INANELLAMENTO NELL'AREA CHIANTIGIANA

          La fase dell'inanellamento è iniziata verso la fine di maggio di entrambi gli anni di studio, periodo in cui gli adulti trascorrono già molto del loro tempo in prossimità dei nidi in quanto impegnati nella prima deposizione o nella fase conclusiva della sistemazione dei nidi stessi. Fra le varie stazioni in cui era stata accertata un'attività di nidificazione ne sono state selezionate quattro; due caratterizzate dalla presenza di ovini (Casa al Sodo e Cipressaia), una posta in una stalla di cavalli (Belvedere) e un'ultima ubicata all'interno di un loggiato di una casa colonica abbandonata (Lame di Sopra). L'attività è stata intrapresa anche in uno stabilimento in località Ferruzzi, presso il paese di Panzano, dove però, a causa di problemi logistici, si è svolta limitatamente al primo anno di indagine. Oltre a queste stazioni, nel 1999 ne è stata aggiunta un'altra, in corrispondenza di una fabbrica artigianale (presso Ponte Nuovo), all'interno della quale ci è stato permesso, contrariamente all'anno precedente, di effettuare l'inanellamento della consistente popolazione presente.
          Nel corso del biennio, per l'attività di inanellamento, sono state compiute 9 uscite, durante le quali sono stati inanellati 231 individui (80 adulti, 2 giovani, 149 pulcini). In particolare, nelle 4 uscite effettuate durante il 1998, la prima delle quali avvenuta il 26 maggio, sono stati contrassegnati 67 individui (17 adulti, I giovane e 49 pulcini), mentre nelle 5 uscite del 1999, la prima delle quali avvenuta il 27 maggio, sono stati inanellati 164 individui (63 adulti, i giovane e 100 pulcini).

  1998 1999
m adulti 5 28
f adulte 12 35
Giovani 1 1
Pulcini 49 100
TOTALE 67 1

          Nel secondo anno di studio abbiamo inoltre avuto modo di ricatturare 5 individui inanellati l'anno precedente. In particolare questo è avvenuto in due stazioni (3 femmine alla stalla di Belvedere e una coppia all'ovile di Cipressaia); gli esemplari ricatturati corrispondevano ad individui inanellati rispettivamente nelle stesse località e già adulti nel 1998.

Descrizione dell'attività di inanellamento nelle singole stazioni

          Ferruzzi

          L'inanellamento è stato effettuato presso un capannone moderno in cemento armato di notevoli dimensioni adibito a falegnameria e ubicato vicino ad altre costruzioni simili e ad alcune abitazioni. La struttura presenta un ampio ingresso su un lato e altre aperture più piccole su altri due lati, chiusi da portoni metallici in parte scorrevoli.
          A causa delle previste difficoltà nel limitare i punti di passaggio delle rondini durante la  loro attività diurna, abbiamo chiesto e ottenuto la collaborazione dei proprietari che la sera precedente il nostro arrivo hanno chiuso ogni via di uscita alle rondini. In questo modo, al montaggio delle reti, avvenuto nelle prime ore del mattino, le rondini si trovavano ancora all'interno ed era perciò presumibile una loro facile cattura nel momento del risveglio e dei loro tentativi di uscita in cerca di cibo.
          Nonostante le nostre previsioni, la cattura si è rivelata particolarmente difficoltosa soprattutto a causa del fatto che le rondini vedevano le reti in controluce e avevano comunque un ampia possibilità di movimento dentro il capannone. Dopo alcune ore di tentativi un solo individuo (una femmina) è rimasto impigliato nelle reti e abbiamo deciso di sospendere l'operazione per permettere l'uscita degli altri esemplari bisognosi di cibo, necessario soprattutto per imbeccare i piccoli.
          L'eccessiva altezza da terra (circa 12 m) alla quale si trovavano gli 8 nidi da noi conteggiati sulle travi del soffitto ci ha impedito di raggiungerli e di effettuare un loro controllo diretto; la presenza di soli 4 adulti all'interno ci ha però ha permesso di stabilire che 2 soltanto di essi potevano essere considerati attivi. Tutte queste difficoltà nei rilevamenti e nelle catture ci hanno fatto decidere, nel secondo anno, di limitare la nostra indagine presso questo luogo al solo censimento.

