ultimo aggiornamento    
novembre 2012    

 


PADULE DI FUCECCHIO > DIFENDERE IL PADULE DAL “TUBONE”

Mitigare i danni può essere sufficiente?

“La tutela del paesaggio è tra i valori primari ed è quindi molto importante lottare per la difesa del Padule” (all’articolo 9 dei Principi Fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana troviamo infatti scritto che “la Repubblica […] tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”).

Questa una delle affermazioni con cui lo storico Adriano Prosperi è intervenuto sul tema della depurazione e della tutela delle risorse idriche del Basso e Medio Valdarno e del Padule di Fucecchio lo scorso 12 maggio presso l’auditorium della Fondazione Montanelli Bassi, in occasione dell’incontro organizzato dalla stessa Fondazione e da Italia Nostra Sezione Medio Valdarno Inferiore. In tale sede Alessio Bartolini del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, dopo aver riassunto gli avvenimenti più rilevanti della vicenda “tubone” ha parlato delle “misure di mitigazione” necessarie alla salvaguardia dell’area palustre dagli impatti negativi legati al progetto. Queste misure di mitigazione prevedono il recupero di 1.200.000 mc di acqua attraverso lo stoccaggio in invasi, sottobacini, stagni. Per realizzare quelle che Prosperi ha definito “grosse buche per metterci l’acqua per sopperire all’acqua che non scorrerà più […], una soluzione che creerà più problemi di quanti ne risolva” saranno necessarie ampie superfici, ingenti movimentazioni di terra e grosse somme di denaro. È da tener presente inoltre che per quel che riguarda i costi di gestione non sono previsti finanziamenti.
La Regione Toscana deciderà se il collettore Ovest (che raccoglierebbe le acque di Pescia, Chiesina Uzzanese e Ponte Buggianese) debba essere realizzato oppure no in base agli esiti delle Valutazioni di Incidenza che i vari Comuni interessati dovranno condurre. Il Padule è un SIC ( Sito di Interesse Comunitario) quindi la Valutazione di Incidenza andrà fatta sia sul progetto che sulle misure di mitigazione.
“Non si dovrebbe togliere l’acqua al Padule ma farcela arrivare pulita” è questo un concetto sostenuto da più parti e sottolineato da Alberto Malvolti, presidente della Fondazione Montanelli Bassi, durante l’incontro.
In questi anni ci sono stati vari studi in cui si è cercato di capire la fattibilità dell’opera e di prevedere gli impatti che essa avrebbe avuto: ricordiamo lo studio del Consorzio di Bonifica per ricavare il bilancio idrogeologico della Zona del Cuoio, lo studio condotto da ARPAT regionale per la definizione di un piano di gestione e impatto, finanziato dall’Unione Europea e in cui era raccomandato il mantenimento in Val di Nievole di parte della depurazione (per le acque del Pescia di Pescia e per quelle dei Comuni di Ponte Buggianese e Chiesina Uzzanese) al posto del collettore Ovest e infine uno studio del Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio che evidenziava l’accentuazione degli impatti negativi che si avrebbero su vegetazione e fauna sottraendo l’acqua al Padule. Mantenere una quota di depurazione in Val di Nievole è un compromesso accettabile e farebbe ridimensionare molto le misure di mitigazione.
Durante l’incontro il professor Adriano Prosperi ha sottolineato come dal 2004 al 2006 l’andamento sia stato quello di una sconfitta annunciata. “Si deve pensare in termini di futuro: cosa lasceremo? L’evoluzione tecnica e civile della nostra vita avviene spesso sotto forma di rapina (del territorio, della salute, dei beni, con arricchimenti rapidissimi). […] Ci si deve preoccupare di cosa succederà di questo enorme lavoro che sconvolgerà l’aspetto naturale dell’ambiente. L’efficacia di questo progetto sarà adeguata tra 50 anni? […] Si parla di misure di attenuazione del danno: si deve far crescere la coscienza del danno che stanno facendo! […] Tutti gli interessi privati spingono verso una soluzione incivile”.
La Fondazione Montanelli Bassi e varie associazioni presenti, tra cui Italia Nostra, hanno ritenuto importante pensare alla realizzazione di un documento condiviso a cui ad oggi stanno lavorando, in cui mettere in evidenza la necessità di far arrivare le acque depurate in Padule, evitando la realizzazione della dorsale Ovest che ne comprometterebbe la vita.

Maria Grazia Tamburini

 
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