ultimo aggiornamento    
novembre 2012    

 


PONTE A CAPPIANO > ORA ANCHE UN capannone INDUSTRIALe davanti aLLA storica VILLA

I nuovi allegri compagni della Palagina

Non mi sembra di trovare parole più appropriate riguardo agli episodi di cementificazione che si susseguono nella pur "civilissima" Toscana e a danno dei nostri splendidi paesaggi toscani, e, in particolare, per quanto concerne la bellissima villa di cui andremo ad analizzare la situazione attuale.

Le immagini di corredo a questo articolo parlano chiaro: nuovi inserimenti nelle immediate adiacenze di un bene architettonico di grande pregio, la villa della Palagina presso Ponte a Cappiano (dintorni di Fucecchio). Ci eravamo già ritrovati (numero del presente bollettino dello scorso 30 ottobre 2008) a parlare di questo caso, relativamente alla costruzione, proprio dinanzi alla graziosa facciata della villa di un nuovo edificio, secondo l'attuale corrente dominante, basata sul forte uso del mattone in vista. De gustibus non disputandum est e naturalmente, non mi permetto di rientrare in discussioni sullo stile dell'edificio; casomai sulla scelta dello spazio utilizzato che poteva essere magari maggiormente studiato e vagliato. Come avevamo appunto ricordato nel nostro precedente articolo, con tale inserimento, si andava a perdere una bella visione del paesaggio con la villa, soprattutto per chi giungeva da Fucecchio dalla nuova circonvallazione.
Uno scorcio quasi d'altro tempo. Per altro, come in molte altre zone, una parte del nuovo stabile, all'epoca messo interamente in vendita, risulta tuttora invenduta. Anche in tale occasione riferimmo come sia ormai pratica diffusa prima costruire, cementificare e poi cercare di vendere (costruire quindi per vendere, non in base a una reale esigenza e domanda). A completare l'opera, a poche decine di metri, stanno arrivando nella succitata zona della Palagina altre costruzioni, come quelle che potete vedere nelle nostre immagini. Non vogliamo certo riaprire vecchie e nodose questioni sugli accostamenti antico/moderno; probabilmente siamo rimasti davvero in pochi, noi ambientalisti-nostalgici, magari diamo l'idea di esser quasi dei "mummificatori" ma sono certo che l'interessante e piacevole impatto visivo (per non parlare di quel bell'equilibrio...) raggiunto precedentemente dalla villa e dalla campagna circostante, consolidatosi così, di tal guisa, nei secoli, era universalmente approvato e ammirato almeno da una parte della comunità. Desidero approfittare dell'occasione per fare un breve excursus storico sulla villa in questione, in parte riprendendo le puntuali notizie pubblicate recentemente da Emilio Marcori: pare che l'edificio già esistesse nel XVII secolo, poiché di appartenenza al sergente maggiore Baccio Gatteschi almeno dal 1698. Tale personaggio, nipote di Francesco Maria di Ferdinando Grifoni, nel 1709 vi fece aggiungere l'oratorio mentre, grazie al matrimonio del figlio Bartolomeo con Margherita Vettori, nel 1764, si ha il definitivo passaggio dei poderi dei Gatteschi alla famiglia Vettori e in particolare a quel Paolo, già proprietario della villa di Poggio Adorno.
La villa invece viene venduta nel 1775 al canonico Anton Maria Benedetto Taviani e, successivamente al noto casato dei Montanelli-Della Volta. Come si può osservare, presenta degli aspetti tipici, caratteristici del XVIII secolo, e ben presenziava sullo sfondo rurale della frazione fucecchiese. Ci chiediamo ora, se, in un futuro, non sia il caso di demolire anche la villa per dar spazio ai nuovi edifici che marcano in modo così significativo il paesaggio e così tanto pubblicizzati.
Giovanni Malvolti

 
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