          Casa al Sodo

          Si tratta di un isolato insediamento rurale comprendente una casa colonica connessa a un porcile, ora adibito a magazzino, un ovile in muratura e una struttura bassa e allungata (di circa 6 x 30 m) antistante la casa, costituita da un'intelaiatura metallica rivestita di nylon e imbottita con materiale isolante. Quest'ultima, adibita in passato a ricovero delle pecore, negli ultimi anni è andata progressivamente deteriorandosì e le sue condizioni sono diventate oggi molto precarie .
          Fino al 1998, e quindi anche durante il nostro primo anno di indagine, l'area era interessata dall'attività di pastorizia in quanto permanentemente abitata da pastori produttori di formaggio. Nell'anno successivo, il trasferimento del nucleo familiare in un altro luogo (Cipressaia) ha portato ad uno stato di totale abbandono dell'intera zona, a eccezione dell'ovile e della costruzione metallica ancora occasionalmente utilizzate come riparo per un piccolo gregge di pecore.
          Nel censimento del primo anno sono stati conteggiati 14 nidi di rondine così suddivisi: 6 intorno all'abitazione dei pastori, 4 nel capannone semi- diroccato, 3 nell'ovile in muratura e 1 nell'ex-porcile. Di questi solo 4 sono risultati attivi e precisamente quello nel porcile, 2 di quelli all'interno del capannone e 1 nell'ovile. I due locali in muratura, dotati di piccoli accessi, hanno consentito una facile collocazione delle reti, ma, mentre la coppia nidificante nell'ovile è stata catturata e marcata, non siamo stati in grado di inanellare quella dell'ex-porcile, nonostante i ripetuti tentativi, a causa della notevole diffidenza  manifestata dalle   rondini che frequentano questa località. In quest'ultimo locale abbiamo comunque applicato gli anelli ai 5 pulcini che componevano la nidiata.
          In corrispondenza del capanno allungato la disposizione delle reti è risultata  invece molto problematica. La mancanza di  contiguità dei vari frammenti della copertura e l'irregolarità delle molte aperture di conseguenza formatesi e difficilmente individuabili e ostruibili, ci ha fatto desistere, nel primo anno, dal tentativo di catturare le rondini presenti. Nella stagione successiva l'operazione è stata tuttavia provata cercando di chiudere il più possibile gli accessi con teli di nylon e posizionando le reti all'entrata principale: il risultato è stato in questo caso piuttosto  soddisfacente poiché su 3 nidi attivi sono stati inanellati 4 adulti (3 femmine e 1 maschio). I 4 nidi dell'anno precedente esistevano ancora ma non erano stati nuovamente utilizzati.
          Per quanto riguarda gli altri due annessi in muratura nel 1999, abbiamo rilevato una situazione identica a quella dell'anno precedente. Oltre alla coppia nidificante all'interno dell'ovile siamo riusciti a marcare anche la femmina del porcile.
          L'inanellamento dei piccoli si è rivelato particolarmente agevole grazie alla posizione dei nidi. Questi ultimi infatti, sia nel capanno sia nei vari annessi vicini o contigui alla casa colonica, erano posizionati a pochi metri d'altezza (su travi di soffitti bassi per quanto riguarda le stalle e gli ambienti in muratura oppure su impalcature metalliche cadenti e fili elettrici nel capanno). Per ogni nido attivo di questa località abbiamo potuto contrassegnare l'intera covata, per un totale di 24 pulcini.
          I nidi inattivi presenti intorno alla casa che avevamo rilevato nel 1998 erano nel frattempo crollati, a eccezione di uno posizionato all'interno di un vecchio garage.
          La facilità di accesso ai nidi ci ha indotto inoltre a tentare la cattura notturna degli animali con l'ausilio di un retino per cercare di marcare gli adulti mancanti, certi della loro presenza nel nido dopo il tramonto. L'operazione ci ha permesso però di prendere soltanto 3 adulti e un giovane già inanellati in precedenza.
          Il basso numero di individui inanellati nella stagione riproduttiva 1998 può spiegare il fatto che nel secondo anno non si siano verificate ricatture.

