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SURFCASTING- LEZIONE 4 (by Graziano)

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Un calamento passepartout

In questi dieci anni di pratica agonistica, devo dire di aver cambiato modo di costruzione dei miei calamenti almeno una ventina di volte!! Questo perché partecipando a gare e trofei in tutta Italia, si incontrano spessopescatori che sembrano avere sempre una soluzione migliore della tua. In realtà a poco a poco mi sono reso conto che la semplicità è la strada migliore da intraprendere, anche se qualche accorgimento particolare aiuta sempre.

La soluzione che sto adoperando adesso per le canne telescopiche, me l'ha insegnata l'amico Vittorio Galassi (forte nazionale italiano). Bisogna tener presente che il compito principale di un calamento è quello di rimanere in pesca il più a lungo possibile. Questo si ottiene evitando che si formino grovigli sia in fase di lancio che in pesca, per colpa della corrente o delle alghe. Bisogna evitare quindi "sporgenze" fastidiose e soprattutto cercare di rendere il tutto il più piccolo possibile.

Il trave(0,50) è lungo 130 cm, dal capocorda realizzato con una piccola asola al punto in cui legheremo il piombo. L'asola si ottiene doppiando una piccola parte dello spezzone di filo è facendo un nodo semplice con due passaggi del filo invece di uno, stringendo poi il nodo preventivamente bagnato con la saliva. Sul nodo poi si blocca un pezzettino (un cm) di tubetto di silicone(ideale quello della Stonfo) di adeguata misura(0,7). A 55 cm dall'asola si realizzerà il primo "join" o snodo (nodino perlina girella perlina nodino). Per realizzare il "nodino", ci sono tante soluzioni. Ho usato un semplice nodo uniknot realizzato con 5-7 spire di un filo colorato dello 0,22, ma si rovinava il trave quando si spostava il nodino, oppure gli stopper "nakazima" della ich ban(quelli neri e lunghi) ma sono troppo ingombranti(però ci permettono di realizzare un trave velocemente). Oppure infilando lo spezzone di filo in un pezzettino di tubetto(3 mm), di larghezza poco superiore allo spezzone di filo, e facendo rientrare lo spezzone(a forza) dalla parte dove era già entrato, facendolo riuscire nuovamente. Tirando poi il filo che riusciva (si forma un cerchietto), si ottiene una specie di nodo, che scorre a fatica su tutto il trave senza rovinarlo assolutamente(provate e vi meraviglierete). Però la difficoltà di trovare il diametro e la consistenza giusta del tubetto (pena uno scorrimento troppo elevato), mi ha fatto desistere. Ora utilizzo il primo sistema, utilizzando però invece che il filo da pesca, il filo per le legature e ricoprendo il nodino che si forma con dello smalto bianco(più liquido)da donna che avrà il compito di bloccare il nodino, renderlo liscio e ricoprire i minuscoli baffetti che si ottengono dal nodo. Non ci sarà cosi alcuna sporgenza o appiglio per il nostro terminale.

Le perline le compro in merceria e sono piccolissime, cosi come la girella che è Tubertini della misura 20. Piccola perché più una girella è piccola, più scarica le "tensioni". Da questo "join" al successivo ci sono 65 cm.

Per attaccare il piombo poi o si usa un moschettone con girella tipo mustad di misura 5 oppure per evitare del tutto i grovigli, io uso mettere una girella del 5 nell'asola d'acciaio del piombo(però io i piombi li faccio da solo con l'aiuto di maschera e occhiali). Un semplice nodo quando arrivo in spiaggia mi permetterà di evitare il moschettone che è causa di tanti tantissimi ingarbugliamenti del filo.

Al join superiore lego poi direttamente in spiaggia, il finale di 45 cm e a quello inferiore uno di 55 cm. Queste lunghezze ci permettono di evitare tutti i grovigli e di usare finali anche molto sottili(0,12). Qui entra in gioco l'importanza di avere in gara la "T". Quando lego poi ami a paletta, anche su questo nodo, passo lo smalto. Non avete idea di quanto scorra l'arenicola sull'amo facendo così (tempo risparmiato)!! Qualche volta metto prima dell'amo perline fluorescenti. Importante è legare e tagliare molto vicino al terminale un elastico di quelli marroncini siliconati. Funzionerà da stop per l'esca(si fa scorrere fino a comprimere un poco l'arenicola). Eviterà che in fase di lancio l'arenicola possa scorrere indietro scoprendo l'amo. Ecco in gara pesco quasi unicamente così, a meno che non devo insidiare qualche specie particolare Orate o pesci a galla , dove serve veramente una lunghezza di finale superiore(vedi spiegazione di Aber).

Diciamo che questo è un modo di pescare "universale", che rende in tutta Italia e soprattutto in Sardegna, dove i pesci, per qualche strano motivo, preferiscono finali corti, cortissimi e alti sul trave!!!! Naturalmente devi avere un centinaio di ami legati su finali di vario diametro e arrotolati su rotolini avvolgilenza. Fare gare significa anche e soprattutto tempo perso nella preparazione!!!

Naturalmente utilizzo poi anche tutti i calamenti che vi ha spiegato Aber e che sono la BIBBIA del surfcasting.

Questo che vi ho detto, per evitare discussioni, è solo un mio modo di interpretare la pesca, frutto di tante, tantissime prove, utile soprattutto in gara.
Graziano

le foto sono una cortesia del Surf Casting Site

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sei il pescatore nr. che e' entrato a dare un'occhiata a questa pagina dal 17/6/2000.