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Come si può notare anche Forte Schiaffino è quasi invisibile, qui lo vediamo con vista frontale e sul fianco destro.

 

Forte Schiaffino, detto "Batteria Schiaffino", fa parte del sistema di fortificazioni denominata "Forti Umbertini". Tale sistema si articolava in una trentina di siti e polveriere situati in punti strategici sulle estreme coste sicule-calabre sui Monti Peloritani (Sicilia) e dell'Aspromonte (Calabria).

Come tutti i forti umbertini fu costruito dallo Stato Maggiore del Regio Esercito Italiano tra il 1882 ed il 1892 e, come gli altri in posizione tale da dominare lo Stretto di Messina da Capo Peloro a Capo d'Armi.

Nella seconda guerra mondiale, fu sede di una batteria contraerea della Milvart (milizia artiglieria marittima).

Oggi, purtroppo, è ridotto a ricovero di cani randagi, cioè ospita un canile.


Ulteriori notizie

Al forte si accedeva tramite una strada allora militare che conduceva all'edificio principale, che era il forte, posto sulla parete alta della collina (vedi le foto).

Il forte si articolava secondo una planimetria rettangolare determinato dal tracciato della cinta muraria affinchè offrisse il minimo bersaglio alle bordate dei colpi delle artiglierie nemiche.

Dal lato mare, è quasi totalmente interrato e protetto da un terrapieno sostenuto da un muro a secco che praticamente lo rendeva invisibile alla vista delle navi che attraversavano lo stretto.

Dal lato valle la fortezza veniva difesa da un ampio fossato e le strutture murarie sono costituite da pietre di grossa dimensione lasciate a vista.

Le scelte architettoniche ed urbanistiche furono dettate da esigenze strategico militare che imposero l'orientamento est/sud-est con le artiglierie ed a ovest/nord-ovest gli ingressi; quindi dal lato nord-ovest invece la necessità di controllare lo Stretto di Messina, verso cui erano posizionati gli obici da 280 mm, imponeva l'interramento della struttura fortificata che con i suoi terrapieni si difendeva dagli effetti dei proiettili lasciati dai cannoni delle navi nemiche, dal lato sud-ovest l'ingresso era protetto da un ampio fossato e da pareti di cinta dotate di strette feritoie strombate in cui venivano posizionate le armi che avrebbero dovuto contrastare gli attacchi provenienti da terra.

Internamente la composizione architettonica si basava su due elementi fondamentali e ricorrenti: il cortile e le rampe, nel primo si svolgevano tutte le operazioni di manovra e da esso si accede a tutti gli ambienti interrati e seminterrati adibiti a deposito munizioni oltre alle postazioni fisse di sentinella per il controllo del fossato e delle valli sottostanti, mentre le seconde, le rampe, servivano per far salire gli obici sulle terrazze nelle rispettive postazioni.

     

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