          Cipressaia

          E' un moderno capannone isolato di notevoli dimensioni utilizzato dalla primavera del 1998 come ovile e, in parte, come laboratorio per la produzione artigianale di prodotti caseari. La struttura presenta, oltre a numerose finestre, due entrate molto ampie chiuse da porte metalliche scorrevoli poste su pareti opposte. L'ovile si trova a pochi chilometri dall'abitato di Panzano ed è circondato da un'area prativa intervallata da tratti boscati.
          Per poter procedere alla cattura e all'inanellamento abbiamo innanzitutto chiuso le finestre rendendole inutilizzabili per le rondini come vie di uscita; la rete è stata fissata in corrispondenza dell'ampia apertura sul retro mentre quella sul lato opposto è stata utilizzata aprendola e richiudendola alternativamente per permettere alle rondini di rientrare senza farle uscire dalla stessa parte.
          Durante il primo sopralluogo effettuato verso la metà del ma9gio 1998, abbiamo individuato 3 nidi sicuramente nuovi, vista la recente edificazione della struttura. Due settimane più tardi, quando siamo tornati per l'inanellamento, abbiamo constatato la presenza di sole due coppie nidificanti. In quell'occasione tutti e quattro gli adulti sono stati catturati e marcati e durante le visite successive abbiamo avuto modo di mettere gli anelli anche a 5 nidiacei e a un giovane da poco involato.
          L'anno seguente i nidi erano diventati 4, dei quali però, i 3 già esistenti, erano inattivi. lì nuovo nido era occupato da una coppia che siamo riusciti a catturare e che è risultata essere composta da due individui che avevamo inanellato in questa stessa località nel 1998. lì loro nido conteneva 5 piccoli, che sono stati tutti marcati. In una visita successiva, avvenuta circa 3 settimane dopo, anche il quarto nido era stato abbandonato e l'unica coppia che frequentava l'ovile stava costruendone uno nuovo. Tale coppia era stranamente composta dallo stesso maschio della volta precedente e da una nuova femmina, che abbiamo catturato e inanellato. Della vecchia femmina non siamo riusciti a trovare più nessuna traccia.

          Belvedere

          In questa località è presente un complesso costituito da una colonica ristrutturata e   da vari annessi in muratura adibiti per lo più a stalle per l'allevamento di cavalli, circondato da aree prative aperte Molte delle strutture sono state costruite o ristrutturate proprio durante il biennio in cui si è svolta la nostra ricerca.
          Nel primo anno di rilevamento abbiamo trovato 9 nidi di rondine all'interno della stalla principale, una costruzione a pianta rettangolare con piccole finestre lungo i due lati maggiori, una piccola porta su uno dei lati minori e una grande apertura chiusa da un cancello scorrevole su quello opposto. Dei nidi presenti solo 2 non sembravano essere stati utilizzati in quella stagione mentre negli altri, posizionati su travi di ferro o presso l'angolo fra la parete e il soffitto, abbiamo in qualche modo potuto verificare la presenza di coppie nidificanti. Un decimo nido attivo é stato poi individuato all'interno di uno degli stalletti in via di costruzione posti in prossimità della stalla maggiore.
          Durante le tre uscite dedicate all'inanellamento fatte in questa località nel 1998 siamo riusciti a catturare e inanellare 9 adulti (7 femmine e 2 maschi), tutti nella stalla grande. La rete era stata collocata in maniera fissa in modo da bloccare l'ingresso più ampio e veniva consentito alle rondini di entrare grazie alla periodica apertura di alcune finestre e della porta sul retro. In questa stanza il totale dei pulcini a cui abbiamo applicato l'anello di identificazione è stato di 14; sono stati inoltre marcati altri 4 nidiacei dell'unico nido situato nei locali in costruzione.
          Nel 1999 i lavori di ristrutturazione erano proseguiti, tanto che la stalla principale era stata quasi completamente demolita e ricostruita mantenendo tuttavia la posizione e la forma che aveva in passato. Logicamente i vecchi nidi erano scomparsi ma abbiamo positivamente constatato che le rondini erano comunque tornate a nidificarvi, addirittura in maniera più abbondante. Infatti il numero di nidi conteggiati in questo anno è salito a 16 e solo in uno di essi non si è potuta stabilire con certezza un'avvenuta deposizione. Nel frattempo si era conclusa anche la costruzione dei vicini stalletti ma il proprietario non ci ha permesso di effettuarvi il controllo in quanto essi erano già occupati dai cavalli.
          Data la difficoltà che comportava il raggiungimento delle finestre, abbiamo preferito mantenerle costantemente chiuse e l'ingresso delle rondini veniva permesso liberando dalle reti l'entrata principale. Complessivamente abbiamo potuto inanellare ben 24 adulti (11 maschi e 13 femmine) e 66 piccoli. Nelle reti sono inoltre rimaste anche 3 femmine che possedevano già l'anello da noi applicato l'anno precedente nella stessa stalla. La cattura di questi ultimi esemplari ha fatto salire a 16 il numero delle femmine presenti all'interno di questo edificio ed è quindi probabile che anche il sedicesimo nido da noi considerato come avente attività incerta, sia stato in realtà interessato per lo meno da un tentativo di nidificazione.
          In uno degli ultimi sopralluoghi abbiamo visto che il proprietario dell'allevamento aveva provveduto a far installare un piccolo pannello di metallo sotto  a ciascuno dei nidi per   evitare che gli escrementi delle rondini imbrattassero eccessivamente le nuove strutture della stalla. Questo si è reso necessario soprattutto a causa dell'esistenza di un'area destinata ai controlli veterinari che per motivi igienici doveva essere mantenuta costantemente pulita.

