruita in Saline intorno al 1930, scalpellino Luigi Morassi.

La messa viene celebrata ogni anno il 16 agosto.
 
 

Chiesa di S. Caterina

Si trovava sul posto poi occupato dalla pesa pubblica, venne demolita verso il 1885.