AREA DI STUDIO E METODI

MATERIALI E METODI

L'attività di ricerca si è svolta nel biennio 1998-199g ed è stata realizzata in due fasi: una prima fase di monitoraggio basata sul censimento dei siti di nidificazione, finalizzata ad offrire indicazioni sullo stato delle popolazioni di rondini all'interno del territorio provinciale e a stimarne la loro consistenza; una seconda fase di inanellamento effettuata ripetutamente su alcune colonie.

Attività di censimento

          Fra l'inizio di aprile e la fine di luglio di entrambi gli anni sono state compiute in totale circa 40 uscite alle quali hanno partecipato 6 rilevatori.
          Con l'ausilio della cartografia regionale 1:10.000 sono stati localizzati tutti gli edifici presenti all'interno delle due aree considerate; il rilevamento è stato effettuato infatti su tutte le forme di insediamento umano, includendo dunque non solo i centri urbani più o meno considerevoli ma anche le singole abitazioni e gli edifici isolati, al fine di individuare dettagliatamente tuffi i siti di nidificazione.
          La raccolta dei dati si è basata sulla presenza o assenza dei nidi, consentendo una prima distinzione tra località interessate o meno dal processo di nidificazione;  nel primo caso il livello d'indagine è stato approfondito verificando l'eventuale stato di abbandono (esistenza solo di nidi vecchi o di residui). Nella casistica dei siti visitati figurano inoltre quelli inaccessibili per problemi di viabilità (strade sconnesse, sbarramenti) o inagibilità delle strutture ma anche, talvolta, per mancata disponibilità da parte dei proprietari.
          Il capillare  monitoraggio, nel corso della stagione successiva, è avvenuto rivisitando tutte le località, includendo anche quelle risultate vuote nel primo anno di indagine per riscontrarne una eventuale nuova colonizzazione.
          All'interno delle colonie i singoli nidi sono stati distinti tra attivi, inattivi e incerti, inserendo in quest'ultima categoria i nidi irraggiungibili dei quali non è stato possibile accertare lo stato di attività o di abbandono. Nei casi in cui è stato possibile un controllo diretto, la constatazione dell'attività è stata effettuata verificando la presenza di uova e di pulcini nel nido, raggiungendo quest'ultimo con scale o strutture adeguate ed esaminandolo all'interno con il tatto o la vista. L'utilizzo di una lunga asta provvista di uno specchietto e di una piccola pila ad una estremità ha permesso talora di risolvere il problema dei nidi posti a considerevole altezza.
          Per i nidi nei quali il controllo interno è stato irrealizzabile, la valutazione è invece avvenuta mediante l'osservazione di rondini in cova o di rondini in volo nei dintorni; in quest'ultimo caso si è resa necessaria una sosta per verificare le eventuali ripetute visite degli adulti al nido e supporre così la presenza dei piccoli.
          Nei casi di colonie molto numerose, presso le quali non è stato possibile effettuare un controllo diretto dei singoli nidi, le difficoltà riscontrate nello stabilire l'effettiva presenza di una coppia di adulti in un nido ci hanno costretto ad un conteggio meno preciso, per cui risulta una più alta percentuale di incerti.
          In corrispondenza delle colonie più rappresentative sono state tracciate delle mappe nelle quali è stato individuato, tramite un numero, ogni singolo nido, allo scopo di seguire la dinamica della sua costruzione e l'andamento della sua attività nel tempo.
          Nell'arco della stagione riproduttiva le visite su uno stesso sito sono state eseguite ripetutamente in modo tale da ridurre il margine di errore di interpretazione; l'attendibilità della valutazione sull'attività o meno di un nido è infatti spesso approssimata dal rischio di conteggiare come vuoto e inattivo un nido in realtà da poco lasciato dai piccoli. lì problema aumenta considerando che la rondine compie talora le sue 2-3 covate non sempre nello stesso nido ma in nidi diversi (che appaiono dunque tutti utilizzati nonostante la coppia nidificante sia unica).