          Lame di Sopra

          Questa stazione di inanellamento é rappresentata dal loggiato di una vecchia colonica disabitata, chiuso su tre lati e comunicante, tramite una breve scalinata, con un piccolo pianerottolo. L'unica via di accesso per le rondini è costituita dall'arco di ingresso del loggiato, che si apre direttamente su una strada sterrata. In prossimità della casa, situata a poca distanza da Greve in Chianti, si trova un fienile in corso di ristrutturazione. Gli immediati dintorni sono coltivati a vigneto.
          Nel primo anno sono stati contati 10 nidi, di cui 6 inattivi e 4 (3 nel primo locale e 1 in quello soprastante) utilizzati dalle rondini per la nidificazione. In ciascuno di questi abbiamo infatti verificato la presenza di pulcini (5 in ognuno) In prossimità del nido attivo al piano superiore é stato inoltre trovato a terra un sesto individuo morto, molto probabilmente appartenente a questa stessa covata.
          Nel corso delle ripetute uscite siamo riusciti complessivamente a marcare 20 nidiacei, 1 femmina  e 1 giovane; quest'ultimo, catturato durante l'ultima giornata di inanellamento, era quasi sicuramente proveniente da un'altra zona in quanto i piccoli nati fino a quel momento in questa località erano stati tutti inanellati. Per quanto riguarda la cattura degli individui in volo, abbiamo incontrato non poca difficoltà; infatti, pur essendo presente una sola apertura da ostruire e controllare, le rondini si sono mostrate molto diffidenti e perfettamente in grado di identificare la presenza della rete.
          Nel corso dell'ultima stagione riproduttiva e stata verificata la presenza di 11 nidi, di cui 5 mai utilizzati dalle rondini e 6 attivi. Di questi ultimi, in uno l'attività, poi interrotta, é stata presunta in base alla presenza, all'interno, di un uovo e di una rondine morta (un maschio); negli altri 5 sono state trovate le uova ma solo in uno di essi è stato possibile appurare con sicurezza il buon esito della covata e inanellare i 5 pulcini presenti.
          In particolare, uno dei casi di fallimento della covata può essere spiegato quasi certamente con un atto di predazione, poiché i pulcini, molto piccoli e non inanellabili trovati durante il nostro primo rilevamento, non erano più presenti al momento del successivo sopralluogo, effettuato peraltro dopo pochi giorni; siamo stati indotti a trarre questa conclusione dall'impossibilità di un loro involo nel breve lasso di tempo intercorso e dal fatto che la posizione del nido in vicinanza di una trave lo rendeva facilmente raggiungibile da parte di eventuali predatori.
          Le difficoltà incontrate nel corso del primo anno, e ripresentatesi alla prima uscita del 1999 (durante la quale è stata catturata una sola femmina), ci hanno indotto a tentare un cambiamento di strategia. Per ovviare alla elevata diffidenza manifestata dalle rondini, siamo giunti sul luogo alle 4.30 del mattino e abbiamo posizionato la rete prima dell'alba, confidando nel fatto che tutti gli esemplari fossero a riposo. In questo modo, è stato possibile catturare i 6 individui presenti all'interno (3 maschi e 3 femmine). Di questi, 5 sono stati inanellati mentre una delle femmine era quella già presa e marcata la volta precedente.

