ultimo aggiornamento    
novembre 2012    

 


CASTELFIORENTINO > DEMOCRAZIA E TUTELA AMBIENTALE

Continua la noncuranza
nei centri storici

Purtroppo, negli ultimi anni, non è difficile imbattersi in tentativi spesso riusciti di devastazione del territorio da parte di amministrazioni arroganti, immobiliste, spesso dedite prioristicamente a conciliare la gestione della cosa pubblica con gli affari (business is the business) e comunque sempre più distanti dalle reali necessità e desideri di chi cerca partecipazione e un doveroso e democratico coinvolgimento.

Dico mentalmente “devastazione” e mi vengono in mente progetti di gassificatori, di incerenitori, di decine di discariche di ogni tipo e genere, disseminate qua e là, e poi altro ancora. Tutto ciò ha creato una larga diffusione di malcontenti popolari, che hanno progressivamente mostrato sempre più dubbi verso la classe politica dominante, se pur ambasciatrice di democrazia.
Di scempi ambientali se ne trovano ad ogni quota e livello, e così, volando solo un tantino più in basso vorrei esemplificare ciò che succede a Castelfiorentino. Qui, la giunta si rapporta molto spesso all’ambiente basandosi sul principio democratico delle “seghe elettriche”, dilettandosi a tagliare alberature in varie parti della cittadina con le motivazioni più disparate (emblematico il caso di una ventina di pini tagliati in via Masini da ormai sei anni per mettere in sicurezza un marciapiede: dal 2000 o giù di lì possiamo ancora godere della vista dei mozziconi degli alberi tagliati e del marciapiede a tutt’oggi da sistemare e che presenta analogie con un campo arato) e dove ormai da anni un maestoso e quasi secolare leccio è scriteriatamente compreso in un’area di cantiere e divenuto spazio di raccolta di spazzatura, schifezze di ogni genere e quintali di materiale cantieristico non usato che ne copre le radici e che potrebbe agevolmente essere trasferito nell’ampio metraggio disponibile nello stesso cantiere. Presumo che chi sceglie di ricoprire cariche pubbliche debba senz’altro dotare il suo bagaglio, fra le tante altre cose, della serietà e del rispetto necessari a rapportarsi alle problematiche e alle istanze presentate da chi vorrebbe esercitare il diritto di partecipare alla vita pubblica del luogo in cui vive. In questi ultimi anni, attraverso i quali mi sono preso a cuore la questione, non ho trovato porte aperte laddove dovevano e potevano esserci, anche e soprattutto tra gli amministratori e assessori di competenza. Nonostante sia stata divulgata la noncuranza riservata al magnifico leccio niente si è mosso. E così nasce facilmente la delusione, soprattutto se pensiamo che la pulizia dell’area sottostante avrebbe richiesto meno di un’ora.
Inoltre a niente sono serviti alcuni richiami effettuati dal corpo forestale, il tutto paradossalmente a danno della serietà, del rispetto e di ogni tipo di democrazia, partecipata o no, della quale si discute spesso e facilmente ma di cui è molto meno facile conoscere l’indirizzo giusto.
Intanto una bella prova di democrazia sarebbe quella di tenere in conto le circa 200 firme raccolte nella giornata conclusiva di “Incanti e Banchi”.


Fabrizio Bastianoni

 
webmaster