Attività di inanellamento

          L'inanellamento è stato intrapreso in entrambi gli anni verso la fine di maggio e si è ripetuto per 18 volte nell'arco del biennio, coinvolgendo due guardie provinciali (A. Bini e M. Del Sere) e un libero professionista (J. Corsi) muniti di apposita patente, strumento indispensabile per svolgere tale attività.
          Per ciascuna unità di studio sono state scelte alcune colonie in base alla loro consistenza e in conformità a requisiti logistici oltre che alla disponibilità dei proprietari.
          Per l'area alto-mugellana sono stati identificati tre luoghi, principalmente in corrispondenza di stalle di bovini, nei quali l'inanellamento è stato ripetuto entrambi  gli anni; nella successiva stagione è stato ritenuto opportuno aggiungere una quarta località, ad alta densità di popolazione, per aumentare il campione.
          Quattro sono le stazioni scelte per l'area chiantigiana studiate nel
ù biennio: due caratterizzate dalla presenza di ovini, una posta in una stalla di cavalli e un'ultima ubicata all'interno di un loggiato di una casa colonica abbandonata. L'attività è stata intrapresa anche in un capannone nei pressi del paese di Panzano, dove però, a causa di problemi logistici, si è svolta limitatamente al primo anno di indagine. Oltre a queste stazioni, nel 1999 ne è stata aggiunta un'altra, in corrispondenza di uno stabilimento artigianale.
          Le rondini sono state catturate mediante mist-nets a quattro sacche, di diversa lunghezza (6, 9 e 12 metri). A ogni esemplare è stato applicato un regolamentare anello metallico dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica di Ozzano dell'Emilia (Bologna). Prima del rilascio, di ciascun individuo sono state rilevate alcune misure biometriche e valutati il sesso, l'età, le condizioni del piumaggio e lo stato di nutrizione. I dati riscontrati sono stati annotati in relative schede predisposte daIl'INFS. In dettaglio, oltre a indicazioni relative al luogo, al giorno, all'ora di cattura, al numero dell'anello e al rilevatore, è stata eseguita la determinazione di sesso ed età e sono stati effettuati i seguenti rilevamenti:

- lunghezza della terza remigante primaria
- lunghezza della corda massima dell'ala
- forcatura della coda [distanza tra l'apice della timoniera più interna (T1) e quello della timoniera più esterna (T6)
- lunghezza massima della macchia bianca sulla timoniera esterna (T6)
- peso
- presenza della placca incubatrice
- sviluppo della cloaca
- presenza di parassiti
- eventuali ricatture

          Nel caso di nidiacei, la fase di inanellamento è stata preceduta da un attenta analisi dell'età e delle loro condizioni direttamente nel nido. La possibilità o meno di applicazione dell'anello si è basata sul criterio proposto dall'INFS nel manuale di lavoro "Progetto Rondine Euring", in base al quale risulta consigliata l'operazione non prima di 5-7 giorni dalla nascita. Lo schema seguente, ripreso dal suddetto manuale, illustra i criteri di determinazione dell'età dei pulcini in relazione a caratteristiche morfologiche e comportamentali.

Età

Carattere morfologico o comportamentale
- 1 giorno dente dell'uovo presente; occhi chiusi
- da 2 a 3 giorni

dente dell'uovo assente; occhi chiusi; follicoli delle penne non ancora spuntati dalla pelle

- da 4 a 6 giorni

occhi aperti quali sottili fessure; follicoli delle prime primarie e delle timoniere che spuntano dalla pelle

- da 8 a 9 giorni

apici delle penne che spuntano dagli astucci delle primarie e delle timoniere; corpo coperto di piume con gli astucci ancora chiusi

- 13 giorni

remiganti primarie fuori degli astucci per circa la metà; apici della gran parte delle piume del corpo che spuntano dagli astucci

- 15 giorni

remiganti primarie fuori degli astucci per circa tre quarti

- 18 giorni

remiganti primarie pienamente sviluppate; pulcini prossimi all'involo

- NV

fuori del nido ma non ancora propriamente involati

- V involati e nei pressi del nido

          Per i nidiacei il rilevamento dei dati biometrici si é limitato alla sola misurazione del peso corporeo.
          L'attività di inanellamento è stata ripetuta, per ogni stazione prescelta, più volte nel corso di una singola stagione riproduttiva, al fine di contrassegnare il maggior numero possibile di individui e per ovviare al problema dei nidiacei troppo piccoli.
          Per poter disporre le reti in modo opportuno è stata fatta una preliminare valutazione dei locali occupati dalla colonia;  lo scopo è stato quello di individuare tutte le possibili vie di accesso e di fuga e di precludere la possibilità del loro utilizzo, in modo da controllare il flusso in entrata e in uscita delle rondini. L'unico ingresso lasciato disponibile veniva tenuto aperto in modo tale da permettere l'accesso agli animali, e chiuso al momento in cui il numero di individui all'interno raggiungeva una certa consistenza. Alle rondini restavano poche vie di uscita, presso le quali erano state precedentemente collocate le reti.
          Quando non era possibile circoscrivere  l'ambiente con le reti, l'operazione è stata eseguita con l'ausilio di retini opportunamente posizionati sopra i nidi; in questo caso è stato necessario agire negli orari in cui gli animali erano inattivi (la sera tardi o la mattina).