          Ponte Nuovo

          La stazione prescelta, ubicata in prossimità di Ponte Nuovo lungo la strada che porta a Lamole, corrisponde a una fabbrica artigianale adibita alla produzione di botti; essa è costituita da un unico ampio capannone dotato di soffitti altissimi e gremito di una quantità di materiale legnoso e strumenti così elevata da occupare la quasi totalità dello spazio interno e da rendere quindi difficoltoso e addirittura impossibile il passaggio in molte parti del locale .
          Nonostante la presenza di un alto numero di rondini in volo all'esterno della struttura, durante il primo anno di studio la costruzione è stata da noi trovata sempre chiusa e non è stato possibile accedervi se non un'unica volta verso la fine di luglio. Poiché la stagione riproduffiva era ormai inoltrata è stato effettuato il solo censimento dei 25 nidi presenti. Questi, collocati sul soffitto in corrispondenza di travi irraggiungibili, sono risultati difficilmente individuabili e indagabili e solamente la valutazione del movimento degli adulti in volo intorno a ciascuno di essi ci ha permesso di supporre la loro presunta attività.
          Durante il secondo anno, grazie ai contatti nel frattempo stabiliti con il proprietario, il monitoraggio è stato invece intrapreso verso la fine di aprile ed è stato ripetuto più volte nelle settimane successive; la situazione di incertezza rilevata l'anno precedente è stata pertanto chiarita osservando, nei ben 51 nidi trovati, una sicura attività in 31 di essi (mentre dei 20 restanti, 12 sono risultati inattivi e solo 8 incerti).
          Per  effettuare   l'inanellamento abbiamo studiato l'ambiente interno cercando di individuare tutte le possibili vie di accesso per le rondini. Oltre all'ingresso principale, sfruttato da esse soprattutto nella sua porzione superiore grazie a un vetro rotto e quindi costantemente usufruibile, la struttura presenta in alto, su tutti i lati, una serie di finestre, la maggior parte delle quali sempre chiusa. Le reti sono state collocate lungo ciascuna delle due pareti minori, su finestre appositamente aperte, e venivano rimosse permettendo così l'entrata degli animali, per poi essere successivamente riposizionate non appena la quantità di individui all'interno sembrava aver raggiunto una certa consistenza. L'uscita attraverso il vetro rotto è stata bloccata mediante l'applicazione di un piccolo retino.
          All'interno,  a  causa  dell'ampio spazio che le rondini avevano a disposizione per il volo, abbiamo cercato di aumentare la probabilità di una loro uscita verso le reti muovendoci lungo il locale con l'intento di disturbarle. Ciò è risultato molto difficoltoso per l'impraticabilità di gran parte della superficie e, nonostante la gran quantità di nidi, siamo riusciti ad inanellare solamente 25 esemplari (12 femmine, 12 maschi e i giovane).   Questo risultato, pur non rappresentando certo la totalità degli individui presenti, risulta comunque essere una buona percentuale di essi, in quanto le rondini (come già accennato nel capitolo materiali e metodi) utilizzano talvolta per la seconda covata un nido diverso da quello usato per la prima; in base a questo fenomeno, dunque, i 31 nidi attivi conteggiati non necessariamente sono stati occupati da un ugual numero di coppie.
          A causa dell'irraggiungibilità dei nidi, questa stazione, insieme a quella della località Ferruzzi, costituisce uno dei soli due casi nei quali non è stato possibile procedere alla marcatura dei piccoli.