|
LOCALITA' "LA DOCCE" >
Forti perplessità sui lavori e sui fini dellopera
nei dintorni di Crocialoni
Occhi puntati sulle
Cerbaie
Sorgono dubbi a nostro parere sul drastico
intervento che stanno attuando a La Docce, vicino
Crocialoni (non quindi nel lago di Crocialoni come erroneamente
è stato scritto e detto in precedenza), zona lacustre immersa
tra i boschi delle Cerbaie.
Un lavoro fatto passare come intervento
di stabilizzazione di un habitat, adatto per esempio ad
ospitare specie di uccelli migratori, sembra nascondere in realtà
altri scopi tuttaltro che naturalistici.
Lacune e inesattezze sospette emergono dalla bozza del progetto,
che parla di intervento su unarea boschiva omogenea.
Basta infatti fare due passi in quei boschi per rendersi conto
della straordinaria varietà ed eterogeneità di quellassociazione
unica di specie vegetali tra cui risaltano, tra gli altri, il
faggio, la polmonaria, i campanellini e splendidi bucaneve che,
come noto, non sono esattamente flora tipica della zona, ma piuttosto
relitti dellera glaciale, ultime testimonianze di ecosistemi
scomparsi.
Ragionevoli dubbi suscita anche la proposta di rimboschimento
successivo allo scasso di questo raro bosco preesistente.
La specie eletta sarebbe infatti la Robinia pseudoacacia, pianta
originaria del Nord-America, competitiva e fortemente infestante,
del tutto priva del valore naturalistico a cui si fa riferimento
nel progetto. Tanto più che tutto quello che ruota attorno
a questa scelta, a partire dalle modalità dimpianto
(si è mai visto un bosco naturale con filari di piante
tutte uguali e a distanze regolari di tre metri per tre? Da notare
che, forse non a caso, questo è il giusto spazio per far
passare macchine da raccolta di legname), fino ai dati che parlano
di crescita rapida, rusticità tale da non richiedere grande
cura, ma soprattutto grande produttività, fa pensare a
unottima coltura industriale, piuttosto che a un bosco che
sostituisca quello originale.
Come se ciò non bastasse, a coronare il tutto si pone un
interrogativo sui possibili sviluppi del progetto.
Voci più o meno confermate parlano di una pista per acqua-scooter
o canottaggio e di un camping, che è francamente impossibile
immaginare conciliati col delicato equilibrio instaurato tra gli
animali migratori e un ambiente che diverrà per loro irriconoscibile.
La possibilità di sfruttare il bacino come invaso per il
controllo degli incendi non merita commento.
Intanto i lavori sono iniziati e procedono velocemente mostrando
già i primi frutti: sono state tagliate querce secolari,
i pesci morti sono stati portati via con i camion e il lago che
era chiamato dalle scolaresche Lago delle ninfee adesso
dovrà trovare un altro nome, perché le ninfee non
ci sono più.
Trattandosi di unarea di proprietà privata, la nostra
opinione non è certo legata allo scopo di impedire ai proprietari
di trarne un profitto economico; quello che chiediamo è
di rispettare un prezioso patrimonio naturale, nellottica
di una selvicoltura ragionata e non indiscriminata come nel caso
in questione.
Senza un intervento deciso e tempestivo la ricchezza di molteplici
ecosistemi verrà rimpiazzata da un unico ambiente lacustre
che prenderà il sopravvento, rendendo veramente a quel
punto omogeneo un luogo singolarmente ed eccezionalmente
vario.
Si ripresenta quindi, in modo ancora più forte, la necessità
di piani di intervento e tutela che interessino tutto il monumento
naturale delle Cerbaie, di cui speriamo si faranno carico Comune,
Provincia e Regione. Lo scempio è allordine del giorno.
Denise e Lorenzo Zingoni
|