LA VITE ED IL VINO

A partire dalla seconda metà del secolo scorso, il vino diventa il principale prodotto dell'economia visignanese, con una produzione media nell'intero Comune di circa 25.000 ettolitri. 

Le viti venivano piantate in fossi scavati ad una profondità di un metro, con il badile, la mazza e le mine. 

Le barbatelle selvatiche (berlandieri, rupestris e riparia) venivano piantate d'inverno e innestate l'anno successivo. In questo secondo anno spuntavano i primi chicchi d'uva. 

Tra vite e vite si teneva la distanza di 90 cm. e tra filare e filare 220 - 250 cm.; ogni pianta era legata con i vimini (venchi) alla sua canna o paletto ed ai due fili di ferro che correvano lungo il filare (schiera). 

Per ottenere un buon raccolto era necessario eseguire al momento giusto le varie operazioni: la potatura in autunno, la legatura in primavera, la spruzzatura dello zolfo e del verderame fino a 5 -6 volte a partire dalla primavera, la zappatura e l'aratura in inverno, primavera ed estate, il taglio dei germogli inutili (zimar e bastardar). 

Il lavoro più faticoso era la zappatura. I grandi nemici della vite erano la peronospera e la grandine. 

La vendemmia iniziava agli ultimi di settembre: prima tutta l'uva bianca che veniva pigiata e poi la nera che veniva diraspata. 

La bollitura durava da 2 a 7 giorni per il vino bianco e 7 -8 per il nero, dopodichè il vino veniva travasato ed i raspi e le bucce torchiati e trasformati in vinacce. Queste venivano distillate e adoperate come mangime o letame. 

In febbraio il vino veniva ritravasato (messo sul netto) e la feccia (fezza) essicata e venduta, come pure la gromma (gropida). 

Prima e dopo di ogni travaso, le botti venivano lavate e zolforate per evitare la formazione di muffe o cattivi odori. 

La gradazione alcoolica media era di 12 gradi per il vino bianco e di 11 per il nero. 

Fino agli anni '30 il vino venduto agli osti triestini veniva trasportato con i carri a Parenzo e qui scaricato dai facchini sul vaporetto di linea, evidentemente più conveniente della ferrovia. 

Vitigni prevalenti per il vino nero: borgogna e terrano; per il bianco: malvasia. 

Prima dello sviluppo dell'uva, avvenuto nella seconda metà dell'Ottocento, era molto diffuso l'olivo che venne immolato alla vite a causa delle difficoltà di vendita dell'olio.