ultimo aggiornamento    
novembre 2012    

 


FUCECCHIO > LE CASE COLORATE DI PIAZZA TOSCANINI

Ne fanno di tutti i colori

Chi ha avuto modo di passare (meglio ancora ‘vivere’) a Fucecchio durante il periodo del Palio (terza settimana del mese di maggio) avrà con ammirazione, potuto osservare i vari colori che risaltano dalle bandiere delle contrade. Certamente, grazie a tale manifestazione, altamente unificante, almeno per una larga fetta del paese, in tale arco di tempo, la cittadina pare risplendere di maggior luce, proprio grazie al maggior decoro dato appunto dai suddetti drappi. Un maestoso gioco di colori pare avvolgere i vari rioni in vista della gara decisiva.

E la stessa domenica del Palio, grazie alla sfilata storico-folckloristica, ai cittadini più sensibili, che addobbano finestre, porte e terrazze con piante e con i rispettivi colori rappresentativi, pare davvero far brillare ancor più il nostro paese. Putroppo, non sempre i colori – e le forme – danno armonia. Un triste esempio legato a quest’ultima affermazione, a mio avviso, può emergere se osserviamo certi edifici che sono stati recentemente costruiti proprio a Fucecchio. Scendendo dal centro storico, dalla parte alta del paese, attraverso via M. Sbrilli, o, passando attraverso la circonvallazione, molto trafficata, o ancora, più semplicemente, transitando in via Sottovalle, subito il nostro sguardo (almeno così è stato, per numerosi cittadini) rimane catturato da tre nuovi palazzi, edificati a lato di Piazza Toscanini. L’aspetto che più colpisce di tali costruzioni è proprio il colore: un blu, un verde ed un giallo, caricati di gran vivacità, tre grandissime, enormi, macchie, che paiono affermare con prepotenza: “Adesso ci siamo noi”. Tre elementi che, a vista di molti, stridono largamente con la nostra tradizione urbanistica e architettonica (si confanno molto di più con certi esempi nord europei, dove le giornate grigie e nebbiose hanno forse bisogno di essere rallegrate da tinte sgargianti). Tra l’altro, proprio poco tempo fa si parlava di realizzare o ampliare parcheggi proprio in tale area per risolvere il drammatico problema del traffico nella parte alta del paese. Ecco che ora, proprio sullo spazio che prima continuava la piazza-parcheggio, piazzale Toscanini, e che poteva quindi costituire la nuova area per le auto, si costruisce. De gustibus non disputandum est, dicevano i nostri padri... ma, se mi è permesso, credo che ci sia da fare una riflessione. Quando si vive in un luogo, soprattutto un piccolo (o anche medio) paese, e soprattutto se trattasi di località contenente antiche testimonianze della sua storia e che dunque ha raggiunto una sua stabilità, una sua visione consolidata, una sua certa armonia, architettonica, artistica e paesaggistica, penso che i suoi cittadini e dunque i suoi amministratori debbano (o semplicemente possano?) concepire in modo particolare una certa sensibilità, dettata anche solamente dal rispetto per il patrimonio ricevuto. Non che si debba metter tutto sotto vetro o sotto cornice e neppure ostacolare l’avvento del moderno e del contemporaneo, ma quantomeno riflettere a lungo prima di operare una scelta. Mi chiedo se e quali norme possa dare allora il Piano Regolatore Urbanistico per poter dar vita a una struttura di abitazioni omogenea con il contesto e il paesaggio vicino: lo sfondo delle colline di Montellori, la campagna più vicina al nostro centro storico, è stato del tutto cancellato da questi edifici.
Credo che questa riflessione possa valere sia per tali nuovi edifici (pare che nemmeno chi ci andrà a vivere sia così entusiasta!) che per altre questioni cruciali che hanno segnato – e che stanno segnando – con notevole impatto il nostro paese: la querelle sulla Piazza Montanelli, dove il “mostro bianco” (o grigio, ancora non lo sappiamo bene) si sta elevando al cielo, anche se con varie difficoltà; la futura installazione della scultura Eloisa presso il Parco Corsini, altro piccolo colosso bianco che andrà a formare il tricolore nell’aia della Rocca, insieme col verde dei prati ed il rosso dei laterizi della Torre Grossa... macchie molto grandi, che andranno per sempre a mettersi in vista su tutto il resto. In tutto ciò si può pure scorgere un gran paradosso: le piccole, innocue, festose bandiere del Palio, vengono issate solamente una volta l’anno (tranne eccezioni) e poi tornano nascoste, nei magazzini delle contrade... i palazzi e le sculture, una volta edificati, sarà difficile spostarli.
Chissà cosa avrebbero pensato coloro che anni addietro hanno celebrato con scritti od opere d’arte proprio la semplice bellezza di Fucecchio: Indro Montanelli, Arturo Checchi, Piero Malvolti.
Dispiace assistere a tali scelte e che siffatte creazioni trovino concordi chi rilascia le relative concessioni edilizie. Ma dispiace anche – e forse di più – vedere molti miei concittadini indifferenti a certe scelte, non preoccupati, o al limite, capaci di brontolicchiare un po’ dal capitello di piazza, senza poi in realtà muoversi o interessarsi maggiormente delle sorti del nostro paese.
Concludo con un mio pensiero: il paese in cui viviamo è immagine del senso di appartenenza alle nostre radici.

Giovanni Malvolti

Si informano i lettori che proprio recentemente l’amministrazione comunale, ha deciso di ridare nuovi colori ad almeno due dei tre palazzi... finalmente le voci dei cittadini sono state ascoltate?

 
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